Regione ed Enti locali sono in attesa di capire concretamente quali saranno le modalità di utilizzo dei fondi del Recovery plan, dopo l’approvazione ieri sera da parte del Consiglio dei ministri e con gli eventuali cambiamenti apportati dal Parlamento.
È quanto emerge dalla riunione della Commissione Autonomia presieduta da Riccardo Lanzo, alla quale ha partecipato l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano per le audizioni dei rappresentanti degli Enti locali stessi.
Secondo Tronzano, che ha confermato per il momento i 13.5 miliardi di richieste da parte del Piemonte di novembre scorso, “l’obiettivo del piano nazionale è quello di limitare i divari regionali e territoriali. Se vogliamo andare sul nuovo paradigma economico, è indispensabile per esempio che le imprese abbiano l’obiettivo di risolvere problemi complessi, che tengano conto anche della dimensione sociale, ecologica e culturale dei vari territori”.
“Le azioni devono essere consapevoli – ha precisato l’assessore – e tutti i punti di vista sono preziosi, soprattutto quelli degli Enti locali. Occorre coinvolgere, oltre il Consiglio regionale, anche le realtà territoriali”.
Ieri è stato approvato il cosiddetto piano resilienza dal Consiglio dei ministri, “quindi sapremo nei prossimi giorni dopo il vaglio del Parlamento come muoverci. I nostri 115 progetti sono per oltre 13 miliardi, declinati in 6 missioni. I fondi vanno spesi rapidamente, per questo sono stati privilegiati i progetti immediatamente cantierabili. Sulle infrastrutture abbiamo ricevuto molte richieste e alcune obiezioni al piano: possiamo migliorare, però teniamo conto sempre del vincolo relativo alla cantierabilità”.
Dagli uffici è stato confermato che “stiamo lavorando sull’ultima versione notturna, abbiamo sentito colleghi a Roma e stiamo tutti cercando di capire quali sono le novità. In questa seconda fase spero riusciremo a individuare quanto rimane a livello nazionale e quanto invece sarà fatto in collaborazione con gli enti territoriali, dalle Regioni agli Enti locali”.
Per Anci Piemonte il presidente Andrea Corsaro ha sottolineato che si debba insistere “sull’utilizzo di risorse per azioni che siano concrete e pratiche per i Comuni” e secondo il presidente Uncem Marco Bussone “è inutile elencare i desiderata, capiamo che non è un elenco della spesa dove infiliamo i bisogni dei territori. Ci vogliono scelte rapide, coerenti con le finalità del piano. Il punto cardine è superare le sperequazioni territoriali”.
Ali Piemonte, con Federico Borgna ha spiegato che “La strategia che mi sembra più efficace è quella legata agli obiettivi di sviluppo sostenibile: strategie aderenti ai territori, il più possibile coerenti con quelle di area vasta”. La presidente dei piccoli Comuni, Franca Biglio, ha poi ricordato che “se si faranno i bandi evitiamo che si chieda il cofinanziamento ai piccoli comuni, perché significherebbe per quasi tutti non poter nemmeno partecipare”.