Proposte per arginare il problema derivante dalla fauna selvatica: è stato questo il tema dell’incontro che si è svolto mercoledì mattina presso la Prefettura di Asti, dove una delegazione di Asti Agricoltura si è recata per discutere dello spinoso problema che sta affliggendo il territorio astigiano.
Il rappresentante di Asti Agricoltura Roberto Bocchino e il tecnico specialista Enrico Masenga sono stati accolti da Barbara Buffa, Dirigente Area Ordine e Sicurezza Pubblica e Tutela della Legalità Territoriale e dal Capo di Gabinetto del Prefetto, Lara Maria Quattrone, alle quali hanno esposto le varie problematiche legate al comparto agricolo sollevate dalle proprie aziende associate che continuano a subire ingenti danni da parte di animali selvatici, in primis i cinghiali.
I due delegati di Asti Agricoltura hanno manifestato forte preoccupazione per la pericolosa presenza di ungulati che nel corso dell’ultimo anno ha subito un forte incremento causato anche dalla pandemia da Covid-19. La sospensione dell’attività venatoria – una delle misure restrittive volute dal Governo durante il primo lock-down – ha rallentato il controllo su queste specie.
“Se originariamente il problema era concentrato quasi esclusivamente all’interno delle zone boschive, negli ultimi anni i cinghiali sono stati avvistati anche nelle aree di pianura, dove hanno distrutto gran parte dei raccolto”, afferma Masenga. “Oltre a questo si è scoperto che i cinghiali potrebbero trasmettere alcune malattie sia ai bovini che ai suini”.
“Asti Agricoltura, che invoca adeguati indennizzi per i danni diretti e indiretti subiti dalle aziende agricole, auspicando una semplificazione delle procedure per la valutazione dei danni e del conseguente tempestivo ristoro, ritiene comunque opportuno cercare di risolvere il problema alla radice”, afferma Bocchino.
“Asti Agricoltura, in difesa delle proprie aziende associate e di tutto il comparto agricolo – dichiarano all’unisono il presidente e il direttore di Asti Agricoltura Gabriele Baldi e Mariagrazia Baravalle – chiede interventi concreti e immediati, finalizzati ad arginare questo problema, per salvaguardare il settore primario – i cui frutti vanno a beneficio di tutta la collettività – e gli agricoltori, veri e propri custodi del territorio”.