Per il settore primario sono previste forti limitazioni, che riassumiamo di seguito.
Le responsabilità politiche di questa situazione, che si sono accumulate nel corso degli anni, sono enormi. Oggi le misure, purtroppo, non sono rinviabili: il nostro Paese, per troppo tempo, non ha tenuto conto in modo adeguato delle disposizioni dell’Unione europea e ora – se non vogliamo pagare il conto della procedura d’infrazione – non ci sono alternative.
Nel novembre scorso l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia europea per il superamento dei limiti di PM10 (ed è in procinto di esserlo anche per l’NOx – ossidi di azoto).
La sentenza è stata notificata all’inizio del dicembre scorso.
Per evitare le sanzioni è necessario che il nostro Paese presenti, entro il 5 marzo 2021, un piano urgente comprendente tutte le azioni da attuare per il rientro nei limiti: è questo il motivo per cui la Regione Piemonte ha adottato, insieme alle Regioni Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, le misure straordinarie per contenere l’inquinamento da polveri sottili nel Bacino Padano.
L’esecuzione del piano verrà monitorata dall’Unione europea che, in caso di inadempienza o di inefficacia dei provvedimenti individuati, comminerà le sanzioni previste dalla sentenza sotto forma di tagli ai fondi POR e PSR.
L’ammontare delle penalità è compreso tra 200 milioni e 2 miliardi di euro.
Una stima verosimile quantifica il taglio intorno agli 800 milioni di euro, divisi al 50% tra POR e PSR. A questo importo potrebbe aggiungersi anche quello per il superamento dei limiti di NOx.