Psr, le indicazioni di Confagricoltura alla Regione Piemonte

Il 31 dicembre di quest’anno si chiuderà il periodo di programmazione 2014-2020 per quanto riguarda la politica agricola comunitaria – Pac.

Il regolamento di transizione della Pac  – spiega Confagricoltura in una nota – è di durata massima biennale e si basa sul principio dell’utilizzo delle regole attualmente in vigore; avvalendosi delle nuove risorse che verranno messe a disposizione dall’Unione europea entrerà in vigore il 1° gennaio 2021 e le autorità regionali dovranno gestire contemporaneamente vecchia e nuova dotazione finanziaria.

In questo contesto – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasiaè indispensabile attivare tutte le procedure per poter spendere in tempi rapidi tutte risorse già impegnate, facendo tesoro dell’esperienza maturata per la futura programmazione, evitando le complicazioni che hanno rallentato l’esecuzione dei progetti, nell’interesse delle imprese e del territorio. Il Psr che si sta chiudendo, ereditato dalla precedente amministrazione regionale, presenta molte criticità che abbiamo sempre evidenziato: la Giunta Cirio – aggiunge Allasia – deve dimostrare di voler correggere la precedente impostazione, tenendo presente che la pandemia ci impone di concentrare gli sforzi sugli aspetti più legati all’innovazione e alla digitalizzazione”.

Confagricoltura Piemonte ha inviato un documento all’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa evidenziando gli aspetti che hanno prodotto risultati apprezzabili e le criticità rilevate, conseguenti alla non ottimale calibrazione di alcune misure del Psr, per cui gli interventi o gli impegni previsti non sempre si sono dimostrati allineati con le effettive esigenze delle imprese, del mercato e del territorio.

Confagricoltura, entrando nello specifico, ricorda che nell’ambito delle misure agroambientali i primi ridotti per i comparti cerealicolo e risicolo hanno spinto gli agricoltori ad aderire a interventi facoltativi aggiuntivi di difficile applicazione.

Un altro intervento da rivedere, evidenziato dall’organizzazione degli imprenditori agricoli, è quello della pesante discriminazione in capo alle aziende di medie e medio-grandi dimensioni, che nella maggior parte dei casi non hanno potuto beneficiare degli aiuti, riducendo la loro capacità di investire e perdendo competitività, pur contribuendo in modo sostanziale alla produzione lorda vendibile del settore agricolo piemontese.

A livello generale Confagricoltura ha sollevato il problema della complessità dei bandi per l’erogazione dei contributi, che portano a un appesantimento elevato dal punto di vista burocratico amministrativo e alla richiesta di troppi documenti già in fase di predisposizione dei progetti. Tutto ciò comporta un rallentamento della capacità di spesa, altro punto dolente evidenziato da Confagricoltura, che si riflette negativamente sulla competitività delle imprese.

Per quanto riguarda l’avanzamento della spesa pubblica effettivamente sostenuta il Piemonte, pur collocandosi in buona posizione tra le regioni italiane, al 30 settembre di quest’anno (dati Agea) aveva speso poco meno del 55% delle somme a disposizione (su circa 1 miliardo e 190 milioni totali per il settennio 2014-2020): la provincia di Bolzano è prima in graduatoria con una capacità di spesa del 72%, seguita dal Veneto con il 64%. Altre regioni sono in posizione decisamente più critica: la Puglia e le Marche hanno speso soltanto il 35% delle risorse a disposizione, la Liguria il 43%, la Lombardia il 47%. Complessivamente a livello nazionale la capacità di spesa ha superato di poco il 50% (50,34%).

Occorrerà un grande impegno da parte di tutti – sottolinea il presidente di Confagricoltura Piemontea maggior ragione in questo periodo di pandemia, per riuscire a spendere in modo proficuo tutte le risorse a disposizione”.

Confagricoltura nel documento inviato alla Regione interviene anche sull’allocazione delle risorse finanziarie che verranno assegnate al Piemonte per il periodo transitorio e formula alcune considerazioni di carattere generale, partendo dalla revisione critica delle misure inserite nell’attuale Psr per escludere quelle con scarse, basse o nulle adesioni.

Inoltre – spiega Enrico Allasia – sollecitiamo  la definizione di bandi che possano meglio intercettare l’interesse del mondo agricolo e più coerenti con le esigenze delle imprese e del mercato, la semplificazione e lo snellimento degli aspetti burocratici amministrativi, l’accelerazione dell’iter dei bandi, il miglioramento del coordinamento e l’omogeneizzazione degli interventi previsti dal programma piemontese con quelli delle regioni confinanti, per garantire un livello uniforme di competitività e concorrenza per gli agricoltori. Chiediamo altresì – aggiunge Allasia –l’individuazione di misure specifiche per sostenere gli allevatori nell’adozione di tecniche e sistemi di gestione aziendale che vadano oltre i requisiti minimi del benessere animale e il potenziamento delle misure destinate a favorire l’adesione a sistemi volontari di certificazione della qualità dei processi e delle produzioni”.

 




Confagricoltura: Giansanti acclamato presidente, il piemontese Luca Brondelli di Brondello confermato componente della Giunta esecutiva

l’assemblea generale di Confagricoltura ha confermato per acclamazione Massimiliano Giansanti alla carica di presidente.

Unico candidato, guiderà la più longeva organizzazione professionale agricola per il prossimo quadriennio. Romano, 46 anni, Giansanti è presidente di Agricola Giansanti srl e amministratore del Gruppo aziende agricole Di Muzio, con imprese agricole nelle province di Roma, Viterbo e Parma.

Da un mese è anche vicepresidente del Copa, il Comitato delle organizzazioni agricole europee.

L’assemblea ha anche eletto i nove componenti della Giunta, confermando nell’incarico il piemontese Luca Brondelli di Brondello: 56 anni, sposato, due figli, conduce l’azienda agricola e agrituristica “Tenuta Guazzaura” a Serralunga di Crea (Alessandria) di 160 ettari di superficie, dove coltiva cereali, foraggere e vigneti.

Luca Brondelli di Brondello è stato presidente dell’Anga (Giovani di Confagricoltura) di Alessandria e dell’Anga Piemonte. Attuale presidente di Confagricoltura Alessandria, dal 2014 è presidente di Enapra, l’ente di formazione e aggiornamento professionale di Confagricoltura e dal 2017 è componente della Giunta nazionale di Confagricoltura.

Completano il nuovo esecutivo nazionale di Confagricoltura  Lamberto Frescobaldi, presidente dell’omonima azienda vitivinicola toscana e consigliere dell’Accademia dei Georgofili;  Filippo Schiavone, cerealicoltore, presidente di Confagricoltura Foggia, già vicepresidente dei Giovani Agricoltori Anga e attuale componente del Consiglio di amministrazione di Mutua Fima, nonché vicepresidente della Camera di commercio di Foggia; Marco Caprai, vitivinicoltore, già presidente di Confagricoltura Umbria; Giordano Emo Capodilista, imprenditore vitivinicolo, vicepresidente di Confagricoltura Veneto, già presidente del Consorzio Vini Colli Euganei Doc; Sandro Gambuzza, siciliano, operante nei comparti orticolo e olivicolo, già presidente di Confagricoltura Ragusa e della Camera di Commercio di Ragusa, attuale presidente di SAC spa (aeroporto internazionale di Catania) e consigliere della Camera di Commercio del Sud Est della Sicilia; Matteo Lasagna, imprenditore zootecnico, già presidente di Confagricoltura Mantova e di Confagricoltura Lombardia, consigliere di Confidi Systema; Giovanna Parmigiani, imprenditrice zootecnica, già vicepresidente di Confagricoltura Piacenza e presidente della Federazione Nazionale di Prodotto di Allevamenti Suini, è consigliere del Consorzio dei Salumi tipici piacentini; Rosario Rago, imprenditore orticolo specializzato nelle IV gamma, vicepresidente di Confagricoltura Salerno e di Confagricoltura Campania.

 




Confagricoltura Piemonte ha iniziato la rilevazione dei danni dell’alluvione

I tecnici di Confagricoltura Piemonte nelle giornate di ieri e di oggi (5 ottobre) hanno effettuato una prima rilevazione dei danni causati dall’alluvione del 2 e 3 ottobre nelle aziende agricole maggiormente danneggiate. Tutte le province hanno patito la furia del maltempo, con una maggiore concentrazione e nelle aree risicole tra il Casalese in provincia di Alessandria, Vercelli e il Basso Novarese.

Le aree maggiormente danneggiate in provincia di Alessandria sono Casale Monferrato, Frassineto Po, Balzola, Ovidio.

In provincia di Vercelli la lista dei comuni già rilevati è lunga: oltre al capoluogo troviamo Albano, Asigliano, Balocco, Borgo Vercelli, Buronzo, Caresana, Caresanablot, Carisio, Collobiano, Quinto Vercellese, Formigliana, Lignana, Olcenengo, Oldenico, Arborio , Ghislarengo, Pezzana, Prarolo, Recetto, Vicolungo, Ronsecco, Rovasenda, Salussola, Villarboit, Villata, Motta de’ Conti.

A Novara Confagricoltura ha già rilevato danni a Sillavengo, Mandello, Briona, Landiona, Romagnano Sesia, San Nazzaro Sesia.

Danni anche nel Torinese, a Verrua Savoia, Ivrea, Banchette, Salerano, Fiorano, Strambino, Vestignè e Vische.

Nell’Astigiano è stato danneggiato sono state danneggiate le coltivazioni nel comune capoluogo e ad Azzano, Castello d’Annone, Rocca d’Arazzo, Rocchetta Tanaro e Cerro Tanaro. Lunga la lista dei comuni colpiti in provincia di Cuneo: tutta l’alta Val Tanaro, ma anche la zona dell’Albese, con La Morra, Bra, Cherasco, Castagnito, Barbaresco, Guarene.

Tra le coltivazioni danneggiate mais, soia, colza, riso –  anche pregiato riso da semesorgo, prati, noccioleti, coltivazioni orticole in pieno campo e sotto serra, vivai, grano saraceno.

Oggi il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli di Brondello, componente della giunta nazionale di Confagricoltura, insieme al direttore di Confagricoltura Alessandria Cristina Bagnasco e al presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella Giovanni Perinotti, ha compiuto una sopralluogo nelle zone danneggiate insieme all’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa. Con una serie di sopralluoghi nelle aziende danneggiate ci si potuti rendere conto dell’entità del danno, particolarmente rilevante.

I dati che finora ha rilevato Confagricoltura Piemonte con la sua rete di tecnici – precisa il presidente dell’organizzazione Enrico Allasiariferiscono di circa 2.850 ettari di superficie alluvionata, per una mancata produzione di oltre 8,6 milioni di euro”.

Si tratta di una prima sommaria stima delle perdite di produzione che, data l’emergenza in cui si sta operando, risulta molto approssimativa, con i dati della superficie danneggiata e dell’entità del danno ipotizzato inevitabilmente destinati a salire, anche tenendo conto del fatto che in questo momento non è possibile capire con esattezza quali detriti siano depositati sui terreni allagati e quali operazioni di pulizia e bonifica si renderanno necessarie. Inoltre le rilevazioni di Confagricoltura devono ancora essere completate per le province di Cuneo, Biella e Verbano Cusio Ossola.

Ai danni per il mancato raccolto – spiega Ercole Zuccaro direttore di Confagricoltura Piemontesi dovranno sommare le spese per l’asporto dei detriti, la bonifica dei terreni e il ripristino della fertilità del suolo, oltre alle spese per il livellamento dei campi, per lo scavo dei fossi e dei canali di gronda, per la riparazione o sostituzione degli impianti di irrigazione e della viabilità interpoderale. A questi costi si aggiungeranno quelli causati alle strutture: la furia del vento ha scoperchiato fabbricati, magazzini e serre, con danni pesantissimi”.

Il presidente di Confagricoltura Piemonte ha scritto all’assessore Protopapa sottolineando “la gravità del fenomeno, che accresce le difficoltà di un settore già duramente provato dall’emergenza della pandemia e dalla perdurante crisi dei prezzi delle nostre produzioni.  Per questo – sostiene Enrico Allasia –  contiamo sull’attenzione della Regione Piemonte per far si che i nostri territori possano ottenere un adeguato sostegno dal governo nazionale, indispensabile per poter superare questa difficilissima emergenza”.

 

 

 




Confagricoltura impegnata per il rafforzamento della produzione delle nocciole del Piemonte

Sostegno alla competitività delle imprese, potenziamento della filiera a partire dalle organizzazioni dei produttori, valorizzazione della qualità: sono questi gli elementi sui quali si dovrà incentrare Il piano di rafforzamento della produzione coricola piemontese, avanzati ieri (24 settembre) da Confagricoltura  nel corso del tavolo tecnico che si è svolto a Torino nel palazzo della Giunta regionale, presenti il governatore del Piemonte Alberto Cirio, il vicepresidente della giunta Fabio Carosso e l’assessore all’agricoltura Marco Protopapa.

La delegazione di Confagricoltura, guidata dal presidente regionale Enrico Allasia, intervenuto i lavori insieme al responsabile dei produttori di nocciole Aldo Gavuzzo e al direttore di Confagricoltura Cuneo Roberto Abellonio, ha espresso apprezzamento per l’attenzione che la Regione sta dedicando alla materia, illustrando i punti principali sui quali potrà svilupparsi un progetto per Il miglioramento delle condizioni produttive e commerciali del comparto.

Il prezzo delle nocciole, nel giro di un anno – anche per l’aumento della produzione, mentre nell’annata 2019 il raccolto era stato particolarmente scarso – è sceso da oltre 500 euro al quintale a circa 300 euro (per il prodotto in guscio).

Confagricoltura Piemonte, evidenziando come l’attuale insoddisfacente livello dei prezzi dipenda anche, in parte, dall’immissione sul mercato, immediatamente dopo la raccolta, di rilevanti quantitativi di nocciole, ha chiesto un sostegno per la realizzazione di strutture di essicazione, lavorazione e stoccaggio delle nocciole, sia per le imprese agricole, sia per le cooperative e le organizzazioni dei produttori. “Questo intervento – ha dichiarato Enrico Allasia – rafforzerebbe il miglioramento della competitività delle imprese, favorendo un migliore equilibrio commerciale tra l’offerta dei produttori e il sistema della trasformazione“.

Confagricoltura ritiene inoltre che sia necessario ricercare la massima coesione nell’ambito della filiera per consolidare il sistema produttivo piemontese che oggi conta su una superficie di oltre 24.000 ettari di noccioleti (dei quali 15.500 già in produzione), che quest’anno hanno realizzato una produzione di circa 220 -250.000 quintali di prodotto in guscio di altissima qualità.

Inoltre Confagricoltura ritiene sia necessario investire per un’adeguata valorizzazione e promozione del prodotto che faccia comprendere ai consumatori il valore aggiunto, sotto il profilo organolettico, delle nocciole coltivate in Piemonte. “A questo proposito – ha aggiunto Allasia – siamo convinti che con l’impegno di tutti i soggetti della filiera e il sostegno della Regione Piemonte si possa impostare una campagna promozionale in grado di creare valore non soltanto per Il sistema corilicolo ma per tutto il territorio collinare, per le attività produttive e per il mondo economico che ruota attorno a questa straordinaria coltivazione“.

 

 




Esonero dai contributi Inps dei datori di lavoro, cresce il malcontento

Ieri Confagricoltura Piemonte aveva preso posizione contro la decisione del Governo di escludere, in particolare, il settore frutticolo o l’orticolo dall’esenzione del pagamento dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, prevista nel cosiddetto “decreto Rilancio”.

Anche dall’Emilia Romagna si levano critiche.  Confagricoltura Emilia Romagna chiede “un immediato intervento compensativo per le filiere escluse dall’esonero dei pagamenti dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro ossia l’ortofrutta, l’olivicoltura, la silvicoltura e la filiera del legno. È inconcepibile che il legislatore si sia dimenticato di questi comparti, che peraltro hanno sofferto almeno quanto il cerealicolo o il vitivinicolo della crisi causata dal lockdown e dall’epidemia sanitaria”.

Da Milano sull’argomento prende posizione anche Confagricoltura Lombardia. “Considerata l’importanza della silvicoltura e della filiera del legno nella gestione attiva del territorio, ribadita più volte da innumerevoli studi scientifici e accettata dal mondo politico – dichiara il presidente di Confagricoltura Lombardia, Antonio Boselli – l’esclusione del codice Ateco 02 dall’esonero contributivo comporterebbe una grave discriminazione verso l’intero settore. Senza dimenticare il mondo dell’ortofrutta e dell’olivicoltura, anch’essi non inseriti nell’articolo. Ci auguriamo che la ministra Teresa Bellanova – conclude Boselli – possa condividere questa ragionevole richiesta ed intervenire con celerità a tutela di questi tre settori”.




Confagricoltura Piemonte: “Governo e Parlamento non trascurino la frutticoltura!”

Pur apprezzando l’annunciato intervento del Governo relativo all’esonero contributivo per i primi 6 mesi del 2020 per le filiere agroalimentari, esprimiamo profonda insoddisfazione per l’esclusione del comparto frutticolo, l’unico che non rientra nel regime degli sgravi contributivi e fiscali concessi a seguito del lockdown”.

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, interviene sull’esonero dei versamenti previdenziali agricoli in scadenza domani (16 settembre), evidenziando come “un comparto di fondamentale importanza sotto il profilo economico e occupazionale sia stato trascurato, nonostante abbia contribuito a fornire un contributo essenziale alla nostra società nelle difficoltà della pandemia. Un comparto che in Piemonte – sottolinea il presidente regionale di Confagricoltura – coinvolge 8.000 aziende frutticole per una superficie coltivata di circa 18.500 ettari e che genera un fatturato di oltre 500 milioni di euro su un totale nazionale di 4 miliardi”.

Le imprese frutticole piemontesi – spiega Confagricoltura – si concentrano prevalentemente nel Cuneese (60%), seguite dal Torinese col 25% e dal Vercellese con il 10%.

Chiediamo al Governo e ai parlamentari del territorio – dichiara Enrico Allasia – di intervenire per riconsiderare il provvedimento che come Confagricoltura andiamo sostenendo da tempo, per dare risposte concrete ai frutticoltori che tra emergenze climatiche, insetti alieni e problemi connessi alla pandemia faticano a raggiungere un reddito soddisfacente: lo chiediamo per i produttori e per la filiera, perché è a rischio la sopravvivenza di un comparto strategico per la produzione di qualità piemontese e nazionale”.

 




Sostegni imprenditoria femminile in agricoltura, Allasia: “Interessanti opportunità per imprese condotte da donne”

La Gazzetta Ufficiale del 26 agosto ha pubblicato il decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali del 9 luglio 2020 relativo alle misure in favore dell’imprenditoria femminile in agricoltura.

Le piccole e medie imprese e le microimprese che intendano presentare progetti per lo sviluppo o il consolidamento delle aziende agricole, con investimenti nel settore primario e in quello della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, potranno ottenere mutui agevolati, a tasso zero, della durata minima di 5 anni e massima di 15 anni, comprensiva del periodo di preammortamento, per un importo fino a 300 mila euro.

Auspichiamo che i tempi per l’attivazione della misura non diventino eccessivamente lunghi – afferma Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemontein quanto occorrerà attendere la convenzione tra il Ministero delle Politiche agricole e l’Ismea, ente incaricato dell’istruttoria e gestione delle domande di aiuto”.

Si tratta di un provvedimento importante – spiega Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte –  che potrà offrire interessanti opportunità  alle imprese agricole piemontesi condotte da donne. La presenza femminile è importante soprattutto nell’agricoltura di montagna, di collina e nelle aree marginali, dove spesso operano imprese che si dedicano alla produzione, trasformazione e vendita di prodotti agricoli; qui le donne conducono realtà multifunzionali, dall’agriturismo alle fattorie didattiche. È dunque strategico – dichiara Allasia – garantire l’inclusione, la parità di genere e la formazione, favorendo l’insediamento, la permanenza e la crescita dell’imprenditoria femminile in agricoltura”.

Confagricoltura Piemonte precisa che sul territorio regionale operano 11.505 imprese agricole femminili, il 27,86% del totale, pari a 41.289. “È necessario – dichiara Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte – incentivare lo sviluppo di queste imprese, favorendo anche il ricambio generazionale. Infatti 7.316 imprese femminili, pari al 62,76% della categoria, sono condotte da donne con oltre 55 anni di età, mentre quelle con titolari donne con meno di 25 anni sono soltanto 93, pari allo 0,8%”.

Le iniziative previste dal decreto dovranno riguardare il miglioramento del rendimento della sostenibilità globale dell’azienda agricola, il miglioramento delle condizioni agronomiche e ambientali, dell’igiene e benessere degli animali, la realizzazione e il miglioramento di infrastrutture connesse allo sviluppo, all’adeguamento e alla modernizzazione dell’agricoltura.

I progetti non potranno essere attivati prima della presentazione della domanda e concludersi entro 24 mesi dalla comunicazione dell’ammissione al finanziamento. Per ottenere i benefici è necessario che l’impresa sia condotta e amministrata da una donna imprenditore agricolo professionale; nel caso di società la compagine sociale dovrà essere composta e amministrata per oltre la metà numerica dei soci e delle quote di partecipazione da donne in possesso della qualifica di imprenditore agricolo professionale iscritte nella gestione previdenziale agricola.

 

 




Confagricoltura Piemonte: senza acqua non può esserci agricoltura

Confagricoltura sostiene da tempo che è necessario investire nella costruzione di invasi. “L’attività degli agricoltori –dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – è fondamentale per il corretto mantenimento dell’ambiente e del territorio.

Siamo impegnati per ridurre l’uso dell’acqua, ma dobbiamo tener presente che il settore primario non consuma acqua perché quella impiegata nell’uso irriguo non fuoriesce dal ciclo idrologico naturale; difatti un’elevata percentuale d’acqua prelevata dalle fonti idriche viene restituita al sistema ambientale, a valle dei processi produttivi.

Non dimentichiamo inoltre che l’uso dell’acqua in agricoltura è l’unico, tra tutti gli utilizzi produttivi, che serve per ottenere del cibo fondamentale per la nostra sopravvivenza. Già soltanto questo, di per sé, dimostra che l’agricoltura non spreca l’acqua”.

Gli invasi – sottolinea Confagricoltura – sono indispensabili per garantire l’approvvigionamento idrico alle coltivazioni agricole. Quelli ben progettati e ben costruiti sono sicuri e non creano nessun danno dal punto di vista ambientale. Con la loro realizzazione è possibile una maggiore efficacia nell’applicazione delle norme sul deflusso minimo vitale, si possono realizzare sensibili miglioramenti qualitativi nei corpi idrici di falda, si aumenta la disponibilità di acqua a uso idropotabile, si incrementa la produzione di energia idroelettrica, si mitiga l’effetto delle piene, si favoris




Il Piemonte si prepara alla vendemmia. Confagricoltura: produzione sana e abbondante, qualità elevata

Il prossimo mese sarà cruciale per l’esito della vendemmia. “Confagricoltura Piemonte – dichiara il direttore regionale dell’organizzazione Ercole Zuccaro – con una rete di 40 tecnici sul territorio sta seguendo l’evoluzione dell’annata che per il momento si presenta molto buona, con punte di eccellenza: il quantitativo di uva che sta giungendo a maturazione è nella media, paragonabile al 2018, ma in aumento del 10% circa sulla campagna 2019, decisamente scarsa dal punto di vista produttivo.

La qualità delle uve è buona e le gradazioni dovrebbero essere in aumento rispetto a quelle dello scorso anno”.

Le date di vendemmia

“Le prossime quattro settimane – afferma Alessandro Bottallo, esperto vitivinicolo della Confagricoltura di Alba – saranno fondamentali per capire come si presenteranno i grandi rossi del Piemonte. A partire dalla seconda decade di agosto – chiarisce Bottallo – intensificheremo i prelievi di uve nei vigneti perseguire le curve di maturazione e consigliare ai viticoltori il periodo migliore per avviare lo stacco dei grappoli, quando l’equilibrio acidi zuccheri avrà raggiunto il suo punto ottimale. Pur essendo molto cauti nelle previsioni possiamo esprimere una valutazione moderatamente ottimistica. Se l’andamento climatico ci accompagnerà la vendemmia 2020 potrà riservarci grandi soddisfazioni”.

Le prime uve a essere vendemmiate – spiegano i tecnici di Confagricoltura – saranno pinot nero e chardonnay per la produzione dello spumante a denominazione d’origine controllata e garantita Alta Langa: la raccolta partirà attorno al 22 – 23 di agosto, nei vigneti con le migliori esposizioni. Per fine mese è previsto l’avvio della raccolta delle uve moscato per la produzione di Moscato d’Asti e Asti a denominazione d’origine controllata e garantita.

Nell’Acquese e nell’Astigiano, anche a causa di alcune grandinate, la produzione di uva moscato è data in leggero calo rispetto allo scorso anno, mentre in provincia di Cuneo il raccolto si presenta con un livello soddisfacente.
Subito dopo il moscato sarà la volta delle uve brachetto per la produzione di Acqui docg.

Attorno al 10 settembre, tempo permettendo, dovrebbe iniziare la raccolta delle uve dolcetto: qualora le temperature notturne dovessero però scendere sensibilmente verso la fine del mese di agosto la raccolta potrebbe essere anticipata di qualche giorno, per evitare problemi di cascola. Il vitigno dolcetto, infatti, a maturazione medio precoce, quando la fase di completamento del grappolo avviene molto

celermente, accompagnata da importanti escursioni termiche, va soggetto a un fenomeno di caduta degli acini; per questo motivo i viticoltori potrebbero decidere di anticipare di qualche giorno lo stacco dei grappoli.
Verso metà settembre, o più probabilmente all’inizio della terza decade del mese, è previsto l’avvio della raccolta delle uve cortese per la produzione di Cortese dell’Alto Monferrato doc e di Gavi docg: il vitigno a bacca bianca è tra i più tardivi nella maturazione e i viticoltori, per la produzione di vini fermi, preferiscono non anticipare troppo la raccolta per consentire all’uva di sprigionare tutte le proprie caratteristiche.

Nello stesso periodo è prevista la vendemmia dell’Erbaluce in Canavese: la raccolta, per la produzione di vino spumante metodo classico, verrà probabilmente anticipata di una settimana, mentre le uve destinate al Passito di Caluso docg non verranno staccate prima della metà di ottobre.

Per quanto riguarda le uve per la produzione di vini rossi la vendemmia inizierà attorno al 20 settembre per l’uva barbera, per proseguire con i nebbioli, in Roero, Langa e nell’Alto Piemonte, verso la fine del mese.

L’annata 2020

L’annata – chiarisce Confagricoltura Piemonte – era iniziata con abbondanti piogge in primavera. A seguire il caldo ha fatto partire velocemente il germogliamento delle viti: oggi l’anticipo vegetativo, rispetto all’anno scorso, è di circa una settimana.
Il maltempo primaverile, con un’elevata umidità, ha impegnato non poco gli agricoltori a contenere peronospora e oidio. Oggi le uve si presentano in buone- ottime condizioni sanitarie e le produzioni di alcune varietà, che potrebbero rivelarsi abbondanti, unite alla riduzione dei volumi commercializzati a causa del mercato non favorevole per la pandemia, stanno orientando più di un consorzio di tutela (organismi espressione di produttori, vinificatori e imbottigliatori) a valutare l’opportunità di attivare la “riserva vendemmiale”. Si tratta, spiegano i tecnici di Confagricoltura, di tenere da parte un certo quantitativo della produzione per renderlo disponibile qualora si aprissero interessanti sbocchi commerciali.

“Una delle preoccupazioni che angustiano i viticoltori in questo periodo, aldilà delle condizioni climatiche, è quello della raccolta, in quanto – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – a causa del delle misure sanitarie imposte e della scarsa presenza di lavoratori extracomunitari sul nostro territorio, potrebbero esserci difficoltà a reperire manodopera per la raccolta, soprattutto se le operazioni dovessero concentrarsi in pochi giorni per avversità meteorologiche”.

I NUMERI DEL VINO PIEMONTESE

 

10.862 aziende viticole
41.800 ettari di vigneto
20 vini docg e 41 vini doc
2,4 milioni di ettolitri di vino (produzione stimata annata 2020) per volume complessivo di 320 milioni di bottiglie

54 cantine cooperative con circa 12.000 soci
280 imprese industriali produttrici di vini e distillati con circa 3.300 addetti
14 consorzi di tutela
Export vini piemontesi: circa 195 milioni di bottiglie (60% della produzione) per un valore stimato di 1 miliardo di euro (22% del valore complessivo dell’export agroalimentare piemontese)

Elaborazioni Confagricoltura su dati Regione Piemonte




Le imprese aspettano ancora gli aiuti, ma lo Stato chiede i contributi entro il 16 luglio

Gli effetti del Covid-19, già pesanti finora, purtroppo si faranno ancora sentire a lungo, soprattutto a partire dall’autunno. Confagricoltura Piemonte, che rappresenta le imprese del settore primario che non hanno mai cessato la loro attività nel lockdown per assicurare il sostegno alimentare ai cittadini, torna a chiedere interventi per fronteggiare l’emergenza economica generata dal Coronavirus.

“Finora abbiamo assistito a una serie di misure tampone – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – ma adesso è necessario intervenire con un piano strategico per uscire dall’emergenza.

La prima scadenza che abbiamo di fronte è quella del 16 luglio, data entro la quale gli imprenditori agricoli e i coltivatori diretti dovranno versare la prima rata dei contributi obbligatori per Inps e Inail.

Premesso che da una prima verifica dei dati disponibili nel cassetto previdenziale degli autonomi in agricoltura molti conteggi risultano errati, è chiaro che saranno tante le imprese che non riusciranno a rispettare la scadenza, essendo ancora in attesa degli aiuti promessi e non ancora erogati dal governo.

Per questo ci aspettiamo che il governo annulli la scadenza, compensando il pagamento di quanto dovuto con i contributi annunciati e non ancora erogati. Inoltre ribadiamo che per quest’anno occorre uno sgravio contributivo totale: questo vale per tutti i comparti produttivi e in particolare per quelli che non hanno ancora ricevuto nessun tipo di sostegno, per esempio l’ortofrutta”.

Confagricoltura Piemonte evidenzia che la crisi economica, che ha colpito duramente imprese e lavoratori, sta spingendo i consumatori a privilegiare i prodotti alimentari a basso prezzo, favorendo l’incremento delle importazioni: questo sta avvenendo nel comparto della carne, dei prodotti lattiero caseari e anche dell’ortofrutta.

“Se non si varerà con urgenza un piano strategico in autunno le conseguenze saranno pesantissime – sostiene Ercole Zuccaro direttore di Confagricoltura Piemonte – perché con la fine della cassa integrazione e le imprese già provate dalla crisi, aumenteranno a dismisura le situazioni di difficoltà, con il rischio di tensioni sociali difficili da gestire”.

Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia precisa che “non si tratta di una richiesta soltanto per il mondo agricolo, ma per il Paese: dobbiamo puntare al rilancio degli investimenti pubblici e delle infrastrutture materiali e immateriali, quali quelle digitali, avviare un programma di semplificazioni per incentivare gli investimenti; garantire incentivi all’occupazione, con uno sgravio sui contributi, proseguendo anche sugli obiettivi di riduzione del cuneo fiscale, rilanciare il sistema Paese a livello culturale ed enogastronomico – conclude Allasia – per attrarre nuovamente turisti nazionali ed esteri, facendo leva sul piano di promozione del made in Italy”.