Confagricoltura Alessandria: dal commercio internazionale segnali di ripresa

Nel primo semestre di quest’anno, a causa della pandemia Covid-19, gli scambi commerciali hanno fatto registrare una contrazione senza precedenti a livello mondiale. In termini di quantità, il taglio è stato di circa il 20% sullo stesso periodo del 2019.

Lo ha reso noto Confagricoltura sulla base degli indicatori in tempo reale messi a punto dall’Organizzazione mondiale del commercio (WTO).

“Nonostante le misure di sospensione e controllo delle esportazioni adottate da alcuni Paesi – rileva il presidente di Confagricoltura Alessandria, Luca Brondelli di Brondello – il commercio internazionale di materie prime agricole ha fatto registrare una diminuzione dell’8%, sensibilmente inferiore a quella media. Solo gli scambi di componenti elettronici hanno avuto un andamento analogo”.

Dalle ultime proiezioni del WTO risulta che l’evoluzione del commercio internazionale è, al momento, in linea con lo scenario meno pessimistico delineato all’inizio dell’emergenza sanitaria per l’intero 2020. Scenario che prevede una riduzione degli scambi in misura del 13% sull’anno precedente.

“Si tratta di previsioni da prendere con molta cautela – sottolinea Brondelli – perché la situazione resta incerta a livello sanitario e sotto il profilo del potenziale impatto sulla ripresa economica. Resta il fatto, messo in evidenza dal WTO, che gli ordini di esportazione e il movimento dei container sono in ripresa. Dobbiamo essere pronti a cogliere tutte le occasioni per la ripartenza delle esportazioni agroalimentari italiane”.

“Nel 2019 – aggiunge il Presidente provinciale di Confagricoltura – le esportazioni agroalimentari della Spagna sono ammontate a oltre 53 miliardi di euro. Raggiungere gli stessi livelli è assolutamente alla nostra portata. Lo scarto da colmare è di circa 9 miliardi. A questo riguardo, risulterebbe di grande importanza la conclusione di un accordo di libero scambio con il Regno Unito”.

“Un altro passaggio di rilievo sarebbe la fine del contenzioso tra Unione europea e Stati Uniti sugli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing – conclude Brondelli – per eliminare i dazi aggiuntivi che dall’ottobre dello scorso anno gravano sulle nostre esportazioni di formaggi, salumi, agrumi e liquori, destinate al mercato statunitense per un controvalore di circa 500 milioni di euro”.




USA – Cina: vigilare sulle dinamiche dei flussi commerciali

Dovremo esaminare con grande attenzione i contenuti del nuovo accordo tra Stati Uniti e Cina. Dalle anticipazioni che sono state diffuse, l’intesa potrebbe alterare i flussi e le dinamiche del mercato delle commodities agroalimentari a livello mondiale.

Lo ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a proposito dell’annuncio della Casa Bianca relativo alla firma, il 15 gennaio, della cosiddetta “fase uno” dell’accordo tra Stati Uniti e Cina.

Da parte statunitense è stato indicato che le autorità di Pechino hanno assunto l’impegno a far salire almeno fino a 40 miliardi di dollari in due anni le importazioni di prodotti agroalimentari dagli Usa.

“In pratica, le importazioni della Cina dovrebbero raddoppiare in valore rispetto ai livelli in essere fino all’avvio del contenzioso commerciale – ha sottolineato Giansanti – L’aumento andrebbe a scapito degli altri principali fornitori del mercato cinese: Unione europea, Australia, Argentina e Nuova Zelanda. Da parte nostra, invitiamo la Commissione Ue a valutare se la nuova intesa tra Stati Uniti e Cina rispetta in pieno le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) in materia di libera concorrenza”.

Confagricoltura ricorda, in particolare, le recenti vicende che hanno caratterizzato il commercio internazionale della soia.

A seguito del crollo delle esportazioni verso la Cina, gli Stati Uniti sono diventati il primo fornitore di soia del mercato europeo con un’incidenza di oltre il 70% sul totale delle importazioni. La percentuale risulta più che raddoppiata rispetto alla situazione in essere alla metà del 2018.

“Questa situazione è destinata a cambiare – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura – a seguito della nuova intesa tra Stati Uniti e Cina e la prevedibile ripresa delle esportazioni di soia statunitense verso il mercato cinese. Fino all’avvio del contenzioso commerciale, il 60% delle esportazioni complessive di soia degli Usa era destinato alla Cina”.

“Dovremo verificare con attenzione gli effetti sui prezzi della rotazione dei flussi commerciali, che sembra prossima. Inoltre, a livello europeo, occorre varare un piano straordinario per l’aumento della produzione di cereali e proteine vegetali, al fine di ridurre la dipendenza dalle importazioni dai Paesi terzi”.

Confagricoltura segnala, infine, che le importazioni cinesi di soia prodotta negli Usa sono già in ripresa. Lo scorso mese di novembre, stando ai dati del ministero dell’agricoltura di Pechino, gli acquisti sono ammontati a 2,6 milioni di tonnellate: il quantitativo mensile più elevato dall’inizio del 2018.