Diminuiscono le esportazioni novaresi nei primi sei mesi dell’anno: tra gennaio e giugno le vendite all’estero dei prodotti made in Novara si sono assestate su 2,2 miliardi di euro, registrando un calo del -15,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. In flessione anche il risultato nazionale, con una variazione dell’export italiano pari al -15,4%, e quello regionale che vede le esportazioni piemontesi ridursi del -21,2%.
Sul fronte dell’import, il Novarese registra una diminuzione del -16,1%, attestandosi, in termini di valore delle merci, ad 1,2 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale si mantiene positivo e pari a 969 milioni di euro, ma in diminuzione del -17,2% rispetto al primo semestre 2019.
«I dati relativi ai primi tre mesi dell’anno avevano già preannunciato una diminuzione delle esportazioni, che considerando l’intero semestre appaiono fortemente ridimensionate a causa dell’impatto dell’emergenza sanitaria e della chiusura degli stabilimenti – commenta Cristina D’Ercole, segretario generale della Camera di Commercio di Novara – Si tratta di una situazione generalizzata, con flessioni a due cifre per tutte le province piemontesi, rispetto alle quali Novara ha manifestato un calo significativo, ma meno intenso di altri territori, ponendosi al terzo posto nella classifica decrescente regionale.
L’apertura e la presenza sui mercati esteri sono fondamentali per la nostra economia, ancor più in questa fase complessa: per questo gli interventi a favore dell’internazionalizzazione d’impresa, tra cui le certificazioni per l’estero, l’assistenza legale specialistica e la formazione, rientrano tra quelli sostenuti dalla Camera di Commercio con il bando NOVARA RESTART, per cui è possibile inviare la propria candidatura fino al 15 ottobre».
Il risultato novarese risente del calo delle vendite oltre confine dei prodotti manifatturieri, che rappresentano la quasi totalità delle esportazioni provinciali, con risultati in controtendenza per alimentari, prodotti medici e farmaceutici.
Analizzando l’export delle principali attività economiche si riscontra una flessione significativa, pari al -14,5%, per macchinari e apparecchiature (in cui risultano inclusi rubinetteria e valvolame), che si confermano comunque il comparto più rilevante, con un’incidenza del 27,6% sull’export provinciale.
Negativo anche il risultato delle sostanze e prodotti chimici (-16,8% su base annua), che si trovano al secondo posto nella classifica provinciale delle vendite all’estero, con un’incidenza del 16,7%.
Crescono, invece, i prodotti alimentari, bevande e tabacco, che mettono a segno un +4,9%, sfiorando un’incidenza del 12% e attestandosi al terzo posto nella classifica provinciale delle vendite all’estero, posizione condivisa con il tessile-abbigliamento, comparto che registra, tuttavia, un calo del -19,1%.
In netto calo appare il comparto della gomma-plastica, con una variazione che supera il -25%, mentre continua la crescita di quello dei medicinali e preparati farmaceutici che, spinto dall’emergenza sanitaria, mantiene il sesto posto nella classifica dell’export provinciale, con un sostanziale raddoppio delle vendite (+99,8%).
Per quanto riguarda i mercati di sbocco, l’Unione Europea si conferma la principale destinazione delle merci novaresi, con una quota pari al 60,8% dell’export. La performance dei mercati comunitari appare negativa e leggermente meno intensa della media provinciale, registrando un calo delle esportazioni del -11,4%.
Guardando ai singoli Paesi si riscontra una diminuzione generalizzata delle esportazioni verso i principali mercati, salvo poche eccezioni. In particolare calano del -11,2% le vendite dirette in Germania, primo mercato dell’export novarese, e del -7,7% quelle rivolte alla Francia, secondo mercato di riferimento. Aumentano, invece, del +12,2% le vendite in Polonia, crescita quasi interamente riconducibile ai prodotti alimentari, mentre si registra un calo a due cifre per la Spagna (-19,2%), con una flessione più contenuta per il Belgio e una sostanziale stabilità per i Paesi Bassi.
In merito alle vendite verso i Paesi extra-UE si registra, a livello complessivo, un netto calo, superiore alla media provinciale e pari al -20,9%. Ad incidere sono soprattutto le diminuzioni dell’export con destinazione U.S.A. (-36,7%), che risentono del crollo della componente aerospazio, Svizzera (-23,1%) e Regno Unito (-21,9%), mentre aumentano del +10% quelle verso il mercato cinese, sostenute, in particolare, dalla crescita di detergenti e prodotti chimici di base.