Dopo l’accordo sui dazi trovato dagli Stati Uniti con la Cina adesso va cercata la pace anche con la Ue in vista della conclusione, il 13 gennaio, della procedura di consultazione avviata dal Dipartimento del Commercio (USTR) americano sulla nuova black list allargata dei prodotti europei sui quali Trump minaccia di estendere le tariffe e di aumentarle fino al 100% in valore.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della scadenza del termine fissato dal Federal Register nell’ambito della disputa nel settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus.
La minaccia di Trump di imporre tasse aggiuntive fa tremare in particolare l’Italia del mondo del vino che è il prodotto agroalimentare Made in Italy più esportato in Usa con un aumento del 5% in valore nel 2019 dopo il record di 1,5 miliardi raggiunto l’anno precedente, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat relativi ai primi nove mesi dell’anno.
Gli Stati Uniti sono il principale consumatore mondiale di vino e l’Italia è il loro primo fornitore.
L’imposizione di dazi favorirebbe la produzione di vino degli Stati Uniti che ha raggiunto quasi il 10% del totale mondiale per effetto di una crescita vorticosa delle coltivazioni che hanno consentito agli USA di diventare il quarto produttore di vino a livello globale dopo Italia, Francia e Spagna con una quantità di 24 milioni di ettolitri. Ma ad avvantaggiarsi sarebbero anche i concorrenti del Cile e dell’Australia particolarmente presenti sul mercato statunitense.
“Occorre al più presto riprendere il dialogo per evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati – dichiarano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – Il vino Made in Piemonte, grazie ai suoi alti standard qualitativi è già particolarmente apprezzato negli Usa che ne assorbono il 35% e le esportazioni hanno raggiunto i 200 milioni di euro: non possiamo mettere a rischio tale giro d’affari che, venendo meno, provocherebbe enormi perdite per le nostre imprese vitivinicole.
Ci vuole un impegno forte, a livello nazionale ed internazionale, per sventare una minaccia devastante per il Made in Italy agroalimentare poiché i nostri imprenditori non possono pagare il prezzo di una guerra commerciale relativa all’industria degli aerei per cui sono necessarie misure di compensazione a favore dei settori più colpiti. Oltretutto, il Piemonte – concludono Moncalvo e Rivarossa – paga già il conto delle perdite per effetto dei dazi al 25%, scattati il 18 ottobre scorso, con il Gorgonzola”.