Per l’industria delle province di Novara e di Vercelli l’inizio d’anno è all’insegna dell’incertezza. Secondo le previsioni congiunturali di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) per il trimestre gennaio-marzo 2025 (disponibili sul sito www.cnvv.it) il saldo tra la percentuale degli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti sull’incremento della produzione si attesta a -6,6 punti (rispetto ai precedenti -4) nel Novarese e a -28,9 punti (rispetto ai precedenti -22,2) in provincia di Vercelli, con una media regionale che scende da -1,9 a -4,6 punti. I saldi ottimisti/pessimisti relativi agli ordini totali e a quelli esteri passano, rispettivamente, da -8,8 a -7,4 e da zero a -6,7 punti in provincia di Novara, da -22,2 a -25,6 e da -14,7 a -17,8 punti in provincia di Vercelli (a fronte di una media piemontese che cala, rispettivamente, da -5 a -6 e da -8,8 a -9 punti).
«Siamo in una fase di incertezza – commenta il presidente di Cnvv, Gianni Filippa – a causa dell’instabilità a livello geopolitico, del rallentamento delle economie di Germania e Francia, che sono per noi mercati importanti, e delle conseguenze della crisi dell’automotive. Nonostante tutto il nostro sistema manifatturiero rimane solido e gli imprenditori del territorio dimostrano di voler continuare a investire anche nelle fasi più complicate per mantenere aggiornati gli impianti». Le previsioni di investimenti “sostitutivi” salgono, infatti, in entrambe le province: dal 41,7% al 50,4% in quella di Novara e dal 39,3% al 45,5% in quella di Vercelli (la media regionale è in crescita dal 48,4% al 49,8%), mentre gli investimenti “significativi” registrano un calo (dal 36,7% al 29,1%) nel Novarese e un lieve incremento (dal 24,7% al 25%) in provincia di Vercelli e (dal 23,5% al 23,6%) in Piemonte.
A livello occupazionale il saldo tra ottimisti e pessimisti relativo alla volontà di fare nuove assunzioni cala da 4,8 a 1,7 punti in provincia di Novara e da -1,1 a -6,7 punti in provincia di Vercelli (in calo da 5,1 a 2,4 punti la media regionale), mentre la percentuale delle imprese che intendono fare ricorso alla cassa integrazione scende dal 9,8% al 7,6% nel Novarese e sale lievemente (dal 21,3% al 21,6%) in provincia di Vercelli, con una media piemontese in aumento dall’11,5% al 13,7%. «Anche il mercato del lavoro – osserva il direttore di Cnvv, Carlo Mezzano – risente, seppure in modo ancora non troppo impattante, della fase di incertezza; lo scostamento tra domanda e offerta di manodopera specializzata, peraltro, non accenna a ridursi e questo crea preoccupazione tra le imprese, soprattutto in una prospettiva di medio-lungo periodo».
La percentuale di aziende che segnalano ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti sale dal 15,7% al 21,8% in provincia di Novara e cala dal 22,6% al 19,5% in quella di Vercelli, a fronte di una media regionale in lieve aumento, dal 25,2% al 25,7%.
I dati relativi ai principali settori, elaborati in forma aggregata e con media ponderata sulle due province, registrano, rispetto al trimestre precedente, un peggioramento per attese di produzione e di ordini nel metalmeccanico, nella rubinetteria-valvolame e nell’alimentare, a fronte di un miglioramento nel comparto chimico e nel tessile-abbigliamento.
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INTEGRAZIONE – Dichiarazione del presidente di Confindustria Piemonte
«Gli investimenti privati – commenta il presidente di Confindustria Piemonte, Andrea Amalberto – anche nel 2025 rappresentano la migliore politica industriale possibile. E ciò è tanto più vero per le Pmi. Gli interventi inseriti nella manovra di bilancio sull’Ires premiale e i correttivi sul piano Industria 5.0, possono infatti tenere attiva questa fondamentale leva di sviluppo e crescita dimensionale delle imprese, integrandosi alle risorse che arrivano dal Pnrr dal fronte pubblico. Ciò sarà tanto più vero se il credito non sarà soffocato dal calo dei tassi, e se gli aumenti del costo dell’energia saranno gestiti senza allarmismi, intervenendo sul metodo di formazione del prezzo del gas. L’insieme di questi interventi, in un quadro oramai stabilmente complesso a livello geopolitico, è la premessa per tornare a crescere, mantenendo gli attuali livelli di occupazione e quindi di utilizzo degli impianti».