La Regione Piemonte ha accolto con disapprovazione l’arrivo nella notte, nel Centro di Accoglienza Profughi di Castello d’Annone (Asti), dei 76 migranti di nazionalità tunisina inviati dal Governo dopo essere sbarcati a Lampedusa.
Nel corso di un sopralluogo effettuato ieri con gli assessori alla Sicurezza e alla Protezione civile, il presidente della Regione ha definito l’operazione un fatto di una gravità assoluta, perché lo si è appresa da un’agenzia di stampa quando il ministero dell’Interno si era impegnato a sospendere gli invii.
Al sopralluogo, voluto per sincerarsi della situazione complessiva e delle condizioni di sicurezza e sorveglianza della struttura, hanno preso parte anche il prefetto e il questore di Asti e i rappresentanti delle Forze dell’ordine, che hanno predisposto un controllo accurato per la possibilità concreta che si verifichino tentativi di fuga. I migranti sono arrivati con tampone già eseguito, ma la Regione Piemonte ha deciso di ripeterlo per una maggiore verifica delle condizioni di sicurezza sanitaria.
Il presidente della Regione ha poi rimarcato che questa situazione non è più accettabile e che sarebbe meglio predisporre un sistema efficace di chiusura dei porti, piuttosto che scaricare sulle Regioni le conseguenze di questi arrivi ormai incontrollati. Ha poi aggiunto che la Regione ha la responsabilità del sistema sanitario piemontese, che sta già gestendo migliaia di rientri dalle ferie e deve affrontare l’inizio della scuola. Il Piemonte non può pertanto farsi carico di problemi in più e chiederà alla Conferenza delle Regioni di affrontare il tema con urgenza a livello nazionale.
L’assessore alla Protezione civile ha aggiunto che è impensabile che siano solo il Piemonte, la Provincia di Asti e la piccola comunità di Castello d’Annone, che ha meno di 2000 abitanti, a farsi carico di tutta l’accoglienza dei migranti dell’Italia nord-occidentale.
L’assessore regionale alla Sicurezza e all’Immigrazione ha partecipato ad Asti alla riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.