giorgio felici

La scure degli aumenti energetici colpisce duro, specialmente per quanto riguarda il gas (considerato il più green), che raddoppia, rispetto a gasolio e benzina che sono comunque in costante aumento.

Per ritrovare prezzi dei carburanti così alti, bisogna tornare indietro al 2014. Negli ultimi giorni si sono registrati ancora dei rialzi dei prezzi, con la benzina che è arrivata a costare anche 1,95 euro al litro (per il “servito”, fino a 1,74 al self service), mentre il gasolio costa anche 1,84 euro al litro (sempre in modalità “servito”, mentre al fai-da-te costa in media 1,70 euro al litro). Per il metano secondo uno studio del Mise, condotto assieme alla rivista ‘Altro Consumo’, il rincaro negli ultimi tre mesi si attesta sopra il 25%. Oggi il prezzo del metano supera i 2 euro al chilo.

 

L’impennata sarebbe dovuta soprattutto all’aumento dei prezzi di contratto per il mese di ottobre. Tra le altre motivazioni ci sarebbero la scarsa programmazione nell’approvvigionamento dei carburanti con un basso livello di stoccaggio dei siti, l’aumentata richiesta di energia a seguito della ripresa economica asiatica, i tagli consistenti di fornitura all’Europa da parte della Russia causati da lavori di manutenzione e l’escalation inarrestabile dei prezzi delle materie prime.

 

“La situazione è molto critica – sottolinea Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – e sta rischiando di mettere in ginocchio il comparto dei trasporti e il suo indotto. Le imprese più penalizzate sono quelle che hanno sostituito i propri mezzi con gli Euro 6, che vanno tutti ad Adblue, l’additivo che taglia le emissioni di azoto dei motori diesel euro 5 e 6. A rimetterci sono quindi i camion di ultima generazione, pensati per abbattere l’ossido di azoto. Peccato, però, che uno dei più grandi produttori di Adblue abbia fermato la produzione e le imprese che hanno cambiato i propri mezzi per tutelare l’ambiente si ritrovino oggi a non poter nemmeno accendere il proprio mezzo. Prima ci invitano a sostenere i combustibili alternativi con il blocco auto a singhiozzo e poi ci impongono costi insostenibili, con il paradosso che tutte le imprese che non hanno investito nel cambio mezzi e non hanno fatto la riconversione sono libere di circolare”.

 

Confartigianato Imprese si è attivato con i ministeri competenti chiedendo interventi immediati per sollecitare la calmierazione dei prezzi. Inoltre, si sta correndo il rischio di vanificare gli ingenti sforzi fatti dal Governo nel sostenere lo sviluppo del biometano per autotrazione attraverso i fondi del PNRR.

 

“Siamo davanti ad una escalation di prezzi senza precedenti -conclude Giovanni Rosso, Presidente autotrasportatori di Confartigianato Imprese Piemonte – che porta giorno dopo giorno ad aumentare il conto pagato dai trasportatori e automobilisti per il pieno di carburante. Su base annua solo per i rifornimenti alla pompa gli aumenti sono di 413 euro in più a famiglia, nel caso di auto a benzina, e di 399 euro in più per un diesel. Di questo passo l’intero comparto trasporti su strada sarà travolto da una crisi senza precedenti, vanificando i timidi segnali di ripresa”.

 

 

 

 

 

 

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