Unioncamere Piemonte: A gennaio 2021 cala la domanda di lavoro delle imprese piemontesi

Sono circa 28.660 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per gennaio 2021: 7.790 unità in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-21,4%). Il 63% riguarderà lavoratori dipendenti, mentre il 37% sarà rappresentato da lavoratori non alle dipendenze.

Nel 30% dei casi le entrate previste saranno stabili (era il 31% a gennaio 2020), ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 70% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Complessivamente nel trimestre gennaio-marzo 2021 le entrate stimate raggiungeranno le 64.140 unità, circa 14.800 unità in meno rispetto a quanto previsto nello stesso periodo del 2020.

Queste alcune delle indicazioni che emergono dal Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

         Delle 28.660 entrate previste in Piemonte nel mese di gennaio 2021, il 22% è costituito da laureati (in lieve crescita rispetto al 20% di gennaio 2020), il 37% da diplomati, le qualifiche professionali rappresentato il 23% mentre il 18% è riservato alla scuola dell’obbligo.

Per quanto riguarda la dinamica settoriale sono, ancora una volta, i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro (66%, dato in calo però rispetto al 68% registrato nello stesso periodo dell’anno precedente).

Il comparto manifatturiero, che genera il 26% della domanda di gennaio 2021, cresce di 6 punti rispetto all’incidenza del 20% dell’analogo periodo del 2020. In crescita, grazie anche ai nuovi incentivi collegati al comparto, le entrate programmate dalle imprese delle costruzioni, che passano da 2.130 di gennaio 2020 a 2.440.

 

Il 33% delle entrate previste per gennaio 2021 in Piemonte sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota superiore alla media nazionale (30%) e analoga rispetto a quanto previsto nel gennaio 2020 a livello regionale (32%), il 30% sarà costituito da operai specializzati e conduttori di impianti, il 27% riguarderà impiegati, professioni commerciali e dei servizi e il 10% profili generici.

 

A livello di area di funzionamento il peso maggiore è dato dalla produzione beni ed erogazione servizio, segue l’area commerciale e vendita e quella tecnica e di progettazione, che passa in termini di incidenza dal 15% di gennaio 2020 al 19%.

Permangono, infine, le difficoltà di reperimento di alcune figure professionali: in 34 casi su 100 le imprese piemontesi prevedono, infatti, di avere difficoltà a trovare i profili desiderati.

Le professioni più difficili da reperire in regione a gennaio 2021 sono, come era prevedibile stante lo stato di criticità pandemiche, medici e specialisti della salute nonché farmacisti e biologi.

 

 




A luglio 2020 crolla la domanda di lavoro delle imprese piemontesi

Sono circa 14.540 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per luglio 2020, 13.750 unità in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-48,6%).

L’80% riguarderà lavoratori dipendenti, mentre solo il 20% sarà rappresentato da lavoratori non alle dipendenze. Nel 26% dei casi le entrate previste saranno stabili (era il 32% a luglio 2019), ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 74% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Complessivamente nel trimestre luglio-settembre 2020 le entrate stimate raggiungeranno le 32.670 unità, circa 40mila unità in meno rispetto a quanto previsto nello stesso periodo del 2019.

Queste alcune delle indicazioni che emergono dal Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

Delle 14.540 entrate previste in Piemonte nel mese di luglio 2020 il 14% è costituito da laureati (in diminuzione rispetto al 15% di luglio 2019) e il 36% da diplomati; le qualifiche professionali rappresentano il 24% mentre il 27% è riservato alla scuola dell’obbligo.

Per quanto riguarda la dinamica settoriale sono, ancora una volta, i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro (74,8%, dato in crescita rispetto al 70% registrato nello stesso periodo dell’anno precedente), in particolare i servizi alle imprese e alle persone. Il comparto manifatturiero, che genera il 20% della domanda di luglio 2020, registra un calo di 3.870 unità rispetto a luglio 2019. In diminuzione anche le entrate programmate dalle imprese delle costruzioni, che passano da 1.570 di luglio 2019 a 700.

 

Il 18,1% delle entrate previste per febbraio 2020 nella nostra regione sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota superiore alla media nazionale (15%) e lievemente inferiore rispetto a quanto previsto nel luglio 2019 a livello regionale (21%), il 24,4% sarà costituito da operai specializzati e conduttori di impianti, il 42,2% riguarderà impiegati, professioni commerciali e dei sevizi e l’15,3% professioni non qualificate.

 

Permangono, infine, le difficoltà di reperimento di alcune figure professionali: in 28 casi su 100 le imprese piemontesi prevedono, infatti, di avere difficoltà a trovare i profili desiderati. Le professioni più difficili da reperire in regione a luglio 2020 sono gli specialisti in scienze informatiche fisiche e chimiche, gli operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici e le professioni specifiche nei servizi di sicurezza, vigilanza e custodia.

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