Covid, in Piemonte terapie intensive in aumento

“Sono 651 i posti letto di terapia intensiva al momento presenti in Piemonte e oltre un centinaio verrà attivato al più tardi entro un anno”. Lo ha dichiarato il coordinatore dell’Area sanitaria dell’Unità di crisi Emilpaolo Manno nel corso della seduta della Commissione Sanità dedicata a un approfondimento sull’argomento.

“Alle 327 terapie intensive ‘storiche’ – ha spiegato Manno – si sono in questi mesi aggiunti 164 posti letto quiescenti che non derivano da riconversioni ma dalla quota letti prevista nel Piano Arcuri (che ne prevede complessivamente 299) e da letti allestiti e non occupati nei vari ospedali, nonché da 160 posti letto funzionali predisposti e finanziati con fondi regionali. Un numero che dovrebbe permettere di affrontare con relativa tranquillità la quarta ondata di pandemia, dal momento che al 31 marzo 2020 (prima ondata) i posti occupati erano 459, al 22 novembre 2020 (seconda ondata) 414 e al 22 marzo 2021 (terza ondata) 364”.

“Dei pazienti Covid attualmente ricoverati in degenza ordinaria – ha aggiunto – il 67% non è vaccinato o ha ricevuto una sola dose, mentre il 33% ha ricevuto la vaccinazione completa; di quelli in terapia intensiva, invece, il 70% non è vaccinato o ha una sola dose e il 30% lo è, ma si tratta di pazienti con patologie pregresse”.

Ai componenti del gruppo Pd Manno ha risposto che “si auspica, con la quarta ondata, di non creare nuovi Covid Hospital ma s’intende tutelare le attività ad alta specializzazione di ogni Azienda per non bloccare ulteriormente le liste d’attesa”.

Al capogruppo di Luv ha espresso la necessità di “prestare attenzione alle fasce più giovani della popolazione per cercare di evitare il più possibile che vengano ricoverati in ospedale”.

Al presidente della Commissione (Lega) e al M5s ha spiegato che “la disponibilità di terapie intensive consentirà, anche dopo la pandemia, di fare un’analisi dei bisogni regionali e potrà consentire, sugli esempi israeliano e svedese, di mantenere posti perfettamente funzionali da attivare celermente in caso di bisogno”.

La Commissione ha poi iniziato l’esame delle Proposte di legge su prevenzione, diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare, presentate rispettivamente dai gruppi Pd e Moderati.

Su proposta dei primi firmatari si è stabilito di procedere alla costituzione di un gruppo di lavoro – presieduto dal presidente della Commissione e a cui prenderà parte anche l’Assessorato alla Sanità – per affrontare i nodi critici rilevati da associazioni ed enti interessati nel corso delle consultazioni on line che consenta di arrivare a un testo condiviso da tutte le forze politiche.




Concorso: La mia scuola al tempo del Covid

Quali aspettative gli studenti nutrono sulla scuola e sul loro futuro? Questa la domanda che  il concorso  “La mia scuola al tempo del Covid”, ideato dal Consiglio regionale del Piemonte, attraverso la Consulta femminile, l’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, Save The Children e la Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza del Piemonte, rivolge agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado del Piemonte (statali e paritarie).

Il Concorso prevede che i ragazzi mandino i propri  elaborati (grafici, video, racconti, powerpoint, musiche, canzoni) entro il 31 Marzo 2021. I progetti  potranno essere preparati  sia in presenza, durante l’orario scolastico, sia da remoto, qualora gli istituti scolastici coinvolti abbiano attivato la didattica a distanza.

Le classi vincitrici, valutate da una Commissione composta da un rappresentante di Save the Children Italia onlus, un rappresentante della Consulta femminile, un rappresentante dell’Ufficio Scolastico Regionale, la Garante per l’Infanzia e un rappresentante del Consiglio Regionale, riceveranno in premio un kit di strumenti didattico/informatici (tablet e sim dati, della durata di 12 mesi, per l’accesso a internet)  che, pur rimanendo di proprietà della scuola,  verrà assegnato ai ragazzi che non dispongono di supporti digitali. Per supportare le famiglie e gli insegnanti nella fruizione del tablet e del web, Save the Children metterà a disposizione una Guida per genitori, che si focalizza su 3 tematiche: cyberbullismo, uso dei videogiochi e adescamento online.

Il progetto nasce dalla constatazione che il lockdown della scorsa primavera, abbia fatto emergere  profonde disuguaglianze sia per quanto riguarda l’offerta educativa sia l’accesso degli studenti alle attività scolastiche.

“Un numero rilevante di studenti non è stato in grado di seguire le lezioni online perché non aveva la disponibilità di strumenti tecnici e una connessione internet – ha puntualizzato Erica Bertero, referente Piemonte Save the Children –  Tale problematica rischia di ripresentarsi anche nell’attuale periodo, a causa del ritorno ad una modalità diffusa della didattica a distanza . Secondo un sondaggio condotto da Save the Children in collaborazione con Ipsos,  delle 61mila famiglie piemontesi con figli adolescenti (almeno un figlio di 14-19 anni) che non hanno accesso a internet da casa, 27mila hanno denunciato l’alto costo del collegamento (44%), 20mila l’alto costo degli strumenti necessari per connettersi (32%), mentre 12mila dichiarano di accedere ad internet da un luogo diverso dalla propria abitazione (25%).

“Il Concorso ‘La mia scuola al tempo del Covid? rivolto alle scuole del primo ciclo- ha affermato il Fabrizio Manca, direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte – rappresenta un’occasione unica e importante per le nostre allieve e i nostri allievi, per condividere e confrontare le esperienze vissute in questo lungo periodo di pandemia e per raccontare la propria storia di “resilienza”. Il progetto intende illustrare la pandemia attraverso lo sguardo e i racconti dei più piccoli. Sono certo che tale iniziativa raccoglierà i frutti dell’intenso lavoro svolto dai docenti, unitamente alla creatività delle nostre allieve e dei nostri allievi e contribuirà, con i premi previsti, a rafforzare ulteriormente la dotazione delle scuole per la didattica digitale integrata”.

“Il progetto, rappresenta un nuovo approccio di intervento su tematiche comuni: la scuola, il mondo scolastico al tempo del Covid, le criticità, ma anche l’opportunità di modernizzazione, la necessità di superare i limiti spaziali e temporali attraverso strumenti telematici  – ha dichiarato Ornella Toselli, presidente della Consulta Femminile  – L’obiettivo è inoltre quello di sviluppare un’indagine sulle difficoltà vissute dalle famiglie, e in particolare dalle donne che hanno risentito e risentono degli effetti di quella che sempre più appare come una shecession, per l’emergere di diseguaglianze nella distribuzione dei compiti di cura familiare e per il riacutizzarsi dello squilibrio professionale, sociale e lavorativo tra i generi. Anche se siamo fiduciose che le donne sapranno riconquistare a breve gli spazi che faticosamente avevano conquistato.”

“La pandemia ha avuto e sta avendo forti ripercussioni sui bambini e i ragazzi – ha sottolineato Ylenia Serra, garante per l’infanzia e l’adolescenza –   il fenomeno della dispersione scolastica sta aumentando, cosi come la stanchezza, la perdita di motivazione e la scarsa fiducia nel futuro da parte dei ragazzi. Fenomeno che risente non solo del perdurare della didattica a distanza, con l’amplificazione delle differenze già esistenti sia di carattere economico e famigliare, sia delle reazioni, delle necessità e delle particolarità dei singoli studenti, ma anche di una crescente fragilità del welfare famigliare. È  chiaro, oggi ancora di più, come la scuola non sia solo didattica, ma rappresenti  un luogo di educazione, di formazione dell’individuo, di relazioni con i coetanei e gli insegnanti, di crescita, confronto ed esperienza.Questo concorso  – conclude –  nel condividere e premiare le esperienze e gli sforzi compiuti durante l’emergenza sanitaria, mira a rendere i bambini e i ragazzi protagonisti attivi, perché possano raccontare con la propria voce e le proprie espressioni artistiche i pensieri, le paure e le aspettative per il futuro, perché non rimangano inespresse o inascoltate, ma anzi incentivate e valorizzate”.

 




9782 vaccinati contro il covid in Piemonte

Sono 9.782, tra cui 6.514 ultraottantenni, le persone che hanno ricevuto il vaccino contro il Covid comunicate oggi all’Unità di Crisi della Regione Piemonte (dato delle ore 17.35). A 240 è stata somministrata la seconda dose.

Dall’inizio della campagna si è quindi proceduto all’inoculazione di 392.228 dosi (delle quali 138.124 come seconda), corrispondenti all’81,7% delle 480.150 finora disponibili per il Piemonte.

 




Profondo rosso per il cinema piemontese

Nel 2020 le sale cinematografiche piemontesi hanno perso 47 milioni di euro di incasso, con oltre l’80 per cento di presenze in meno rispetto agli anni precedenti. Sono dati disastrosi per le oltre 300 aziende del settore, con 800 dipendenti e un indotto importante, molte delle quali rischiano di chiudere se non intervengono misure di sostegno efficaci”.

Lo hanno riferito in un’audizione della Sesta commissione sulla situazione dei cinema in relazione all’emergenza Covid i presidenti di Agis e Anec Piemonte, Luigi Boggio e Arrigo Tomelleri.

Per gli auditi il comparto potrà avere una ripresa non prima dell’estate, con il rischio che molti esercenti, anche in centro città a Torino, decidano di cessare l’attività perché non più in grado di coprire i costi fissi: “I benefici al settore non possono arrivare dal credito d’impresa, serve liquidità. Per questo chiediamo la possibilità di accedere alle risorse del Por-Fesr 2021-2027, rientrando nei bandi regionali rivolti alle piccole, medie e microimprese e a quelli sulla cultura, ma anche interventi mirati di Finpiemonte”.

Per riaprire le sale in modo economico sarà necessario garantire la sicurezza sanitaria e proiezioni che siano appetibili per il pubblico: “Prevediamo che quando riapriranno le attività del tempo libero ci sarà un aumento esponenziale della richiesta – hanno detto – come avvenuto con le riaperture dei cinema in Estremo Oriente. Oggi il nostro settore è essenziale al raggiungimento del risultato economico dei film, rappresentiamo il 70 per cento del fatturato, ma se non ci saranno più strutture sarà un problema”.

I consiglieri Gianluca Gavazza (Lega), Daniele Valle (Pd) e Francesca Frediani (Movimento 4 ottobre) hanno chiesto chiarimenti per capire come si possa intervenire sul bilancio regionale per andare incontro alle esigenze della categoria e quali siano i bandi di maggior interesse per il comparto.

L’assessore alla Cultura Vittoria Poggio è intervenuta per ricordare che incontrerà le associazioni il prossimo 18 febbraio per discutere in modo più approfondito le questioni, assicurando il massimo impegno della Regione in merito alle richieste sui bandi e la pianificazione del Por-Fesr.




Sicurezza cantieri e covid, le aziende Ait e gli architetti collaborano con protocollo d’intesa

L’Associazione Imprese di Impianti Tecnologici dell’Unione Industriale di Torino (AIT) e l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Torino hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa con l’obiettivo di collaborare sul tema della sicurezza nei cantieri, con particolare riferimento all’adozione dei protocolli anti-contagio da COVID19.

Tale accordo avrà il compito di semplificare il dialogo tra le imprese e i professionisti coinvolti nella gestione dei cantieri in opera.

Il settore delle costruzioni edili e impiantistiche, infatti, è uno di quelli maggiormente toccati dalla complessità delle norme di sicurezza le quali devono tenere conto, oltre a quelle ordinarie di prevenzione degli incidenti sul lavoro, anche delle indicazioni specifiche prescritte dai protocolli anti-contagio da attuare nei cantieri.

“I luoghi di lavoro, in particolare i cantieri a cielo aperto, sono al momento quelli in cui vi è minore esposizione al rischio di contagio da Covid-19, anche grazie alla costante formazione e attitudine al rispetto delle regole da parte dei lavoratori” – afferma il Presidente di AIT, Carlo Antonio Gandini – “tuttavia è importante tenere alta la guardia, con misure ragionevoli, per evitare il contagio di maestranze che per le nostre aziende rappresentano il principale asset”.

“L’accordo di oggi vuole solidificare la sinergia che l’Ordine degli Architetti, con maggiore forza negli ultimi anni, ha stretto con il mondo industriale e i principali stakeholder dell’impresa su temi fondamentali come green, sviluppo urbano, sostenibilità, sicurezza. Permettere a tutti i cantieri di restare aperti, in condizioni di sicurezza sanitaria oltre che di lavoro, è un messaggio per impedire di farci travolgere dal pessimismo della seconda ondata del virus” commenta Massimo Giuntoli, Presidente OAT-Ordine Architetti Torino.

Oltre all’adozione di linee guida comuni per la gestione delle problematiche condivise, il Protocollo prevede l’istituzione di un Tavolo di Lavoro permanente – composto da consulenti e funzionari dell’Unione Industriale e da referenti indicati dall’Ordine – che avrà il compito di rispondere a esigenze e difficoltà operative riscontrate sui cantieri, sia nella fase di allestimento che nell’esecuzione delle opere, al fine di individuare possibili soluzioni, attraverso momenti di formazione e informazione rivolti a imprese, professionisti e stakeholder.

Per l’AIT l’accordo con gli architetti segue un analogo protocollo di intesa già stipulato con l’Ordine degli Ingegneri che sta portando anche ad un’ampia collaborazione su diversi temi in cui professionisti e imprese sono coinvolti, tra cui lo studio delle misure di attuazione del recente meccanismo del Superbonus 110%.

 




Covid, Raviolo ricostruisce la prima emergenza

Mario Raviolo, direttore della Maxiemergenza regionale 118, è stato sentito oggi, in qualità di primo commissario dell’unità di crisi per la gestione dell’emergenza Covid in Piemonte, dal gruppo di lavoro che sta svolgendo l’indagine conoscitiva all’interno della quarta Commissione.

Raviolo ha ricostruito le attività svolte prima in qualità di referente sanitario della Protezione civile regionale, poi di commissario dell’unità di crisi dal 22 febbraio, data di apertura della struttura, al 17 marzo, quando il coordinamento è passato a Vincenzo Coccolo: “in quella fase – ha spiegato – si è lavorato per dare supporto in prevalenza ai servizi ospedalieri, i primi sui quali ha impattato l’emergenza”.

Su richiesta del capogruppo Pd, Raffaele Gallo, e dei colleghi Diego Sarno e Domenico Rossi, l’ex commissario ha parlato dell’organizzazione interna dell’unità di crisi regionale e del suo rapporto con l’assessorato alla Sanità e l’unità nazionale: “Per le necessità di quella prima fase è stata rispettato il cosiddetto ‘metodo Augustus’, il sistema utilizzato per la pianificazione degli interventi in caso di maxi emergenza, che prevede un tavolo virtuale a cui siedono tutte le funzioni che impattano sulla società civile e che devono scambiarsi informazioni utili a prendere le decisioni operative. Gran parte di quelle strutture erano presenti nell’unità di crisi. Venne anche creato il Comitato tecnico scientifico, che si riuniva per dare risposte all’organo politico e all’Unità di crisi”.

Raviolo ha precisato che le riunioni dell’unità nazionale si svolgevano in collegamento con quelle regionali, che potevano intervenire per segnalare criticità: “In un primo momento partecipavano anche i referenti sanitari di Protezione civile, snodo importante nella gestione dell’emergenza – ha precisato – che poi sono stati esautorati della loro valenza istituzionale a livello nazionale”.

Raviolo ha anche risposto alle domande dei consiglieri Pd e del capogruppo di Luv, Marco Grimaldi, su tamponi, dispositivi di protezione individuale e residenze sanitarie assistite.
Sulla questione tamponi, l’ex commissario ha spiegato che il primo problema da affrontare è stato quello di organizzare la diagnostica per rispondere all’assalto di richieste: “I due laboratori attrezzati per processarli hanno risposto in modo egregio, lavorando anche di notte e nei fine settimana.

E’ stato fatto uno sforzo immane, tenuto conto che il personale era tarato per rispondere ad un’organizzazione ordinaria del lavoro e che un’attività di questo tipo non può essere svolta da chiunque, ma richiede professionalità e formazione specifiche”. Nella prima fase, erano gli stessi laboratori abilitati a comunicare il numero di tamponi che era possibile effettuare e l’autorizzazione veniva data dall’unità di crisi, sulla base delle motivazioni contenute nella richiesta.

Sui dpi, Raviolo ha affermato che da una prima ricognizione delle scorte e dei fabbisogni delle singole aziende sanitarie, fatta ancora prima dell’insediamento dell’unità di crisi, emerse una carenza generalizzata per far fronte ad una situazione straordinaria, per cui si decise di acquistarli e distribuirli centralmente.

L’ex commissario ha infine precisato che la situazione delle Rsa non gli venne sottoposta fino alla sua destituzione se non su segnalazione di casi specifici come quelli di Tortona e Villanova Mondovì: “Nei primi venti giorni dell’emergenza la mia attività si è concentrata sugli ospedali. Non posso affermare che quella delle Rsa fosse in quel momento una situazione tale da richiedere con tutta evidenza un impegno acuto e per la quale le risposte dovevano comunque essere date da un organo regionale”.




CCIAA Torino: spese famiglie torinesi, il Covid fa tirare la cinghia

Si è svolta oggi la presentazione dell’indagine sulle spese delle famiglie torinesi nel primo semestre 2020, una rilevazione semestrale realizzata per dare evidenza delle ripercussioni della crisi sanitaria di quest’anno.

Sono state analizzate le spese di 160 famiglie torinesi a cui è stato anche sottoposto un breve set di domande volto ad indagare eventuali cambiamenti delle abitudini di consumo proprio nei mesi di lockdown.

“Come previsto l’emergenza sanitaria ha impattato fortemente sulle spese delle famiglie: 8 su 10 hanno contratto decisamente gli acquisti non necessari e il 34% ha dovuto intaccare i risparmi – ha commentato Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino, – Nella crisi si individuano, tuttavia, anche comportamenti virtuosi, come la riduzione dello spreco alimentare, il sostegno ai piccoli esercenti e l’acquisto di prodotti Made in Italy“.

I dati dell’indagine Con 2.363 euro mensili, in diminuzione del -6,5% (-162 euro) rispetto al I semestre del 2019, la spesa complessiva delle famiglie torinesi nei primi sei mesi del 2020 torna ai livelli del I semestre 2015.

Dopo il costante incremento del passato, in particolare nel triennio 2015-2017, e la sostanziale tenuta tra il 2018 ed il 2019, i primi mesi 2020 fanno registrare dunque un decisoridimensionamento.

Il calo è dovuto esclusivamente ai consumi non alimentari, che scendono anche al di sotto dei livelli del 2015; al contrario i consumi alimentari crescono (+1%; +4 euro rispetto al I semestre 2019), arrivando a rappresentare il 17% della spesa complessiva (prima era il 15%). La spesa alimentare Raggiunge i 405 euro mensili, con oscillazioni contenute per tutte le componenti, fatta eccezione per i cibi di asporto (+6 euro, +40%) e per carne e salumi (+4 euro).

La spesa non alimentare Scende sotto la soglia dei 2.000 euro, attestandosi a 1.958 euro (-7,8%; -166 euro rispetto al I semestre 2019). Tra le varie voci, quella dell’abitazione (a cui si sommano anche le utenze domestiche) continua a rappresentare la componente principale (51,7% delle spese non alimentari), in crescita del +2,8% rispetto allo stesso periodo del 2019, in particolare nelle utenze domestiche (energia elettrica, acqua, gas, riscaldamento) chevedono un aumento del +7,3% (+12 euro).

Fatta eccezione per l’abitazione e per le spese in istruzione (+3 euro), si assiste ad un calo più o meno sostenuto di tutte le altre voci principali delle spese non alimentari. La diminuzione più consistente si registra come previsto nella categoria “altri beni e servizi” (-24,9%; -76 euro) dove convergono le voci relative al tempo libero: in media, ad esempio, -43 euro per viaggi e vacanze e –40 euro per pasti fuori casa.

Seguono le flessioni relative ai servizi sanitari e salute (-35 euro, -31,3%), dove il crollo è imputabile quasi del tutto al calo delle spese in visite mediche specialistiche ed analisi. Diminuisce anche del -22,8% la categoria ricreazione, spettacolo e cultura (-28 euro) dove il calo più sostenuto è nell’acquisto di giornali e libri non scolastici (-9 euro), negli articoli sportivi e per il tempo libero (-8 euro), negli articoli per l’intrattenimento- videogiochi- (-5 euro) e nell’acquisto di biglietti per concerti, teatro, cinema (-2 euro).

Negativa anche la spesa per abbigliamento e calzature (-8 euro) e della voce mobili ed arredamento (-39 euro). Nella voce trasporti e comunicazione (-3 euro; il 14,3% delle spese non alimentari), la flessione è dovuta alla macro categoria dei trasporti (-15 euro), dove si registra un calo delle spese in benzina, gasolio (-6 euro) e in acquisto di biglietti per i mezzi pubblici, treni e aerei (-8 euro); in aumento, invece, le comunicazioni (+12 euro, +26,1%), dove la crescita si è registrata grazie alle spese connesse alla telefonia -acquisto, bollette, internet- (+9 euro).

Nel complesso, pertanto, l’emergenza sanitaria ha traghettato verso un netto taglio di tutte le spese voluttuarie (vacanze, pasti fuori casa, ricreazione e tempo libero), ma anche di una parte di spese di prima necessità (per esempio salute, visite mediche) per le quali il contesto sanitario ha imposto una contrazione.

Il risparmio delle famiglie Oltre ad un calo dei consumi, i primi sei mesi del 2020 hanno evidenziato una diminuzione importante della capacità del risparmio delle famiglie torinesi. A giugno 2020, su 160 famiglie intervistate, solo il 18,8% ha dichiarato di riuscire a risparmiare parte del reddito famigliare (era il 33% nel primo semestre 2019). In calo anche la percentuale di reddito accantonata: il 3,5% a fronte del 6,2% dei primi sei mesi del 2019.

Si tratta del valore più basso in assoluto riscontrato nell’ultimo decennio. Il dato scende ancora se si analizzano solo le famiglie in stato di debolezza/autosufficienza, dove si riesce ad accantonare appena lo 0,3% del reddito complessivo famigliare. Reddito e potere di acquisto Aumentano anche le famiglie che dichiarano una diminuzione del reddito medio annuale.

A giugno 2020, il 26,9% degli intervistati ha affermato di aver registrato una flessione del reddito famigliare rispetto a fine 2019 (erano il 18,3% nei primi sei mesi 2019 rispetto al 2018). Il 43,1% degli intervistati ha inoltre evidenziato una diminuzione del potere di acquisto famigliare: nel 2019 la percentuale era dimezzata (20%).

Infine, durante il periodo di lockdown e subito dopo, ben il 55% delle famiglie ha denunciato un lieve aumento dei prezzi dei beni di prima necessità, a cui si aggiunge un 31,9% che dichiara un aumento netto.

Luoghi e comportamenti di acquisto Sale al 45% la preferenza verso super e ipermercati (nel 2019 era 40%), mentre è in calo la frequentazione di negozi di vicinato (dal 26,8% al 21,5%). Come previsto, invece, aumenta il peso degli acquisti online che salgono dal 3% al 4,8%.

I nuclei famigliari che non ne fanno mai uso scendono dal 60% al 41% e, in parallelo, è cresciuta la quota di famiglie che vi ricorrono qualche volta o spesso, passando complessivamente dal 30% al 42%. Cresce anche l’acquisto di beni di seconda mano scelto frequentemente dal 28% delle famiglie (16% nel primo semestre 2019).

Rimane costante invece il ricorso ai pagamenti rateali. Emergenza Covid e comportamenti d’acquisto Il periodo di lockdown – e le settimane che lo hanno anticipato e seguito – hanno mutato in maniera significativa le abitudini di acquisto ma anche le possibilità di spesa delle famiglie torinesi. Si è accentuato il ricorso a canali prima poco adottati (consegne a domicilio o e-commerce), si è dovuto talvolta erodere parte del risparmio famigliare, ma sono emerse anche nuove abitudini virtuose che le famiglie hanno il proposito di mantenere nei mesi successivi all’emergenza.

Nel complesso fra gennaio e giugno 2020 8 famiglie su 10 hanno ridotto le spese. Fra queste, il 72,5% delle famiglie ha speso meno del solito, riducendo o eliminando le spese ritenute non necessarie e/o superflue, mentre un ulteriore 8% – che sale al 26,7% fra le famiglie monoparentali – ha dovuto ridurre anche le spese necessarie.

Tra le principali motivazioni che hanno portato ad una riduzione degli acquisti, oltre all’aver avuto meno occasioni di spesa (il 71,9% delle risposte), al secondo posto si colloca una riduzione del reddito famigliare (il 20,6%).

Nonostante il calo generalizzato dei consumi, durante l’emergenza sanitaria il 34,4%delle famiglie (con un picco del 49% fra le coppie con figli e del 40% fra i nuclei monoparentali) ha dovuto attingere ai risparmi per far fronte alle spese.

In ultimo, il periodo appena trascorso sembra aver portato con sé l’esigenza di introdurre piccoli cambiamenti quotidiani nelle scelte di acquisto e consumo.

Nei mesi successivi all’emergenza, il 100% delle famiglie intervistate dichiara che cercherà di diminuire gli sprechi alimentari e, nella quasi totalità (il 98,8%), si ripromette di acquistare prevalentemente prodotti italiani a sostegno dell’economia nazionale. Diffusa anche la propensione a ridurre gli acquisti nella Grande Distribuzione Organizzata per sostenere i piccoli esercenti (il 60,6%), nonché la scelta di continuare a rivolgersi a piccoli produttori (50%).




La Piccola Industria organizza un ciclo di webinar di formazione finanziaria per le aziende

L’attuale emergenza sanitaria e la recessione economica hanno colpito improvvisamente le imprese, generando una violenta crisi di liquidità, abbattendo la domanda e stravolgendo le strutture aziendali.

La Piccola Industria dell’Unione Industriale di Torino è da tempo impegnata nel fornire alle PMI un supporto concreto, con l’obiettivo di aiutarle a mantenere una struttura patrimoniale ed economica sana, fondamentali per adempiere alle prescrizioni previste dal nuovo Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza.

Per rispondere alle necessità imposte alle imprese dall’emergenza sanitaria, economica e sociale in atto, la Piccola Industria, in collaborazione con Skillab e con l’Ordine dei Dottori Commercialisti, ha deciso di dare un seguito al ciclo di formazione finanziaria inaugurato nel 2018, adattandolo alle attuali esigenze di liquidità e focalizzandolo sugli strumenti a disposizione delle aziende.

Giovanni Fracasso, Presidente della Piccola Industria dell’Unione Industriale di Torino ha dichiarato: “La nostra Associazione e soprattutto la rappresentanza delle PMI è volta da sempre al supporto delle nostre Imprese sul territorio attraverso azioni proattive e concrete. In momenti come questi, diventa fondamentale pensare all’oggi e quindi a traghettare le PMI al di là della crisi, ma senza perdere la prospettiva del domani, e quindi fornendo agli imprenditori una visione e gli elementi per indirizzarsi verso un futuro. Futuro che, qualsiasi sarà, non potrà prescindere per le nostre imprese dai fondamentali finanziari ed economici”.

Filippo Sertorio, Vice Presidente Piccola Industria dell’Unione Industriale di Torino con delega al Credito e alla Finanza, ha aggiunto: “Le nostre aziende hanno bisogno più che mai di un aiuto pratico e concreto per affrontare la crisi e per gestire al meglio questa fase storica. In questo momento riteniamo strategico, imprescindibile e oserei dire vitale fornire degli elementi formativi in più sia in ambito finanziario che di controllo e gestione poiché, oltre a segnare tutti noi da un punto di vista umano, sociale ed economico, è occorsa in un momento di transizione legislativo estremamente rilevante.

Non possiamo infatti dimenticarci come il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza prevede nuovi adempimenti ed adeguati assetti che, per quanto i termini siano stati prorogati al 2021, dovranno essere rispettati e adeguatamente programmati. È con questo spirito che abbiamo strutturato un percorso frutto della stretta collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti che sono partner importanti affinché il nostro tessuto economico reagisca nel migliore dei modi e si appresti a superare questo difficile periodo”.

“La crisi – ha commentato Luca Asvisio, Presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Torino Ivrea e Pinerolo – ha confermato, ancora una volta, l’importanza dell’interlocuzione tra banche, imprese e professionisti, da tempo uniti in un triangolo virtuoso, volto al costante sviluppo della competenza.

Le domande che in questi giorni gli imprenditori sottopongono ai propri commercialisti per districarsi nella burocrazia che la norma richiede per accedere ai finanziamenti garantiti dallo Stato e che vede le banche sottoposte ad un superlavoro, ci pone nella condizione di porci quali ausiliari dell’impresa nella gestione delle sue necessità, riconoscendoci – di fatto – un ruolo che non sempre la norma ci attribuisce in termini di esclusive, nonostante la formazione cui siamo sottoposti e la deontologia cui siamo tenuti rappresenti una garanzia posta a favore della collettività”

Paolo Vernero, Vice Presidente della Fondazione Picatti – Milanese dell’Odcec di Torino e referente del Gruppo di Studio sul sistema dei controlli in azienda e 231, ha concluso che: “Pur in presenza di un rinvio a settembre 2021 del Codice della Crisi, mai come in questi frangenti di grande incertezza è quanto mai utile procedere al rafforzamento delle best practice aziendali ed alla implementazione dei sistemi di controllo di gestione, finalizzati a gestire ed eventualmente mitigare i rischi economico-finanziari che l’impatto del Covid-19 comporta. L’investimento per migliorare la gestione dei rischi, il sistema dei controlli e l’informativa finanziaria rappresenta una opportunità. In questo contesto noi commercialisti siamo al fianco delle aziende insieme alle associazioni di categoria”.

È stato dunque pianificato un percorso di 8 webinar – realizzati con il co-finanziamento della Camera di Commercio e dell’Unione Industriale di Torino – dedicati agli strumenti di supporto finanziario e agli incentivi per l’anno 2020, al rapporto con gli istituti di credito, alla pianificazione finanziaria e al rafforzamento patrimoniale, oltre che alle novità normative in tema di crisi d’impresa e insolvenza.

Il primo appuntamento è per mercoledì 6 maggio, alle ore 11, con il webinar dal titolo: “Tutta la liquidità per le PMI: agevolazioni e strumenti per l’emergenza Covid-19”.

Interverranno Giancarlo Somà, responsabile Ufficio Economico Unione Industriale Torino; Fabio Francescatti, responsabile Ufficio Tributario Unione Industriale Torino e Fabrizio Gramaglia, Responsabile Agevolazioni e Strumenti Finanziari Finpiemonte

La partecipazione è gratuita ed è possibile registrarsi inviando una mail a piccola@ui.torino.it