Siamo il primo Consiglio regionale d’Italia ad affrontare con una seduta aperta la questione del Deposito unico per i rifiuti radioattivi. Credo fosse necessario per cominciare a fare chiarezza, dopo la pubblicazione dell’elenco dei siti potenzialmente idonei, all’interno del quale ci sono diverse località piemontesi. È necessario il dialogo e un confronto aperto con i territori interessati, Sogin e il Governo nazionale, dialogo che il Consiglio ha cominciato a garantire. L’Italia ha una procedura aperta da dieci anni, perché per il momento le scorie sono stoccate in diversi siti provvisori, molti dei quali già in Piemonte: una soluzione condivisa va senza dubbio trovata.”

 

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