I prestiti ISMEA passano da 25 a 30.000 euro

Con la conversione in legge del “decreto liquidità” (legge 40/2020) sono stati apportati correttivi al sistema dei prestiti agevolati per le imprese agricole colpite dalla pandemia di Covid-19 volti ad ampliare la portata della misura che prevede una copertura al 100% del Fondo ISMEA per finanziamenti fino a 25mila euro.

Più precisamente:
– il limite di 25.000 euro è elevato a 30.000 euro;
– la durata è stata allungata da 6 a 10 anni;
– è previsto che l’ammontare del finanziamento possa essere parametrato, alternativamente, al 25% del fatturato o al doppio della spesa salariale;
– la garanzia al 100% è altresì concessa in favore di beneficiari finali che presentano esposizioni che, anche prima del 31 gennaio 2020, sono state classificate come inadempienze probabili o esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate, a condizione che le predette esposizioni alla data della richiesta del finanziamento non siano più classificabili come esposizioni deteriorate. La disposizione si applica a tutte le richieste di garanzia pervenute dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto liquidità (7 giugno 2020).

I nuovi modelli per le domande sono disponibili sul portale L25 e sul sito dell’ISMEA




Confagricoltura, Giansanti: per l’emergenza Covid l’Unione europea deve fare di più

Via libera, ieri a Bruxelles, a una proposta di regolamento che consente agli Stati membri di utilizzare, per la gestione dell’emergenza Coronavirus, le risorse finanziarie non ancora impegnate nell’ambito del Fondo europeo per lo sviluppo rurale.

“Prendiamo atto della decisione, ma la nostra posizione non cambia. La risposta della UE per limitare le conseguenze economiche della pandemia sul settore agricolo resta vistosamente inadeguata – commenta il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Ringraziamo il Parlamento europeo per il lavoro svolto al fine di migliorare il progetto iniziale della Commissione, ma dobbiamo rilevare che le risorse finanziarie restano invariate. Non sono stati mobilitati fondi aggiuntivi. All’atto pratico, è stata data agli Stati membri la facoltà di modificare la destinazione di fondi già messi a disposizione dall’Unione”.

Stando alle cifre diffuse dall’Europarlamento, in Italia potranno essere nel complesso riassegnati circa 420 milioni di euro. Una somma insufficiente, basti ricordare – per esempio – che solo per gli aiuti al reddito degli agricoltori gli Stati Uniti hanno disposto uno stanziamento straordinario di 16 miliardi di dollari.

C’è poi un altro aspetto da sottolineare. Non potranno, di fatto, beneficiare del nuovo regolamento varato a Bruxelles le imprese agricole localizzate nelle regioni che hanno impegnato puntualmente i fondi per lo sviluppo rurale. E, quindi, non ci sono risorse finanziarie da rimodulare. E’ una situazione che lascia perplessi, perché sarebbe penalizzata l’efficienza amministrativa.

“Da parte nostra, continueremo a premere sulle Istituzioni dell’Unione per aumentare i fondi della Ue per l’emergenza Coronavirus che restano fermi a circa 80 milioni di euro” – conclude Giansanti.

Nonostante la fine del lockdown, la riapertura delle frontiere e del canale HoReCa, l’impatto economico della pandemia continuerà a farsi sentire almeno fino alla fine dell’anno. Ecco perché va rafforzata l’azione in chiave europea in termini di risorse e strumenti. Il ricorso agli aiuti pubblici differenziati a livello nazionale, se prolungato nel tempo, contrasta con i principi del mercato unico.




Aperto il bando di Confagricoltura, in palio tre premi da 40mila euro

Sono aperte le iscrizioni alla quinta edizione del bando “Coltiviamo Agricoltura Sociale”, promosso da Confagricoltura con la Onlus Senior – L’Età della Saggezza e Reale Foundation (la fondazione corporate di Reale Group), in collaborazione con la Rete Fattorie Sociali e l’Università di Roma Tor Vergata.

Il bando mette in palio tre premi da 40.000 euro ciascuno, a copertura totale dei costi, per altrettanti progetti innovativi di Agricoltura Sociale. La scadenza per la presentazione dei progetti è fissata al 15 ottobre 2020. Tutte le informazioni e i dettagli relativi al bando sono disponibili sul sito

“Nei primi quattro anni il bando ha raccolto centinaia di proposte progettuali, a conferma della crescita del comparto e della capacità di dare risposte concrete a esigenze reali, dialogando attivamente con interlocutori pubblici e privati – spiegano da Confagricoltura Cuneo -. A testimoniare l’importanza della formazione in questo settore, ai tre progetti selezionati sarà assegnata una borsa di studio per la frequenza del Master di Agricoltura Sociale all’Università di Roma Tor Vergata da parte del vincitore o da una persona direttamente collegata al progetto o all’organizzazione vincente indicata dal vincitore stesso”.

Al bando possono partecipare imprenditori agricoli e cooperative sociali o associazioni di più soggetti, a patto che il capofila sia uno delle prime due categorie, con progetti dedicati a minori e giovani in condizione di disagio sociale, anziani, disabili, immigrati che godano dello stato di rifugiato o richiedenti asilo.

Le proposte devono riguardare una o più delle seguenti aree:

  • l’inserimento socio- lavorativo di persone con disabilità o svantaggiate e di minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione e sostegno sociale;
  • le prestazioni e le attività sociali di servizio per le comunità locali che utilizzino le risorse dell’agricoltura per sviluppare le capacità delle persone;
  • i servizi a supporto delle terapie mediche, psicologiche riabilitative;
  • l’educazione ambientale e alimentare, la salvaguardia della biodiversità, la conoscenza del territorio mediante le fattorie sociali e didattiche.

Per la selezione dei vincitori sono previste due fasi distinte: una votazione on line e una valutazione di merito. I 30 progetti che avranno ottenuto il maggior numero di preferenze accederanno alla fase di valutazione da parte di una Commissione di esperti.

Il bando mira a promuovere tutte le idee innovative di Agricoltura Sociale dando spazio alla società civile coinvolgendola nella votazione. Resta ferma l’assegnazione di un punteggio aggiuntivo per i tre progetti più votati che andrà a sommarsi alla valutazione di merito espressa dalla Commissione di esperti.




Nel 2020 l’export agroalimentare nella UE partito bene, ma rallentato dalla pandemia

Senza l’emergenza Covid l’export del ‘made in Italy’ agroalimentare verso i Paesi UE sarebbe aumentato in modo rilevante nel 2020. E’ quanto emerge da un rapporto del Centro studi di Confagricoltura che evidenzia un aumento del 4% nel mese di gennaio e del 10% in febbraio. Crescita, purtroppo, annullata da un -10% registrato in marzo, quando la pandemia si è diffusa in tutta l’Europa, con le conseguenti restrizioni agli spostamenti delle persone e alla chiusura delle attività di ristorazione, caffetteria e ospitalità turistica.

Prendendo in considerazione i prodotti agricoli e dell’industria alimentare più esportati verso i Paesi dell’Unione Europea, il rapporto del Centro studi di Confagricoltura indica sensibili differenze per prodotto e per mese nel primo trimestre del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019. Emblematico il caso dell’olio d’oliva, che scende del 6% a gennaio, del 16% a febbraio per riguadagnare il 2,4% a marzo. Per formaggi e latticini dal +6,6% di gennaio si passa al +7,7 di febbraio, per arrivare un -16% in marzo.

Sono evidenti, in termini di export, le conseguenze dell’emergenza Coronavirus soprattutto per le limitazioni agli spostamenti internazionali delle persone, fra cui la manodopera agricola stagionale, indispensabile per la raccolta dei prodotti, le restrizioni alle attività del settore Ho.Re.Ca, le modifiche della domanda di prodotti agroalimentari conseguenti ai provvedimenti di lockdown.

Nel mese di marzo infatti, quando gli effetti della pandemia CoViD-19 si sono estesi a un maggior numero di Paesi UE, su 15 categorie di prodotti ben 10 hanno segnato un andamento negativo del valore dell’export rispetto a marzo 2019 e, di queste, 8 presentano decrementi superiori al 10%, con il massimo di -47% per i fiori e le piante (tabella 5c). Ma, evidenzia lo studio, non tutti i settori produttivi hanno risentito nello stesso modo della pandemia: hanno tenuto, ad esempio, riso e cereali (+9,6% a gennaio, + 24,1% a febbraio e +13,3% a marzo) e salumi (+ 12,1%, +14,6 e +9,2).

Il trimestre gennaio-marzo (tabella 6) si chiude con una crescita del valore dell’export di solo un milione di euro (4.859 contro 4.858 milioni), con 7 settori produttivi in crescita, 4 con variazioni (negative o positive) inferiori allo 0,5%, 4 in sensibile flessione. Fra questi ultimi, mette in evidenza il rapporto di Confagricoltura, è particolarmente rilevante la crisi dell’esportazione dei prodotti florovivaistici, che segna -15% a causa del quasi dimezzamento registrato in marzo (-47%).

Questi dati, conclude il rapporto dell’ufficio studi di Confagricoltura, pur consentendo alcune prime valutazioni dell’effetto della pandemia di Coronavirus sul settore agroalimentare, non permettono di individuare, nemmeno per i prossimi mesi, chiari segnali di tendenza, perché siamo di fronte ad un contesto incerto e in costante cambiamento.




Confagricoltura Piemonte chiede di sostenere i giovani agricoltori

La crisi che si generando a causa dell’emergenza COVID-19 corre il rischio, secondo le stime dei più autorevoli centri di ricerca economica, di provocare un calo del prodotto interno lordo del 19% e un’esplosione della disoccupazione che per fine anno è prevista attorno al 9%.

Sono dati preoccupanti – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasiache devono indurci a individuare misure straordinarie per favorire nuove opportunità di lavoro. È per questo che torniamo a chiedere alla Regione di utilizzare le economie che si stanno generando nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale per finanziare tutte le domande in graduatoria dei giovani che hanno aderito al bando 4.2.1 dell’anno 2016 relativo agli investimenti aziendali”.

Confagricoltura ritiene che con le economie che si realizzeranno occorrerà finanziare questi progetti, richiesti da giovani con aziende caratterizzate da una potenziale ottimale dimensione economica. “Si tratta di investimenti in larga parte già realizzati in autofinanziamento – sottolinea Allasia – e perciò immediatamente collaudabili e pagabili, che determinerebbero tra l’altro un rapido incremento delle performance di spesa del PSR”.

 

 

 

 

 




Confagricoltura: “Agroalimentare in forte difficoltà, la Regione ci aiuti”

Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia ha scritto una lettera al presidente della Giunta regionale Alberto Cirio e all’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa per segnalare una serie di problematiche causate dalla diffusione del Coronavirus.

Apprezziamo tutti gli interventi che la Regione ha già adottato – scrive Enrico Allasia – e chiediamo un ulteriore sostegno per contribuire ad alleviare le gravi difficoltà che stanno vivendo le imprese del territorio” .

Il problema che tra qualche settimana ci troveremo ad affrontare in misura preponderante – precisa Confagricoltura – sarà quello delle operazioni colturali nei vigneti, nei frutteti e negli orti. Lavorazioni che, per ovvi motivi, non possono essere procrastinate e che richiedono di un notevole apporto di manodopera. Già attualmente le imprese specializzate nella fornitura di servizi “chiavi in mano” per le operazioni colturali lamentano l’indisponibilità di personale da dedicare a questo tipo di attività, mentre si prospettano difficoltà significative, per non dire insormontabili, per quanto riguarda il reperimento di manodopera straniera. Occorrerà perciò individuare modalità di superamento della situazione, anche tramite la concessione di deroghe specifiche, pur nel pieno rispetto delle indicazioni sanitarie vigenti, per far sì che si possano garantire le operazioni colturali in campo.

La situazione del comparto latte è problematica. I caseifici e le industrie di trasformazione oggi ritirano con difficoltà il latte prodotto, proponendo agli allevatori un abbassamento dei prezzi e suggerendo loro di ridurre la produzione. Com’è comprensibile non si può pretendere di limitare in modo netto come richiesto da talune industrie  (indicativamente del 30%) la produzione di latte delle mandrie senza ricorrere ad abbattimenti selettivi, rischiando così di distruggere un patrimonio zootecnico che nella maggior parte dei casi è di alta genealogia e di grande qualità. Confagricoltura chiede che la Regione sensibilizzi l’industria di trasformazione per favorire il ritiro di latte italiano, materia prima di cui il nostro Paese è fortemente deficitaria, e incentivando la destinazione del prodotto eventualmente in eccesso alla trasformazione in latte in polvere.

Sono in crisi anche le attività agrituristiche, gli enoturismi e le fattorie didattiche: quest’ultime, sia per il blocco delle scuole, sia per le restrizioni che sono state poste alla mobilità delle persone, hanno dovuto sospendere l’attività, con significativi danni.

Anche il comparto florovivaistico subisce pesantemente la crisi. L’emergenza ha costretto i garden center agricoli a chiudere il punto vendita e anche le attività di manutenzione del verde sono pressoché bloccate. Le imprese devono però continuare a coltivare le piante, accudendole quotidianamente, altrimenti rischiano di perdere tutto, anche se si teme che alla fine saranno costrette a svendere i loro prodotti.

Il comparto enologico regista gravi difficoltà a livello commerciale. Il mercato nazionale è praticamente fermo, mentre le esportazioni sono pressoché bloccate. Le attività produttive, in vigneto e in cantina, devono continuare e ben presto le imprese si troveranno in estrema difficoltà, a causa della mancanza di liquidità, nel pagamento delle forniture, dei servizi, dei salari e degli stipendi.

Confagricoltura ha invitato la Regione ad attivarsi prontamente nei confronti del sistema bancario per agevolare e velocizzare al massimo le richieste di moratoria sui mutui e prestiti in corso, così come sugli affidamenti in essere, per far sì che le imprese abbiano a disposizione in tempi rapidi e con il minor aggravio burocratico i benefici previsti dall’accordo ABI – Associazioni di categoria.

Infine, consapevoli della sensibilità dei nostri amministratori – dichiara Enrico Allasia – invitiamo la Regione a voler sospendere il pagamento di tutti i tributi e le tasse di propria competenza, suggerendo alle Province e le Amministrazioni locali a fare altrettanto, per dar modo alle imprese di intervenire, prioritariamente, con il pagamento dei salari e degli stipendi al personale dipendente”.




Al via “Fields”, il più grande progetto formativo europeo per l’agroalimentare

L’Italia si è aggiudicata il coordinamento di “Fields”, l’agenda e la strategia formativa degli agricoltori europei in materia di digitale, bioeconomia e sostenibilità.

Il progetto, coordinato da Confagricoltura e dall’Università di Torino, conta 30 partner di 12 Paesi europei. La prima plenaria si è svolta oggi a Torino presso la l’aula magna Cavallerizza reale dell’ateneo torinese.

“Fields” – ha spiegato Daniele Rossi, delegato di Confagricoltura e presidente della Ricerca ed Innovazione del Copa Cogeca a Bruxelles – è un erasmus plus da 4 milioni di euro dedicato alla formazione avanzata degli imprenditori agricoli europei in materia di sostenibilità, bioeconomia circolare e digitalizzazione.

Per affrontare le sfide del futuro e restare competitivi – ha osservato il prof. Remigio Berruto del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Disafa) dell’Università di Torino – si deve innovare con maggiore coraggio nelle competenze imprenditoriali, nei contenuti e nei metodi formativi in tutta Europa. In questo senso l’impegno per una progettazione formativa innovativa, a livello europeo.

“Fields” si occuperà della definizione delle nuove competenze richieste all’ imprenditoria agroalimentare europea per restare competitiva ed affrontare le sfide del futuro globale, dal climate change alla circolarità, dalla nutrizione personale alla gestione delle risorse naturali.

Verrà elaborato un database delle principali 90 Agenzie educative, un profilo curriculare delle 10 nuove occupazioni prioritarie in Europa, 4 moduli formativi  completi in 7 differenti lingue; verranno quindi preparati 102 docenti formatori, coinvolte 140 organizzazioni professionali e la piattaforma formativa sarà indirizzata a 20 mila utenti.

Quello che viene posto in essere – ha concluso Confagricoltura – è un grande impegno europeo che punta sulla condivisione di una strategia e di un’agenda europea per i prossimi sette anni di programmazione 2021–2027, nell’ottica del quadro politico europeo Food 2030 e del suo piano d’azione.




USA – Cina: vigilare sulle dinamiche dei flussi commerciali

Dovremo esaminare con grande attenzione i contenuti del nuovo accordo tra Stati Uniti e Cina. Dalle anticipazioni che sono state diffuse, l’intesa potrebbe alterare i flussi e le dinamiche del mercato delle commodities agroalimentari a livello mondiale.

Lo ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a proposito dell’annuncio della Casa Bianca relativo alla firma, il 15 gennaio, della cosiddetta “fase uno” dell’accordo tra Stati Uniti e Cina.

Da parte statunitense è stato indicato che le autorità di Pechino hanno assunto l’impegno a far salire almeno fino a 40 miliardi di dollari in due anni le importazioni di prodotti agroalimentari dagli Usa.

“In pratica, le importazioni della Cina dovrebbero raddoppiare in valore rispetto ai livelli in essere fino all’avvio del contenzioso commerciale – ha sottolineato Giansanti – L’aumento andrebbe a scapito degli altri principali fornitori del mercato cinese: Unione europea, Australia, Argentina e Nuova Zelanda. Da parte nostra, invitiamo la Commissione Ue a valutare se la nuova intesa tra Stati Uniti e Cina rispetta in pieno le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) in materia di libera concorrenza”.

Confagricoltura ricorda, in particolare, le recenti vicende che hanno caratterizzato il commercio internazionale della soia.

A seguito del crollo delle esportazioni verso la Cina, gli Stati Uniti sono diventati il primo fornitore di soia del mercato europeo con un’incidenza di oltre il 70% sul totale delle importazioni. La percentuale risulta più che raddoppiata rispetto alla situazione in essere alla metà del 2018.

“Questa situazione è destinata a cambiare – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura – a seguito della nuova intesa tra Stati Uniti e Cina e la prevedibile ripresa delle esportazioni di soia statunitense verso il mercato cinese. Fino all’avvio del contenzioso commerciale, il 60% delle esportazioni complessive di soia degli Usa era destinato alla Cina”.

“Dovremo verificare con attenzione gli effetti sui prezzi della rotazione dei flussi commerciali, che sembra prossima. Inoltre, a livello europeo, occorre varare un piano straordinario per l’aumento della produzione di cereali e proteine vegetali, al fine di ridurre la dipendenza dalle importazioni dai Paesi terzi”.

Confagricoltura segnala, infine, che le importazioni cinesi di soia prodotta negli Usa sono già in ripresa. Lo scorso mese di novembre, stando ai dati del ministero dell’agricoltura di Pechino, gli acquisti sono ammontati a 2,6 milioni di tonnellate: il quantitativo mensile più elevato dall’inizio del 2018.




Maltempo, Confagricoltura: urgente un piano di prevenzione e manutenzione del territorio

Frane, smottamenti, allagamenti. L’incubo alluvione è tornato al Nord. Le sedi territoriali di Confagricoltura sono in contatto costante con le strutture per intervenire a sostegno delle aziende che stanno subendo danni enormi per le esondazioni e il dissesto idrogeologico diffuso.

In Piemonte la situazione è grave e si temono ulteriori peggioramenti: molte zone in provincia di Alessandria sono sommerse dalle esondazioni del Bormida; nel capoluogo il Tanaro è uscito e la vera piena del fiume non è ancora del tutto arrivata.

Nell’Astigiano soffrono i comuni a Sud: a Canelli, la capitale dell’Asti Spumante, è massima allerta per il Belbo, che cresce di 10 centimetri all’ora. Ma è tutta la Valle Belbo a temere quanto già vissuto nel novembre del ’94.

A Torino il Po è in piena e ha sommerso la zona dei Murazzi; nel Canavese, al confine con la Valle d’Aosta, l’elenco delle frane e degli smottamenti per lo straripamento dei rii è lunghissimo.

Confagricoltura evidenzia che in tutte le zone in cui sono stati seminati grano e orzo si è perso tutto e prima di poter riseminare, e quindi entrare nuovamente nel terreno per lavorarlo, occorrerà attendere la fine dell’inverno.

L’orticoltura conta danni al 100% per le verdure in campo, in particolare nelle province di Alessandria e Torino: cavoli, cavolfiori, spinaci, cardi sono completamente persi. Totalmente allagati i vivai, in particolare di pioppi, nelle due province e in quella di Cuneo.

In Valle d’Aosta numerose borgate sono totalmente isolate per la neve e le frane, con conseguenze anche per gli allevamenti: impossibile distribuire il latte delle stalle e altrettanto difficoltoso portare rifornimenti per il bestiame.

In Liguria un vero e proprio evento alluvionale ha colpito le province di Genova e Savona, con smottamenti, mareggiate e allagamenti. Le situazioni peggiori nell’entroterra si registrano nella Val Bormida al confine con il Piemonte.
Sulle zone costiere, per ciò che concerne l’agricoltura, intere coltivazioni e serre sono sott’acqua.

In Lombardia si attende la piena del Po e numerose aziende agricole in prossimità del fiume sono state evacuate. Il livello dei laghi alpini è altissimo e sono pertanto state aperte alcune dighe per far defluire l’acqua.

In Emilia Romagna è ancora allerta: la scorsa settimana alcuni argini non hanno tenuto, con allagamenti nelle aziende e anche nelle case. Perse le semine di frumento e le orticole. Si attende la piena del Po da domani.

“L’emergenza maltempo – commenta il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – evidenzia ancora una volta la fragilità di tutto il territorio nazionale e la necessità di intervenire non più con misure tampone, ma con piani prioritari per le popolazioni, oltre che per le aziende. Occorre rivedere i programmi di manutenzione dei corsi d’acqua per mettere in sicurezza intere aree, prevenendo ulteriori dissesti idrogeologici che causano purtroppo vittime e danni di milioni alle imprese e all’agricoltura italiana”.