Nella seduta del mattino (presieduta dal vice Sean Sacco) è stata la volta dell’assessore alle Opere Pubbliche, Marco Gabusi, e l’assessore a Lavoro e Istruzione, Elena Chiorino.
Sulle modalità dei pagamenti negli appalti pubblici e il sostegno ai lavoratori senza ammortizzatori sociali o con retribuzione ridotta, Gabusi ha spiegato che “quella della liquidità è la principale problematica da affrontare, modificando il sistema dei pagamenti”. Il provvedimento prevede l’erogazione del novanta per cento delle somme alle stazioni appaltanti con un avanzamento dei lavori del cinquanta per cento.
Ai Comuni andranno 14 milioni di contributo per la manutenzione del territorio e per la messa in sicurezza delle opere pubbliche in tutto il Piemonte.
“Il contributo verrà concesso ai Comuni attraverso un bando, che prevede due sezioni: una per gli interventi fino a 100 mila euro e uno tra 100 e 200 mila euro. Abbiamo sfruttato la possibilità di cofinanziamento dei lavori pubblici dei Comuni fino all’80% e, nell’ambito delle linee di sburocratizzazione del ‘Riparti Piemonte’, abbiamo accelerato il più possibile l’iter previsto. Inoltre, abbiamo voluto legare a questa delibera la ripresa del comparto edile locale: per poter accedere al finanziamento i Comuni dovranno affidare i lavori ad imprese aventi sede legale e operativa nel territorio piemontese” ha concluso Gabusi.
Sono intervenuti per approfondimenti i consiglieri Ivano Martinetti (M5s), Raffaele Gallo, Alberto Avetta e Maurizio Marello (Pd) e Valter Marin (Lega), che si sono soffermati sul rapporto con le normative nazionali al fine di evitare possibili ricorsi, anche da parte dei soggetti privati.
Durante il suo intervento Chiorino ha illustrato gli interventi della Regione sull’erogazione della cassa integrazione in deroga e sull’istituzione di un fondo di garanzia per coloro che non rientrano negli ammortizzatori sociali, o che hanno salari ridotti come gli operatori delle mense.
Previsti inoltre lo stanziamento di 15 milioni a sostegno delle famiglie con minori nella fascia 0-6 anni, 4 milioni di euro per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, 5 milioni per le famiglie più fragili – soprattutto per il pagamento degli affitti -, 5 milioni per la didattica online e attenzione al microcredito per i soggetti non bancabili.
“Rispetto a una prima proposta, abbiamo voluto equilibrare le cifre, prevedendo 400 euro per i circa 22 mila bambini fino a tre anni e 231 euro per i minori da tre a sei anni” ha aggiunto Chiorino.
Nel dibattito sono poi intervenuti Silvio Magliano (Moderati), Francesca Frediani (M5s), Paolo Ruzzola (Fi), Daniele Valle, Raffaele Gallo, Domenico Rossi e Diego Sarno (Pd), Letizia Nicotra (Lega) e Marco Grimaldi (Lev).