Confartigianato Piemonte, indagine congiunturale 3° trimestre 2020. Confermate le valutazioni fortemente pessimistiche
La terza indagine trimestrale congiunturale del 2020 predisposta da Confartigianato Imprese Piemonte conferma le valutazioni fortemente pessimistiche che erano state espresse dagli artigiani nella precedente rilevazione.
Anche se la fase più critica della pandemia da Covid–19 sembra superata e ci si avvia ad un ritorno alla normalità, gli effetti negativi sull’economia sono ancora ben presenti.
Il saldo relativo all’andamento occupazionale è leggermente più negativo, passando dal – 31,87% al – 31,98%; anche le previsioni di assunzione di apprendisti peggiorano con un saldo negativo che scende dal – 42,70% al – 46,34%.
Le stime di aumento della produzione totale si attestano sul 6,48%; le previsioni di diminuzione pesano per il 60,80%; le proiezioni di produzione costante si collocano sul 32,72%; il saldo, negativo, è pari a – 54,32%.
Le ipotesi di carnet ordini sufficienti per meno di un mese si posizionano sul 50,87%, quelle di carnet da uno a tre mesi si attestano sul 37,74%; quelle di carnet ordini superiore ai tre mesi registrano solo l’11,39%.
Le previsioni di acquisizione di nuovi ordini per esportazioni si collocano sul 2,33%; le ipotesi di diminuzione si attestano sul 56,64%; le stime di esportazioni costanti sono il 41,03%.
Nel saldo prevalgono decisamente i pessimisti con il – 54,31%.
Le previsioni di investimenti per ampliamenti scendono dal 10,44% al 7,56%; le stime di investimenti per sostituzioni calano dal 12,90% all’11,13%; le imprese che non hanno programmato investimenti salgono dal 76,66% all’81,31%.
Le ipotesi di regolarità negli incassi salgono dal 44,97% al 50,66%; le previsioni di ritardi scendono dal 54,46% al 49,00%.
“Come era prevedibile – commenta Giorgio Felici presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – il settore artigiano ha risentito molto della crisi derivante dall’emergenza Coronavirus, sia dal punto di vista produttivo, sia da quello occupazionale. Su tale situazione pesano fortemente i ritardi della pubblica amministrazione nell’erogare le risorse, già stanziate dal Decreto Rilancio per le prestazioni di sostegno al reddito per i dipendenti delle imprese artigiane.
Ricordo che al riguardo il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato (FSBA) è intervenuto tempestivamente anticipando le proprie risorse disponibili ai lavoratori in difficoltà, ma ora, senza il trasferimento in tempi utili delle risorse pubbliche, il Fondo non può agire efficacemente. Occorre quindi che la burocrazia si velocizzi, per evitare che la crisi oltre che economica, diventi sociale”.
“Un aiuto alla ripresa – prosegue Felici – potrebbe venire dalla semplificazione delle procedure per gli appalti, in particolare quelli di importo limitato. Inoltre riteniamo che oltre alle grandi opere – quali i collegamenti con l’alta velocità, le infrastrutture per i collegamenti stradali e ferroviari, la fibra ottica – siano importanti anche quelle piccole, come quelle manutentive sulle scuole, sul dissesto idrogeologico, nonché le piccole opere dei Comuni, perché possono rimettere in moto l’economia rapidamente. Crediamo anche che nell’assegnazione degli appalti dovrebbe essere data priorità alle imprese locali, vale a dire quelle più vicine a dove si intende costruire l’opera. Infatti da un lato le aziende del territorio sono fortemente motivate a mantenere una buona reputazione di fronte alla popolazione locale, dall’altro i controlli da parte delle autorità competenti sono più agevoli”.
“Il Decreto Rilancio – conclude Felici – ha rafforzato il cosiddetto superbonus 110% per realizzare interventi di efficienza energetica e misure antisismiche sugli edifici e prevede la possibilità di cessione del credito alle banche e ad altri istituti di credito. Auspico che le modalità attuative di tale misura consentano concretamente anche alle piccole imprese di sfruttare al meglio le opportunità offerte dal superbonus”.
La terza indagine trimestrale 2020 elaborata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte è stata realizzata sulla base di un questionario rivolto in via telematica ad un campione composto da 2 250 imprese artigiane del Piemonte individuate tra i comparti di produzione e di servizi maggiormente significativi.