Sanificazione, disinfezione e pulizia, De Santis (Confartigianato Torino): “No agli improvvisatori”
Sanificazione e pulizia. Sono le due parole chiave che stanno consentendo alle imprese di ricominciare la propria attività in sicurezza e all’economia di Torino e del Piemonte, di ripartire.
Un ruolo fondamentale, per questo, in Piemonte lo stanno svolgendo le 3.062 attività che si occupano, oltre alla consueta pulizia, anche di decontaminazione, disinfezione, disinfestazione degli ambienti, dando lavoro a 25.417 dipendenti. In questo panorama, circa l’80% delle imprese è occupato da quelle artigiane, 2.422realtà e 7.063 addetti.
I dati territoriali dicono che a Torino operano 1880 imprese, di cui 1553 artigiane, con 16.496 addetti, di cui 4600 artigiani.
Sono questi i dati che emergono dal dossier “Pulizia e sanificazione, settore chiave nell’emergenza Covid-19”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato, che ha analizzato i dati ISTAT 2019.
Ed è nel momento di massima crisi sanitaria, che si riscopre il valore della pulizia e dell’igiene come strumento fondamentale per ridurre il rischio di contagio.
“Un settore vasto e fondamentale, dobbiamo dire grazie a tutte le persone che vi operano – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – un comparto strategico che in queste settimane ha permesso agli ospedali di non fermarsi, alle imprese di non chiudere e ai trasporti di continuare a viaggiare”.
E silenziosamente le imprese di pulizia e gli operatori del settore continuano a impegnarsi quotidianamente per il bene di tutti. Una professione, quello dell’operatore di pulizia, spesso nascosto perché il servizio viene erogato prima dell’inizio delle attività lavorative, proprio perché è un prerequisito necessario ad esse.
Quella della pulizia è una attività professionale riconosciuta dalla Legge e per la quale sono previsti precisi requisiti di accesso. Le attività di pulizia, disinfezione, di disinfestazione, di derattizzazione e di sanificazione sono regolate dalla Legge 25 gennaio 1994, n. 82 e dal successivo Decreto Ministeriale 7 luglio 1997, n. 274 di attuazione che chiarisce e definisce gli ambiti e le attività. Definendo altresì requisiti tecnico professionali diversi per l’accesso alla professione in funzione dell’attività svolta.
“La pulizia e l’igiene fanno parte di quegli elementi imprescindibili per garantire il benessere delle persone e delle collettività – continua De Santis – un bene immateriale che permette di vivere bene, un elemento talmente necessario che lo si dà per scontato e di cui si prende coscienza quando viene a mancare”.
Il settore è, inoltre, caratterizzato da una importante componente di innovazione tecnologica (dai panni ai macchinari più sofisticati) e da processi produttivi che possono essere controllati e monitorati anche in termini di risultati.
Secondo Confartigianato, è necessario che si prenda coscienza che tali processi non sono residuali ma che devono essere tenuti in debita considerazione già nella fase di progettazione degli spazi, nella progettazione e ottimizzazione del ciclo produttivo, nella scelta degli arredi e delle attrezzature, nella definizione delle procedure di qualità aziendale.
Il timore di Confartigianato è che, purtroppo, passato questo periodo, possano tornare in voga politiche poco lungimiranti. La pulizia, la disinfezione, la sanificazione sono processi produttivi specifici che necessitano di professionalità, competenza e anche tecnologie che possano rendere veramente efficaci i trattamenti. Sono attività che devono essere attentamente progettate, ad alta intensità di manodopera e i cui costi non possono/potranno essere contratti se si vogliono determinate prestazioni e un servizio di qualità che garantisca pulizia e igiene.
“Noi ci batteremo affinché questa attenzione al comparto e la corsa di molti ad offrire i servizi propri non porti le imprese a rivolgersi a degli improvvisatori perché si avrebbero dei seri danni per tutti – conclude Mauro Maino, referente area disinfestazione di Confartigianato Torino – in questa delicata fase le imprese di pulizia sono vicine alla comunità, sia offrendo servizi professionali sia indicando le corrette procedure per ottenere l’obiettivo di “sanificazione” necessario per la sicurezza delle persone. Anche se il nostro settore non ha registrato flessioni di fatturato perchè ha continuato a lavorare nel periodo di lockdown, abbiamo comunque perso le commesse legate alla ristorazione e alle scuole che sono state compensate, però, con le richieste di sanificazione legate alla pandemia”.