I presidenti di Confindustria Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte esprimono contrarietà alla proroga del blocco dei licenziamenti
La norma proposta dal ministro del Lavoro Orlando al decreto Sostegni-bis che proroga il blocco dei licenziamenti, oltre a non essere in alcun modo condivisa con le parti Sociali – diversamente da quanto confermato dal Parlamento in sede di conversione del decreto Sostegni 1 – non fa che prolungare ulteriormente l’incertezza delle imprese in un momento in cui invece servirebbe grande chiarezza.
La norma pone anche alcune criticità tecniche perché va a toccare anche quei datori di lavoro che finora non hanno fruito della cassa integrazione, ma che avrebbero necessità di farlo oggi per potersi riorganizzare per ripartire. Ma è soprattutto la scarsa affidabilità nelle regole che erano state condivise a creare disorientamento, posto che un accordo sulle misure emergenziali già si era trovato, con l’avvallo dello stesso premier Draghi.
Rinnovare il blocco dei licenziamenti significa rimandare l’attuazione delle indispensabili riforme degli ammortizzatori e delle politiche attive per il cambiamento e l’accrescimento delle competenze che il nostro Paese necessita. Per noi resta fondamentale il dialogo tra governo e categorie economiche che sono in grado di leggere i mutamenti e di traguardare il futuro. Nelle nostre regioni la ripartenza è già in atto e il tema è più quello delle politiche formative piuttosto che dei licenziamenti. Se i governi avessero investito di più in formazione e occupabilità, avremmo sicuramente reso più competitive le imprese che adesso non trovano quei profili professionali che servono per rispondere alle sfide della trasformazione tecnologica.
Per questo ci appelliamo a Draghi per la sua competenza, affidabilità e coerenza affinché trovi una soluzione nell’interesse di tutti gli italiani, per una vera ripresa economica e sociale.»