Alberto Cirio come Aldo Moro, la solidarietà e la ferma condanna del presidente del Consiglio regionale

A nome del Consiglio regionale del Piemonte esprimo totale solidarietà e vicinanza ad Alberto Cirio e ferma condanna per la vile e spregevole minaccia ricevuta.

I manifesti ignobili che raffigurano il presidente della Regione Piemonte come Aldo Moro ostaggio delle Br, sono un atto gravissimo e ripugnante che va condannato in modo perentorio. Non possiamo accettare rigurgiti di violenza che si rifanno a periodi oscuri  come quelli del terrorismo.

Mi aspetto la condanna unanime contro l’inaccettabile escalation di messaggi eversivi. Mi auguro che gli autori di questa infame azione vengano assicurati al più presto alla giustizia.




Il presidente della Regione reagisce alle minacce ricevute

Stanotte a Torino sono stati diffusi dei manifesti che sostituiscono il mio volto a quello di Aldo Moro nell’immagine delle Brigate rosse sul suo rapimento. Minacce che si aggiungono a quelle rivolte in queste ore a rappresentanti della Giustizia e di altre Istituzioni dello Stato. Qualcuno forse pensa di fermare il Piemonte e i piemontesi con le intimidazioni. Ma, ci ha insegnato Aldo Moro, ‘La vera libertà si vive faticosamente tra continue insidie’. E la nostra terra va avanti.” E’ quanto ha scritto il presidente della Regione Piemonte sulla sua pagina Facebook.

Unanime la condanna del mondo politico nazionale e locale. Messaggi di solidarietà sono stati inviati da diversi esponenti del centrodestra e del centrosinistra, tra i quali il presidente del Consiglio regionale e il sindaco di Torino. In una nota l’assessore regionale alla Sicurezza sostiene che i volantini non sono una bravata o uno scherzo di cattivo gusto, ma un messaggio preoccupante lanciato da chi vuole alzare la tensione nel Paese, e pertanto gesti simili vanno puniti e i responsabili devono essere individuati quanto prima.

La Digos della Questura di Torino ha subito avviato le indagini per risalire agli autori del volantino, comparso in corso Regina Margherita.

Le minacce si aggiungono a quelle rivolte nelle ultime ore, sempre a Torino, a rappresentanti della Giustizia e di altre istituzioni dello Stato.

Gli investigatori non escludono al momento nessuna ipotesi. Neppure quella che i gesti intimidatori siano tra loro collegati.