Nel I trimestre del 2020 il valore delle esportazioni piemontesi di merci è stato pari a 10,8 miliardi di euro, evidenziando un calo del 5,8% rispetto al dato del I trimestre 2019. Nello stesso periodo, il valore delle importazioni di merci è diminuito del 4,9%, attestandosi a quota 7,7 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale si è confermato positivo per 3,1 miliardi di euro, in diminuzione rispetto ai 3,3 miliardi di euro del I trimestre 2019.
La dinamica delle esportazioni, nel primo trimestre 2020, è stata pesantemente condizionata dagli effetti economici che l’emergenza Covid-19 ha avuto sull’export mondiale e italiano nel mese di marzo. La flessione manifestata dalle esportazioni piemontesi è risulta, tuttavia, più pesante rispetto a quanto avvenuto a livello complessivo nazionale, realtà per la quale il valore dell’export ha segnato un calo dell’1,9% rispetto al periodo gennaio-marzo 2019.
“L’emergenza da Covid-19 sta iniziando purtroppo a colpire duramente le nostre imprese. In questo primo trimestre, interessato solo in parte dal lockdown, il trend della nostra regione è peggiore di quello italiano e delle altre regioni nostre competitor quali Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Le nostre vendite oltre confine non possono essere lasciate in balìa di un mercato disorientato e confuso: il nostro made in Italy e il nostro made in Piemonte devono essere subito sostenute con politiche urgenti a favore dell’internazionalizzazione.
Il lavoro svolto in questi anni per valorizzare i tanti settori che ci caratterizzano non può essere disperso, ma deve essere essere ulteriormente riconosciuto investendo in risorse economiche e progetti innovativi e ad alto contenuto tecnologico. Come Camere di commercio del Piemonte faremo come sempre la nostra parte, individuando misure a supporto delle imprese, soprattutto in tema di sostegno al credito e liquidità aziendale” ha commentato Gian Paolo Coscia, Presidente di Unioncamere Piemonte.
Nei primi tre mesi del 2020 l’export export ha mostrato un calo su base annua superiore alla media nazionale per il Nord-est (-2,5%) e il Nord-ovest (-2,2%) e meno ampio per il Centro (- 1,5%), mentre il Mezzogiorno ha segnato un lieve aumento delle vendite (+1,1%), sintesi del calo del -1,3% per il Sud e della crescita del +7,5% per le Isole.
La flessione tendenziale dell’export ha interessato tutte le principali regioni italiane esportatrici: nel periodo gennaio-marzo 2020, il calo delle vendite da Lombardia, Emilia- Romagna, Veneto e Piemonte ha contribuito per 2,2 punti percentuali alla flessione su base annua dell’export nazionale.
Analogamente a quanto avvenuto nel 2019, anche nei primi tre mesi del 2020 tra le principali regioni esportatrici italiane il Piemonte è stata quella che ha manifestato la dinamica più debole. L’export della Lombardia è diminuito del 3,0%, il Veneto ha registrato una flessione del 3,2%, più lieve è stata la diminuzione delle vendite oltre confine dell’Emilia Romagna (-2,4%).
Nonostante la performance critica il Piemonte si è confermato la quarta regione esportatrice, con una quota del 9,6% delle esportazioni complessive italiane, incidenza in netto ribasso rispetto al 10,0% segnato nello stesso periodo dell’anno precedente.
Nel I trimestre del 2020 tutti i comparti di specializzazione delle esportazioni regionali, ad eccezione di quello alimentare, hanno evidenziato performance fortemente negative.
La meccanica, diventato primo settore per le esportazioni regionali al posto dei mezzi di trasporto, ha subito un calo delle vendite oltre confine del 10,6%. L’Automotive ha segnato un battuta d’arresto ancora più evidente: le esportazioni sono diminuite del 12,7%. Un calo a doppia cifra ha riguardato anche il comparto dei metalli (-14,7%). Il tessile ha ridotto le esportazioni del 7,6%, mentre un calo meno intenso ha caratterizzato la gomma plastica (-4,6%) e la chimica (-0,7%).
L’industria alimentare e delle bevande, in netta controtendenza, ha mostrato una crescita delle vendite all’estero dell’11,3%.
Nell’analisi dei mercati di sbocco va evidenziato come, a partire dal mese di febbraio 2020, la Gran Bretagna sia uscita dall’Unione europea. Nonostante sia previsto ancora un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2020, già a partire dal I trimestre del 2020 i dati delle esportazioni verso la gran Bretagna risultano inseriti nell’area extra Ue-27.
Nel periodo gennaio-marzo 2020 il bacino dell’Ue 27 ha attratto il 56,8% dell’export regionale mentre il 43,2% si è diretto verso mercati extra-Ue 27.
Complessivamente le esportazioni verso i mercati comunitari sono diminuite del 4,0% rispetto allo stesso trimestre del 2019.
I più importanti mercati dell’area per le merci piemontesi si confermano quello francese e quello tedesco, con quote rispettivamente pari a 14,5% e 13,9%.
La Francia ha evidenziato una flessione del 4,0%, peggiore è stato l’andamento delle vendite nel mercato tedesco, calate dell’8,2%. La diminuzione delle esportazioni verso la Spagna è risultata ancora più intensa, raggiungendo la doppia cifra (-10,2%). Cali compresi tra il 2% e il 6% hanno, infine, riguardato gli altri principali partner comunitari.
Le esportazioni verso i Paesi extra-Ue 28 hanno registrato una flessione di intensità doppia (-8,0%) rispetto a quella evidenziata per l’area comunitaria.
Al calo del 13,7% delle vendite verso gli USA segue la flessione dell’11,7 registrata verso la Gran Bretagna. Molto pesante la battuta d’arresto sul mercato svizzero (-26,5%) e su quello cinese (-19,7%). In crescita solo Turchia e Corea del sud.
A livello territoriale tutte le provincie evidenziano dinamiche negative. La realtà che mostra il calo più intenso è Alessandria (-19,6%), penalizzata dalla performance del settore orafo, seguita da Biella (-9,4%). Verbania (-0,4%), invece, risulta il territorio meno colpito dal crollo delle vendite oltre confine nel trimestre in esame.