“Rispetto alla primavera scorsa la situazione in Piemonte, per quanto riguarda l’emergenza Covid, è notevolmente cambiata”. Lo ha annunciato il presidente della Giunta regionale Alberto Cirio in apertura della seduta della quarta Commissione del 19 ottobre, presieduta dal presidente Alessandro Stecco alla presenza degli assessori alla Sanità Luigi Icardi e alla Ricerca Matteo Marnati.
“In linea di massima – ha aggiunto – dobbiamo attenderci un’epidemia meno grave ma più diffusa, ovvero con maggiore necessità di posti letto per ricoveri ordinari che di terapie intensive”.
“Negli ultimi decenni la Sanità piemontese è stata sottoposta a numerosi tagli che hanno provocato notevoli difficoltà strutturali alla medicina territoriale – ha detto –. E, per affrontare l’emergenza, siamo partiti da tale situazione”.
“Sotto il profilo organizzativo – ha evidenziato – l’istituzione del Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive (Dirmei) funge da ‘Azienda zero’ per l’emergenza monitorando in tempo reale, per ogni azienda sanitaria, le forniture di dispositivi di protezione individuale, il personale, l’attività dei laboratori e il numero di posti letto per consentire un quadro della situazione sempre aggiornato. Il Dirmei coordina la parte sanitaria all’interno dell’Unità di crisi che dalla scorsa settimana ha nuovamente potenziato l’orario ed è attiva 24 ore su 24”.
“Il numero di posti letto per la terapia intensiva – ha dichiarato – grazie al Programma pandemico progressivo è ora in linea con quanto previsto dal parametro nazionale mentre, per quanto riguarda i dispositivi di protezione individuale (Dpi) il Dirmei monitora gli approvvigionamenti delle Aziende e dispone di una scorta di riserva in caso di necessità”.
Circa il personale medico e sanitario, ha aggiunto, “il Piemonte ha messo sotto contratto negli ultimi mesi 2.503 tra medici, infermieri e alte professionalità, 276 operatori sanitari sono stati dedicati alla scuola e abbiamo attivato una convenzione con 80 medici per operare come consulenti per le Rsa più piccole e prive di direttore sanitario”.
Situazione dei laboratori: “Anche a loro il Dirmei ha chiesto di prevedere approvvigionamenti di reagenti per almeno quattro mesi. Quelli attualmente operativi sono 28 e, al momento, solo quello di Alessandria ha carenza di reagenti e non raggiunge l’obiettivo di 800 tamponi al giorno. La capacità complessiva minima è di 10.898 tamponi giornalieri, in linea con la soglia indicata dal Governo di 11mila”.
Cirio si è anche soffermato sull’utilizzo dei tamponi “rapidi” (antigenici), affidabili in modo certificato in caso di negatività, che risultano meno invasivi di quelli molecolari e danno il responso entro un quarto d’ora. “La Regione – ha affermato – ne ha acquistati un milione che potranno anche essere messi a disposizione delle classi nelle quali sia presente una persona positiva per individuare subito i negativi”.
Sui vaccini antinfluenzali Icardi ha ribadito che “le vaccinazioni avranno inizio dal 26 ottobre” e ha spiegato che “la Regione ne ha acquistati quest’anno il 54% in più dello scorso anno per un totale di 1,1 milioni di dosi, l’1,5% dei quali (circa 16.000 esemplari) verrà destinato alle farmacie”. Ha inoltre sottolineato che la Regione ha deciso di abbassare a proprie spese, da 65 a 60 anni, l’età per la somministrazione gratuita del vaccino.
Per quanto riguarda i reagenti, infine, Marnati ha spiegato che per ogni tampone ne sono necessari di tue tipi, uno per l’estrazione e uno per l’amplificazione e che “al momento le criticità riguardano quelli per l’estrazione. Con l’Università di Torino abbiamo realizzato materiale per produrre 100.000 reagenti per quanto riguarda l’amplificazione, che richiedono però una certificazione che dovrebbe arrivare a giorni. In caso dovessero finire i reagenti per l’estrazione, stiamo valutando l’utilizzo della termolisi”.
Nel corso del dibattito i gruppi di minoranza hanno sottolineato, con accenti diversi, i passi avanti compiuti ma hanno evidenziato che i problemi e gli scogli da superare sono ancora molti.
Mauro Salizzoni – intervenuto per il Pd con Domenico Rossi, Raffaele Gallo e Daniele Valle – ha ammonito che “i numeri per i posti di rianimazione rischiano di portare a un grosso equivoco perché non è possibile trasformare una corsia normale in una corsia di rianimazione e urge formare personale specifico in grado di imparare a fondo l’utilizzo dei respiratori”.
“Moltiplicare i numeri accontentandosi del fatto che siano grandi – ha concluso – non è sufficiente. Bisogna che siano efficienti”.
Marco Grimaldi (Luv) ha sottolineato le numerose richieste di informative sull’argomento, in Aula e in Commissione, non esaudite e ha evidenziato la necessità di sveltire le comunicazioni sull’esito del tampone a chi viene messo in isolamento fiduciario. Ha anche ammonito sulla necessità di prevedere per tempo strutture dove alloggiare eventuali malati di Covid ospiti delle Rsa pubbliche.
Francesca Frediani (M5s) ha rimarcato criticità inerenti la gestione dei casi nelle scuole. “Per alcuni dirigenti scolastici – ha affermato – i compagni di classe non sono considerati contatti stretti. E cinque giorni tra il riconoscimento dei sintomi e l’esito del tampone rappresentano un’eternità per un virus che corre così veloce”.
Per la maggioranza Riccardo Lanzo (Lega) e Davide Nicco (Fdi) hanno ringraziato per l’informativa “chiara, precisa e obiettiva che evidenzia i dati positivi e quelli migliorabili di fronte ai rischi e all’emergenza” e hanno espresso il proprio sostegno all’Esecutivo.