La solidarietà del presidente Allasia al personale che opera nelle carceri

Nessun indulto ed amnistia, ma pene esemplari per chi provoca rivolte
Quello che è successo in questi ultimi giorni in molte carceri italiane ed anche piemontesi è semplicemente surreale, è una situazione assurda e pericolosa. Desidero esprimere solidarietà alla Polizia Penitenziaria, a tutto il personale delle strutture detentive, nonché ai volontari, per una situazione che va monitorata senza che sia assolutamente sottovalutata.

La mia solidarietà va estesa anche a tutte le Forze di Polizia che, oltre all’aggravio già creato dalle necessità di controllo per le nuove norme sull’intero territorio nazionale, hanno coadiuvato la Polizia Penitenziaria a fronteggiare i duri attacchi da parte dei detenuti. Credo che la questione Coronavirus sia un classico pretesto per chiedere un alleggerimento delle misure detentive, per spalancare le porte degli istituti di pena.

Nessun indulto ed amnistia quindi, mi auguro anzi che il governo riveda il sistema carcerario per garantire un maggior numero di forze dell’ordine per la tutela della sicurezza all’interno delle strutture. Mi auguro che vengano inflitte pene esemplari straordinarie e immediate contro chi provoca le rivolte nei penitenziari.




La Prima commissione licenzia il Defr

La Prima commissione ha licenziato a maggioranza, insieme con la nota di aggiornamento, il Documento economico finanziario regionale (Defr).

Si articola in due sezioni: la prima disegna sinteticamente il contesto economico-finanziario e istituzionale di riferimento e gli obiettivi strategici della programmazione regionale in campo economico, sociale e territoriale; la seconda analizza la  situazione finanziaria della Regione.

Tutti i gruppi politici e l’assessore al bilancio hanno convenuto sulla necessità di aggiornare il documento alla luce dell’emergenza coronavirus e delle conseguenze che ha sul sistema economico-sociale piemontese.

Le opposizioni hanno chiesto aggiornamenti su diversi temi. L’assessore al bilancio ha precisato che il Piano per la competitività sarà la pietra miliare per la programmazione. Il Defr andrà in aula la prossima settimana.

Successivamente è iniziata la discussione generale sulla legge di stabilità e il bilancio 2020. Dai gruppi di minoranza è venuta la disponibilità a chiudere in tempi brevi l’iter dei due provvedimenti, data la situazione venutasi a creare con il coronavirus, purché si tengano in considerazione alcune proposte volte a reperire risorse da impegnare immediatamente nell’emergenza sanitaria, economica e sociale.

In particolare il gruppo Pd ha proposto di  spostare le risorse previste per il bollo auto sulla riduzione fiscale dell’Irap per le imprese maggiormente colpite, di avviare una grande campagna di promozione turistica quando l’emergenza sarà superata, congelando per questo le risorse previste per i piccoli comuni, da recuperare attraverso i fondi europei, e infine di ripristinare i cinque milioni per gli assegni di cura tagliati al torinese.

Il tema degli assegni di cura per Torino è stato ripreso anche dal gruppo M5s, che ha ribadito la sua disponibilità al confronto e a una rapida soluzione, parlando di un atteggiamento di responsabilità necessario di fronte alla situazione emergenziale.

Il gruppo della Lega ha registrato una volontà positiva da parte di tutti, ma ha difeso il finanziamento ai piccoli comuni perché rappresenta non solo un aiuto alle amministrazioni periferiche, ma anche una iniezione di risorse per le imprese e il tessuto economico locale. La Lega si è detta disponibile a un confronto che permetta interventi efficaci ma, di fronte alle risorse limitate della Regione, ritiene indispensabile un intervento corposo da parte del governo.

L’assessore al bilancio, dal canto suo, ha sottolineato che le risorse per affrontare l’emergenza ci sono, ma rimane disponibile a incrementarle, purché non si mettano in discussione le legittime scelte politiche della maggioranza che sono frutto di un percorso maturato nel tempo. Disponibilità  è stata anche data a istituire un tavolo di confronto sull’Irap, come chiesto dal gruppo di Luv.




Da Cgil-Cisl-Uil sì alle agevolazioni sul bollo auto e l’Irap

Un giudizio positivo sulle esenzioni del bollo auto e la rimodulazione dell’Irap, ma anche una richiesta di maggiori investimenti sulla domiciliarità e di una riduzione dell’addizionale Irpef: queste le posizioni delle tre confederazioni sindacali sulla legge di stabilità e sul bilancio, emerse oggi in Prima commissione durante le consultazioni sui due provvedimenti.

I vertici regionali di Cgil-Cisl-Uil hanno apprezzato le scelte in materia di bollo auto e di Irap, le prime finalizzate a migliorare la qualità dell’aria, le seconde a rilanciare le attività produttive e l’occupazione. Hanno espresso però preoccupazioni sul futuro della domiciliarità per i non autosufficienti e le persone fragili, temendo la riduzione delle risorse a disposizione e il disimpegno del settore sanitario dal suo finanziamento.

Hanno poi chiesto di verificare la possibilità di ridurre l’addizionale Irpef, tornando alla situazione anteriore all’ultimo aumento del 2015, e di finanziare gli ammortizzatori sociali, in una situazione in cui la difficile situazione economica, aggravata dalla vicenda del coronavirus, rischia di rendere ancora più precaria la situazione di molti lavoratori. Chiarimenti sono stati chiesti anche sulla gestione delle risorse derivanti dai canoni idrici.

Dopo le consultazioni, la Prima commissione si è occupata con l’assessore al Bilancio delle prime determinazioni del cosiddetto collegato alla legge di stabilità, un provvedimento di 57 articoli che modifica la legislazione vigente in diversi settori: dalla sanità al welfare, dalle attività estrattive alla caccia e pesca, dall’ambiente ai beni culturali, fino al commercio e al turismo.

Dopo un breve confronto, si è deciso di sganciare l’iter del provvedimento da quello della legge di stabilità e del bilancio, in modo da poter affrontare in modo approfondito il suo contenuto, anche con appositi riunioni delle commissioni competenti.




Consiglio regionale: maggiori fondi in bilancio per la casa

La Commissione Urbanistica ha espresso parere favorevole a maggioranza sulle materie inerenti il welfare abitativo.

L’assessore alle Politiche per la casa ha illustrato le cifre di sua competenza inserite nel prossimo bilancio regionale. Ci saranno maggiori fondi per il sostegno alla locazione, il fondo salva mutui e per i genitori separati.

Lo stanziamento dedicato alle Aslo (Agenzia Sociale per la locazione) passerà infatti da 1.760.000 euro per il 2019 a 2.500.000 euro per ogni anno (2020, 2021, 2022), inoltre verrà creato uno stanziamento ex novo di 100 mila euro l’anno per agevolare l’accesso alla casa per i genitori separati e il fondo sociale per il sostegno della morosità incolpevole degli assegnatari degli alloggi sociali viene incrementato di 400 mila euro.

L’assessore ha anche precisato che entro il 2020 verrà emanato un bando per le cooperative per l’edilizia agevolata, questa volta però, per mancanza di fondi, il bando non prevedrà la presenza di un 20 per cento di appartamenti di edilizia convenzionata.

Sono intervenuti per chiedere chiarimenti diversi consiglieri di maggioranza e di opposizione.




Ventisei milioni e mezzo di euro per il commercio piemontese per il triennio 2020-2022

L’obiettivo primario della Giunta è quello di creare innovazione e sostegno soprattutto per le piccole e medie attività commerciali, già messe a dura prova dalla crisi e dalla grande distribuzione.

L’assessore ha sottolineato come il commercio rivesta una forte valenza sociale per mantenere in vita i centri storici e le periferie: l’impegno è quello di dare vita ad un’azione congiunta tra pubblico e privato che preveda anche il riutilizzo delle strutture dismesse, il rilancio di quelle esistenti e un minimo consumo del suolo.

Tra le novità figurano poi l’istituzione dei Distretti urbani del commercio (Duc) e il miglioramento della rete distributiva dei carburanti nell’intento di una sempre maggiore sostenibilità. È poi stata anche annunciata la volontà di rivedere la legge regionale 28 “Disciplina, sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte” del 1999, ritenuta non più attuale.

Nello specifico dei numeri, per il Fondo unico per la competitività del commercio sono previsti 17 milioni di euro, dei quali 15 con la formula del finanziamento agevolato e i rimanenti a fondo perduto, mentre per gli esercizi di somministrazione la dotazione è di 230 mila euro annui.

Inoltre per le aree mercatali la cifra oscilla intorno al milione e mezzo annuo, mentre per quanto riguarda i Distretti urbani, per la loro istituzione sono stati messi a bilancio 500 mila euro per l’anno in corso e per il 2021, e 2 milioni per il 2022.

Sono intervenuti per chiarimenti esponenti di M5s, Pd, Luv e Moderati, mentre pieno sostegno alle linee programmatiche è stato espresso dalla Lega.

L’assessore ha quindi illustrato il Defr per l’altra sua competenza, il turismo, giudicato asse portante per lo sviluppo economico del Piemonte. Punto di forza da cui partire è la governance del sistema regionale delle diverse componenti locali: Atl, Dmo (la società regionale) e Pro loco. L’obiettivo è quello di adeguare la competitività turistica agli scenari attuali, puntando essenzialmente sulla promozione integrata delle nostre eccellenze, per attrarre più flussi di visitatori provenienti dalle altre regioni e dall’estero.

La filosofia, come ha sottolineato la rappresentante dell’Esecutivo, è quella del cosiddetto “turismo lento”, una modalità di viaggio che si è diffusa sempre di più negli ultimi anni in tutto il mondo. Si contrappone al turismo veloce, “mordi e fuggi”, rappresentato in particolare dalle dagli short break nelle grandi città.

L’idea del turismo lento prevede una valorizzazione della qualità dell’esperienza turistica e un’immersione del viaggiatore nella cultura locale del territorio, basandosi prima di tutto sul rispetto. La parte finanziaria del Turismo sarà affrontata nelle prossime riunioni di Commissione.

 




A Santhià la festa del “Carnevale piemontese”

Martedì 18 febbraio alle 21, al PalaCarvè“La Stampa” di Santhià si svolgerà il tradizionale Gran Galà in onore di tutte le maschere e i personaggi dei Carnevali della tradizione popolare piemontese, che faranno da testimonial alla presentazione ufficiale della coppia scelta per impersonare Stevulin d’la Plisera e Majutin dal Pampardù, le tradizionali maschere santhiatesi.

L’evento è organizzato in collaborazione con i Carnevali di Borgosesia, Chivasso e Ivrea,e con il patrocinio del Consiglio regionale del Piemonte, per celebrare i 50 anni dell’istituzione dell’ente regionale.

I quattro grandi Carnevali del Piemonte Orientale hanno deciso di unire le forze per proporre una serata che può essere definita “la festa del Carnevale Piemontese”, nell’ottica di una collaborazione che, rispettando caratteristiche e peculiarità ben distinte, sottolinea un comune denominatore: quello di voler preservare la storia e la cultura locale mediante le rispettive Tradizioni, legate al contesto territoriale e culturale piemontese.

Con questo intento i Direttivi dei rispettivi enti organizzatori hanno esposto alle Istituzioni regionali, con tutto l’entusiasmo che solo la passione e l’amore per il Carnevale può dare,quanta importanza abbiano i Carnevali, sia sotto l’aspetto sociale sia sotto quello economico, per il territorio regionale.

In quest’ottica il Gran Galà 2020 sarà ricordato come un evento unico nel suo genere: infatti, nel corso della serata, interverrà il presidente del Consiglio regionale e sarà presentato l’opuscolo realizzato dal Consiglio regionale dal titolo: “Carnevale in Piemonte. Maschere, personaggi e costumi della tradizione”.

Dopo la presentazione da parte dei quattro Presidenti dei propri Carnevali, con i rispettivi Personaggi Storici e le Maschere Tradizionali, seguirà il saluto di Stevulin e Majutin a tutti gli invitati.

La serata continuerà con il tanto atteso passaggio di consegne ai due giovani che impersoneranno le Maschere Ufficiali dell’anno in corso, per concludersi con il taglio della grande “Torta celebrativa” per i 50 anni della Regione Piemonte, prodotta e gentilmente offerta da Pasqua Bistrò. Non mancherà un grande brindisi finale.

 




Al via la discussione su Città della Salute di Novara

Con la presentazione di oltre 40 emendamenti depositati dal M5s, è iniziata questa mattina in Aula la discussione della proposta di legge 62, “Norme relative al finanziamento del presidio ospedaliero Città della Salute di Novara, licenziato a maggioranza dalla Commissione Sanità il 27 gennaio scorso.

Il provvedimento, presentato per la Giunta regionale dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi nasce da una richiesta del Nucleo di valutazione del Ministero per far sì che la Regione garantisca l’importo delle rate che l’Azienda ospedaliera universitaria novarese dovrà pagare ogni anno. La consultazione di mercato condotta da Cassa depositi e prestiti per conto della Giunta definisce in linea di massima “soddisfacenti” le ipotesi contenute nel Piano economico finanziario 2016 per la realizzazione dell’opera.

Relatori in Aula i consiglieri Riccardo Lanzo (Lega) per la maggioranza e Domenico Rossi (Pd) e Sean Sacco (Pd) per le minoranze.

Lanzo (Lega) ha sottolineato che “si tratta di un importante passo avanti per un progetto di cui si parla da oltre un decennio. È giunto il momento che il Piemonte cambi velocità e la Città della Salute di Novara rappresenta il primo atto importante realizzato da questa amministrazione, insieme a Torino, per attrarre nuove presenze, nuove professionalità e nuovi progetti di ricerca realizzati in sinergia con l’Università e i centri di ricerca”.

Per Rossi (Pd), che è anche primo firmatario di due ordini del giorno collegati al provvedimento, “la consultazione della Cassa depositi e prestiti conferma che quanto operato dalla precedente Giunta era corretto e nell’interesse dei piemontesi. Il partenariato pubblico-privato era l’unica scelta percorribile per non perdere il finanziamento statale e se si fosse deciso di ricorrere all’Inail i tempi di realizzazione dell’opera si sarebbero allungati a dismisura”.

Sacco (M5s) ha annunciato la presentazione di oltre quaranta emendamenti, “legati soprattutto alle perplessità sul tipo di finanziamento scelto, che prevede un forte intervento da parte dei privati. Si sarebbe potuto ricorrere all’Inail risparmiando almeno 200 milioni di euro, come hanno fatto l’Ospedale di Arma di Taggia e il Policlinico di Padova. Sulla consultazione di Cassa depositi e prestiti il giudizio espresso è ‘soddisfacente’, non ‘ottimale’, e inquieta il fatto che la legge non specifichi il numero di rate ma solo l’ammontare”.

Il dibattito generale è stato aperto dal capogruppo della Lega Alberto Preioni, intervenuto con il presidente della Commissione Sanità Alessandro Stecco e il consigliere Federico Perugini, che hanno sottolineato “l’importanza della collaborazione tra pubblico e privato” e la necessità di pensare, “oltre alle doverose valutazioni economiche, ai pazienti che necessitano di cure e di servizi”.

Per il M5s sono intervenuti Francesca Frediani, Giorgio Bertola, Ivano Martinetti e Sarah Disabato, evidenziando che “più della velocità, in decisioni delicate come il finanziamento di un ospedale, conta l’approfondimento”. Più che sapere chi ha preso le decisioni, hanno aggiunto, “vorremmo sapere chi se ne addosserà il peso: non condividiamo il metodo di finanziamento del nuovo ospedale, che avrà pesanti conseguenze per le tasche dei cittadini”.

Per il Pd sono intervenuti Sergio Chiamparino, Maurizio Marello, Domenico Ravetti e Raffaele Gallo, che hanno evidenziato come “sia la Città della Salute e della Scienza di Novara sia il Parco della Salute di Torino siano decisioni risalenti alla Giunta precedente” sottolineando “l’urgenza d’investire sulle strutture ospedaliere piemontesi, obsolete dal punto di vista edilizio e logistico” e ribadendo la necessità di un nuovo Piano di edilizia sanitaria regionale.

Per Fi Carlo Riva Vercellotti ha espresso il sostegno del proprio gruppo al provvedimento, “per la creazione di un luogo di cura all’avanguardia che sarà in grado di contribuire a contenere la mobilità passiva dei pazienti verso la Lombardia”.

Il capogruppo di Luv Marco Grimaldi ha espresso “molti dubbi sul partenariato pubblico-privato” auspicando, in un momento in cui il costo del denaro è basso, l’impegno della pubblica amministrazione nel richiedere finanziamenti o nel ricorrere ai Fondi strutturali europei.

L’assessore Icardi ha replicato ripercorrendo l’iter della vicenda legata alla realizzazione della struttura, ribadendo che l’unica forma di finanziamento possibile è il partenariato pubblico-privato e sottolineando che la Giunta “non ha perso tempo e ha agito con la diligenza del buon padre di famiglia, dal momento che rimodulando l’importo delle rate come suggerito da Cassa depositi e prestiti, la Regione risparmierà tra i 90 e i 100 milioni di euro d’interessi.




50esimo della Regione, un bando per le sponsorizzazioni

Nel 2020 ricorre il cinquantesimo anniversario dell’istituzione della Regione Piemonte e anche il quindicesimo anniversario della promulgazione e dell’entrata in vigore del nuovo Statuto della Regione Piemonte.

Per dare ulteriore valore al calendario della manifestazioni, e nell’ottica di un ampio coinvolgimento della cittadinanza, il Consiglio regionale avvia una ricerca di sponsorizzazione da parte di soggetti privati. Tali soggetti, siano aziende, enti, fondazioni o altro, accompagneranno quindi anche con il loro marchio le celebrazioni del cinquantenario della Regione Piemonte.

La sponsorizzazione potrà consistere nel versamento di una somma di denaro a sostegno delle spese di realizzazione delle iniziative, oppure nella fornitura di beni e servizi.

La proposta di sponsorizzazione potrà pervenire entro le ore 12.00 di venerdì 29 maggio 2020.

Dettagli, termini e modalità di presentazione dell’avviso pubblico sono disponibili qui




Consiglio regionale dichiara stato di emergenza occupazionale e salariale

Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno che dichiara “lo stato di emergenza occupazionale e salariale in Piemonte” e chiede il “rifinanziamento in deroga alla Cigs e il finanziamento di 150 milioni di euro per le aree colpite da crisi industriali in Piemonte, promessi dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte”.

Il documento è stato presentato da tutti i capigruppo, di maggioranza e di opposizione, dal presidente della Giunta Alberto Cirio e dal presidente del Consiglio Stefano Allasia.

Tutta la seduta è stata dedicata al problema del lavoro nella nostra regione, con l’apertura dei lavori del presidente Cirio e l’intervento dell’assessore Elena Chiorino, che ha evidenziato “un quadro critico con un calo di 17mila unità occupate.

In particolare l’industria manifatturiera perde 25mila addetti, mentre i servizi e l’agricoltura guadagnando rispettivamente 2mila e 4mila posti”.

“Ringrazio il Consiglio per aver accolto la mia proposta di dichiarare lo stato di emergenza occupazionale in Piemonte – ha commentato Cirio – Ringrazio anche tutti i consiglieri di aver votato un documento condiviso che avrà delle ricadute concrete, dandoci la possibilità di rivendicare dal Governo non solo il rifinanziamento della cassa integrazione e degli ammortizzatori sociali, ma anche certezze sugli investimenti promessi personalmente al nostro territorio dal premier Conte.

Abbiamo bisogno di sapere quanto andrà al Piemonte dei 150 milioni di euro previsti per tutta Italia dal governo per le crisi industriali e quanto verrà stanziato per gli specifici accordi di programma che riguardano la Città dell’aerospazio e il Manufacturing and Competence Center, dal momento che di questo in Finanziaria non c’è traccia. La solidarietà non basta, ora alle promesse del Governo devono seguire fatti concreti”.

Anche il capogruppo della Lega Alberto Preioni ha parlato di un “Piemonte che negli ultimi anni ha perso competitività. A livello regionale puntiamo su un piano strategico per lo sviluppo, concordato anche con l’assessore Tronzano, mentre a livello nazionale sarebbe quanto mai urgente la flat tax: abbiamo una pressione fiscale abnorme che fa scappare le imprese”.

Per il Pd è intervenuto Raffaele Gallo, secondo il quale “è vero che i fondi statali potrebbero aiutarci, ma per il momento non ci è chiaro cosa faremmo con quelle risorse.Se chiediamo soldi per mettere in campo le misure illustrate da Chiorino, non risolveremo il problema. Il Piemonte deve essere percepito come territorio di opportunità per imprese, il pubblico deve investire nella ricerca e innovazione industriale”.

Secondo il capogruppo Fdi Maurizio Marrone, “l’emergenza lavoro sarà grande tema su cui la legislatura regionale sarà giudicata dagli elettori. Oggi diamo un segnale forte con la dichiarazione di stato di emergenza per far capire al governo che il tempo della propaganda è finito. Il contributo statale, per il momento limitato, si è fermato solo a Fca ma l’economia manifatturiera piemontese è anche altro”.

È quindi intervenuto Marco Grimaldi (Luv), spiegando che “siamo riusciti ad affermare che la crisi non è solo occupazionale, ma anche salariale, denunciando i fenomeni dei working poor e della precarietà, e a introdurre l’impegno ad applicare il protocollo d’intesa firmato dalla Giunta regionale del Piemonte e dalle sigle sindacali per affermare la giusta retribuzione e lo stralcio del costo del lavoro dai ribassi delle offerte negli appalti pubblici e nelle concessioni di lavori, forniture e servizi”.

Per Paolo Ruzzola (Fi), “gli ammortizzatori sociali sono strumenti utili, chiederemo all’assessore che siano integrati: ma non possono essere la risposta strutturale, che vada oltre il momento dell’emergenza. Dobbiamo creare opportunità per creare lavoro vero e duraturo con misure come il taglio dell’Irap regionale e l’esenzione del bollo che abbiamo fatto inserire in Legge di Stabilità”.

A nome del M5s, Sean Sacco ha spiegato che “il problema delle delocalizzazioni si è verificato perché anche a livello europeo quasi tutte le forze politiche erano d’accordo. Il libero mercato ha creato fortissima diseguaglianza, con conseguente stagnazione e calo dei salari. In Italia bisogna colmare il ritardo: contro le delocalizzazioni possiamo fare ancora qualcosa, ad esempio approvare la nostra proposta di legge regionale. Sarebbe un segnale importante per disincentivare il trasferimento della produzione al di fuori del Piemonte”.

A parere di Silvio Magliano (Moderati), “la grande sfida si gioca sulla competitività. Noi come regione, abbiamo perso di competitività su molti scenari imprenditoriali. Ci sono responsabilità precise, sia da parte datoriale che da parte sindacale. Dobbiamo lavorare tutti insieme per ritornare a essere competitivi”.

Per Mario Giaccone (Monviso), il “Piemonte è diventato la “Spoon river” dell’azienda: crisi e chiusure si moltiplicano. Siamo fanalino coda tra le regioni nord. Vero che subiamo concorrenza sleale e anche concorrenza fiscale, ma certe imprese hanno un atteggiamento predatorio perché non restituiscono quanto ottenuto dal territorio in cui sono nate e prosperate”.

Sono quindi intervenuti i rappresentanti sindacali.
Giovanni Esposito (Cigl): “Le prospettive ci preoccupano: i dati dicono che fino al 2018 le aziende crescevano, ma c’è stata un’inversione di rotta dal 2018/2019, soprattutto a causa dei dazi. Oggi siamo la quarta manifattura dell’Italia, abbiamo perso posizioni. Manca una visione europea e nazionale, si compete fra regioni e dentro la stessa regione, fra le varie province. Si crea una competizione al ribasso e non si punta alla qualità del prodotto”.

Giovanni Cortese segretario generale Uil: “Il Piemonte è ormai agli ultimi posti. La disoccupazione è superiore dell’1,5% rispetto alle altre regioni dell’arco alpino. Quella giovanile dell’8%. Rispetto a 2007, in Piemonte la disoccupazione è aumentata del 60%. Siamo preoccupati anche per l’automotive: senza gli accordi firmati nel 2010/2011 le aziende sarebbero state già chiuse”.

Alessio Ferraris, segretario generale Cisl Piemonte: “la mancanza di crescita porterà ad una povertà che non saremo più in grado di governare. Ci vuole un’alleanza di scopo per il Piemonte per parlare con il governo e ottenere fondi per riavere gli ammortizzatori sociali”.

Armando Murella, segretario generale Ugl: “La politica oggi è debole, le multinazionali hanno potuto fare quello che volevano. Serve un’inversione di tendenza, l’apertura dei grandi supermercati non ha portato tutta l’occupazione annunciata, certi settori sono sottopagati. Non si può andare avanti con contratti di solidarietà, bisogna creare vero lavoro”.

A fine seduta sono stati inoltre approvati due ordini del giorno di Maurizio Marrone su Torino Zona Economica Speciale e sui cosiddetti rider (emendato da Marco Grimaldi).