Abolizione IRAP, grandi opere e pagamenti dalle PA per ripartire

Le necessità delle aziende a fronte della crisi innescata dalla pandemia sono ormai conclamate, ma le risposte del Governo non sono state finora all’altezza. Per questo non possiamo che appoggiare e condividere le parole del P​residente designato Carlo Bonomi e la sua proposta di abolizione dell’IRAP.

Sarebbe un segnale importante per sostenere le imprese che stanno tentando di recuperare la produttività, dopo essersi impegnate al massimo per garantire un rientro dei lavoratori in piena sicurezza. Come stiamo purtroppo constatando, il tema della burocrazia ha colpito nuovamente e frenato l’entusiasmo, forse eccessivo, con cui all’inizio sono stati annunciati provvedimenti che poi si sono scontrati con una realtà fatta di lungaggini e complicazioni estenuanti.

Altra richiesta prioritaria che sosteniamo riguarda il pagamento dei debiti alle imprese da parte delle PA, così come prioritario è sbloccare le opere pubbliche e infrastrutturali che sono un prerequisito essenziale per la ripresa economica, a partire da quelle già dotate di copertura finanziaria

Così il Presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli commenta l’intervista del Presidente designato di Confindustria Carlo Bonomi durante la trasmissione “Piazza Pulita” su La7 di ieri, 7 maggio 2020.




Confindustria Piemonte: un sondaggio sull’impatto della pandemia

In attesa dell’auspicata ripartenza prevista dal prossimo 4 maggio, arrivano i risultati della seconda indagine di Confindustria sugli effetti della pandemia da Covid-19 per le imprese italiane, avviata con l’obiettivo di comprendere quale sia stato l’impatto dei provvedimenti – i due DPCM del 22 e 25 marzo che hanno determinato il lockdown di molte attività produttive – e le problematiche che ne sono seguite.

All’indagine, un questionario online nel periodo dal 4 al 14 aprile, hanno partecipato 4.420 imprese (quasi 6.000 quelle che avevano risposto alla prima, svoltasi a fine febbraio), 506 per il Piemonte, 63% del comparto manifatturiero, 37% dei servizi, per larga parte (76%) di piccola o media dimensione.

In linea generale, in riferimento al mese di marzo 2020, per oltre il 67% delle imprese della nostra regione la diffusione del Covid-19 ha avuto un impatto molto rilevante, per cui gli obbiettivi per l’anno in corso non risultano più raggiungibili oppure si è resa necessaria una riorganizzazione del piano aziendale. A seguito dei provvedimenti del governo, solo il 27% delle circa 500 aziende coinvolte è rimasta totalmente aperta, l’84% sta facendo ricorso alla CIG, l’80% allo smart working.

Per quanti tuttora in attività, i problemi maggiori si riscontrano nell’approvvigionamento del materiale sanitario (60% circa delle aziende totalmente o parzialmente aperte), mentre il 34% ha avuto difficoltà per la mancata ricezione delle forniture da altre imprese.

Tentando di guardare al futuro, è stato chiesto infine agli imprenditori quali fossero le strategie che metterebbero in atto per superare la crisi: quasi il 90% di essi non vede altre soluzioni che attendere il ritorno alla normalità e circa la metà ritiene utile ricalibrare il paniere dei prodotti venduti. Meno efficaci o percorribili altre scelte, quali cambiare i paesi di destinazione dell’export o aumentare le vendite tramite l’e-commerce.

Questa seconda indagine non fa che confermare i timori per il nostro sistema industriale, che sta perdendo 10 miliardi al mese – ha dichiarato il Presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli – e rende sempre più urgente una ripresa, regolamentata e graduale, delle attività in Piemonte, così come sul territorio nazionale. Tutti noi abbiamo ormai sviluppato una piena consapevolezza dei rischi e dei comportamenti più corretti, ma rimane utile ribadire ancora una volta che la condizione essenziale per la riapertura è il rispetto rigoroso e totale degli standard di sicurezza. Potranno riprendere solo quelle aziende che in questo periodo hanno avuto modo di predisporre tutte le misure necessarie a garantire la salute dei lavoratori. Con la piena applicazione dei protocolli, lavorare in azienda sarà più sicuro che andare al supermercato”.




Ravanelli, Confindustria Piemonte: colpiti al cuore della nostra capacità ed eccellenza produttiva

IPresidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli ha dichiarato: “Come si temeva, i primi dati sugli effetti dello stop imposto dall’emergenza coronavirus sono drammatici e colpiscono la nostra regione al cuore della sua capacità ed eccellenza produttiva, la filiera legata all​’automotive.

Per assicurare un futuro alle migliaia di lavoratori e centinaia di imprese che operano in ​questo settore ribadiamo pertanto la necessità di definire al più presto un orizzonte di rilancio, un piano concertato con tempi e misure certe ed efficaci, per minimizzare le perdite e sostenere le nostre aziende nella ripartenza dopo la crisi, sempre – naturalmente – nel rispetto delle più stringenti misure di sicurezza”.

Il Presidente dell’Unione Industriale di Torino, Dario Gallina, ha commentato che “In Italia la caduta delle attività produttive stimata per il mese di marzo è di -16,6% rispetto al mese precedente, e addirittura del -32% rispetto al 2019. Questi dati, ove confermati dall’Istat, rappresenteranno il più drastico calo mensile da quando sono disponibili le serie storiche di produzione industriale, portando i livelli su quelli di marzo 1978. Non possiamo, dunque, permetterci un ulteriore blocco dell’attività produttiva, che vada oltre quello già previsto.

È fondamentale riaprire le fabbriche il prima possibile per evitare drammatiche crisi di liquidità alle nostre aziende, con effetti irreversibili per il futuro del Paese. Le riaperture dovranno avvenire all’insegna di ogni possibile garanzia di sicurezza per i nostri collaboratori, in quanto noi per primi siamo interessati alla tutela della loro salute. Già nei giorni scorsi, con una lettera ai nostri associati, ho ribadito che la tenuta del nostro sistema economico dipende anche dalla nostra etica e dai nostri comportamenti che devono essere funzionali al mantenimento degli impegni che ogni impresa ha assunto nei confronti dei propri dipendenti, dei propri fornitori, e di tutto il suo territorio”.

Il Presidente di AMMA, Giorgio Marsiaj ha spiegato: “Il calo registrato a marzo dell’85,4% rispetto allo stesso mese del 2019 del mercato italiano automobilistico rappresenta uno tsunami senza precedenti, una Pearl Harbour che colpisce duramente la filiera produttiva torinese e piemontese. In Piemonte, infatti, nell’automotive operano circa 750 imprese, pari al 35% dell’intero comparto in Italia, con circa 70 mila occupati diretti e indiretti. La metalmeccanica rappresenta circa il 60% dell’export piemontese. Il fatturato prima del Covid-19 era il 40% di quello totale italiano del settore.

Sono numeri che normalmente ci inorgogliscono, ma che oggi, nella gravità dell’attuale situazione, ci preoccupano per la tenuta dell’intero tessuto industriale italiano, che a marzo ha registrato un calo della produzione del 16,6% rispetto a febbraio, portando l’indice di produzione sui livelli di quarantadue anni fa. E le prospettive sono di un ulteriore, forte peggioramento. L’automotive da sola rappresenta il 14% degli investimenti della manifattura in Italia e il 19% della spesa in Ricerca e Sviluppo. Ho più volte ribadito che se va in crisi la filiera dell’auto, va in crisi l’intera industria italiana e quindi la nostra economia. I numeri dimostrano che l’auto è il cuore della nostra manifattura, principale contributore dell’export nazionale.​

Noi stiamo lavorando intensamente insieme alle istituzioni, alle banche e ai grandi gruppi multinazionali per far sì che il sistema metalmeccanico e meccatronico torinese superi questa crisi senza precedenti e possa ricominciare a operare in totale sicurezza, sfruttando tutte le sue grandi potenzialità. Sarà però prioritario che le Istituzioni nazionali ed europee facciano arrivare rapidamente gli aiuti alle imprese.

Un altro tema strategico per la ripartenza è la necessità di rinviare di qualche anno l’entrata in vigore delle nuove norme europee sui limiti alle emissioni delle vetture, come sottolineato anche da Anfia. Noi crediamo nell’elettrico e ci stiamo investendo molto. FCA stessa ha dichiarato che terrà fede ai suoi piani. Noi siamo dello stesso parere. Oggi dobbiamo pensare prima di tutto alla sopravvivenza delle nostre aziende e al mantenimento dell’occupazione, che già prima della pandemia raggiungeva livelli preoccupanti, in particolare tra i giovani. Dobbiamo ripartire da qui, tutti insieme, per poter progettare il futuro del nostro territorio. Come fecero gli americani dopo Pearl Harbour, anche noi sapremo risollevarci e vincere questa durissima guerra contro il coronavirus e i suoi effetti sulla nostra industria”.

 

 




Appello di Confindustria Piemonte: “Salvaguardare il lavoro tutelando persone e impresa”

Il protrarsi della chiusura ha prodotto effetti negativi che rischiano di essere irreversibili per il Paese. Nel rispetto delle ineludibili indicazioni del comitato scientifico, imprese, Governo e parti sociali subito insieme per ripartire, aumentando ancora di più la sicurezza dei lavoratori.

L’Italia sta affrontando un’emergenza sanitaria globale che la vede drammaticamente in prima linea nel contrasto alla pandemia. Il Paese è chiamato a uno sforzo eccezionale per affrontare una crisi le cui dimensioni rischiano di compromettere in modo irreversibile il suo tessuto economico, sia per quanto riguarda i consumi interni, sia sul fronte internazionale. L’export risulta – se possibile – ancor più danneggiato da questa crisi, perché i competitor internazionali in queste settimane stanno acquisendo sempre maggiori quote di mercato. 

Anche il nostro territorio è impegnato in due battaglie distinte ancorché collegate: la prima di natura sanitaria, per arginare il contagio e interrompere la proliferazione del virus, la seconda di natura economica e sociale. A oggi il Governo ha messo in campo misure di supporto alle imprese, alle famiglie e ai lavoratori tanto apprezzabili quanto insufficienti a compensare una frenata dei consumi che – lo ricordiamo – ha di fatto azzerato interi settori produttivi.

La nostra regione sta pagando un prezzo altissimo e rischia di subire un contraccolpo insostenibile. Le imprese piemontesi stanno attuando tutte le prescrizioni in ordine di tutela della salute dei lavoratori e sono ovviamente disponibili a incrementare tali misure al fine di minimizzare – con qualsiasi mezzo – ogni eventuale rischio. È però vitale – nell’interesse comune – definire una progressiva riapertura delle attività produttive, per sostenere intere filiere che coinvolgono un ampio indotto formato da PMI, artigiani e liberi professionisti. 

Confindustria Piemonte, nel rispetto delle ineludibili indicazioni del comitato scientifico e in concerto con tutte le associazioni territoriali, sollecita il Governo e le parti sociali ad aprire immediatamente un tavolo operativo per definire una graduale ripresa delle attività industriali. 

“Siamo di fronte alla crisi più grave degli ultimi 50 anni” ha commentato Fabio Ravanelli, Presidente di Confindustria Piemonte “Le imprese stanno affrontando seri problemi di liquidità e al tempo stesso assistono all’erosione delle proprie quote di mercato. Quindi è indispensabile, ma non sufficiente, un piano eccezionale di trasferimenti e investimenti. Le imprese devono essere messe nelle condizioni di stare sul mercato e continuare a produrre, nel massimo rispetto dei dpcm – che potranno essere ulteriormente affinati – e delle ineludibili indicazioni del comitato scientifico. Ogni giorno di chiusura perdiamo quote di mercato che difficilmente riusciremo a riconquistare. A oggi abbiamo calcolato un impatto negativo sul PIL del 6%, ma il rischio concreto è che l’emergenza sanitaria si traduca in una spirale recessiva irreversibile”. 




Confindustria Piemonte, Ravanelli: “Subito un Commissario straordinario per studiare un progetto di rilancio”

Come sappiamo, il termine “emergenza” che in questo periodo ricorre così frequentemente non si applica solo agli aspetti sanitari.

Le nostre aziende, la nostra economia – locale e nazionale – è stata coinvolta e travolta essa stessa da una condizione di assoluta straordinarietà che ha determinato la sospensione delle attività non essenziali, oltre alla messa in campo di misure ad hoc, quali il Protocollo a contrasto della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro condiviso da istituzioni, imprese e parti sociali.

Se tali provvedimenti stanno iniziando a dimostrare la loro efficacia, anche se non ci è ancora concesso di poter abbassare la guardia – la tutela della salute di cittadini e lavoratori rimane prioritaria – lo stesso approccio emergenziale va posto per salvaguardare il più possibile il nostro tessuto economico dall’insinuarsi degli effetti del virus.

Il rischio che il rallentamento delle attività si traduca per molti in uno stop definitivo è più che concreto, una prospettiva drammatica per imprese, lavoratori e famiglie – commenta il Presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli – Per questo riteniamo fortemente condivisibile la proposta della parlamentare Claudia Porchietto di istituire un’Unità di Crisi regionale affidata a un Commissario straordinario all’economia. Una figura che possa operare con la massima agilità decisionale, predisponendo sin d’ora un progetto di rilancio a sostegno della ripresa, che consenta al sistema produttivo di risollevarsi quanto prima. Non attendiamo che l’emergenza sia terminata, prepariamoci ora per ripartire poi il più rapidamente possibile”.




Confindustria Piemonte: il digital divide ulteriore freno all’economia

Coronavirus, se lo stop all’attività deriva dalla mancanza di Internet. Il delegato per l’Agenda Digitale di Confindustria Piemonte, Fabrizio Gea: i ritardi del nostro territorio aggravano una situazione già critica. Le proposte del sistema industriale piemontese, per imprese e territori.

“In questa drammatica circostanza in cui le aziende devono fermare la loro produzione, per decreto o per prudenza o per l’interruzione della loro filiera a monte o a valle, l’importanza dell’utilizzo delle tecnologie digitali e di conseguenza dell’infrastruttura di connessione alla rete è emersa in tutta la sua grandezza”.

È questo l’allarme lanciato da Fabrizio Gea, imprenditore ICT e delegato di Confindustria Piemonte per l’Agenda Digitale.

“Internet è un’infrastruttura di base – come strade, autostrade, ferrovie, come la TAV e il Terzo Valico – irrinunciabile per la trasformazione digitale e oggi, paradossalmente, questa crisi ha improvvisamente portato tutti alla piena consapevolezza: adesso abbiamo davanti un problema che possiamo trasformare in un’opportunità”.

Lo smart working sarebbe infatti una soluzione efficace, oltreché lecita e sicura, per svolgere importanti attività aziendali, dalle vendite al marketing, dall’amministrazione all’ingegneria, dall’R&I alla formazione. Ma non è possibile, per diversi motivi, affidarsi alla connessione domestica del collaboratore: occorre dotarlo di apparati idonei (router) che, da un lato, garantiscano un agile traffico dati e, dall’altra, consentano di configurare la postazione domestica con le medesime protezioni (in tema di privacy e di Cybersecurity) e prestazioni (in termini di applicativi) della rete aziendale.

Una soluzione a questo aspetto viene direttamente dal mercato: gli operatori delle telecomunicazioni stanno già proponendo soluzioni specifiche, le quali però, per quanto offerte a tariffe “dedicate” al contesto, rappresentano pur sempre un onere aggiuntivo che si aggiunge alle difficoltà economiche che le nostre aziende sono chiamate ad affrontare nel prossimo futuro. In molti casi, inoltre, è anche necessario formare il lavoratore a questa modalità operativa, che purtroppo non è ancora molto diffusa tra le aziende.

Vi sono poi ancora ampie zone del territorio che non dispongono di una adeguata copertura di rete, fissa o mobile. Molte aziende operano purtroppo in zone tuttora non raggiunte dalle infrastrutture in banda ultralarga e per questo aspetto scontano un grave impatto negativo in termini di competitività.

Il sistema economico, infine, non è fatto solo di imprese: operatori turistici e commerciali sono ovunque, anche in quella quota importante del territorio del Piemonte che sono le valli, e lì spesso – come fortemente e più volte denunciato da ANCI e UNCEM – manca addirittura la copertura mobile.

Quindi, in una situazione di emergenza, per tramutare il problema in un’opportunità ecco le prime due proposte di Confindustria Piemonte: la prima per le imprese, la seconda per i territori.

“Per le imprese chiediamo alla Regione un sostegno economico, ad esempio in forma di voucher, affinché le aziende possano attivare contratti di servizio abilitanti lo smart working per i propri dipendenti, sostenendo anche i necessari fabbisogni di formazione necessari a superare l’eventuale “analfabetismo digitale”.

“Per i territori, pur condividendo gli sforzi della Regione per accelerare il piano BUL per la posa della fibra, riteniamo che la rete mobile sia oggi quella che offre maggiori prospettive, consentendo l’impiego immediato dei router domestici basati su SIM. Ma poiché essa stessa non è ancora sufficiente in termini di copertura, sarebbe auspicabile una ricognizione, sotto coordinamento regionale, di tutte le opzioni che potrebbero portare all’installazione del più alto numero possibile, nel minor tempo possibile – come ad esempio è stato fatto per servire il nuovissimo ospedale di Verduno – di antenne cellulari temporanee”.
Queste le proposte del sistema industriale piemontese, nelle parole di Fabrizio Gea.
“Insieme ce la possiamo fare: insieme ce la faremo”.




Decreto Cura Italia-Confindustria Piemonte, Ravanelli: “Essenziali ulteriori interventi”

Le aziende piemontesi che in questi giorni stanno fronteggiando la crisi legata al Covid-19 accolgono con favore le misure contenute nel decreto “Cura Italia”, con il quale il Governo è intervenuto sulle maggiori criticità mostrando una capacità di reazione apprezzabile.

Il DL mette in campo risorse ingenti sui capitoli più rilevanti, ma è certo sarà necessaria un’ulteriore azione a breve ed è giusto ipotizzare la creazione di un comitato nazionale per l’emergenza economica, come è stato proposto dai nostri vertici nazionali. 

L’ampia possibilità di ricorrere alla cassa integrazione configurata dal DL era una delle misure più attese a tutela dei lavoratori impegnati in quelle aziende che si trovano nella condizione di dover ridurre o sospendere l’attività. Nella stessa direzione va la disponibilità di ulteriori giorni di congedo o l’alternativa del bonus a sostegno delle spese di assistenza ai figli.

Altro fronte importante è quello relativo alla liquidità delle imprese per cui sono stati previsti dal Governo azioni nel complesso condivisibili.

A giovarne saranno sia le PMI, per le quali ad esempio è stato predisposto il potenziamento del Fondo di Garanzia, sia le aziende più grandi grazie alle garanzie offerte dalla Cassa Depositi e Prestiti. A scongiurare il tracollo delle attività produttive contribuirà anche la sospensione e il differimento di una serie di versamenti e adempimenti fiscali e contributivi, tema su cui l’Associazione ha sollecitato fortemente il Governo.

“Con questo nuovo decreto mirato a contrastare l’emergenza economica – dichiara il Presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli – affiancato al recente protocollo di sicurezza degli ambienti di lavoro si pone la giusta attenzione al cuore produttivo del Paese e si mettono le basi per la ripartenza, che già sappiamo sarà molto sfidante per le nostre aziende, come hanno mostrato i recenti dati sulle previsioni d’impatto sul PIL regionale. Pertanto riteniamo necessari ulteriori interventi che ci attendiamo con il decreto di aprile, azioni che saranno essenziali per evitare il collasso”.




Protocollo coronavirus, Ravanelli: “Collaborazione per obiettivo comune, la salute dei lavoratori”

Laccordo raggiunto oggi rappresenta la sintesi tra un’azione di Governo rapida ed efficace e il grande senso di responsabilità di tutte le parti sociali.

Si tratta di una misura che – come abbiamo sostenuto dalla prima ora – responsabilizza ulteriormente le aziende del Paese.

Il Protocollo sottoscritto questa mattina pone al centro la sicurezza e la tutela dei lavoratori che saranno garantiti dalla stretta e puntuale osservanza di tutte le precauzioni previste.

In questo modo il Paese potrà arginare gli effetti economici dell’emergenza che in queste settimane ha già colpito duramente intere filiere produttive. Oggi abbiamo dimostrato come Istituzioni, imprese e parti sociali possano collaborare per raggiungere obiettivi comuni.

Scarica il Protocollo condiviso




Confindustria Piemonte: gli imprenditori sono al fianco del Governo, ma chiedono chiarezza

La situazione di grave crisi causata dalla diffusione del Covid-19 sta provocando un consistente rallentamento del sistema economico italiano, in particolare delle regioni e aree più produttive del Paese.

Nelle ultime ore, l’ampliamento della cosiddetta “zona rossa” impone forti restrizioni alla mobilità – e conseguentemente alla produttività – di oltre 16 milioni di persone.

Siamo quindi di fronte a uno scenario estremamente delicato e in continua evoluzione, che le aziende stanno affrontando cercando di conciliare la massima sensibilità alla tutela della salute pubblica e al rispetto delle disposizioni del Governo con la legittima, necessaria e doverosa attenzione all’attività di impresa.

In questo difficile contesto è però indispensabile che tutte le parti in causa pongano un’attenzione ancora maggiore affinché la comunicazione delle disposizioni sia tempestiva, univoca e chiara. Anche su questo fronte le imprese sono a disposizione per offrire un supporto di esperienza e competenza.

È mandatorio fare chiarezza. E definire misure urgenti” ha dichiarato Fabio Ravanelli, Presidente di Confindustria Piemonte: “Il tessuto economico si trova in grande difficoltà e sta affrontando una crisi del tutto nuova i cui sviluppi sono imprevedibili. Dobbiamo garantire liquidità alle imprese, precondizione essenziale per aiutare le aziende e i lavoratori in questa fase di transizione e criticità economica. La priorità va data ovviamente alla gestione dell’emergenza, ma dobbiamo parallelamente costruire un piano di sostegno, accompagnamento e rilancio economico, tanto a livello locale quanto in chiave nazionale e internazionale. È una crisi globale che richiede misure di intervento straordinarie”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Coronavirus, spostato l’evento “Confindustria Piemonte incontra la politica regionale”

Confindustria Piemonte rende noto che in ottemperanza alle disposizioni relative all’emergenza Coronavirus l’evento dal titolo “Confindustria Piemonte incontra la politica regionale” già in programma per il 9 marzo presso l’unione industriali di Torino è stato ​​posticipato all’11 ​maggio.