Expocasa, Città di Torino e CCIAA : ecco il calendario appuntamenti

Le istituzioni del territorio a sostegno della ripartenza del sistema fieristico torinese: con questo spirito la Camera di commercio e il Comune di Torino partecipano direttamente all’edizione 2020 di Expocasa, che si apre domani all’Oval, inaugurando uno spazio istituzionale comune, dove si alterneranno talk, seminari e momenti di incontro tra pubblico ed esperti del settore.

 

Questa edizione di Expocasa è particolarmente significativa – commenta Alberto Sacco, Assessore al Commercio della Città – perché rappresenta un momento di ripresa sia per l’attività fieristica, sia per le imprese che operano nell’ambito delle soluzioni abitative, della domotica, dei complementi di arredo e di tutto quanto sia riconducibile al tema casa. Quest’anno sono una novantina gli espositori di Torino e dell’area metropolitana presenti. Interessante sarà anche seguire gli appuntamenti nell’area istituzionale, organizzati in collaborazione con la Camera di commercio di Torino, che rappresentano un modo per aggiornarsi sul settore Furniture del dopo Covid e sulle nuove tendenze di questo comparto così importante per il nostro Made in Italy”.

Il ritorno ad eventi fieristici indoor è un segnale di ripartenza ed è una buona notizia per tutto il territorio – dichiara Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Per questo l’ente camerale ha voluto assicurare il proprio supporto a questa edizione di Expocasa, anche attraverso l’organizzazione di un ricco programma di seminari e talk all’interno di uno stand istituzionale, perché i temi dell’abitare, del design e del fare impresa tornino ad essere oggetto di dibattito e di confronto anche in presenza tra tutti gli operatori”.

 

 

Si parlerà ad esempio del progetto della Camera di commercio Abitare sostenibile, un tema di grande attualità nel dialogo costante tra studenti, professori e professionisti, per promuovere fin dai banchi di scuola la conoscenza e l’utilizzo delle soluzioni più innovative e attente all’ambiente. E sempre l’innovazione sarà al centro della presentazione a cura del Politecnico di Torino della materioteca MATto, il luogo dove si offre consulenza personalizzata nella ricerca di materiali inediti e soluzioni per nuovi prodotti.

 

 

Infine gli incontri allo stand saranno anche l’occasione per presentare al pubblico di professionisti e imprenditori i servizi della Camera di commercio, dalla consulenza per l’avvio di impresa alla digitalizzazione in ambito Internet of Things, dal crowfunding agli strumenti concreti di lavoro come il Prezzario Opere Edili, senza dimenticare i servizi di informazione gratuita, come lo Sportello del consumatore.

 

Tutte le info e il calendario sempre aggiornato sugli incontri allo stand su www.to.camcom.it/expocasa2020

 

 

Programma incontri

Area incontri stand Camera di commercio di Torino – Città di Torino

Lunedì 28 settembre

I servizi e gli strumenti di lavoro per il settore casa e ambiente della Camera di commercio di Torino

Oltre ai compiti istituzionali attribuiti dalla legge, quali la tenuta del Registro FGAS e la pubblicazione del Prezzario delle Opere edili ed impiantistiche, strumento di lavoro fondamentale per il settore edile, la Camera di commercio di Torino ha creato specifici servizi di prima informazione online: uno dedicato ai consumatori ed uno rivolto alle imprese soggette agli adempimenti previsti in materia ambientale. Vengono inoltre organizzate, anche in collaborazione con altri Enti ed istituzioni, locali e nazionali, specifiche iniziative divulgative e formative al fine di incentivare lo sviluppo di buone pratiche commerciali ed informare gli operatori sulle più recenti novità normative.

Prenotazione obbligatoria

Martedì 29 settembre

Ore 17 – 18

Laboratorio “Abitare Sostenibile Sicuro Smart e con attenzione agli aspetti Sanitari (LAS4)”

Un tema di grande attualità nel dialogo costante tra studenti, professori e professionisti, per promuovere fin dai banchi di scuola la conoscenza e l’utilizzo delle soluzioni più innovative e attente all’ambiente.

Prenotazione obbligatoria

 

Mercoledì 30 settembre

La materioteca MATto del Politecnico di Torino

MATto è la materioteca del Politecnico di Torino che, insieme a Camera di commercio di Torino, mette a disposizione delle aziende manifatturiere alcuni servizi di consulenza personalizzati dedicati alla ricerca di materiali e processi produttivi per dare impulso e sostegno all’innovazione delle imprese industriali e artigianali.




Confermati ieri pomeriggio i vertici del Comitato Torino Finanza

Sono lusingato della fiducia che i vertici della Camera di commercio ripongono in me e che credo si basi sulla massima attenzione che pongo alle esigenze del sistema economico torinese. – ha affermato Vladimiro RambaldiPer questo mi piace ricordare l’“Osservatorio sulle start up innovative” che ogni cinque anni analizza in profondità lo stato di salute dell’ecosistema torinese. Da qui abbiamo sviluppato l’idea di una futura piattaforma per darne la giusta visibilità e per mettere a disposizione utili strumenti di lavoro. Sono certo che diventerà un punto di riferimento per gli aspiranti imprenditori innovativi e un valido aiuto per la creazione di nuove start up.”

 

Continuare a puntare sull’educazione finanziaria del territorio è fondamentale in un periodo economico così delicato – ha commentato Dario Gallina, presidente della Camera di commercio di Torino, che ha riproposto i vertici anche per quest’anno – e la squadra del Comitato Torino Finanza sta funzionando bene, soprattutto a favore delle imprese. La ricerca di nuovi dati statistici e di prodotti digitali per far sviluppare l’innovazione del territorio, e la formazione per i futuri imprenditori sono i punti di forza di questa organizzazione.”

 

Il Comitato Torino Finanza ha portato avanti numerose iniziative di grande interesse per la Camera di commercio di Torino, di cui fa parte. Tra le più note, ricordiamo:

– il recente “PILNOW”, l’indice che fornisce in tempo reale lo stato di salute regionale, stimando trimestralmente il PIL piemontese

– l’“Osservatorio sui Confidi” che si è affermato come punto di riferimento nazionale sul tema e ha fatto conoscere il Comitato Torino Finanza in tutta Italia

– il progetto “Consapevolezza economica” che ha portato l’insegnamento dell’economia nelle scuole elementari, medie e superiori.

 

Il Comitato Torino Finanza è giunto al quarto rinnovo dalla sua costituzione nel 2006, che coincide anche con il trentesimo anniversario di “Torino Finanza” nella sua accezione allargata, comprendendo quindi gli anni di attività dell’Associazione che fu fondata nel 1990 dal compianto Franco Cellino.

 




CCIAA Torino: spese famiglie torinesi, il Covid fa tirare la cinghia

Si è svolta oggi la presentazione dell’indagine sulle spese delle famiglie torinesi nel primo semestre 2020, una rilevazione semestrale realizzata per dare evidenza delle ripercussioni della crisi sanitaria di quest’anno.

Sono state analizzate le spese di 160 famiglie torinesi a cui è stato anche sottoposto un breve set di domande volto ad indagare eventuali cambiamenti delle abitudini di consumo proprio nei mesi di lockdown.

“Come previsto l’emergenza sanitaria ha impattato fortemente sulle spese delle famiglie: 8 su 10 hanno contratto decisamente gli acquisti non necessari e il 34% ha dovuto intaccare i risparmi – ha commentato Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino, – Nella crisi si individuano, tuttavia, anche comportamenti virtuosi, come la riduzione dello spreco alimentare, il sostegno ai piccoli esercenti e l’acquisto di prodotti Made in Italy“.

I dati dell’indagine Con 2.363 euro mensili, in diminuzione del -6,5% (-162 euro) rispetto al I semestre del 2019, la spesa complessiva delle famiglie torinesi nei primi sei mesi del 2020 torna ai livelli del I semestre 2015.

Dopo il costante incremento del passato, in particolare nel triennio 2015-2017, e la sostanziale tenuta tra il 2018 ed il 2019, i primi mesi 2020 fanno registrare dunque un decisoridimensionamento.

Il calo è dovuto esclusivamente ai consumi non alimentari, che scendono anche al di sotto dei livelli del 2015; al contrario i consumi alimentari crescono (+1%; +4 euro rispetto al I semestre 2019), arrivando a rappresentare il 17% della spesa complessiva (prima era il 15%). La spesa alimentare Raggiunge i 405 euro mensili, con oscillazioni contenute per tutte le componenti, fatta eccezione per i cibi di asporto (+6 euro, +40%) e per carne e salumi (+4 euro).

La spesa non alimentare Scende sotto la soglia dei 2.000 euro, attestandosi a 1.958 euro (-7,8%; -166 euro rispetto al I semestre 2019). Tra le varie voci, quella dell’abitazione (a cui si sommano anche le utenze domestiche) continua a rappresentare la componente principale (51,7% delle spese non alimentari), in crescita del +2,8% rispetto allo stesso periodo del 2019, in particolare nelle utenze domestiche (energia elettrica, acqua, gas, riscaldamento) chevedono un aumento del +7,3% (+12 euro).

Fatta eccezione per l’abitazione e per le spese in istruzione (+3 euro), si assiste ad un calo più o meno sostenuto di tutte le altre voci principali delle spese non alimentari. La diminuzione più consistente si registra come previsto nella categoria “altri beni e servizi” (-24,9%; -76 euro) dove convergono le voci relative al tempo libero: in media, ad esempio, -43 euro per viaggi e vacanze e –40 euro per pasti fuori casa.

Seguono le flessioni relative ai servizi sanitari e salute (-35 euro, -31,3%), dove il crollo è imputabile quasi del tutto al calo delle spese in visite mediche specialistiche ed analisi. Diminuisce anche del -22,8% la categoria ricreazione, spettacolo e cultura (-28 euro) dove il calo più sostenuto è nell’acquisto di giornali e libri non scolastici (-9 euro), negli articoli sportivi e per il tempo libero (-8 euro), negli articoli per l’intrattenimento- videogiochi- (-5 euro) e nell’acquisto di biglietti per concerti, teatro, cinema (-2 euro).

Negativa anche la spesa per abbigliamento e calzature (-8 euro) e della voce mobili ed arredamento (-39 euro). Nella voce trasporti e comunicazione (-3 euro; il 14,3% delle spese non alimentari), la flessione è dovuta alla macro categoria dei trasporti (-15 euro), dove si registra un calo delle spese in benzina, gasolio (-6 euro) e in acquisto di biglietti per i mezzi pubblici, treni e aerei (-8 euro); in aumento, invece, le comunicazioni (+12 euro, +26,1%), dove la crescita si è registrata grazie alle spese connesse alla telefonia -acquisto, bollette, internet- (+9 euro).

Nel complesso, pertanto, l’emergenza sanitaria ha traghettato verso un netto taglio di tutte le spese voluttuarie (vacanze, pasti fuori casa, ricreazione e tempo libero), ma anche di una parte di spese di prima necessità (per esempio salute, visite mediche) per le quali il contesto sanitario ha imposto una contrazione.

Il risparmio delle famiglie Oltre ad un calo dei consumi, i primi sei mesi del 2020 hanno evidenziato una diminuzione importante della capacità del risparmio delle famiglie torinesi. A giugno 2020, su 160 famiglie intervistate, solo il 18,8% ha dichiarato di riuscire a risparmiare parte del reddito famigliare (era il 33% nel primo semestre 2019). In calo anche la percentuale di reddito accantonata: il 3,5% a fronte del 6,2% dei primi sei mesi del 2019.

Si tratta del valore più basso in assoluto riscontrato nell’ultimo decennio. Il dato scende ancora se si analizzano solo le famiglie in stato di debolezza/autosufficienza, dove si riesce ad accantonare appena lo 0,3% del reddito complessivo famigliare. Reddito e potere di acquisto Aumentano anche le famiglie che dichiarano una diminuzione del reddito medio annuale.

A giugno 2020, il 26,9% degli intervistati ha affermato di aver registrato una flessione del reddito famigliare rispetto a fine 2019 (erano il 18,3% nei primi sei mesi 2019 rispetto al 2018). Il 43,1% degli intervistati ha inoltre evidenziato una diminuzione del potere di acquisto famigliare: nel 2019 la percentuale era dimezzata (20%).

Infine, durante il periodo di lockdown e subito dopo, ben il 55% delle famiglie ha denunciato un lieve aumento dei prezzi dei beni di prima necessità, a cui si aggiunge un 31,9% che dichiara un aumento netto.

Luoghi e comportamenti di acquisto Sale al 45% la preferenza verso super e ipermercati (nel 2019 era 40%), mentre è in calo la frequentazione di negozi di vicinato (dal 26,8% al 21,5%). Come previsto, invece, aumenta il peso degli acquisti online che salgono dal 3% al 4,8%.

I nuclei famigliari che non ne fanno mai uso scendono dal 60% al 41% e, in parallelo, è cresciuta la quota di famiglie che vi ricorrono qualche volta o spesso, passando complessivamente dal 30% al 42%. Cresce anche l’acquisto di beni di seconda mano scelto frequentemente dal 28% delle famiglie (16% nel primo semestre 2019).

Rimane costante invece il ricorso ai pagamenti rateali. Emergenza Covid e comportamenti d’acquisto Il periodo di lockdown – e le settimane che lo hanno anticipato e seguito – hanno mutato in maniera significativa le abitudini di acquisto ma anche le possibilità di spesa delle famiglie torinesi. Si è accentuato il ricorso a canali prima poco adottati (consegne a domicilio o e-commerce), si è dovuto talvolta erodere parte del risparmio famigliare, ma sono emerse anche nuove abitudini virtuose che le famiglie hanno il proposito di mantenere nei mesi successivi all’emergenza.

Nel complesso fra gennaio e giugno 2020 8 famiglie su 10 hanno ridotto le spese. Fra queste, il 72,5% delle famiglie ha speso meno del solito, riducendo o eliminando le spese ritenute non necessarie e/o superflue, mentre un ulteriore 8% – che sale al 26,7% fra le famiglie monoparentali – ha dovuto ridurre anche le spese necessarie.

Tra le principali motivazioni che hanno portato ad una riduzione degli acquisti, oltre all’aver avuto meno occasioni di spesa (il 71,9% delle risposte), al secondo posto si colloca una riduzione del reddito famigliare (il 20,6%).

Nonostante il calo generalizzato dei consumi, durante l’emergenza sanitaria il 34,4%delle famiglie (con un picco del 49% fra le coppie con figli e del 40% fra i nuclei monoparentali) ha dovuto attingere ai risparmi per far fronte alle spese.

In ultimo, il periodo appena trascorso sembra aver portato con sé l’esigenza di introdurre piccoli cambiamenti quotidiani nelle scelte di acquisto e consumo.

Nei mesi successivi all’emergenza, il 100% delle famiglie intervistate dichiara che cercherà di diminuire gli sprechi alimentari e, nella quasi totalità (il 98,8%), si ripromette di acquistare prevalentemente prodotti italiani a sostegno dell’economia nazionale. Diffusa anche la propensione a ridurre gli acquisti nella Grande Distribuzione Organizzata per sostenere i piccoli esercenti (il 60,6%), nonché la scelta di continuare a rivolgersi a piccoli produttori (50%).




3mila euro a impresa da investire in formazione

Approvato dalla Giunta della Camera di commercio di Torino uno stanziamento di 160mila euro dedicato a supportare le aziende torinesi negli investimenti in formazione, proprio in un periodo di profonda trasformazione delle modalità di fare business in tutti i settori.

 

Incoraggiamo le imprese a investire in formazione – ha dichiarato il Presidente della Camera di commercio di Torino Dario Gallina perché la formazione è uno strumento importante e concreto per iniziare fin da ora a programmare il futuro. Solo persone adeguatamente preparate, infatti, saranno in grado di gestire il cambiamento e di rendere efficaci i nuovi modelli gestionali e organizzativi che questo periodo sta già richiedendo”.

 

I contributi, sotto forma di voucher per un massimo di 3mila euro ad azienda, possono essere richiesti alla Camera di commercio esclusivamente attraverso il servizio telematico Webtelemaco a partire dalle ore 9 di lunedì 12 ottobre fino alle ore 12 di lunedì 19 ottobre. L’istruttoria delle domande avverrà in ordine cronologico, fino ad esaurimento fondi disponibili.

 

Chi può richiedere il voucher

Tutte le micro o piccole o medie imprese di qualunque settore, attive con sede e/o unità locali nella città metropolitana di Torino, in regola con l’iscrizione al Registro delle Imprese e con il pagamento del diritto annuale.

 

Le spese ammissibili

Devono riguardare interventi delle aziende nell’ambito della formazione su questi specifici temi:

  1. Sicurezza, per la crescita delle competenze in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, anche in riferimento al post emergenza
  2. Smart working
  3. Competenze strategiche post emergenza, ad esempio marketing digitale, nuovi canali commerciali on line, utilizzo di strumenti di gestione finanziaria
  4. Formazione e certificazione di competenze digitali.

I servizi di formazione dovranno essere erogati all’impresa a partire dal primo gennaio 2020 fino al 31 marzo 2021. L’entità massima dell’agevolazione non potrà superare il 70% dei costi ammissibili.

 

 

 

 

 

 




Lockdown, CCIAA Torino: nel II trimestre 2020 il PIL del Piemonte scende del -15,9%

Anche il PIL del Piemonte, come quello nazionale, è arretrato nel II trimestre a causa della fermata dell’economia. Dopo un primo trimestre in flessione del 6% (sul I trimestre del 2019), l’indicatore principale dell’attività economica scende ancora nel II trimestre (-15,9%), facendo registrare una variazione assai vicina a quella nazionale (-17,3).

Il calcolo è stato eseguito dal Comitato Torino Finanza presso la Camera di commercio di Torino, che si è dotato di un apposito modello di Nowcasting. Il modello, piuttosto che sommare il valore aggiunto dei settori, che viene registrato con ritardo, deduce il livello dell’attività economica da indicatori reali e del mondo online.

Tra i principali indicatori reali ci sono il traffico autostradale dei veicoli pesanti, i consumi di energia elettrica (a confronto con quelli nazionali), nonché le esportazioni del Piemonte.
Agli indicatori reali si aggiungono gli andamenti delle ricerche online di 53 parole chiave correlate con l’andamento dell’economia piemontese e dei suoi consumi, come le ricerche dei suoi marchi principali, dei centri commerciali dove normalmente si fa lo shopping, nonché dei siti culturali e delle principali mete turistiche.

Variabili reali e variabili immateriali, che provengono dai trend delle ricerche sulla rete, sono aggregati con l’econometria e il modello così ottenuto è validato e calibrato sui dati del passato, dal 2006 al 2017.

Afferma Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino, presso cui ha sede il Comitato Torino Finanza: “Con un -15,9% nel secondo trimestre, il Piemonte sconta le decise perdite del lockdown pur registrando un valore migliore rispetto alla media italiana (-17,3%). La variazione negativa era ampiamente attesa, ora attendiamo a novembre i dati del terzo trimestre, per capire se la ripresa sarà ad U, quindi più lenta, oppure, come auspichiamo, a V, più veloce ed immediata”.

Aggiunge Vladimiro Rambaldi, Presidente di Torino Finanza: “Il Piemonte è la prima regione in Italia ad essersi dotata di uno strumento statistico in grado di
stimare il PIL pressoché in tempo reale. Il modello elimina pertanto l’incertezza sullo stato della congiuntura, che ha conseguenze su spese, consumi e investimenti. Stiamo lavorando per renderlo sempre più tempestivo e, in prospettiva, mensilizzarlo”.

Facendo parlare il modello, l’ultimo anno di crescita dell’economia piemontese è stato il 2018, mentre le cose hanno incominciato a peggiorare per il Piemonte durante il 2019 , che è stato un anno di recessione (-0,9% in media annua) in quanto nel 2019 le esportazioni sono diminuite lungo tutto l’anno, dal -3% del primo trimestre al -5% dell’ultimo trimestre dell’anno.

Il PIL del Piemonte è così entrato nel 2020 con un trascinamento negativo, sul quale hanno poi pesato i due trimestri del lockdown, con tassi di variazioni tendenziali (ossia sullo stesso trimestre dell’anno precedente) pari a -6% e -15,9%.
Il tasso tendenziale di variazione del secondo trimestre dell’anno è peggiore del primo, per via del maggior numero di giorni di lockdown del II trimestre (32 giorni nel II trimestre contro 21 nel I trimestre).

I dati sono allineati o un po’ migliori di quelli nazionali (-17,3%), della Francia (-19%) e della Spagna (-22,1%). Nell’Unione europea (-14,4%) sembra aver fatto meglio la Germania (-11,7%), ma anche lei ha concluso il II trimestre con un segno meno, nonostante la manovra fiscale espansiva più ampia di tutti i paesi europei.

Entro il 10 novembre del 2020 la previsione del PIL del III trimestre permetterà di giudicare la qualità della ripartenza dell’economia, confrontando quella del Piemonte con quella nazionale e dei partner europei.

 




CCIAA di Torino e Inail Piemonte insieme per la sicurezza sul lavoro

Un’intesa di durata triennale per sostenere le imprese nel garantire la sicurezza sul lavoro attraverso iniziative comuni con finalità di prevenzione e l’individuazione di buone prassi e soluzioni tecnologiche che possano migliorare il livello di tutela dei lavoratori: è questo il contenuto del protocollo firmato ieri dalla Camera di commercio di Torino e dall’Inail Piemonte.

 

L’accordo consolida la collaborazione tra la Camera di commercio di Torino e l’Inail Piemonte, già avviata con un protocollo del 2015, rinnovato l’anno scorso, nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro e per il collegamento del sistema formativo e del sistema imprenditoriale.

 

In questo delicato periodo la sicurezza sul lavoro è un obiettivo ancora più urgente per tutte le imprese, dalla grande industria al piccolo commercio e artigianato: in questo contesto si colloca per noi l’accordo appena stipulato con l’Inail Piemonte, che ci spinge a realizzare numerose iniziative di supporto e di formazione per imprenditori e lavoratori – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – In passato abbiamo investito molto per aumentare la cultura della sicurezza nell’ambito delle iniziative di alternanza scuola lavoro, e più recentemente abbiamo contribuito a redigere decaloghi operativi di presidio al rischio COVID su misura per tutti i tipi di impresa. Oggi, per monitorare puntualmente la situazione, abbiamo inserito nelle nostre indagini domande specifiche relative alle soluzioni di sicurezza adottate dalle aziende e in futuro orienteremo ancora di più il nostro impegno su questi temi, con seminari e azioni formative ad hoc”.

 

 

Nell’arco dei tre anni previsti per la durata del protocollo appena firmato è prevista la per sviluppare iniziative a sostegno della prevenzione a partire dai seguenti punti qualificanti dell’intesa:

  •  attuazione di progetti e programmi in comune e di eventi con finalità prevenzionali in materia di salute e sicurezza sul lavoro (conferenze, seminari, etc.)
  • iniziative finalizzate a migliorare la conoscenza dei rischi nello svolgimento delle attività lavorative con particolare riguardo alle piccole e medie imprese
  • condivisione di prodotti informativi per settore o figura aziendale da diffondere anche con l‘organizzazione di workshop e seminari tematici
  • proposte condivise volte alla semplificazione degli adempimenti amministrativi
  • scambio di informazioni su materie di reciproco interesse, nel rispetto della normativa di cui al GDPR 25/05/2018 Regolamento Europeo per la protezione dei Dati Personali, per la realizzazione di studi e analisi volti ad indirizzare politiche efficaci di prevenzione.

  

 

 




Secondo trimestre 2020: attesa e preoccupazione tra gli imprenditori torinesi

Sono stati resi noti  i dati relativi alla dinamica imprenditoriale torinese nel secondo trimestre 2020, che vede un totale di 218.611 imprese registrate, con 2.350 nuove iscrizioni e 1.386 cancellazioni, e un tasso di crescita pari al +0,44% rispetto al primo trimestre.

“Gli ultimi dati di natimortalità imprenditoriale non mostrano ancora la temuta drastica diminuzione del numero di imprese, quanto piuttosto una situazione di stabilità, con poche aperture e poche chiusure, in un clima generale di prudenza e attesa – ha dichiarato il Presidente della Camera di commercio Dario Gallina. – L’indagine che abbiamo realizzato, tuttavia, ci mostra già con grande evidenza le preoccupazioni dei nostri imprenditori, alle prese con mancanza di liquidità e cali generalizzati nelle vendite. Il 43% delle imprese intervistate prevede pesanti ricadute economiche, mentre un ulteriore 35% si considera addirittura a rischio di chiusura definitiva”.

Natimortalità imprenditoriale torinese nel secondo trimestre 2020

Nel secondo trimestre 2020, profondamente segnato dalle misure messe in atto a seguito dell’emergenza Covid-19, la dinamica imprenditoriale torinese, analogamente a quanto avvenuto a livello nazionale e piemontese, ha registrato un complessivo e prevedibile rallentamento. Sono nate meno imprese rispetto allo stesso trimestre degli anni precedenti, ma ne sono cessate anche meno, a seguito di un atteggiamento attendista che con tutta probabilità ha riguardato sia chi aveva in progetto nuove iniziative imprenditoriali, sia chi già si trovava (o vi è giunto a causa dell’emergenza) in una fase di sofferenza.

 

Le iscrizioni, che fra aprile e giugno 2020 si sono fermate a 2.350, sono calate di 1.546 unità a confronto con il II trimestre 2019 (-39,7%), mentre le cessazioni, pari a 1.386 sono 1.368 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-49,7%). Nel corso dell’ultimo decennio, caratterizzato da un costante ridimensionamento del tessuto imprenditoriale, è il primo anno in cui il secondo trimestre rileva una frenata così importante delle nuove iscrizioni, che sono scese ben sotto quota 3.000.

Tale dinamica si riflette anche nel saldo fra iscrizioni e cessazioni, che resta pur sempre positivo, ma si riduce di valore (+964). A fronte delle dinamiche descritte, il tasso di crescita torinese per il II trimestre del 2020 – rispetto al I trimestre dell’anno – risulta pari a +0,44%, con un totale di 218.611 imprese registrate.

Natura giuridica

Anche in un trimestre di forte stasi, si replicano le dinamiche di crescita rilevate negli ultimi anni. Ad eccezione delle società di persone, il cui tasso di crescita resta negativo (-0,09%), le altre tipologie mantengono un tasso di crescita positivo: nel caso delle imprese individuali, il tasso (0,63%) non si allontana da quello rilevato nello stesso periodo del 2019 (0,68%), mentre nel caso di società di capitale (0,60% a fronte dell’1,02%) e delle altre forme (0,23% anziché 0,54%), la riduzione è decisamente più importante.

Dinamica imprenditoriale al II trimestre 2020

Valori assoluti e tassi di crescita rispetto al trimestre precedente

Imprese
registrate al Peso %

30.06.2020

Cessazioni Saldo Iscrizioni (non d’ufficio) trimestrale

(iscr – cess)

Tasso di crescita II trim 2020

Tasso di crescita II trim 2019

SOCIETA’ DI CAPITALE SOCIETA’ DI PERSONE IMPRESE INDIVIDUALI ALTRE FORME

46.123 21,1%

439 162

277

0,60% -0,09% 0,63% 0,23%

1,02% -0,22% 0,68% 0,54%

51.976 23,8%

108 156

-48

115.749 52,9%

1.779 1.055

724

4.763 2,2%

24 13

11

TOTALE

218.611 100%

2.350 1.386

964

0,44%

0,52%

Fonte: elaborazioni Camera di commercio di Torino su dati InfoCamere

Indagine monitoraggio degli effetti di COVID-19

La Camera di commercio, nel suo ruolo istituzionale di osservatore dell’economia del territorio e di Antenna territoriale del progetto S.I.S.PR.IN.T, ha avviato un’indagine per monitorare la delicata fase congiunturale a seguito dell’emergenza legata al virus Covid-19. L’indagine, partita in concomitanza con l’avvio della fase 2 (fine del lockdown) e conclusa a metà giugno, è stata somministrata a un campione rappresentativo di imprese della città metropolitana di Torino (circa 6.000), appartenenti a tutti i settori merceologici. Hanno risposto all’indagine 611 imprese, 454 appartenenti al campione e 157 che hanno preso parte al monitoraggio accedendo dal sito dell’ente camerale.

Gli effetti dell’emergenza

A seguito del lockdown il 62% delle imprese (380) ha dovuto sospendere completamente l’attività. Si è trattato soprattutto di attività dei servizi alle persone (l’83% del settore), seguite dal turismo (il 76%) e commercio (il 65%). La sospensione ha riguardato soprattutto le imprese individuali (il 72% delle imprese con tale forma giuridica) e con meno di 10 addetti (il 67% delle micro imprese).

L’emergenza sanitaria ha portato in primis un deterioramento della liquidità (criticità rilevata dal 74% delle rispondenti), cui segue il calo/cancellazione delle vendite e degli ordinativi (il 64%). Più distanziate seguono le problematiche connesse alla perdita dei principali mercati di riferimento o dei principali clienti, che ha coinvolto il 36% delle imprese, e la difficoltà nel tornare a lavorare «in sicurezza» nel difficile contesto di riferimento (il 19%).

Il deterioramento della liquidità vede maggiormente coinvolte le imprese del turismo e delle costruzioni (rispettivamente l’87% e l’81% dei rispettivi settori), mentre il calo degli ordinativi, dopo il commercio (il 69% delle imprese del settore), ha toccato l’industria manifatturiera (il 67%).

 

Deterioramento liquidità

Quali sono le principali esigenze di liquidità delle imprese? Chiaramente si tratta in primo luogo di motivazioni connesse alla sopravvivenza dell’impresa: l’imposizione fiscale in primis (citata dal 73% delle rispondenti), seguita dalla necessità di sostenere i costi fissi (61%), dal pagamento di forniture (39%) e dalla retribuzione del personale (34%). Si rileva, tuttavia, che un 13% di rispondenti indica necessaria la liquidità per investire in innovazione di prodotto/processo nonostante il periodo di difficoltà.

Variazioni di fatturato – ordinativi – occupazione

Per valutare l’impatto economico della crisi sanitaria, è stato chiesto alle imprese di stimare la variazione di fatturato, ordinativi e di occupazione (intesa come ore lavorate) registrata tra marzo e aprile 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nel complesso, nove imprese su dieci hanno manifestato una diminuzione più o meno marcata del fatturato; oltre otto su dieci degli ordinativi e dell’occupazione. Guardando ai singoli settori di attività, tutti i comparti registrano diminuzioni; ad aver registrato un’erosione più marcata delle tre variabili economiche- sono però le attività dei servizi di alloggio e ristorazione che nel 100% dei casi hanno dichiarato una diminuzione di tutte e tre le componenti.

Previsioni per il futuro Con l’avvio della Fase 2 il 43% delle imprese ha dichiarato che ci sarebbero state ricadute economiche negative importanti sull’attività.A questa percentuale si aggiunge un ulteriore 35% di imprese che hanno dichiarato di avere un’attività a rischio chiusura: l’analisi per settori economici vede, tra queste, al primo posto quelle turistiche (il 71,1% delle imprese del settore) – soprattutto i bar-, le imprese del commercio (in primis negozi al dettaglio di abbigliamento e scarpe) e i servizi alle persone (parrucchieri ed estetisti).

Sul fronte opposto, solo il 4,9% ha dichiarato che non ci sarà nessun impatto rilevante. Ovviamente la dimensione aziendale rappresenta un fattore determinante: tra le imprese con classe dimensionale tra gli 0 e i 19 addetti la percentuale di rispondenti che ha dichiarato il rischio chiusura attività è più elevata che nelle imprese oltre 20 addetti. Al contrario, le ricadute minime sono maggiormente concentrate nelle imprese più grandi (il 36,4% oltre 20 addetti).

Riaprire o no? Delle 380 imprese che hanno sospeso completamente l’attività nella FASE 1 dell’emergenza sanitaria, il 47,6% ha dichiarato che avrebbe continuato a stare chiusa anche con l’avvio della FASE 2 ed il 22,9% che avrebbe aperto solo parzialmente l’attività.

Tra i principali motivi per la mancata apertura completa, al primo posto con il 43,3% delle imprese si colloca la sostenibilità economica (p.e. troppi costi fissi). Il 35,4% vede una difficoltà a rispettare le misure per la riapertura in sicurezza e un 25,7% delle imprese dichiara di avere rischi imprenditoriali eccessivi rispetto alla situazione di incertezza. Ritorno alla normalità Le imprese che hanno dichiarato di poter riprendere i normali ritmi produttivi, seppur non prima di un anno rappresentano il 44% delle rispondenti: di queste (144; il 54%) prevede di farlo con l’adozione di alcuni cambiamenti.

Non sono tuttavia da sottovalutare le percentuali relative alle imprese che difficilmente ritengono possibile un ritorno ai livelli pre crisi (il 33%) e quante ritengono sarà necessaria una profonda riorganizzazione aziendale per sopravvivere alla crisi (il 29%).




CCIAA e Comune di Rivoli insieme per lo sviluppo. Sottoscritto un Protocollo di intesa

Un impegno a lavorare insieme per monitorare le dinamiche di evoluzione del sistema produttivo locale, soprattutto in questo periodo di difficoltà, e per sostenere la crescita delle imprese, attraverso iniziative e servizi dedicati, anche via web: è questo il contenuto del Protocollo di intesa firmato ieri dal Comune di Rivoli e dalla Camera di commercio di Torino e valido per almeno tre anni.

“L’Amministrazione Comunale – dichiara Andrea Tragaioli Sindaco di Rivoli – ha avviato negli ultimi mesi un processo volto a favorire la promozione dello sviluppo economico locale, dell’occupazione e degli investimenti produttivi attraverso iniziative e progetti. Il Protocollo di Intesa definito in questi giorni con la Camera di commercio di Torino consente nuovamente alle imprese operanti sul territorio rivolese di poter avere, su richiesta, uno sportello attivo nel Comune di Rivoli. Un accordo importante che consentirà anche alle imprese rivolesi di beneficiare del supporto della Camera di commercio, attraverso lo Sportello Imprese, per la conoscenza di bandi, finanziamenti e dati statistici su import e export”.

“Un’importante collaborazione con un ente che per la sua stessa natura andrà ad arricchire il nostro nuovo servizio dello Sportello Imprese, sarà infatti possibile usufruire dei molti servizi che la Camera di commercio di Torino offre anche a Rivoli tramite appuntamento. Il nostro Comune potrà così avere un canale diretto di scambio e di interazione in modo da affrontare ancora più preparati il difficile momento che le nostre attività produttive stanno attraversando” – dichiara l’Assessore al Commercio Paolo Dabbene.

“Con la città di Rivoli collaboriamo da anni: proprio qui nel 2011 abbiamo avviato con successo uno dei primi SUAP (Sportello Unico Attività Produttive), che ha da subito reso possibile una vera e propria rivoluzione nel passaggio dalla carta al digitale. Nel 2019 per la sola città di Rivoli abbiamo gestito telematicamente 890 pratiche e già 465 quest’anno – ha dichiarato il Presidente della Camera di commercio di Torino, Dario Gallina. – Con la firma di questo Protocollo vogliamo avvicinarci ancora di più a questa città, terza nel torinese per presenza di imprese con quasi 4.200 attività, offrendo i nostri diversi servizi: supporto alla nuova imprenditorialità, sviluppo della digitalizzazione, diffusione della cultura brevettuale e anticontraffattiva, analisi puntuale e aggiornata dei dati del territorio, organizzazione di iniziative ed eventi per la valorizzazione delle eccellenze locali, tra cui ben 8 Maestri del Gusto”.

L’Amministrazione comunale di Rivoli ha da tempo avviato una proficua collaborazione con la Camera di commercio di Torino per la gestione del SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive), quale azione strategica di e-goverment volta a realizzare un unico punto di accesso telematico per tutti gli adempimenti legati alle attività d’impresa.

Inoltre la Camera di commercio ha tra le sue missioni quella di appoggiare, promuovere e implementare idee, soluzioni e reti per il territorio, nell’obiettivo di rafforzare e sostenere l’imprenditorialità, stimolare la creatività e la sua concretizzazione in nuove esperienze imprenditoriali per lo sviluppo e per il ricambio generazionale del territorio, promuovere interventi volti a sostenere il binomio creazione di impresa e incremento occupazionale e può fornire un’analisi economico-statistica dettagliata, quale chiave di lettura delle dinamiche locali il più aderente possibile alla realtà.

Il Protocollo appena sottoscritto prevede quindi azioni comuni in questi ambiti:

  • –  animazione del territorio con iniziative e manifestazioni a cui la Camera di commercio potrà offrire Patrocinio gratuito
  • –  organizzazione di specifici eventi per la valorizzazione di filiere produttive tradizionali ed eccellenti. A questo proposito si segnala la presenza sul territorio di 8 Maestri del Gusto (gli apicoltori Fattoria Roggero e La Margherita, La Frutteria di Gaido, il Pastificio Virgilio, il Birrificio Gilac, l’Azienda Agricola Scaglia, i gelatieri Mondello Manifattura Gelati e Biogelateria Slow Ice Cream)
  • –  sostegno alla nuova imprenditoria attraverso i servizi di orientamento, informazione e consulenza offerti dall’ente camerale
  • –  orientamento e informazione sui temi della proprietà intellettuale, cultura brevettuale e anticontraffattiva, deposito marchi, ecc.
  • –  promozione della digitalizzazione, soprattutto delle pmi, attraverso i numerosi servizi del Punto Impresa Digitale (PID) della Camera di commercio
  • –  analisi dei dati relativi all’evoluzione del sistema imprenditoriale locale.Natimortalità imprenditoriale del comune di Rivoli

    A fine 2019 nel comune di Rivoli risultavano registrate 4.192 imprese, dato in lieve contrazione rispetto al 2018 (-0,2%). Il trend in calo si conferma anche nel I trimestre del 2020 (ultimo dato disponibile): con 4.109 unità, lo stock imprenditoriale è in flessione sia rispetto ai primi tre mesi dell’anno precedente, sia rispetto a chiusura del 2019 (-1% in entrambe le variazioni).

    Il comune di Rivoli si colloca al 3° posto della graduatoria provinciale per presenza imprenditoriale con un peso pari all’1,9% dell’intero tessuto economico subalpino.

    Quasi il 70% delle imprese di Rivoli è nata nel nuovo millennio, mentre circa il 13% ha una storia più longeva in quanto presente nel territorio da prima degli anni ’90.

    Nel 2019, se si analizza la natura giuridica, quasi il 52% delle attività è costituita come impresa individuale; le società di persone rappresentano il 23,8% del tessuto imprenditoriale, le società di capitale il 22,6%.

    La distribuzione per settori non rispecchia precisamente quella evidenziata dalla provincia nel complesso: se per il territorio subalpino al primo posto, da tre anni, si posizionano i servizi prevalentemente orientati alle imprese, nel comune di Rivoli continua ad essere il commercio il primo settore per presenza (il 28,3%), in diminuzione rispetto al 2018 (-2,7%), dato in linea con il trend dell’intera provincia. Seguono i servizi orientati alle imprese (il 26,6%), che non solo registrano una variazione positiva (+1,3%), ma anche migliore di quella evidenziata nell’’intera provincia di Torino (+0,8%). Costruzioni, industria manifatturiera e servizi alle persone rappresentano un ulteriore 31% del tessuto imprenditoriale di Rivoli e, rispetto al 2018, subiscono nel complesso una flessione più o meno sostenuta.

Nei primi tre mesi del 2020 non si assiste ad un cambiamento della distribuzione settoriale delle imprese del comune di Rivoli e dei trend rilevati a fine del 2019.

Qualche dato sulle tipologie imprenditoriali: le imprese femminili nel 2019 rappresentano il 22,2% del tessuto rivolese, le imprese giovanili pesano quasi il 9%, seguono le imprese straniere (il 7,1%). Rispetto al 2018 le imprese femminili sono rimaste stabili, mentre nel I trimestre del 2020 si assiste ad una lieve crescita (+0,8% rispetto fine 2019). Ottima la performance delle imprese straniere rivolesi, che incrementano la loro consistenza del +3,9%, stabili nel I trimestre del 2020.

A fine 2019 risultavano 531 imprenditori di nazionalità straniera, in crescita del 2,3%. Nel I trimestre dell’anno si assiste ad una flessione rispetto a fine 2019 (passano da 531 a 522 unità). Al primo posto si colloca la Romania (il 23% degli imprenditori stranieri nel complesso – +4,3%), seguita dalla Cina (l’11; +5,4%%) e dalla Germania (il 7,9%; -6,7%).

 




Impresa&Cultura, intervista a Dario Gallina Presidente dell’Unione Industriale e della Camera di Commercio di Torino




Blue engineering firma primo treno elettrico turco, Gallina: puntare sul ferroviario piemontese

Da Torino ad Adapazarı, l’eccellenza italiana viaggia sui binari dell’innovazione ferroviaria turca. Sono, infatti, della torinese BLUE Engineering la progettazione e lo sviluppo del primo treno elettrico nazionale turco, inaugurato questa settimana alla presenza del Ministro dei Trasporti del Paese, Adil Karaismailoğlu, nel corso di una cerimonia cui avrebbe dovuto prendere parte anche il CEO di Blue Engineering, Mohamed Eid.

Il nuovo treno è stato ideato, progettato e sviluppato secondo le più recenti normative e specifiche tecniche di interoperabilità da un team di 40 ingegneri piemontesi, che ne ha poi seguito anche la fornitura internazionale della componentistica, supportando l’azienda produttrice nel processo di omologazione.

Il mezzo, che sarà realizzato in 1000 esemplari per un valore di mercato di oltre 5 miliardi di euro, rappresenta un concentrato di efficienza, innovazione, sicurezza, e sostenibilità ambientale, ed è stato studiato per assicurare la completa accessibilità per persone a mobilità ridotta.

Si tratta di un nuovo traguardo per la società italiana, che negli anni è stata protagonista di una crescita costante, distinguendosi per i progetti innovativi nei settori della mobilità: aerospazio, automobilistico e ferroviario, fino a diventare un riferimento globale per la progettazione visionaria e multidisciplinare nel settore di trasporti. Solo lo scorso anno, il colosso ferroviario asiatico CRRC li ha insigniti del riconoscimento di Centro di ricerca europeo del Gruppo.

“La nostra società è la prima azienda di ingegneria mondiale a progettare senza produrre”, ha commentato Mohamed Eid, CEO di Blue Engineering. “Una scelta vincente, che ci ha permesso di stringere accordi e partnership a livello globale, e che ci consente di portare l’eccellenza italiana e la filiera locale in tutto il mondo. In un momento di grande crisi come quello attuale, noi siamo in grado di valorizzare la forza innovatrice del nostro territorio a livello internazionale”.

“Il successo di BLUE Engineering – spiega Dario Gallina, presidente dell’Unione Industriale di Torino – riaccende le luci sul settore ferroviario. In questo momento di grande crisi e sofferenza economica è fondamentale puntare i riflettori sulle eccellenze locali e nazionali, promuovendo un settore che può dare un sostegno concreto alla ripresa economica”.

Il settore ferroviario piemontese può vantare la presenza di grandi player internazionali, specializzati nella produzione di treni e nella componentistica. Queste aziende e il loro indotto occupano poco meno di 7mila addetti, realizzando un fatturato annuo di circa 2,5 miliardi di euro, pari a due punti percentuali del PIL regionale piemontese.

“Lo scorso inverno la nostra Associazione – continua Gallina – ha promosso la realizzazione di un Tavolo di lavoro per stimolare un dibattito sul comparto, nei suoi aspetti industriali, di ricerca e innovazione, utilizzo dei fondi europei e di valorizzazione della filiera. Le nostre aziende si caratterizzano per innovazione e competenza e i nuovi treni turchi ne sono la dimostrazione. Per questo, la realizzazione di un distretto ferroviario torinese sarebbe uno strumento, ora quanto mai fondamentale, di sostegno, valorizzazione e rafforzamento della competitività, innovazione e internazionalizzazione delle nostre eccellenze”.