I malgari simbolo di resistenza di tutto il settore agricolo, ma chiedono più attenzione

Un segno di vicinanza diretta al mondo dell’agricoltura di montagna e, in generale, alle importanti economie che le Terre Alte cuneesi sono in grado di generare.

È questo lo spirito con cui anche quest’anno si è svolto “Caluma el Vache”, evento organizzato da Confagricoltura Cuneo per celebrare la discesa dei malgari dagli alpeggi.

L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione, si è tenuta a Prazzo, mercoledì 30 settembre, in concomitanza con la discesa a valle dei capi dell’azienda di Andrea Lando che dalla frazione Campiglione hanno raggiunto Prazzo Inferiore, punto di carico degli animali.

Nel pieno rispetto delle indicazioni previste dai protocolli anti contagio da Covid-19, all’evento hanno partecipato i rappresentanti della Confagricoltura provinciale, guidati dal presidente Enrico Allasia e dal direttore Roberto Abellonio, l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, il consigliere regionale Paolo Demarchi, e il presidente dell’ATL del Cuneese, Mauro Bernardi.

“La pandemia tutt’ora in corso ci ha costretti ad optare per una versione ‘smart’ dell’evento che, rispetto agli scorsi anni, non ha visto la partecipazione di decine di malgari, appassionati e curiosi che assistevano al rientro dei capi a valle, approfittandone per trascorrere qualche ora di convivialità in un clima di festa – ha dichiarato il presidente Enrico Allasia –.

Non abbiamo, tuttavia, voluto rinunciare a questo appuntamento trasformandolo, eccezionalmente, in un simbolo di resistenza di tutto il settore agricolo al particolare momento vissuto dal nostro Paese e da tutto il mondo. Confidiamo tuttavia di poter tornare già dal prossimo anno alla consueta formula adottata nelle prime due edizioni”.

“Abbiamo voluto far sentire la nostra vicinanza agli oltre 350 allevatori che ogni anno si trasferiscono con i loro capi sugli alpeggi della provincia di Cuneo e ora, terminati i duri mesi di lavoro trascorsi in alta quota, sono pronti al rientro in pianura – ha sottolineato il direttore Roberto Abellonio –.

Alle autorità regionali presenti abbiamo, altresì, ribadito che fare agricoltura in montagna significa fare i conti con numerose difficoltà e abbiamo rimarcato loro la necessità di compiere uno sforzo maggiore per garantire a chi lavora in alta quota gli adeguati sostegni per ammodernare le strutture aziendali, pianificando anche una serie di interventi concreti per il miglioramento del sistema viario e il potenziamento della rete internet, aspetto quest’ultimo sempre più cruciale per abitare e fare impresa quassù. Mai come quest’anno, forse, le nostre montagne sono riuscite ad esprimere il meglio della loro vocazione turistica, ma occorre ricordare che la loro tutela e valorizzazione passa anche dal lavoro instancabile e costante di chi, come gli allevatori, ci vive per mesi impegnandosi in lavori di manutenzione del territorio”.

In una stagione che da un punto di vista climatico non ha riservato particolari problemi, tra gli allevatori desta sempre maggiore preoccupazione, infine, la presenza in aumento dei lupi, con casi sempre più frequenti di attacchi alle mandrie e alle greggi. “Su questo fronte, purtroppo, continuiamo a lanciare appelli alle istituzioni senza ricevere ascolto, ma anno dopo anno il problema si aggrava con numeri di lupi in costante crescita, decisamente fuori controllo, e perdite ingenti per gli allevatori in termini di danni diretti (capi predati) e indiretti (costi e mancata produzione). Servono interventi urgenti e concreti per il contenimento, altrimenti ad estinguersi saranno gli allevatori”, ha concluso Enrico Allasia.




Confagricoltura, un secolo di agricoltura e di storia italiana

La più antica Organizzazione agricola celebra il centenario alla presenza del Capo dello stato. Il presidente Giansanti: “Impresa, lavoro, ricerca e crescita i principi che da sempre ci guidano verso il futuro”

“Tutela dell’impresa. Ovvero efficienza e competitività, orientamento verso la crescita e le innovazioni tecnologiche, stretto collegamento con le altre parti della filiera agroalimentare, per cogliere le aspettative dei consumatori in Italia e a livello internazionale. Ma anche protezione delle risorse naturali, responsabilità sociale, tutela dei lavoratori, benessere della collettività, per contribuire al progresso civile ed economico della comunità nazionale.

Questi i principi essenziali che hanno sempre ispirato l’azione sindacale di Confagricoltura da quel lontano 1920, in cui nacque a Roma la prima organizzazione degli agricoltori italiani a carattere generale, con una presenza diffusa su tutto il territorio nazionale e con funzione di sindacato datoriale”. Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha aperto a Roma, a Palazzo Colonna, le celebrazioni del Centenario alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dei ministri Teresa Bellanova e Stefano Patuanelli e della sindaca di Roma Virginia Raggi.

Dopo aver ringraziato chi lo ha preceduto alla guida dell’Organizzazione e tutti coloro che hanno dato il proprio contributo alla sua crescita, Giansanti ha ripercorso alcuni momenti salienti della storia e dello sviluppo del settore agricolo.

“Dopo i conflitti mondiali – ha ricordato Giansanti – le difficoltà furono superate grazie all’impegno rivolto all’aumento della produzione, per rispondere alla domanda dei consumatori. Con lo stesso impegno abbiamo risposto negli ultimi mesi alla sfida posta all’intera filiera agroalimentare, a causa dell’emergenza sanitaria: continuare a produrre, per rifornire i mercati e assicurare cibo agli italiani”.

Anche durante il lockdown il nostro Paese ha dato prova, ancora una volta, delle sue energie morali e civili, ha detto di recente il Presidente della Repubblica. E i fatti hanno dimostrato che l’Italia può fare affidamento su un solido sistema agroalimentare, di cui gli associati a Confagricoltura costituiscono una componente essenziale. Con le loro aziende collaborano oltre 520.000 lavoratori, che sviluppano più di 41.000.000 di giornate lavoro.

“Adesso è necessario dare supporto a queste imprese – ha ribadito Giansanti – per metterle nella condizione di continuare ad aumentare competitività e produzione. La quota di esportazioni di prodotti agroalimentari, che era di 44 miliardi di euro, è arrivata a superare per la prima volta la soglia del 10% dell’export totale in valore. Crescere è un impegno difficile. Per questo dobbiamo utilizzare al meglio le risorse importanti messe a disposizione dal governo italiano e dall’Unione europea”.

L’ambizione di Confagricoltura va ben oltre il recupero della situazione esistente prima della pandemia. Dobbiamo cogliere l’occasione per far crescere la produttività che ristagna da oltre un decennio, per rilanciare gli investimenti pubblici, per dare ai cittadini e alle imprese infrastrutture moderne, diffondere la digitalizzazione, a partire dalla pubblica Amministrazione, rispondere alle sfide urgenti poste dal cambiamento climatico.
Confagricoltura farà la propria parte, seguendo quelli che sono i principi guida dell’Organizzazione e dei suoi associati, da cento anni a questa parte.

“E’ indispensabile, però – ha proseguito il Presidente – ridare piena dignità alla ricerca scientifica e riconoscere il valore della competenza e della professionalità. Coltivare le intelligenze dei molti nostri giovani eccellenti, e puntare su di loro, è una scelta essenziale per affrontare il futuro e le sfide che ci attendono. La scuola e la formazione continua sono fattori di sviluppo, perché il capitale umano è la prima ricchezza delle nazioni più avanzate”.

I tre giovani imprenditori che hanno raccontato la loro storia hanno dato il senso della diversità e della fecondità del “capitale umano” in termini di spirito d’impresa, apertura all’innovazione e sensibilità sociale. E hanno dimostrato che, investendo sui giovani, il nostro Paese si assicura un futuro.

Sono Luca Travaglini – Planet Farms, con l’agricoltura verticale in Lombardia, esempio di innovazione e sostenibilità; Ariane Lotti – Tenuta San Carlo, che da New York è tornata alle radici familiari in Toscana per dare vita ad un’azienda biologica all’avanguardia; Francesco Cambria – Cottanera, che ha lasciato la toga per dedicarsi alla vitivinicoltura sull’Etna, raccogliendo il testimone del padre che, con coraggio, decise di piantare vigne sul vulcano quando ancora pochi ci credevano.

“Siamo consapevoli – ha concluso il Presidente di Confagricoltura – che la valenza del nostro lavoro vada al di là del profitto, che pure è fondamentale per garantire la continuità produttiva e l’occupazione. Da un secolo l’impegno costante dei nostri agricoltori è stato quello di rafforzare le imprese e contribuire al continuo miglioramento del sistema economico e della coesione sociale. Come agricoltori sappiamo bene che raccoglieremo domani ciò che abbiamo seminato oggi. Continueremo, perciò, a lavorare con il massimo impegno nelle nostre imprese, nel nostro sindacato e nella società. Forti di una fiducia incrollabile sul futuro del nostro Paese”.

SCHEDA IMPRENDITORI AGRICOLI

Luca Travaglini – Planet Farms
Milanese, laurea in economia alla Bocconi.
A 35 anni decide di cambiare vita in seguito a una brutta esperienza di salute.
Dopo 4 anni di intensa ricerca, nel 2018 fa nascere Planet Farms, che è innovazione, tradizione ed eccellenza, con un sistema di coltivazione indoor che permette di controllare tutti i parametri fondamentali per la crescita degli ortaggi, a partire da acqua, luce, terra e aria.
I vantaggi che derivano da questa tecnologia sono molti, primo fra tutti il fatto di poter produrre ovunque, utilizzare il 97% di acqua in meno e garantire un prodotto in assenza totale di residui e fitofarmaci, fresco 365 giorni all’anno, indipendentemente dal fattore ambientale esterno.

Ariane Lotti – Tenuta San Carlo
Nata e cresciuta a New York, ma da quando ha 17 anni lavora, studia e fa ricerca in agricoltura per trovare modelli di agricoltura sostenibile.
Per necessità è tornata in Italia 6 anni fa, per gestire l’azienda di famiglia in Toscana, in provincia di Grosseto. I terreni erano stati comprati dal bisnonno nel 1936. Al suo arrivo, Ariane avvia un percorso di modernizzazione e sviluppo dell’impresa verso un modello nuovo: inizia la conversione al biologico, con tanta fatica. Avvia anche una linea di prodotti a marchio aziendale, sviluppando rapporti di filiera e facendo investimenti.
Oggi Tenuta San Carlo è la prima e unica azienda in Toscana che fa riso bio. La tenuta si estende su 480 ettari, metà nel Parco Regionale della Maremma, con seminativi, un piccolo allevamento di vacche maremmane, agriturismo e zone di pineta e di palude protette.

Francesco Cambria – Cottanera
Siciliano, dopo la laurea con lode in giurisprudenza si trasferisce a Milano e inizia a lavorare come avvocato in uno studio legale occupandosi di diritto penale societario.
Dieci anni fa cambia vita e torna in Sicilia, mettendo da parte la toga, ripartendo da zero e imparando a conoscere la vitivinicoltura da vicino, dove il padre, tra i primi, aveva creduto nelle potenzialità viticole dell’Etna, eliminando noccioleti e uliveti e piantando vigne.
Inizia una nuova avventura alla guida dell’azienda di famiglia, insieme allo zio e ai fratelli, con tecniche di viticoltura che tutelano un terreno speciale come quello vulcanico e strutture uniche come i pietrai. Allo stesso tempo l’azienda punta sull’innovazione, lavorando per una viticoltura di frontiera.
Nel 2019 Francesco Cambria riceve dal Gambero Rosso il premio speciale “Viticoltore dell’anno”.

 




Caat importante per il rafforzamento della distribuzione dei prodotti agricoli piemontesi

Questa mattina (giovedì 24 settembre) l’assessore regionale alle Partecipate Fabrizio Ricca ha visitato il Centro Agro Alimentare Torino “C.A.A.T. S.c.p.A.” di Grugliasco insieme ai rappresentanti del consiglio d’amministrazione dell’ente guidato da Marco Lazzarino, insieme al direttore Gianluca Cornelio Meglio e ai rappresentanti dei grossisti e delle organizzazioni agricole.

Per Confagricoltura Piemonte è intervenuto il direttore Ercole Zuccaro che ha evidenziato “l’importanza di un polo logistico commerciale strategico per il nostro territorio, a beneficio dei produttori e dei consumatori. L’organizzazione del Centro Agro Alimentare Torino è molto apprezzata dagli operatori commerciali di Liguria e Valle d’Aosta e anche dai francesi, che frequentano con regolarità il nostro mercato”.

Il CAAT con 440.000 mq di area mercatale occupata e recintata e 120.000 mq di area coperta è in grado movimentare 500/550.000 tonnellate di merci ogni anno, per 500/550 milioni di euro di transazioni commerciali. All’interno del Caat operano un centinaio di grossisti e una settantina di produttori agricoli delle province di Torino, Cuneo e Asti.

 




Agricoltori europei: Massimiliano Giansanti eletto vicepresidente del COPA

Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, oggi è stato eletto vicepresidente del Comitato delle organizzazioni agricole europee (COPA), l’organismo che riunisce 60 organizzazioni dei Paesi membri dell’Unione Europea e 36 organizzazioni partner di altri Paesi. Presidente del COPA, per i prossimi due anni, è la francese Christiane Lambert, che succede al tedesco Joachim Rukwied di DBV.

Giansanti, europeista convinto, è stato nominato ai vertici dell’Organizzazione europea in un momento cruciale, in cui si dovranno assumere decisioni chiave, a partire dal prossimo bilancio dell’Unione, dalla futura Politica agricola comune, dalla incertezza dei mercati internazionale, ma anche dal Recovery Found e dalle politiche di sviluppo per fronteggiare l’emergenza economica a causa della pandemia, che richiedono lavoro propositivo e pressing incessante e determinato da parte del Coordinamento degli agricoltori europei.

Giansanti, a nome di Confagricoltura, ha fatto gli auguri di buon lavoro a Christiane Lambert e ringraziato Joachim Rukwied per l’impegno profuso nei tre anni di mandato alla presidenza. “Con Lambert e Rukwied – ha detto – c’è grande sintonia e condividiamo una visione di futuro”.

“Ci troviamo – ha quindi spiegato il Presidente di Confagricoltura – in un momento di resilienza che richiede da parte della UE ogni sforzo per permettere alle imprese agricole, non solo di ripartire e riconquistare le posizioni perdute, ma anche di ammodernarsi e crescere, di andare oltre. Per far diventare il nostro sistema agricolo e agroalimentare più forte di prima. La centralità dell’agroalimentare in Europa è emersa in pieno in questo difficile momento a causa dell’emergenza della pandemia”.

Massimiliano Giansanti, romano, imprenditore agricolo, gestisce aziende agricole – a Roma, Viterbo e Parma – specializzate nella produzione di cereali, kiwi, latte e prodotti zootecnici ed attive sia in ambito agroindustriale e sia agroenergetico, attraverso la produzione di energia elettrica da fotovoltaico. Tra l’altro a Parma produce Parmigiano Reggiano ed a Roma latte bovino di alta qualità per la Centrale del Latte.

Il presidente Luca Brondelli di Brondello con il Consiglio Direttivo, il direttore Cristina Bagnasco con i collaboratori tutti e gli enti collaterali di Confagricoltura Alessandria si congratulano con Massimiliano Giansanti per questo importante traguardo professionale.




Confagricoltura Alessandria: dal commercio internazionale segnali di ripresa

Nel primo semestre di quest’anno, a causa della pandemia Covid-19, gli scambi commerciali hanno fatto registrare una contrazione senza precedenti a livello mondiale. In termini di quantità, il taglio è stato di circa il 20% sullo stesso periodo del 2019.

Lo ha reso noto Confagricoltura sulla base degli indicatori in tempo reale messi a punto dall’Organizzazione mondiale del commercio (WTO).

“Nonostante le misure di sospensione e controllo delle esportazioni adottate da alcuni Paesi – rileva il presidente di Confagricoltura Alessandria, Luca Brondelli di Brondello – il commercio internazionale di materie prime agricole ha fatto registrare una diminuzione dell’8%, sensibilmente inferiore a quella media. Solo gli scambi di componenti elettronici hanno avuto un andamento analogo”.

Dalle ultime proiezioni del WTO risulta che l’evoluzione del commercio internazionale è, al momento, in linea con lo scenario meno pessimistico delineato all’inizio dell’emergenza sanitaria per l’intero 2020. Scenario che prevede una riduzione degli scambi in misura del 13% sull’anno precedente.

“Si tratta di previsioni da prendere con molta cautela – sottolinea Brondelli – perché la situazione resta incerta a livello sanitario e sotto il profilo del potenziale impatto sulla ripresa economica. Resta il fatto, messo in evidenza dal WTO, che gli ordini di esportazione e il movimento dei container sono in ripresa. Dobbiamo essere pronti a cogliere tutte le occasioni per la ripartenza delle esportazioni agroalimentari italiane”.

“Nel 2019 – aggiunge il Presidente provinciale di Confagricoltura – le esportazioni agroalimentari della Spagna sono ammontate a oltre 53 miliardi di euro. Raggiungere gli stessi livelli è assolutamente alla nostra portata. Lo scarto da colmare è di circa 9 miliardi. A questo riguardo, risulterebbe di grande importanza la conclusione di un accordo di libero scambio con il Regno Unito”.

“Un altro passaggio di rilievo sarebbe la fine del contenzioso tra Unione europea e Stati Uniti sugli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing – conclude Brondelli – per eliminare i dazi aggiuntivi che dall’ottobre dello scorso anno gravano sulle nostre esportazioni di formaggi, salumi, agrumi e liquori, destinate al mercato statunitense per un controvalore di circa 500 milioni di euro”.




Il Piemonte si prepara alla vendemmia. Confagricoltura: produzione sana e abbondante, qualità elevata

Il prossimo mese sarà cruciale per l’esito della vendemmia. “Confagricoltura Piemonte – dichiara il direttore regionale dell’organizzazione Ercole Zuccaro – con una rete di 40 tecnici sul territorio sta seguendo l’evoluzione dell’annata che per il momento si presenta molto buona, con punte di eccellenza: il quantitativo di uva che sta giungendo a maturazione è nella media, paragonabile al 2018, ma in aumento del 10% circa sulla campagna 2019, decisamente scarsa dal punto di vista produttivo.

La qualità delle uve è buona e le gradazioni dovrebbero essere in aumento rispetto a quelle dello scorso anno”.

Le date di vendemmia

“Le prossime quattro settimane – afferma Alessandro Bottallo, esperto vitivinicolo della Confagricoltura di Alba – saranno fondamentali per capire come si presenteranno i grandi rossi del Piemonte. A partire dalla seconda decade di agosto – chiarisce Bottallo – intensificheremo i prelievi di uve nei vigneti perseguire le curve di maturazione e consigliare ai viticoltori il periodo migliore per avviare lo stacco dei grappoli, quando l’equilibrio acidi zuccheri avrà raggiunto il suo punto ottimale. Pur essendo molto cauti nelle previsioni possiamo esprimere una valutazione moderatamente ottimistica. Se l’andamento climatico ci accompagnerà la vendemmia 2020 potrà riservarci grandi soddisfazioni”.

Le prime uve a essere vendemmiate – spiegano i tecnici di Confagricoltura – saranno pinot nero e chardonnay per la produzione dello spumante a denominazione d’origine controllata e garantita Alta Langa: la raccolta partirà attorno al 22 – 23 di agosto, nei vigneti con le migliori esposizioni. Per fine mese è previsto l’avvio della raccolta delle uve moscato per la produzione di Moscato d’Asti e Asti a denominazione d’origine controllata e garantita.

Nell’Acquese e nell’Astigiano, anche a causa di alcune grandinate, la produzione di uva moscato è data in leggero calo rispetto allo scorso anno, mentre in provincia di Cuneo il raccolto si presenta con un livello soddisfacente.
Subito dopo il moscato sarà la volta delle uve brachetto per la produzione di Acqui docg.

Attorno al 10 settembre, tempo permettendo, dovrebbe iniziare la raccolta delle uve dolcetto: qualora le temperature notturne dovessero però scendere sensibilmente verso la fine del mese di agosto la raccolta potrebbe essere anticipata di qualche giorno, per evitare problemi di cascola. Il vitigno dolcetto, infatti, a maturazione medio precoce, quando la fase di completamento del grappolo avviene molto

celermente, accompagnata da importanti escursioni termiche, va soggetto a un fenomeno di caduta degli acini; per questo motivo i viticoltori potrebbero decidere di anticipare di qualche giorno lo stacco dei grappoli.
Verso metà settembre, o più probabilmente all’inizio della terza decade del mese, è previsto l’avvio della raccolta delle uve cortese per la produzione di Cortese dell’Alto Monferrato doc e di Gavi docg: il vitigno a bacca bianca è tra i più tardivi nella maturazione e i viticoltori, per la produzione di vini fermi, preferiscono non anticipare troppo la raccolta per consentire all’uva di sprigionare tutte le proprie caratteristiche.

Nello stesso periodo è prevista la vendemmia dell’Erbaluce in Canavese: la raccolta, per la produzione di vino spumante metodo classico, verrà probabilmente anticipata di una settimana, mentre le uve destinate al Passito di Caluso docg non verranno staccate prima della metà di ottobre.

Per quanto riguarda le uve per la produzione di vini rossi la vendemmia inizierà attorno al 20 settembre per l’uva barbera, per proseguire con i nebbioli, in Roero, Langa e nell’Alto Piemonte, verso la fine del mese.

L’annata 2020

L’annata – chiarisce Confagricoltura Piemonte – era iniziata con abbondanti piogge in primavera. A seguire il caldo ha fatto partire velocemente il germogliamento delle viti: oggi l’anticipo vegetativo, rispetto all’anno scorso, è di circa una settimana.
Il maltempo primaverile, con un’elevata umidità, ha impegnato non poco gli agricoltori a contenere peronospora e oidio. Oggi le uve si presentano in buone- ottime condizioni sanitarie e le produzioni di alcune varietà, che potrebbero rivelarsi abbondanti, unite alla riduzione dei volumi commercializzati a causa del mercato non favorevole per la pandemia, stanno orientando più di un consorzio di tutela (organismi espressione di produttori, vinificatori e imbottigliatori) a valutare l’opportunità di attivare la “riserva vendemmiale”. Si tratta, spiegano i tecnici di Confagricoltura, di tenere da parte un certo quantitativo della produzione per renderlo disponibile qualora si aprissero interessanti sbocchi commerciali.

“Una delle preoccupazioni che angustiano i viticoltori in questo periodo, aldilà delle condizioni climatiche, è quello della raccolta, in quanto – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – a causa del delle misure sanitarie imposte e della scarsa presenza di lavoratori extracomunitari sul nostro territorio, potrebbero esserci difficoltà a reperire manodopera per la raccolta, soprattutto se le operazioni dovessero concentrarsi in pochi giorni per avversità meteorologiche”.

I NUMERI DEL VINO PIEMONTESE

 

10.862 aziende viticole
41.800 ettari di vigneto
20 vini docg e 41 vini doc
2,4 milioni di ettolitri di vino (produzione stimata annata 2020) per volume complessivo di 320 milioni di bottiglie

54 cantine cooperative con circa 12.000 soci
280 imprese industriali produttrici di vini e distillati con circa 3.300 addetti
14 consorzi di tutela
Export vini piemontesi: circa 195 milioni di bottiglie (60% della produzione) per un valore stimato di 1 miliardo di euro (22% del valore complessivo dell’export agroalimentare piemontese)

Elaborazioni Confagricoltura su dati Regione Piemonte




Confartigianato Piemonte e Cuneo: “Occorre chiarezza sulle norme per la sanificazione”

Confartigianato Piemonte e Confartigianato Cuneo denunciano una situazione caotica che rischia di danneggiare le imprese di pulizia: «Le norme attuali per la sanificazione degli ambienti confinati, anziché produrre benefici generano confusione, rischiando di vanificare gli effetti del credito d’imposta e sottraendo lavoro alle imprese di pulizia».

La ripartenza delle attività produttive dopo il lockdown ha imposto, come noto, interventi di pulizia e disinfezione degli ambienti confinati, sia per prevenire il rischio di contagio, sia per sanificare i locali ove si sono verificati casi di covid-19. Il ruolo delle imprese di pulizia appare quindi fondamentale per garantire condizioni di sicurezza all’operatività di imprese, negozi e abitazioni.

«Ma un uso improprio dei termini utilizzati dai vari provvedimenti governativi – dichiarano Giorgio Felici e Luca Crosetto, rispettivamente presidente regionale e provinciale di Confartigianato – rischia di creare confusione tra le imprese professionali della pulizia e di vanificare lo strumento del credito d’imposta studiato apposta per incentivare gli interventi di pulizia e disinfezione».

«Il problema – evidenziano dall’Associazione di categoria – sta proprio nell’uso scorretto del termine “sanificazione” nei vari documenti del Ministero della Salute e nei vari Protocolli anti-contagio da Covid-19, termine che essendo usato in luogo dei termini di “pulizia e disinfezione” – che appunto descrivono la sanificazione quali operazioni necessarie e sufficienti ai fini dell’eliminazione del Covíd-19 – inducono molte aziende, clienti delle imprese di pulizia, a ritenere che occorra rivolgersi unicamente a imprese che abbiano in visura camerale la lettera “e” di cui al DM 274 del 7/07/1997 articolo 1, vale a dire le imprese abilitate alla sanificazione. Scelta che è influenzata anche dal timore di perdere il credito d’imposta previsto dall’articolo 125 del DL 19 maggio 2020 n. 34, convertito nella legge 17 luglio 2020, n. 77».

«Permanendo questa situazione – commentano Felici e Crosetto – si rischia di mettere fuori mercato buona parte delle imprese di pulizia che tuttavia hanno i requisiti e le qualifiche per intervenire in maniera accurata sulla messa in sicurezza dei luoghi di lavoro dal rischio di contagio. Inoltre, tale situazione rischia anche di rendere nei fatti inapplicabili i Protocolli anticontagio Covid-19 in quanto le aziende che hanno necessità degli interventi di pulizia e disinfezione hanno difficoltà a trovare l’impresa a cui rivolgersi poiché la stragrande maggioranza delle aziende che operano in questo mercato sono imprese di pulizia e disinfezione (circa il 90%), mentre le imprese abilitate alla sanificazione rappresentano una quota inferiore al 10%».

«Abbiamo chiesto al Ministero della Salute – concludono da Confartigianato – un intervento chiarificatore che dica sostanzialmente che gli interventi di contrasto e di contenimento alla diffusione del Covid-19 sono svolti da imprese di pulizia in possesso delle abilitazioni riconducibili alla lettere “a” e “b” del DM 274/97 (pulizia e disinfezione). Ora attendiamo una risposta formale».




Confagricoltura: “Il Piemonte potrà valorizzare i vini di montagna di cui la nostra regione è ricca”

La viticoltura eroica potrà godere di specifiche risorse finanziarie per realizzare gli interventi conduzione del vigneto con pratiche tipiche del territorio, quali il consolidamento delle strutture con tecniche tradizionali (muretti a secco, ciglioni); l’utilizzo di vitigni autoctoni, la valorizzazione, promozione e pubblicità delle uve e dei vini riconducibili alla “viticoltura eroica o storica” anche attraverso l’uso di un marchio nazionale: lo prevede – chiarisce Confagricoltura – il Decreto n. 6899 del 30 giugno 2020 pubblicato sul sito del Ministero delle Politiche Agricole, relativo alla “salvaguardia dei vigneti storici ed eroici” in attuazione della Legge n. 238 del 2016, cosiddetto Testo Unico del Vino.

Ci auguriamo che il provvedimento possa presto trovare attuazione – dichiara il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaroe contribuire alla valorizzazione di un prezioso patrimonio produttivo, ambientale e culturale, quale per esempio quello dei sorì del Moscato e dei tanti vigneti delle vallate alpine e appenniniche piemontesi”.

Il Piemonte – come evidenzia Confagricoltura – è ricco di questi vigneti, coltivati con enormi sacrifici in aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico e di particolare pregio paesaggistico, storico e ambientale.

La superficie complessiva di questi vigneti è superiore a 3.300 ettari (su un totale di superficie vitata regionale di circa 44.000 ettari), in grado di offrire una produzione annua di oltre 25 milioni di bottiglie di vini prevalentemente a denominazione d’origine controllata e controllata e garantita. I vigneti eroici, per esempio, sono diffusi tra le denominazioni Moscato d’Asti, Dolcetto d’Ovada, Pinerolese, Valsusa, Caluso, Carema, Canavese, Alta Langa, Colline Saluzzesi.

Il decreto – spiega Confagricoltura – individua i vigneti eroici in base al possesso di almeno un requisito fra: pendenza del terreno superiore a 30%; altitudine media superiore ai 500 metri sul livello del mare ad esclusione dei vigneti situati su altopiano; sistemazioni degli impianti viticoli su terrazze e gradoni.

Sono inoltre tutelati i vigneti storici, la cui presenza è segnalata in una determinata superficie/particella in data antecedente al 1960 e la cui coltivazione è caratterizzata dall’impiego di pratiche e tecniche tradizionali legati ad ambienti fisici e climatici locali che mostrano forti legami con i sistemi sociali ed economici, coltivati con l’utilizzo di forme di allevamento storiche legate al luogo di produzione o presenza di sistemazioni idrauliche-agrarie storiche o di particolare pregio paesaggistico.

 

 




Agrinsieme: contributi agricoli obbligatori, la tardiva emanazione del DM ha creato notevoli disagi per pagamento prima rata 2020

In prossimità della scadenza del 16 luglio 2020, termine ultimo per il pagamento della prima rata dei contributi agricoli obbligatori a carico di coltivatori diretti, coloni, mezzadri e imprenditori agricoli professionali dovuti per l’anno 2020, moltissimi operatori lamentano forti disagi legati all’espletamento delle pratiche; tali problematiche sono dovute, in particolare, ai ritardi nell’emanazione del decreto ministeriale recante i criteri per la definizione dei contributi obbligatori, che hanno fatto conseguentemente slittare la predisposizione sul portale INPS dei modelli F24 con causale LAA (lavoratori agricoli autonomi) per i pagamenti”.

Lo sottolinea il coordinamento di Agrinsieme, che riunisceCia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, che ha scritto alle istituzioni competenti per chiedere una proroga del termine suddetto.

“La ristrettezza delle tempistiche – spiega il presidente di Confagricoltura Alessandria e componente della Giunta nazionale di Confagricoltura, Luca Brondelli di Brondello – unita a diverse problematiche di carattere tecnico, quali interruzioni di servizio del sistema, sta creando non poche difficoltà nei processi legati al controllo e alla stampa del modello necessario alla predisposizione della prima rata dei contributi LAA entro il termine del 16 luglio”.

“Da più parti del Paese, inoltre, ci giungono segnalazioni di ulteriori difficoltà legate alla stampa dei documenti necessari e al conseguente invio al pagamento entro il termine indicato, a causa dell’enorme afflusso di utenti all’interno del portale, anch’esso dovuto ai ritardi nell’emanazione del decreto ministeriale” aggiunge Brondelli.

“Alla luce di quanto esposto, riteniamo di grande importanza accordare una congrua proroga così da permettere alle nostre sedi di effettuare gli adempimenti previdenziali e contributivi previsti senza dover gravare in modo oneroso sulle aziende; nell’impossibilità di arrivare a una soluzione di questo tipo, chiediamo in subordine di non applicare sanzioni in caso di ritardo nei pagamenti” conclude il presidente di Confagricoltura Alessandria Brondelli.




Bando Confagricoltura e JTI Italia: 70 mila euro per finanziare progetti di agricoltura sociale e di valore

Parte “Agro-Social: seminiamo valore”, il nuovo programma di Confagricoltura, in collaborazione con JTI Italia (Japan Tobacco International), che mette al centro l’agricoltura e le aziende agricole, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di attività imprenditoriali di crescita sostenibile dei territori, incentivando progetti di inserimento sociale e lavorativo dei soggetti più deboli.

“L’Italia – ha ricordato Francesco Postorino, direttore generale di Confagricoltura – è leader in Europa per l’agricoltura sociale. La nostra Organizzazione vi ha sempre creduto e, soprattutto nella difficile fase di ripartenza dell’Italia, è convinta della necessità di investire, assecondando questo modello di sviluppo economico e sociale del settore, virtuoso e competitivo, che permette di applicare le politiche del welfare in ambito territoriale, integrandole perfettamente con la produttività e la salute”.

“Siamo molto orgogliosi di supportare un progetto che racchiude tre anime chiave per JTI: sostenibilità ambientale, sociale e agricola”, ha spiegato Lorenzo Fronteddu, direttore Corporate Affairs&Communications di JTI Italia.

“Stiamo vivendo un cambio di paradigma in cui l’innovazione e la sostenibilità possono essere la chiave per programmare la ripartenza economica del Paese e siamo felici di poter valorizzare la creatività e l’imprenditorialità delle piccole realtà che lavorano a stretto contatto con il territorio e le comunità locali. Come JTI crediamo nelle risorse e nelle potenzialità di ognuno di prendere parte alla costruzione del domani, partendo dalla consapevolezza che lavorare per creare una sociaetà inclusiva significa contribuire ad una società piu’ forte e resiliente, capave di adattarsi alle sfide contemporanee”

Questa prima edizione del concorso premierà, rispettivamente con 40 mila e 30 mila euro, due progetti capaci di coniugare sostenibilità e innovazione in quattro regioni: Veneto, Toscana, Umbria e Campania. Il bando è rivolto non solo alle aziende agricole, ma anche ad imprese sociali, fondazioni, start-up innovative e soggetti interessati all’agricoltura sociale, per offrire sempre maggiori opportunità alle iniziative capaci di creare nuovi modelli di sviluppo nelle comunità rurali locali.

Per partecipare è sufficiente inviare all’indirizzo di posta elettronica , entro e non oltre la mezzanotte dell’11.09.2020, la propria idea progettuale in forma schematica, specificando cosa si intende realizzare e a chi è rivolto il progetto. Ulteriori informazioni e il bando completo sono consultabili sul sito