L’Istat diffonde i principali risultati del modulo ad hoc sulle competenze professionali inserito nella Rilevazione sulle forze di lavoro condotta nel corso del 2022. Il modulo è stato compilato dalle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni, occupate o non occupate da meno di due anni, alle quali è stato chiesto di indicare il tempo dedicato a una serie di attività facendo riferimento alla situazione abituale nel lavoro principale.

Si tratta, in particolare, di informazioni sulla quantità di tempo dedicato all’utilizzo di strumentazione digitale, alla lettura di documentazione tecnica o all’effettuazione di calcoli complessi, ad attività fisiche impegnative o che richiedono destrezza e precisione, alle relazioni comunicative e formative e ad alcuni aspetti che caratterizzano la modalità di conduzione del lavoro, quali il grado di autonomia, la ripetitività dei compiti e il rigore nelle procedure lavorative.

La misura del tempo dedicato allo svolgimento di una determinata attività è stata utilizzata come proxy di una specifica skill. La capacità di svolgere alcune attività è stata quindi osservata nella prospettiva dell’output, ovvero ciò che realmente viene praticato nell’esercizio del proprio lavoro.

Prospetto 1. le competenze professionAli DEGLI OCCUPATI per grado Di utilizzo.  Anno 2022.
Valori percentuali.

TIPOLOGIA DI SKILL(a)

Alto

Basso

Assente

Non sa

Totale

TECNOLOGICHE

Utilizzo strumenti digitali (digitali)

37,1

27,9

32,9

2,1

100,0

COGNITIVE

Lettura documentazione tecnica (lettura)

13,8

49,2

34,2

2,8

100,0

Esecuzione calcoli complessi (calcolo)

10,0

34,4

53,0

2,7

100,0

FISICO-MOTORIE

Utilizzo della forza fisica (forza)

37,4

26,2

34,3

2,2

100,0

Uso preciso delle dita (destrezza)

23,2

22,1

52,1

2,6

100,0

RELAZIONALI

Comunicazione interna (com. interna)

36,1

49,1

12,0

2,9

100,0

Comunicazione esterna (com. esterna)

28,6

44,6

24,0

2,9

100,0

Consulenza, formazione (formazione)

17,4

35,9

43,6

3,1

100,0

AUTONOMIA

Autonomia nella sequenza dei compiti (aut. ordine)

44,7

39,0

13,4

2,9

100,0

Autonomia nella definizione dei contenuti (aut. contenuti)

38,8

42,1

16,1

3,0

100,0

GESTIONE

Esecuzione compiti ripetitivi (ripetitività)

44,2

44,8

8,2

2,8

100,0

Rispetto di procedure rigorose (procedure)

42,5

36,5

17,7

3,2

100,0

(a) Tra parentesi sono indicati i nomi sintetici delle competenze utilizzati nel seguito.

Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro, 2022.

Le competenze considerate nel modulo sono state organizzate per aree o ambiti tematici; ad esempio, le competenze di lettura e calcolo rientrano nell’area più generale delle abilità cognitive, intese come processi attraverso cui un individuo registra, mantiene, recupera e usa informazioni. Similmente, la forza fisica e la destrezza rientrano nell’area delle abilità fisico-motorie (Prospetto 1).

L’illustrazione si concentra principalmente sui risultati riferiti agli occupati e fa riferimento alle aree di abilità, iniziando dalle competenze tecnologiche, cognitive e fisico-motorie e proseguendo poi con le competenze relazionali e, infine, con le modalità di svolgimento del lavoro nelle tre dimensioni dell’autonomia, della ripetitività e del rispetto di procedure fortemente standardizzate. L’analisi prende in esame sia le caratteristiche socio-demografiche del lavoratore (età, sesso, titolo di studio, cittadinanza) sia la professione svolta, utilizzando la classificazione delle professioni (CP2011) a livello di grande gruppo e scendendo a livello di gruppo nei casi di particolare interesse.

Il paragrafo finale è dedicato agli ex-occupati, che hanno smesso di lavorare da meno di due anni, e mette in luce le differenze con gli occupati.

Quasi i due terzi degli occupati utilizza digital skill

Nel modulo ad hoc le competenze tecnologiche vengono rilevate tramite il tempo impiegato nell’uso di strumenti digitali. Le digital skill fanno riferimento all’insieme delle abilità tecnologiche che consentono di individuare, utilizzare, condividere e creare contenuti mediante tecnologie informatiche e Internet, potendo spaziare dalle competenze di base – come l’uso del computer – a quelle più specifiche ed evolute, come la scrittura di codici o lo sviluppo di sistemi software per l’intelligenza artificiale.

Il 37,1% degli occupati svolge attività che richiedono l’utilizzo di apparecchiature digitali per almeno la metà del tempo di lavoro (nella media dei paesi Ue la percentuale è del 41,2%), mentre il 32,9% non utilizza mai tali apparecchiature (27,5 in media europea).

Le percentuali più basse di utilizzo delle digital skill si riscontrano tra gli stranieri (7,8%) e le persone meno istruite (9,1%). A utilizzare maggiormente la strumentazione digitale per svolgere l’attività lavorativa sono gli occupati di 30-44 anni, mentre nella classe 15-29 anni si registra la percentuale più alta di coloro che non utilizzano affatto questa competenza (36,5%). Nel complesso degli occupati la percentuale di donne che utilizzano strumentazione digitale per almeno metà del tempo di lavoro è decisamente più alta rispetto a quella degli uomini (42,1 e 33,4%, rispettivamente).

L’uso massiccio della strumentazione digitale – sia per operazioni basilari (come ad esempio spedire email, occuparsi dei canali social e della comunicazione) sia per attività più complesse basate sull’utilizzo di software o applicativi gestionali – caratterizza in particolar modo l’attività degli impiegati (Figura 1), che nell’80,9% dei casi dedicano almeno la metà del tempo lavorativo ad attività di tipo digitale, soprattutto se addetti alle funzioni di segreteria, ai movimenti di denaro o all’assistenza clienti. Tra gli impiegati le quote più elevate si riscontrano tra le donne (88,5%) e i laureati (89,1%) e un elevato utilizzo di competenze digitali si riscontra anche tra coloro che svolgono professioni intellettuali e scientifiche o tecniche: per entrambi, circa i due terzi dichiarano di utilizzare per la maggior parte della giornata lavorativa pc, tablet e smartphone. Tra le professioni intellettuali e scientifiche, la quota di quanti dedicano almeno la metà del tempo lavorativo ad attività di tipo digitale, è elevata per gli uomini (74,2%) e per i laureati (67,4%), sfiorando il 90% per gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali, per gli ingegneri e gli architetti. Tra le professioni tecniche, la quota supera l’80% per coloro che lavorano nell’organizzazione, nell’amministrazione e nelle attività finanziarie e commerciali.

L’utilizzo delle digital skill è abbastanza diffuso anche tra i legislatori, imprenditori e l’alta dirigenza, che in oltre la metà dei casi le utilizzano per almeno la metà del tempo di lavoro: la percentuale sfiora il 60% tra le donne e arriva al 77,6% tra chi possiede un titolo di studio terziario. Scendendo nel dettaglio, tuttavia, i comportamenti sono diversi tra i gruppi professionali: i corpi legislativi, i dirigenti dell’amministrazione pubblica così come gli imprenditori, gli amministratori e i direttori di grandi aziende ricorrono frequentemente alle digital skill in oltre il 75% dei casi, quota che tra gli imprenditori e i responsabili di piccole aziende scende al di sotto del 40%. Peraltro, il 13,8% di questi ultimi dichiara di non usare mai le tecnologie digitali nello svolgimento del proprio lavoro. Similmente un uso raro o nullo caratterizza gli operai specializzati o semi-specializzati, gli artigiani, gli agricoltori, i conduttori di mezzi o macchinari e coloro che svolgono professioni non qualificate; oltre il 90% dichiara, infatti, di usare poco o mai pc, tablet e smartphone nello svolgimento del proprio lavoro.

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