Felici (Confartigianato imprese Piemonte): Per far ripartire l’economia occorre passare da interventi di carattere emergenziale a riforme strutturali

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha realizzato il compendio dei dati del primo semestre 2020 contenenti gli aspetti principali che caratterizzano il trend del comparto artigiano in Piemonte.

Le indagini trimestrali congiunturali elaborate dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte nell’ultimo trimestre 2019 e nei primi tre trimestri del 2020 sono contraddistinte da valutazioni fortemente negative a causa dell’emergenza Covid-19che ha inciso in modo pesantissimo non solo sulla situazione sanitaria, ma anche sull’andamento dell’economia.

“Come era prevedibile – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – il comparto artigiano ha risentito molto della crisi economica derivante dalla pandemia, sia dal punto di vista produttivo, sia da quello occupazionale. Per far ripartire l’economia occorre passare dagli interventi di carattere emergenziale a riforme strutturali, consentendo al sistema produttivo di riprendere a generare ricchezza ed occupazione reali”.

Alla contrazione dell’attività dovuta alla pandemia, si aggiungono i consueti ostacoli derivanti dall’eccesiva pressione fiscale, dal tempo e dal denaro perso a causa della burocrazia, dai perduranti ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni.

Il credito continua ad essere un altro punto dolente per le piccole imprese. Infatti l’analisi dei dati sui prestiti in Italia per dimensioni d’impresa evidenzia un miglioramento generalizzato, ma con un persistente ritardo delle imprese di minori dimensioni: a marzo 2020 i prestiti alle piccole imprese restano in territorio negativo, registrando un -1,6% che, pur migliore del -2,2% del dicembre 2019, è in controtendenza rispetto all’aumento dell’1,2% dei prestiti al totale delle imprese, trend che inverte il segno rispetto al -1,8% di tre mesi prima.

Per quanto riguarda le regioni in cui i prestiti alle piccole imprese sono al di sotto dello zero, i cali meno intensi nei primi tre mesi del 2020, ed in miglioramento rispetto ai tre mesi precedenti, sono: Sardegna (-0,4%), Molise e Sicilia (entrambe a -0,7%). Il calo maggiore è quello della Valle d’Aosta (-6,3%); flessioni decise, anche se in miglioramento, si registrano in Veneto (-3,7%), Marche (-3,1%) e Trento (-3,0%). In Piemonte il valore si attesta nel primo trimestre 2020 sul -1,4%, rispetto al -2,9% del trimestre precedente.

Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Regione Piemonte gli apprendisti, rispetto ai 30.515 del 2019, si attestano a 13.207 nei primi otto mesi del 2020.

In base alle più recenti risultanze dell’Osservatorio dell’Artigianato della Regione Piemonte, al 31 dicembre 2019 le imprese artigiane piemontesierano 116.425; l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte stima che nel secondo semestre dell’anno 2020 si registrerà una flessione pari a 396 unità produttive scendendo così a 116.029 (la diminuzione più sensibile, in valore assoluto, riguarda la provincia di Torino che si posiziona sulle 59.744 imprese, con una riduzione pari a 229 unità produttive).

Al 31 dicembre 2019 l’occupazionenell’artigianato nella nostra regione si posizionava sui 243.746 occupati, di cui 132.426 autonomi e 111.320 dipendenti (nel 2007 gli addetti, tra titolari e dipendenti, erano 313.533, con una perdita nel periodo considerato di 69.787 occupati, pari al 22,25%).

“Dai dati nazionali pubblicati recentemente dall’ISTAT – osserva Felici – emerge un pesante bilancio dei conti pubblici riguardanti i primi sei mesi del 2020, quattro dei quali segnati dall’emergenza Covid-19. Nel primo semestre dell’anno il PIL si è ridotto dell’11,7% rispetto allo stesso periodo del 2019, con una perdita di 94,1 miliardi di euro, pari a 520 milioni al giorno. In relazione al valore aggiunto settoriale la manifattura registra il calo più ampio, con un valore aggiunto diminuito del 18,8% rispetto all’anno precedente. Le costruzioni fanno registrare un calo del 16,3%, mentre per i servizi si riscontra una flessione del -9,8%.

“In uno scenario problematico e segnato da un’emergenza sanitaria ed economica ben lungi dall’essere superate – conclude Felici – per la ripresa del nostro sistema produttivo è indispensabile un utilizzo delle risorse a sostegno dell’economia reale e non solo vincolato a pittoresche variazioni sul “green” e sul “digitale”.

 

 




Confartigianato: la zona di Alba ha premiato la Fedeltà Associativa

Si è svolta domenica 18 ottobre, ad Alba, presso il palazzo Congressi “G. Morra” di piazza Medford, la tradizionale cerimonia di conferimento degli Attestati di Fedeltà Associativa agli Artigiani.

L’iniziativa, organizzata dalla Confartigianato Cuneo – Zona di Alba, ha inteso sottolineare il valore dell’imprenditoria locale sul territorio ed il senso di appartenenza all’Associazione da parte del mondo produttivo fossanese.

Momento “clou” della manifestazione è stata la firma del patto di amicizia suggellato tra Confartigianato Cuneo e Alba, rappresentati dal presidente territoriale Luca Crosetto e dal presidente albese Daniele Casetta, e Confartigianato Bergamo, quest’ultima rappresentata dal presidente Giacinto Giambellini e dal direttore Stefano Maroni.

Un accordo da cui scaturiranno nuove iniziative promozionali a sostegno dell’artigianato di qualità. D’altra parte, Bergamo è città creativa Unesco, così come Alba, entrambe per il settore gastronomia, che ben si lega al progetto “Creatori d’Eccellenza” lanciato da Confartigianato Cuneo.

Una presenza, quella di Bergamo, anche simbolo di resistenza in questo frangente pandemico, introdotta da un toccante filmato che testimonia l’impegno e la solidarietà dimostrata nel periodo di lockdown dagli artigiani bergamaschi, i quali in una sola settimana riuscirono ad allestire un ospedale Covid, in una delle zone 

Dopo i saluti introduttivi del presidente di Confartigianato- zona di Alba Daniele Casetta, della vice presidente territoriale Daniela Balestra e del vice presidente nazionale, Domenico Massimino, la parola è passata al sindaco di Alba Carlo Bo, all’assessore al turismo Emanuele Bolla e alla presidente dell’Ente fiera Liliana Allena. Le conclusioni sono state affidate al presidente territoriale di Confartigianato Cuneo Luca Crosetto.

A seguire la consegna degli attestati di Fedeltà Associativa agli imprenditori in attività associati da 35 e 50 anni ed alle start up.

«È un appuntamento importante per la nostra Zona, – ha dichiarato Daniele Casetta, presidente di Confartigianato Cuneo – Zona di Alba – che sottolinea l’operosità e la capacità degli artigiani albesi. Si è trattato di un’occasione per confrontarsi sulla situazione economica del nostro territorio. Il sistema produttivo del nostro Paese si fonda proprio sulle piccole e medie imprese, alle quali in questo difficile momento viene chiesto di non mollare, ma rilanciare guardando al futuro con fiducia. La firma del patto di amicizia con Confartigianato Bergamo è un tassello importante che getta le basi per nuove progettualità condivise.  Non dimentichiamo, inoltre, che questo evento rappresenta anche un piacevole momento di convivialità e di riconoscimento dell’impegno degli artigiani di Langhe e Roero che riceveranno l’attestato di “Fedeltà Associativa”».

«L’iniziativa – aggiunge Luca Crosetto, presidente territoriale di Confartigianato Cuneo – vuole innanzitutto rendere omaggio a imprenditrici e imprenditori che si riconoscono nei principi della Confartigianato, costituendo la base associativa di quella che è la seconda Associazione in Italia per numero di aderenti. L’accordo con Confartigianato Bergamo poi, sancisce il buon livello di cooperazione che permea il nostro Sistema. Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di dare un segnale di speranza alle nostre imprese, progettando un futuro di iniziative comuni.  Vi è infine, il senso più profondo della “Fedeltà Associativa”: un ringraziamento verso queste imprese che, come baluardi di un’economia sana e vivace, sono rimaste a presidio del territorio, generando economie e relazioni, dando occupazione e contribuendo allo sviluppo del nostro tessuto sociale».

Elenco imprese insignite della “Fedeltà Associativa”

35 anni

PORELLO NICOLETTA di CANALE – ACCONCIATORI
BOTTINO PIETRO E C. SNC di ALBA – MECCANICA E SUBFORNITURA
SANDRINI GIANCARLO di MAGLIANO ALFIERI – MECCATRONICA
FRIGOSYSTEM SNC DI CAPPELLO FABRIZIO & C. di ALBA – TERMOIDRAULICI
LABORATORIO ODONTOPROTESICO F.LLI AGNELLI S.N.C. di ALBA – ODONTOTECNICI
ZAOTTINI OSVALDO di CORTEMILIA – ODONTOTECNICI
MALLARINO MARISA di GRINZANE CAVOUR – ACCONCIATORI
CALORIO S.N.C. DI LUCA CALORIO E C. di MONTA’ – EDILI
MARENGO DARIO di ALBA – TRASPORTO MERCI
TECNO L.A.M.A. S.N.C. DI VACCHETTA FABRIZIO & C. di ALBA – CARPENTERIA MECCANICA
STRAZZARINO GIULIO S.A.S. DI PATRIZIA STRAZZARINO & C. di NEIVE – CARPENTERIA MECCANICA
ROBINO ORESTE S.R.L. di SANTO STEFANO BELBO – RIPARAZIONE MACCHINE AGRICOLE
TRASPORTI FILIBERTO SAS DI FILIBERTO LIVIO & C. di CASTIGLIONE FALLETTO – TRASPORTO MERCI

50 anni

RAPETTI VERNICIATURA SNC DI RAPETTI BRUNO E. C. di CASTELLINALDO – VERNICIATURA
ALPI SNC DI PARUSSA MARIO E PARUSSA LUCIANO di MONTICELLO D’ALBA – PRODUZIONE IMBALLAGGI
BROVIDA PAOLO di ALBA – ACCONCIATORI
COIFFEURES ERMANNO SNC di ALBA – ACCONCIATORI

Startup

CANE DOMENICO di ALBA – TERMOIDRAULICI

MAGGIANO SIMONE di MONTEU ROERO  – EDILI

HOSPITI DI  SARA PELLERINO di GOVONE  – COMUNICAZIONE E SERVIZI INNOVATIVI

CHIC ACCONCIATURE DI CHIARA SALATIN di TREISO – ACCONCIATORI

TOSA ANDREA di ALBA – CARPENTERIA MECCANICA

ROERO GIARDINI DI LANZONE DAVIDE di CANALE – MANUTENZIONE E REALIZZAZIONE AREE VERDI

CERUTTI MASSIMILIANO CARPENTERIA METALLICA di PRALORMO  – CARPENTERIA MECCANICA




Superbonus 110%: sul web il nuovo portale di Confartigianato Cuneo
 per favorire incontro tra imprese professionisti e consumatori

Grande attenzione sta suscitando nei settori dell’edilizia e dell’installazione di impianti il Superbonus 110% varato con il DL Rilancio.

A livello nazionale, interessa una vasta platea costituita da 1 milione di imprese del sistema della casa – di cui 500 mila nelle costruzioni, 238 mila nelle attività immobiliari e 196 mila studi di architettura, di ingegneria e tecnici – con 2,3 milioni di addetti, di cui 2 milioni, pari all’87,6%, nelle micro e piccole imprese. Secondo i dati della relazione tecnica al provvedimento, il Superbonus del 110% mobilita risorse per 14 miliardi di euro fino al 2026, con una media annua di 2,3 miliardi di euro.

Cifre importanti, sulle quali convergono le aspettative di imprese e consumatori, le prime desiderose di attutire il lungo periodo di crisi, i secondi di ottenere a costi contenuti la riqualificazione energetica dei propri immobili.

A tal proposito, vista la complicata predisposizione della documentazione necessaria per l’applicazione della detrazione, Confartigianato Imprese Cuneo ha predisposto un nuovo portale Internet www.bonus-casa.eu completamente dedicato al Superbonus 110%, nel quale l’utente può facilmente reperire tutte le informazioni relative alla misura governativa, approfondirne i vari dettagli e attraverso un sistema di ricerca avanzata ottenere indicazioni di imprese e professionisti per la realizzazione dei lavori.

«In provincia di Cuneo, – sottolinea Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – le MPMI del “settore casa” sono circa il 50% del totale di imprese registrate, che attualmente ammontano a 18 mila. Confartigianato Cuneo con le sue oltre 9 mila imprese associate, rappresenta circa 4.500 aziende potenzialmente referenti del Superbonus. Una realtà economica che in questi ultimi anni ha sofferto pesantemente per la crisi e che ora può, con questo provvedimento, riprendere fiato.

La nostra Associazione, per agevolare imprese e consumatori, ha messo in campo una vera e propria task force in grado di dare ogni tipo di supporto informativo ed organizzativo. Oltre all’organizzazione di una serie di serate itineranti di approfondimento del tema, si stanno predisponendo veri e propri pacchetti di servizi “chiavi in mano” che comprendono dall’assistenza tecnico-fiscale, alla progettualità operativa, fino alla cessione del credito. Tutte queste informazioni da oggi sono rintracciabili anche sul nostro nuovo portale dedicato».

«Il 2020 sarebbe dovuto essere l’anno di rilancio per l’edilizia. – spiega Domenico Massimino, vicepresidente nazionale di Confartigianato e rappresentante territoriale area Edilizia – L’arrivo del Covid-19 invece ha accentuato le difficoltà di un settore già da alcuni anni in affanno. Il Superbonus 110% rappresenta quindi un’importante opportunità di rilancio del comparto. Tuttavia, l’applicazione della norma è molto articolata e necessita dell’intervento di professionalità e competenze specifiche per portare a buon fine la pratica. Confartigianato ha al suo interno personale altamente formato, in grado di agevolare il percorso sia alle imprese che ai committenti.

Il valore aggiunto della nostra Associazione è di seguire tutto il percorso, dall’inizio alla fine, stando vicino al committente, alle imprese artigiane associate e alle altre professionalità interessate, favorendo l’incontro tra domanda ed offerta. A questo va aggiunta un’importante e attenta consulenza riguardante lo sconto in fattura e la cessione del credito, supportata da forme di convenzione che Confartigianato ha stipulato con il sistema bancario e assicurativo».




Filiera torinese costruzioni, pronto progetto per rilancio della Val Susa

Mettere a punto un progetto di intervento sulle aree interessate dalla TAV per rilanciare l’economia della Val di Susa e di Torino.

Questo l’obiettivo che si è data la Filiera Torinese delle Costruzioni, che unisce le associazioni datoriali torinesi – Ascom, Ance, Confartigianato, Cna Costruzioni e Unione Industriale di Torino – delle oltre 15 mila imprese che operano in provincia di Torino sull’intera filiera, dai costruttori edili ai produttori di materiali da costruzione, fino ai rivenditori di materiali e gli impiantisti.

In un momento di grande difficoltà come l’attuale, riuscire a coniugare le diverse vocazioni della Val Susa con il rilancio e lo sviluppo economico del territorio diventa strategico e prioritario. Così le associazioni della filiera stanno lavorando per individuare un percorso condiviso di miglior utilizzo delle risorse provenienti dalle opere di compensazione della TAV, consapevoli che solo uno sviluppo armonico e rispettoso di ambiente e tradizioni può attivare una ripresa economica solida e con prospettive di lungo termine.

La filiera, riunitosi per la prima volta una decina di anni fa con lo scopo di individuare progetti e strategie utili al rilancio del settore duramente colpito dalla crisi finanziaria del 2008, oggi partecipa con propri rappresentanti al tavolo dell’Osservatorio per l’asse ferroviario Torino-Lione.

Per questo negli ultimi mesi si è deciso di mettere a punto un progetto di intervento e di incontrare gli assessori competenti della Regione Piemonte, Marco Gabusi e Andrea Tronzano, il prossimo 4 settembre, per condividere una prospettiva di futuro per il settore e l’avvio del percorso individuato.

 




Ripartenza, innovazione, contributi, legami con Enti e Istituzioni, 
l’Assemblea di ARPROMA guarda al futuro

Si è svolta lo scorso 18 luglio l’annuale assemblea di ARPROMA – Associazione Revisori Produttori Macchine Agricole.

Nata nel 1992 per “difendere, tutelare e valorizzare la produzione delle macchine e delle attrezzature agricole prodotte dalle aziende italiane”, ARPROMA conta oggi oltre 50 aderenti. Organizzazione di riferimento per il settore a livello nazionale per Confartigianato Imprese, l’Associazione vanta un’ampia rete di partner, tra cui ENAMA – Ente Nazionale per la Meccanizzazione Agricoltura e di CNR IMAMOTER – Consiglio nazionale di ricerca – Istituto per le macchine agricole e movimento terra. Da sempre offre un concreto supporto alle imprese attraverso un ampio ventaglio di servizi, consulenze, opportunità vantaggi.

«Il comparto della meccanizzazione agricola – spiega Luca Crosetto, presidente di ARPROMA e presidente di Confartigianato Cuneo – riveste grande importanza per la nostra economia. L’Italia è, per volumi, il secondo paese produttore di macchinari per l’agricoltura e trattrici dietro agli USA, con un fatturato che supera gli 11 miliardi di euro, di cui ben 7,5 destinati ai mercati esteri. Le imprese di questo comparto in Piemonte sono circa 250 con un fatturato di 350 milioni di euro e circa 3.500 addetti».

«Anche il nostro settore, – prosegue Crosetto – ha risentito della crisi conseguente all’emergenza Covid19. È tardata anche l’apertura di tante nostre attività, situazione poi sanata anche grazie al nostro intervento presso Politica e Istituzioni. Ora è il momento di pensare alla ripartenza, mettendo al centro la sicurezza, certo, ma soprattutto ragionando su iniziative e provvedimenti che siano di reale sostegno per le piccole e medie imprese, da sempre asse portante del sistema produttivo locale e nazionale».

Tra i temi trattati nell’assemblea, inevitabilmente, aspettative e criticità della ripartenza dopo il “lockdown” del Corona Virus. Poi, un focus sull’impatto che il PSR, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale per le aziende agricole, può avere per il settore della meccanizzazione. Infine, uno sguardo all’innovazione e ai vantaggi che le nuove tecnologie possono apportare alle macchine.

Sono interventi, tra gli altri: Amilcare Merlo, Presidente del Gruppo Merlo; Eugenio Cavallo e Renato Delmastro, CNR IMAMOTER; Andrea Coletti, presidente dell’Ente Manifestazioni di Savigliano; Giorgio Stirano, ingegnere esperto di design; Costanzo Rinaudo, Docente e Project Manager presso CEMI-Centro Europeo Modellismo Industriale- Agenform; Claudio Bogetti e Mario Perosino, funzionari Direzione Agricoltura della Regione Piemonte; Andrea Chiabrando, Direttore tecnico STA Engineering Srl; Davide Merlino, consigliere Fondazione CRC; Joseph Meineri, direttore generale Confartigianato Cuneo.

Coinvolto duranti i lavori assembleari anche il CNOS-FAP Regione Piemonte – Fossano, istituto che – anche grazie alla collaborazione con ARPROMA e Confartigianato Cuneo – è ente erogatore dell’unico corso riconosciuto a livello nazionale per “meccanici su macchine agricole”.

Il CNOS-FAP, nelle persone di Gianluca Dho (responsabile territoriale per l’area di Cuneo del CNOS-FAP), Paolo Mellano (responsabile del corso sulla meccanizzazione agricola) e Alessio Tallone (tutor del corso sulla meccanizzazione agricola), ha donato a ARPROMA e Confartigianato due “frontali” di Fiat 500 restaurati dai ragazzi frequentanti i corsi, a suggello della duratura collaborazione che lega le Associazioni e l’ente formativo. Alla realizzazione del “frontale” hanno collaborato anche Alessandro Marcon e Irene Salomone di FabLab Cuneo.

Ha concluso i lavori l’intervento di Marco Protopapa, assessore regionale all’Agricoltura e al Cibo della Regione Piemonte, collegato in videoconferenza per tutta la durata dell’assise. L’Assessore, già in passato coinvolto e informato sulle attività di ARPROMA, ha avuto modo di meglio conoscere la realtà associativa e le attività in favore delle imprese.

«Plaudo – ha commentato l’assessore Protopapa – al grande impegno di ARPROMA in favore di un settore legato indissolubilmente al comparto agricolo. Ringrazio l’Associazione per essere anche stimolo prezioso con suggerimenti e approfondimenti che riguardano la definizione dei piani attuativi del prossimo PSR e confermo fin d’ora la disponibilità regionale nel collaborare per strutturare soluzioni e progetti utili a agricoltura, meccanizzazione e territorio».




ANAP Confartigianato: “Sono oltre 16 milioni i pensionati in Italia, ma il Governo sembra ignorarli”

Si allarga la povertà tra i pensionati e i provvedimenti assunti dai Governi negli ultimi anni hanno accentuato la disparità fiscale a loro sfavore”.

È quanto ha recentemente dichiarato Guido Celaschi, Presidente nazionale dell’ANAP – Associazione Nazionale Anziani e Pensionati – di Confartigianato.
Posizione condivisa anche da Giuseppe Ambrosoli, Presidente dell’ANAP di Confartigianato Cuneo.

«La perdita del potere d’acquisto delle pensioni dovuta al ridimensionamento, quando non all’azzeramento, della rivalutazione annuale in base all’inflazione, a cui si somma l’aumento della pressione fiscale, soprattutto a livello locale, ha comportato – spiega Ambrosoli – una svalutazione dei trattamenti che arriva, secondo alcuni studi, anche al 10%. Nonostante questo, i pensionati sono stati quasi del tutto ignorati dai vari provvedimenti presi dagli ultimi Governi».

«Sono necessari dunque – continua Ambrosoli – interventi urgenti per assicurare ai pensionati un trattamento equo che permetta loro di vivere una vita dignitosa, anche perché sempre più pensionati stanno scivolando verso la condizione di povertà relativa, se non in quella assoluta».

«Non va neppure dimenticato – conclude Ambrosoli – che la pandemia ha ancor più aggravato la situazione degli anziani, che da una parte si sono trovati a sostenere maggiori spese, soprattutto sanitarie, essendo i soggetti più fragili e più colpiti dal virus, e dall’altra si sono trovati spesso a fronteggiare situazioni familiari difficili e a supportare, anche economicamente, i loro figli a cui il Covid ha ridotto gli introiti».




L’arrivo delle risorse da parte dello Stato consente al FSBA di riprendere i pagamenti

Per fare fronte al pagamento della cassa integrazione dei dipendenti sospesi dalle imprese artigiane in difficoltà per effetto del Coronavirus, dei 5 miliardi di euro complessivamente impegnati dal Governo con il primo decreto “Cura Italia” del 17 marzo scorso, al comparto artigiano erano stati riservati solo 60 milioni pur a fronte di una richiesta 1 miliardo di euro.

 

Data l’evidente insufficienza dello stanziamento, in aggiunta ai 60 milioni ricevuti, il Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato (FSBA) aveva anticipato 188 milioni di risorse proprie.

Così facendo l’articolazione regionale del Fondo aveva potuto rapidamente erogare ai lavoratori delle imprese artigiane piemontesi quasi 20 milioni di euro.

 

Il successivo 19 maggio il Governo, con il decreto “Rilancio”, ha previsto lo stanziamento di altri 765 milioni per la cassa integrazione dei dipendenti artigiani ma le risorse – o meglio una prima tranche pari a circa ¼ di quelle necessarie – sono state rese materialmente disponibili solo il 30 giugno.

 

In tutto questo frangente migliaia di nostri collaboratori cassintegrati non hanno percepito un euro.

 

Da ieri mattina l’EBAP ha immediatamente ripreso il pagamento delle casse integrazioni secondo l’ordine cronologico con cui sono state presentate le relative richieste. Il tutto sino ad esaurimento dei 9.353.831 euro oggi pervenuti. Appena disponibili ulteriori risorse, si riprenderanno immediatamente i pagamenti sino a completo esaurimento delle richieste.

 

“Il ritardo nel trasferimento delle risorse impegnate oltre 40 giorni fa – dichiara Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – ha causato la più che legittima irritazione dei lavoratori che si sono rivolti all’Ente ed alle nostre Associazioni territoriali lamentando di non aver ricevuto i bonifici relativi ai mesi di aprile, maggio e giugno. Così il sistema della bilateralità e le Associazioni, pur facendo tutto il possibile e senza alcuna responsabilità, sono stati oggetto di forti critiche”.

 

“Confidiamo che in tempi rapidi – conclude Giorgio Felici – il Governo, dando concretezza alle promesse continuamente annunciate, accrediti effettivamente a FSBA tutte le restanti risorse necessarie per il completamento dei pagamenti dei mesi di aprile e maggio 2020 per i lavoratori del comparto artigiano, evitando di alimentare tensioni sociali proprio nel momento in cui occorre invece la massima coesione di tutti le componenti del sistema Italia per favorire il rilancio del nostro Paese”.

 

 




Artigiani e fase3: ripartire ma non a tutti i costi

A un mese circa dalla fine del lockdown, che ha riguardato la quasi totalità delle attività produttive dell’artigianato, che hanno riaperto secondo il calendario previsto dai vari provvedimenti in materia, Confartigianato Torino ha voluto “misurare la febbre” delle imprese artigiane attraverso un questionario che è stato sottoposto a un campione di associati.

L’obiettivo è stato quello di valutare lo stato di salute del comparto artigiano sopravvissuto a una crisi sanitaria, sociale ed economica senza uguali che si è abbattuta su un tessuto produttivo già fragile e provato da un decennio di crisi.

 

Il sondaggio di Confartigianato Torino si è rivolto alle micro e piccole imprese artigiane associate: il 43,4% è titolare di un’impresa con al massimo cinque addetti mentre il 38,6% è un’impresa individuale.

 

L’esito del sondaggio ci restituisce una fotografia a tinte fosche del mondo dell’artigianato, caratterizzato da pessimismo per i mesi a venire.

 

La maggioranza del campione (56,6%) non ha fatto richiesta di finanziamenti, mentre del restante campione che ha richiesto finanziamenti: il 60,5% ha avuto esito positivo, il 10,5% è in attesa dell’erogazione e il 23,7% deve essere ancora processato.

 

Sul tema relativo allo strumento di sostegno più importante in questa fase, la quasi totalità del campione (81,7%) ha indicato i contributi a fondo perduto, il 9,8% il credito d’imposta su spese attività e contenimento Covid-19.

 

“E’ significativo che la maggioranza del campione non abbia chiesto finanziamenti per ripartire: gli artigiani non vogliono riprendere l’attività con un debito che prima o poi devono ripianare. Ed è altrettanto significativo che la maggioranza degli artigiani interpellati abbia segnalato quale misura più importante di sostegno i contributi a fondo perduto. Le imprese artigiane si sono poi dovute confrontare con procedure burocratiche e lungaggini per l’erogazione dei finanziamenti che hanno scoraggiato le richieste. Ripartire sì, ma non a tutti i costi. Alcuni hanno preferito fermarsi. Anche se secondo me il peggio deve ancora venire. Temo che in autunno il numero delle serrande abbassate aumenteranno, se il fatturato non riprenderà a salire”: questo il commento di Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino.

 

Alla domanda relativa alla valutazione sulla difficoltà del percorso operativo di accesso alle misure di sostegno messe in atto per le imprese, la maggioranza (80%) ha indicato un livello medio-alto di difficoltà.

 

“I nostri artigiani si ritrovano a doversi misurare con vincoli burocratici, lungaggini e difficoltà di accesso alle misure di sostegno. I percorsi di sostegno dovrebbero essere veloci e immediati, quasi automatici – riprende De Santis – Le nostre imprese sono allo stremo. Se vogliamo ripartire, dobbiamo sostenerle ma velocità e semplificazione sono fondamentali: ben venga la digitalizzazione delle procedure ma tenendo conto delle tecnologie a disposizione delle micro e piccole imprese.  Diversamente, non ci rimarrà che contare le imprese sopravvissute alla pandemia”.

 

“Pur nella comprensione dell’estrema difficoltà generalizzata che sortisce inevitabili risvolti nelle  scelte politiche – continua De Santis- non possiamo negare l’inconsistenza di alcuni provvedimenti che non si stanno traducendo in vero sostegno, soprattutto nel ritardo e nello slittamento temporale tra la necessità di fare presto, più volte manifestata, e l’effettiva attivazione di misure concrete di aiuto. Tale inadeguatezza e tali ritardi rischiano di minare definitivamente la possibilità di sopravvivenza delle imprese, vanificando qualsiasi modalità di ripartenza”.

 

Nella fase di riapertura le imprese artigiane hanno dovuto sostenere anche i costi relativi alla messa in sicurezza e alla sanificazione che deve essere effettuata in modo accurato e costante:

il 72,7 %del campione per la messa in atto delle misure di contenimento Covid ha sostenuto fino a 500 euro di costi, il 22,1% da 500 a 1.500 e il 3,9% da 1.500 a 3.000.

 

“Dall’inizio della pandemia le imprese artigiane del nostro territorio stanno vivendo situazioni di enorme difficoltà-continua De Santis-senza certezze sul futuro lavorativo, per molte di loro si sono bloccati i pagamenti con conseguenze sulla mancanza di liquidità per fronteggiare la riapertura dell’attività e sostenere le spese relative alla sicurezza sanitaria. Per gli artigiani i nodi da sciogliere sono diversi: senza risorse, per le nostre imprese diventa difficile sostenere i costi per la sicurezza.  Sappiamo bene che le imprese dovranno affrontare un periodo difficile per la loro sopravvivenza, anche, in considerazione delle norme che devono applicare”.

 

Sul tema lavoro emerge un quadro di pessimismo e preoccupazione. La metà del campione prevede una diminuzione delle commesse per i prossimi mesi a venire, il 24% ritiene che rimarranno costanti, mentre il 20% non sa ancora fare previsioni.

 

In merito alla diminuzione del personale: la maggioranza del campione (59,4%) ritiene di non dover licenziare il personale, il 17,4% prevede una riduzione del personale, mentre il 23% non sa ancora rispondere.

 

Per quanto riguarda il calo del fatturato per il trimestre marzo, aprile e maggio 2020 rispetto allo stesso trimestre 2019: il 29,6 del campione ha registrato un calo del 50%, il 25,9% fino al 30% e il 24,7% ha registrato un calo del 75%. 

 

Sugli investimenti da effettuarsi nei prossimi dodici mesi la maggioranza del campione (64,6%) non ha in programma di effettuarne, mentre il 6,1% prevede di fare investimenti per ampliamenti e il 4,9% per sostituzione. Il 24,4% non sa.

 

“C’è bisogno di agire bene e in fretta per evitare che alla pandemia si aggiunga una catastrofe economica-incalza De Santis-Le misure prese dal Governo rappresentano un primo passo, ma devono uscire dalla dichiarazione di intenti e divenire rapidamente azioni concrete. Il mondo delle pmi è allo stremo, non può più aspettare. La lentezza ha annullato l’efficacia di molti dei provvedimenti realizzati finora. Ci auguriamo serva da lezione per non ripetere lo stesso errore anche con il Decreto Rilancio.”

Per Confartigianato per corrispondere alle aspettative delle micro e piccole imprese occorre rafforzare l’efficacia del Dl Rilancio con una serie di interventi: l’aumento delle risorse stanziate per il Fondo Centrale di Garanzia; il rafforzamento degli ammortizzatori sociali; la rapida attuazione dello strumento dei contributi a fondo perduto, evitando che le tortuosità burocratiche ne rallentino l’erogazione, con l’incremento dell’attuale stanziamento e l’aumento delle percentuali di ristoro in relazione ai cali di fatturato.

Sul fronte fiscale si chiede la rateizzazione in 12 mesi dei versamenti tributari e contributivi sospesi fino al 16 settembre, anzi osiamo chiedere proprio perché necessario ora non solo la riduzione delle tasse in modo generalizzato, ma anche l’azzeramento di alcune di queste relative al periodo di chiusura totale. In materia di lavoro, è indispensabile eliminare i vincoli e le limitazioni agli strumenti di buona flessibilità, in particolare i contratti a termine, per i quali chiede di abolire il contributo addizionale previsto per ciascun rinnovo e l’obbligo di indicare la causale. In relazione all’aspetto fiscale del lavoro dipendente la richiesta di Confartigianato è quella di intervenire in modo deciso sul cuneo fiscale a vantaggio degli stessi lavoratori dipendenti ma anche delle stesse imprese datori di lavoro.

Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali si sollecita un ulteriore stanziamento di risorse per il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’artigianato al fine di soddisfare le domande pervenute.

In ogni caso si sottolinea quanto sia fondamentale la velocità dei provvedimenti non solo a livello legislativo, ma attuativo altrimenti si rischia di progettare e legiferare su un paese allo stremo e desertificato delle piccole e piccolissime imprese artigiane che da sempre ne sono il tessuto trainante..

 




I lavoratori artigiani attendono ancora i pagamenti dei mesi di aprile e maggio

Le Parti sociali costitutive del Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato (FSBA), Confartigianato, Cna, Casartigiani, Cgil, Cisl e Uil, intendono chiarire quanto sta avvenendo a livello nazionale e, a caduta, anche nella nostra regione.

L’Ente Bilaterale dell’Artigianato Piemontese (EBAP) ha, da tempo, approvato le migliaia di richieste arrivate relativamente alle prime 9 settimane di copertura dell’ammortizzatore sociale FSBA.

Inoltre, tramite le risorse accantonate negli anni grazie ai versamenti di imprese e lavoratori aderenti, l’EBAP ha già proceduto al pagamento dell’assegno ad oltre 70.000 lavoratori della nostra regione, rispondendo pienamente a tutte le richieste relative ai mesi di febbraio e marzo.

Esaurite le risorse disponibili, oggi l’EBAP è impossibilitato ad effettuare i versamenti relativi ai mesi di aprile e maggio a causa del mancato trasferimento delle risorse economiche previste dal DL Rilancio e ripetutamente annunciate dal Governo.

Per questo motivo, nel manifestare la più ampia solidarietà nei confronti delle esigenze legittimamente reclamate dai lavoratori dell’Artigianato piemontese, confermiamo il nostro comune impegno quotidiano, anche tramite le nostre Confederazioni nazionali, a sollecitare il Governo a sbloccare immediatamente le risorse promesse, indispensabili alla sopravvivenza di lavoratori ed imprese, in un momento economico tra i più difficili della storia del nostro Paese.




Da Confartigianato Torino lo stop alle polemiche sul “contributo Covid” di acconciatori ed estetisti

Confartigianato Imprese Torino mette stop alle polemiche di questi giorni sul fatto che la riorganizzazione del lavoro a causa del Covid-19 nei due settori abbia indotto alcuni titolari a ritoccare il listino dei prezzi.

“E’sbagliato generalizzare attaccando l’intero settore del benessere artigiano – sottolinea Giuseppe Falcocchio, responsabile area Benessere di Confartigianato Torino – a fronte di chi ha voluto aumentare i prezzi, la maggior parte degli operatori non ha praticato ritocchi”.

“Sottolineiamo come non esistano prezzi imposti in questo lavoro – rimarca Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – ma la qualità del servizio e tutta l’attenzione che viene garantita ai clienti per curare la loro bellezza e salute, potrebbe giustificare la scelta di un parrucchiere di rivedere il proprio listino. Quello che non va fatto, è giustificare l’aumento con dicitura “contributo Covid – 19”: questa è una cosa che non può sussistere e non deve passare il messaggio che i costi della ripartenza vengano scaricati sul cliente”.

“Particolarmente nei centri estetici – aggiunge Falcocchio – molte attenzioni e molti dispositivi di protezione facevano già parte delle dotazioni necessarie. Piuttosto a mancare, o difficilmente reperibili, sono proprio i dispositivi di protezione”.

Confartigianato Torino sottolinea come l’aumento dei prezzi sia imputabile non tanto all’acquisto di prodotti, quanto all’aumento dei tempi di lavoro.

“Parrucchieri ed estetisti – continua Falcocchio – da sempre assicurano e garantiscono igiene e sicurezza degli strumenti e degli ambienti; il problema, adesso, è che le operazioni di disinfezione e di ulteriore pulizia, che vengono svolte dopo il passaggio di ogni cliente, allungano gli orari di esercizio”.

Confartigianato Torino ricorda anche come chi ha ritoccato il listino, potrebbe averlo fatto perché sta proponendo soluzioni diverse, magari integrando ulteriori servizi ai trattamenti, o prodotti che sanno essere graditi dalla clientela.

“Credo che ognuno sia libero di guadagnarsi la fiducia dei propri clienti – conclude De Santis – e molte persone, particolarmente in questo periodo, lo apprezzano ancora di più. Ai clienti infatti viene offerto benessere psicofisico anche grazie alla costante formazione, che ha un costo, che i professionisti del settore svolgono e di cui si fanno carico”.