Il Piemonte punta su idrogeno, idroelettrico e fotovoltaico

Il Piemonte, di fronte alla situazione climatica e ambientale, punterà su idrogeno, idroelettrico e fotovoltaico e sull’aumento dei fondi europei per migliorare strutturalmente la qualità dell’aria. Lo ha dichiarato l’assessore all’ambiente Matteo Marnati concludendo il dibattito sulla condizione ambientale tenutosi in Consiglio regionale.

Il Consiglio ha approvato tre ordini del giorno della maggioranza: quello di Fdi, primo firmatario Maurizio Marrone, approvato a maggioranza, chiede “lo stato di emergenza climatica e ambientale”, accompagnandolo con una serie di misure regionali concrete per la riduzione degli inquinanti e dell’impatto ambientale delle attività.

Nell’ordine del giorno della Lega approvato a maggioranza, primo firmatario Alberto Preioni, si riconosce ”lo stato di disagio ambientale della nostra regione connesso alle intrinseche caratteristiche geomorfologiche del territorio”, e si chiedono fondi specifici per politiche strutturali di sviluppo ambientale e di miglioramento della qualità dell’aria.

Il terzo ordine del giorno, prima firmataria Alessandra Biletta (Fi), approvato all’unanimità dei votanti, chiede il riconoscimento da parte del governo e dell’Ue della “specificità delle Regioni del bacino padano”, in modo da incrementare le risorse per l’attuazione di un piano interregionale per la riduzione degli inquinanti  e il miglioramento strutturale della qualità dell’aria.

Bocciati invece dalla maggioranza i tre ordini del giorno delle minoranze. Quello del centrosinistra, primo firmatario Marco Grimaldi (Luv), chiedeva lo stato di emergenza climatica e ambientale insieme con una serie di misure strutturali e di risorse aggiuntive regionali, nazionali ed europee per migliorare la qualità dell’aria e l’impatto ambientale anche attraverso il ricambio del parco dei mezzi pubblici e lo spostamento delle merci su ferrovia. Si chiedeva anche l’aumento proporzionale delle tasse per le aziende che inquinano.

I due ordini del giorno del M5s proponevano l’interruzione della realizzazione della Torino-Lione (prima firmataria Francesca Frediani) e la dichiarazione di stato di emergenza climatica e ambientale con conseguenti impegni per contrastare il cambiamento climatico (prima firmataria Sarah Disabato). Tra questi, il confronto con il mondo economico piemontese “per il passaggio da un modello di sviluppo lineare a uno circolare” e la piena attuazione del piano della qualità dell’aria in Piemonte.

“Il Piemonte è una regione virtuosa sul piano ambientale”, ha detto nel suo intervento l’assessore Marnati. “Siamo sul podio in Italia per uso delle energie rinnovabili e degli incentivi ambientali. Ma sul processo di transizione climatico sono necessari tempi lunghi”. Marnati ha ricordato il recente confronto con i rappresentanti della regione francese Rhone-Alp, la loro esperienza sull’idrogeno, “ci scambieremo buone pratiche, loro sono avanti”, la necessità emersa di completare la Torino-Lione, non solo per il suo valore ambientale: “L’incrocio con la Genova Rotterdam porrà il Piemonte in un ruolo centrale per la logistica, porterà sviluppo”.

Secondo l’assessore all’ambiente, oltre che sull’idrogeno “occorre puntare sul fotovoltaico, sull’idroelettrico, anche con nuovi invasi che rappresentano pure occasioni turistiche. All’Europa diamo più di quanto riceviamo; chiediamo all’Ue più risorse per politiche strutturali di abbattimento degli inquinanti, anche con incentivi per l’acquisto di nuovi mezzi da parte dei privati, per cui presto partiranno i bandi”.

Marco Grimaldi, presentando l’ordine del giorno del centrosinistra, ha sostenuto che “occorre mettere al centro la riconversione ecologica della nostra economia. E’ necessario un grande piano di rilancio del trasporto. Oggi le multinazionali non pagano mai i loro disastri climatici. Dobbiamo far pagare una parte della riconversione ecologica a chi ha creato questa situazione”. Presentando poi un proprio ordine del giorno che, in caso di abbonamento al trasporto pubblico locale di un genitore, metterebbe a disposizione un altro gratuito per un figlio sotto i 14 anni, ha parlato di “un modo per abituare i ragazzi ad utilizzare il mezzo pubblico e per i genitori un incentivo ad abbonarsi”. L’Odg sarà votato la prossima settimana.

Maurizio Marrone ha spiegato che “la richiesta di stato di emergenza climatica e ambientale nasce perché non siamo rinchiusi nel palazzo, ma condividiamo la sensibilità per l’ambiente. Abbiamo però inserito nel nostro ordine del giorno impegni concreti su cui la Giunta Cirio sta già dimostrando attenzione, a partire dai fondi europei indirizzati a esperienze di economia circolare, dai piani di rilancio industriale delle aree di crisi ispirati alla mobilità elettrica, dal completamento della Torino-Lione per trasferire i trasporti delle merci dalla gomma alla rotaia”.

Per Alberto Preioni “con i blocchi del traffico, a fronte di un beneficio minimo, andiamo a colpire soprattutto le fasce deboli. Con l’assessore Marnati stiamo invece guardando al futuro con gli autobus elettrici e con i treni ad idrogeno. La nostra Regione porterà avanti una grande lotta alla plastica, ma non ‘a freddo’ come fa il Governo con tassazioni che mettono in crisi le aziende e l’occupazione. Ben vengano le grandi opere e i ragionamenti politici alti, ma stigmatizziamo tutte quelle misure poco utili che vanno a penalizzare i cittadini, soprattutto quelli in difficoltà”.

“Sull’ambiente è importante cambiare strada, forse non per noi, ma per i nostri figli”, ha sostenuto Domenico Ravetti (Pd). “Nei documenti presentati oggi dalla destra vedo una certa rassegnazione e una certa non consapevolezza del problema. Di fronte a quella che noi abbiamo definito “emergenza” voi rispondete con la parola “disagio”. Sembrate non rendervi conto che siamo sulla via del non ritorno. I problemi vanno affrontati e risolti in una dimensione europea, e voi di Europa parlate sempre in negativo”.

Per Alessandra Biletta “esiste il grave problema della qualità dell’aria, vista la collocazione orografica del Piemonte. Si tratta di una questione che riguarda tutto il bacino padano. Chiediamo pertanto al governo e all’Europa di prenderne atto e di finanziare un piano pluriennale e straordinario per la qualità dell’aria e la riduzione delle emissioni attraverso l’attuazione di misure strutturali definite dalle regioni coinvolte”.

Sarah Disabato ha parlato di “confusione in maggioranza sui cambiamenti climatici e sull’inquinamento. Ricordo che anche il Veneto ha sottoscritto un accordo in materia di miglioramento della qualità dell’aria e di blocchi del traffico, la maggioranza non può utilizzare questi temi per ricatti politici. Si cerca in questo modo di mettere una pezza a quanto successo lo scorso 15 ottobre in quest’Aula, quando non è stata dichiarata l’emergenza climatica. Noi vogliamo dare una risposta concreta ai cittadini piemontesi su più fronti, dagli incentivi per la sostituzione delle auto inquinanti agli investimenti sulle fonti rinnovabili”.

 

 




Confronto costruttivo e obiettivi comuni al tavolo sulla qualità dell’aria

E’ stato un incontro molto proficuo con la Regione, i Comuni, l’Arpa ed i tecnici delle varie amministrazioni. Abbiamo adottato un metodo comune di lavoro non solo sulle misure da prendere ma anche, cosa importantissima, sulla comunicazione che deve raggiungere direttamente o attraverso i mezzi di comunicazione tutti i cittadini, i quali devono sapere che cosa stiamo facendo per la loro salute, questo deve essere l’obiettivo principale del Tavolo.

E’ quando ha dichiarato Barbara Azzarà, consigliera con delega all’ambiente della Città metropolitana di Torino a margine della seduta del Tavolo di coordinamento sulla qualità dell’aria che si è svolto oggi pomeriggio in corso Inghilterra.

Sono intervenuti l’assessore all’ambiente della Regione Piemonte Matteo Marnati, il direttore generale di Arpa Piemonte Angelo Robotto e i rappresentanti dell’Agenzia per la Mobilità Piemontese.

Vi hanno preso parte sindaci e amministratori di buona parte dei 33 comuni che rientrano nel protocollo dell’accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure di risanamento della qualità dell’aria nel Bacino Padano, ovvero Alpignano, Beinasco, Borgaro, Cambiano, Candiolo, Carignano, Carmagnola, Caselle, Chieri, Chivasso, Collegno, Druento, Grugliasco, Ivrea, La Loggia, Leinì, Mappano, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Pecetto, Pianezza, Pino Torinese, Rivalta di Torino, Rivoli, San Mauro, Santena, Settimo, Torino (per il quale era presenta l’assessore Unia), Trofarello, Venaria Reale, Vinovo e Volpiano.


L’incontro è stato l’occasione per un confronto diretto con l’assessore regionale Marnati e la discussione ha preso il via dopo una breve illustrazione a cura dell’Arpa sui primi dati dei rilevamenti effettuati nel corso del 2019, un totale di due milioni di dati ricavati da 25 mila campioni d’aria raccolti su tutto il territorio metropolitano.


“Il tavolo è compatto e in grado di prendere le giuste iniziative rispetto all’ambiente e alla salute della popolazione – ha aggiunto Barbara Azzarà – Stiamo ragionando sui dati e sui grafici predisposti dai tecnici, anche in vista dei prossimi importanti incontri che si svolgeranno a livello di macro regioni, lavoriamo insieme per poter dar vita a misure valide su tutto il territorio. Abbiamo iniziato anche il confronto sul tema del riscaldamento e ragionato sulle possibili soluzioni che saranno oggetto di approfondimento a partire dalla prossima seduta”.


Nel prossimo incontro, già programmato per il mese di marzo, si approfondiranno i temi legati all’evoluzione del protocollo padano per l’inverno 2020-2021, all’avvio della limitazione strutturale dei veicoli diesel euro 4 ed il conseguente adeguamento delle misure emergenziali.

Saranno approfonditi i temi legati all’applicazione del divieto di utilizzo dei generatori di calore alimentati a biomassa legnosa con prestazioni emissive inferiori a “tre stelle” e della campagna di comunicazione sulla corretta gestione degli impianti termici.

La Città metropolitana ha una propria competenza in materia di impianti termici, una questione complessa se si pensa che sono stati censiti su tutto il territorio ben 432 mila impianti. In proposito è stata avviata di recente una campagna di comunicazione destinata ai cittadini attraverso la distribuzione di opuscoli di facile consultazione, inserzioni sulle principali testate giornalistiche e apposite pagine sul web istituzionale.




Rifiuti, verso una modifica della legge

La Giunta regionale intende modificare la legge regionale 1 sulla gestione dei rifiuti. Lo ha annunciato oggi l’assessore all’ambiente Matteo Marnati, illustrandone lo stato di attuazione su richiesta di Sarah Disabato (M5s) in quinta Commissione, presieduta da Angelo Dago.

Di fronte ai ritardi nell’accorpamento dei consorzi di gestione dei rifiuti in una struttura di area vasta, previsto dalla norma regionale, l’assessore ha dichiarato la sua volontà di modificarla, introducendo “la scelta da parte dei consorzi se accorparsi o no, per venire incontro alle difficoltà espresse da diversi sindaci. È necessario introdurre criteri per premiare il consorzio che raggiunge gli obbiettivi e commissariare quello che non li raggiunge”. L’assessore ha anche ipotizzato la presentazione della nuova proposta entro un mese.

Contrarie le minoranze: Alberto Avetta (Pd) ha ricordato che la legge vigente “è il frutto di un lungo e complesso confronto, è difficile trovare modalità tecniche che la migliorino senza ignorare il lavoro di tanti mesi”.

Per Sean Sacco (M5S)” rivedere la legge è una sconfitta, l’area vasta permette una visione omogenea della gestione dei rifiuti e di generalizzare le buone pratiche”. Contro si sono espressi anche Giorgio Bertola (M5s) e i consiglieri Pd Diego Sarno e Monica Canalis.

La maggioranza ha confermato il sostegno all’assessore Marnati. Per Claudio Leone (Lega) bisogna accettare le critiche che vengono dai sindaci: “La scelta dell’assessore è quella giusta. La norma nazionale lascia aperture, non obbliga agli accorpamenti”.

Per Paolo Ruzzola (Fi) “se ci sono tante resistenze ci sarà un motivo. Non sono state ascoltate le periferie, se si fosse fatto si sarebbe riscontrata la contrarietà dei sindaci a rendere obbligatorio l’accorpamento nell’area vasta”.  Carlo Riva Vercellotti (Fi) ha chiesto il coinvolgimento delle Province nella gestione dei rifiuti.

In precedenza era stato audito in Commissione il direttore generale dell’Arpa Angelo Robotto sullo stato dell’aria in Piemonte. Nella sua relazione ha evidenziato che il livello di inquinamento è in costante calo, ma su 12 sostanze esaminate, 5 sono ancora sopra il livello di guardia: benzo(a)pirene, biossido di azoto, PM2.5, PM10 e ozono.

Robotto ha sottolineato come gli agenti inquinanti derivino dal traffico veicolare, dall’industria, dall’agricoltura e dal riscaldamento, in particolare da quello a legna, i cui prodotti arrivano fino a Torino, come riscontrato dai rilevamenti: “Perché l’inquinamento rientri nei limiti fissati dall’Unione europea entro il 2030 occorre attuare tutti gli interventi previsti dal piano regionale di qualità dell’aria”.

Successivamente l’assessore Marnati ha illustrato lo stato di attuazione di quel piano. Nel dibattito sono intervenuti Marco Grimaldi (Luv), Disabato, Riva Vercellotti, Andrea Cane (Lega).




Coldiretti: tutelare Made in Piemonte da sfasamenti climatici

L‘innalzamento dei livelli del mare in Italia sta provocando, infatti, danne alle coltivazioni per la risalita dell’acqua salata, come si evince dal rapporto su oceani e ghiacci dell’Ipcc, il comitato scientifico dell’Onu che ha messo in guardia sul riscaldamento e sull’aumento del livello delle acque.

Il 2019 entra nella top ten degli anni più caldi con una tendenza al surriscaldamento. Eventi climatici violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi, sono ormai all’ordine del giorno.

In Piemonte si confermano i trend nazionali con un’estate caratterizzata da trombe d’aria, grandinate temperature inconsuete che sono passate da essere estremamente elevate a quasi fredde.

Proprio per questo decine di migliaia di agricoltori giovani e studenti scendono in piazza venerdì 27 settembre, in occasione del terzo sciopero mondiale per il clima, al Villaggio contadino di Bologna in uno spazio da 50mila metri quadrati nel cuore nella food valley italiana.

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -.

Ci saremo, con i nostri giovani imprenditori, allo sciopero mondiale per il clima che si svolgerà nel contesto del Villaggio di Bologna dove Coldiretti Piemonte sarà presente, nella tre giorni, con oltre 2 mila partecipanti.

Certo, le nostre imprese sono sempre più chiamate ad interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – .

Ci saremo con i nostri giovani imprenditori, allo sciopero mondiale per il clima che si svolgerà nel contesto del Villaggio di Bologna dove Coldiretti Piemonte sarà presente, nella tre giorni, con oltre 2 mila partecipanti.

Certo le nostre imprese sono sempre più chiamate ad interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

L’agricoltura piemontese vanta 14 Dop, 9 Igp, 18 Docg e 42 Doc, una grande biodiversità che, grazie al lavoro dei nostri imprenditori, viene preservata come, d’altronde, vengono salvate dal rischio estinzione razze autoctone e prodotti cu di cui altrimenti non si avrebbe traccia.”

L’appuntamento è, quindi, per domani, venerdì 27 settembre, nel centro di Bologna, da piazza dell’Otto Agosto al Parco della Montagnola fino a piazza XX Settembre a partire dalle ore 9,00. Sarà presentato il Rapporto Coldiretti su “SOS Clima per l’agricoltura italiana”. Saranno anche al lavoro gli agrichef, i cuochi contadini, con le ricette green delle nonna e verrà illustrato il decalogo della spesa sostenibile con l’aiuto del tutor per fare acquisti nel grande mercato a chilometri zero degli agricoltori di Campagna Amica