Confartigianato Cuneo: È il pane fresco artigianale
 a rendere virtuosa la filiera del grano

Il pane, prodotto principe delle tavole italiane e non solo, rappresenta uno degli alimenti più ricchi di significati, di funzioni e di valenze culturali. Il suo ruolo così profondo e completo nella nostra tradizione lo rende ambasciatore di qualità e di sapere, messaggero di pace e fratellanza.

Una vera e propria eccellenza che richiede l’utilizzo di altrettanto eccellenti tecniche di panificazione da parte di esperti artigiani. E nel pane la qualità non soltanto si vede, ma soprattutto si sente nel sapore, nella fragranza e nella conservazione.

«Per produrre del buon pane fresco è certamente essenziale l’impiego di materie prime di alto livello qualitativo, – sottolinea Vincenzo Pallonetto, rappresentante territoriale dei panificatori di Confartigianato Imprese Cuneo – ma ad essere determinante è il lavoro del panificatore. La sua esperienza e la sua capacità nel gestire i tempi e i modi di lievitazione, rendono il prodotto finale un alimento completo, sano e digeribile, quale deve essere il pane di qualità».

Ed è proprio il pane in questi giorni ad essere finito al centro di una querelle sollevata dal mondo agricolo su una ventilata speculazione che riguarderebbe il suo prezzo al consumatore. Secondo i cerealicoltori il valore del frumento nel percorso della filiera produttiva aumenterebbe di ben 15 volte durante la trasformazione da grano a pagnotta. Un incremento che è stato valutato però senza fare i conti con i dovuti “distinguo” tra chi produce, chi macina, chi trasforma e vende.

«Nel passaggio tra l’agricoltore e il mugnaio – spiega Pallonetto – i prezzi da grano a farina subiscono già degli aumenti consistenti. D’altra parte, se si vuole puntare sulla qualità e contrastare l’importazione selvaggia di materie prime estere, sicuramente non salubri come quelle locali, è importante affidarsi a fornitori garantiti e rintracciabili. Ci sono poi i costi relativi alla produzione del pane fresco, dagli ingredienti, alla gestione dell’attività, al personale fino ai balzelli fiscali. E infine, c’è la qualità del prodotto: un pane che nasce ogni giorno con materie prime controllate e con l’impegno e la passione della migliore tradizione artigianale porta sulle nostre tavole genuinità e salute».

Un percorso di filiera che diventa “virtuoso” proprio grazie al prodotto finale: quel pane fresco che nasce ogni giorno dalle mani dell’artigiano panificatore.
«Il nostro è un territorio ricco di eccellenze – dichiara Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – apprezzate e riconosciute nel mondo. In ogni prodotto c’è un po’ della nostra storia, ci sono saperi antichi, tradizione, genialità e la capacità di traghettare i nostri valori verso la modernità.

Valori che dobbiamo salvaguardare divenendo noi stessi custodi e artefici di quella qualità che ci contraddistingue. A tal proposito, la nostra Associazione ha avviato già da tempo il progetto dei “Creatori di Eccellenza”, una community virtuosa che raggruppa gli artigiani di valore del territorio cuneese, dando loro sostegno attraverso un ampio panel di iniziative promozionali, dalla partecipazione agli eventi territoriali di maggior rilievo, alla presenza nelle pubblicazioni editoriali dedicate agli anni tematici, fino ad un fattivo affiancamento nel migliorare la loro visibilità sui social e sul nuovo portale di shopping on-line “Scelgo Artigiano”. Ben vengano quindi nel mondo agricolo gli accordi di filiera per sostenere la produzione locale delle materie prime, che potrà essere ulteriormente rafforzata grazie alla nostra tradizione artigianale. Fare il pane è una delle arti più antiche e con i suoi prodotti freschi di qualità rende giusto merito all’impegno e alla capacità dei nostri artigiani panificatori».




Confartigianato Piemonte e Cuneo: “Occorre chiarezza sulle norme per la sanificazione”

Confartigianato Piemonte e Confartigianato Cuneo denunciano una situazione caotica che rischia di danneggiare le imprese di pulizia: «Le norme attuali per la sanificazione degli ambienti confinati, anziché produrre benefici generano confusione, rischiando di vanificare gli effetti del credito d’imposta e sottraendo lavoro alle imprese di pulizia».

La ripartenza delle attività produttive dopo il lockdown ha imposto, come noto, interventi di pulizia e disinfezione degli ambienti confinati, sia per prevenire il rischio di contagio, sia per sanificare i locali ove si sono verificati casi di covid-19. Il ruolo delle imprese di pulizia appare quindi fondamentale per garantire condizioni di sicurezza all’operatività di imprese, negozi e abitazioni.

«Ma un uso improprio dei termini utilizzati dai vari provvedimenti governativi – dichiarano Giorgio Felici e Luca Crosetto, rispettivamente presidente regionale e provinciale di Confartigianato – rischia di creare confusione tra le imprese professionali della pulizia e di vanificare lo strumento del credito d’imposta studiato apposta per incentivare gli interventi di pulizia e disinfezione».

«Il problema – evidenziano dall’Associazione di categoria – sta proprio nell’uso scorretto del termine “sanificazione” nei vari documenti del Ministero della Salute e nei vari Protocolli anti-contagio da Covid-19, termine che essendo usato in luogo dei termini di “pulizia e disinfezione” – che appunto descrivono la sanificazione quali operazioni necessarie e sufficienti ai fini dell’eliminazione del Covíd-19 – inducono molte aziende, clienti delle imprese di pulizia, a ritenere che occorra rivolgersi unicamente a imprese che abbiano in visura camerale la lettera “e” di cui al DM 274 del 7/07/1997 articolo 1, vale a dire le imprese abilitate alla sanificazione. Scelta che è influenzata anche dal timore di perdere il credito d’imposta previsto dall’articolo 125 del DL 19 maggio 2020 n. 34, convertito nella legge 17 luglio 2020, n. 77».

«Permanendo questa situazione – commentano Felici e Crosetto – si rischia di mettere fuori mercato buona parte delle imprese di pulizia che tuttavia hanno i requisiti e le qualifiche per intervenire in maniera accurata sulla messa in sicurezza dei luoghi di lavoro dal rischio di contagio. Inoltre, tale situazione rischia anche di rendere nei fatti inapplicabili i Protocolli anticontagio Covid-19 in quanto le aziende che hanno necessità degli interventi di pulizia e disinfezione hanno difficoltà a trovare l’impresa a cui rivolgersi poiché la stragrande maggioranza delle aziende che operano in questo mercato sono imprese di pulizia e disinfezione (circa il 90%), mentre le imprese abilitate alla sanificazione rappresentano una quota inferiore al 10%».

«Abbiamo chiesto al Ministero della Salute – concludono da Confartigianato – un intervento chiarificatore che dica sostanzialmente che gli interventi di contrasto e di contenimento alla diffusione del Covid-19 sono svolti da imprese di pulizia in possesso delle abilitazioni riconducibili alla lettere “a” e “b” del DM 274/97 (pulizia e disinfezione). Ora attendiamo una risposta formale».




Ripartenza, innovazione, contributi, legami con Enti e Istituzioni, 
l’Assemblea di ARPROMA guarda al futuro

Si è svolta lo scorso 18 luglio l’annuale assemblea di ARPROMA – Associazione Revisori Produttori Macchine Agricole.

Nata nel 1992 per “difendere, tutelare e valorizzare la produzione delle macchine e delle attrezzature agricole prodotte dalle aziende italiane”, ARPROMA conta oggi oltre 50 aderenti. Organizzazione di riferimento per il settore a livello nazionale per Confartigianato Imprese, l’Associazione vanta un’ampia rete di partner, tra cui ENAMA – Ente Nazionale per la Meccanizzazione Agricoltura e di CNR IMAMOTER – Consiglio nazionale di ricerca – Istituto per le macchine agricole e movimento terra. Da sempre offre un concreto supporto alle imprese attraverso un ampio ventaglio di servizi, consulenze, opportunità vantaggi.

«Il comparto della meccanizzazione agricola – spiega Luca Crosetto, presidente di ARPROMA e presidente di Confartigianato Cuneo – riveste grande importanza per la nostra economia. L’Italia è, per volumi, il secondo paese produttore di macchinari per l’agricoltura e trattrici dietro agli USA, con un fatturato che supera gli 11 miliardi di euro, di cui ben 7,5 destinati ai mercati esteri. Le imprese di questo comparto in Piemonte sono circa 250 con un fatturato di 350 milioni di euro e circa 3.500 addetti».

«Anche il nostro settore, – prosegue Crosetto – ha risentito della crisi conseguente all’emergenza Covid19. È tardata anche l’apertura di tante nostre attività, situazione poi sanata anche grazie al nostro intervento presso Politica e Istituzioni. Ora è il momento di pensare alla ripartenza, mettendo al centro la sicurezza, certo, ma soprattutto ragionando su iniziative e provvedimenti che siano di reale sostegno per le piccole e medie imprese, da sempre asse portante del sistema produttivo locale e nazionale».

Tra i temi trattati nell’assemblea, inevitabilmente, aspettative e criticità della ripartenza dopo il “lockdown” del Corona Virus. Poi, un focus sull’impatto che il PSR, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale per le aziende agricole, può avere per il settore della meccanizzazione. Infine, uno sguardo all’innovazione e ai vantaggi che le nuove tecnologie possono apportare alle macchine.

Sono interventi, tra gli altri: Amilcare Merlo, Presidente del Gruppo Merlo; Eugenio Cavallo e Renato Delmastro, CNR IMAMOTER; Andrea Coletti, presidente dell’Ente Manifestazioni di Savigliano; Giorgio Stirano, ingegnere esperto di design; Costanzo Rinaudo, Docente e Project Manager presso CEMI-Centro Europeo Modellismo Industriale- Agenform; Claudio Bogetti e Mario Perosino, funzionari Direzione Agricoltura della Regione Piemonte; Andrea Chiabrando, Direttore tecnico STA Engineering Srl; Davide Merlino, consigliere Fondazione CRC; Joseph Meineri, direttore generale Confartigianato Cuneo.

Coinvolto duranti i lavori assembleari anche il CNOS-FAP Regione Piemonte – Fossano, istituto che – anche grazie alla collaborazione con ARPROMA e Confartigianato Cuneo – è ente erogatore dell’unico corso riconosciuto a livello nazionale per “meccanici su macchine agricole”.

Il CNOS-FAP, nelle persone di Gianluca Dho (responsabile territoriale per l’area di Cuneo del CNOS-FAP), Paolo Mellano (responsabile del corso sulla meccanizzazione agricola) e Alessio Tallone (tutor del corso sulla meccanizzazione agricola), ha donato a ARPROMA e Confartigianato due “frontali” di Fiat 500 restaurati dai ragazzi frequentanti i corsi, a suggello della duratura collaborazione che lega le Associazioni e l’ente formativo. Alla realizzazione del “frontale” hanno collaborato anche Alessandro Marcon e Irene Salomone di FabLab Cuneo.

Ha concluso i lavori l’intervento di Marco Protopapa, assessore regionale all’Agricoltura e al Cibo della Regione Piemonte, collegato in videoconferenza per tutta la durata dell’assise. L’Assessore, già in passato coinvolto e informato sulle attività di ARPROMA, ha avuto modo di meglio conoscere la realtà associativa e le attività in favore delle imprese.

«Plaudo – ha commentato l’assessore Protopapa – al grande impegno di ARPROMA in favore di un settore legato indissolubilmente al comparto agricolo. Ringrazio l’Associazione per essere anche stimolo prezioso con suggerimenti e approfondimenti che riguardano la definizione dei piani attuativi del prossimo PSR e confermo fin d’ora la disponibilità regionale nel collaborare per strutturare soluzioni e progetti utili a agricoltura, meccanizzazione e territorio».




Arproma: evento “Ripartenza, innovazione, contributi, legami con Enti e Istituzioni”

Si svolgerà sabato 18 luglio, a partire dalle ore 10.30, l’annuale assemblea di ARPROMA – Associazione Revisori Produttori Macchine Agricole.

Preceduta dall’Assemblea privata, l’assise si svolgerà in modalità “telematica”, con accesso tramite applicativo per videoconferenze e diretta web dalla pagina Facebook dell’Associazione .

Nata nel 1992 per “difendere, tutelare e valorizzare la produzione delle macchine e delle attrezzature agricole prodotte dalle aziende italiane”, ARPROMA conta oggi oltre 50 aderenti.

Organizzazione di riferimento per il settore a livello nazionale per Confartigianato Imprese, l’Associazione vanta un’ampia rete di partner, tra cui ENAMA – Ente Nazionale per la Meccanizzazione Agricoltura e di CNR IMAMOTER – Consiglio nazionale di ricerca – Istituto per le macchine agricole e movimento terra. Da sempre offre un concreto supporto alle imprese attraverso un ampio ventaglio di servizi, consulenze, opportunità vantaggi.

«Il comparto della meccanizzazione agricola – spiega Luca Crosetto, presidente di ARPROMA e presidente di Confartigianato Cuneo – riveste grande importanza per la nostra economia. L’Italia è, per volumi, il secondo paese produttore di macchinari per l’agricoltura e trattrici dietro agli USA, con un fatturato che supera gli 11 miliardi di euro, di cui ben 7,5 destinati ai mercati esteri. Le imprese di questo comparto in Piemonte sono circa 250 con un fatturato di 350 milioni di euro e circa 3.500 addetti».

«Anche il nostro settore, – prosegue Crosetto – ha risentito della crisi conseguente all’emergenza Covid19. È tardata anche l’apertura di tante nostre attività, situazione poi sanata anche grazie al nostro intervento presso Politica e Istituzioni. Ora è il momento di pensare alla ripartenza, mettendo al centro la sicurezza, certo, ma soprattutto ragionando su iniziative e provvedimenti che siano di reale sostegno per le piccole e medie imprese, da sempre asse portante del sistema produttivo locale e nazionale».

Tra i temi che verranno trattati nell’assemblea, inevitabilmente, aspettative e criticità della ripartenza dopo il “lockdown” del Corona Virus. Poi, un focus sull’impatto che il PSR, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale per le aziende agricole, può avere per il settore della meccanizzazione. Infine, uno sguardo all’innovazione e ai vantaggi che le nuove tecnologie possono apportare alle macchine.

Sono previsti gli interventi di Marco Protopapa, assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte; Claudio Bogetti, dirigente Direzione Agricoltura della Regione Piemonte; Andrea Coletti, presidente dell’Ente Manifestazioni di Savigliano; Amilcare Merlo, Presidente del Gruppo Merlo; Andrea Chiabrando, Direttore tecnico STA Engineering Srl; Matteo Vanotti, Fondatore di xFarm (piattaforma tecnologica che consente di gestire un’azienda agricola in modo informatico e interconnesso).

Coinvolto duranti i lavori assembleari anche il CNOS-FAP Regione Piemonte – Fossano, istituto che – anche grazie alla collaborazione con ARPROMA e Confartigianato Cuneo – è ente erogatore dell’unico corso riconosciuto a livello nazionale per “meccanici su macchine agricole”.




Confartigianato Cuneo: “Negli appalti pubblici valorizzate le imprese del territorio”

Valorizzare il sistema economico locale per dare nuovi impulsi e stimoli all’economia cuneese.

Lo ha scritto Confartigianato Cuneo a tutti i Sindaci della provincia chiedendo, negli appalti pubblici, di favorire le aziende cuneesi attraverso bandi ad affidamento diretto o tramite procedure negoziate su invito che consentirebbero, nel rispetto della legge, di sostenere le tante micro, piccole e medie imprese locali.

«Si tratta – spiega Luca Crosetto, presidente provinciale dell’Associazione – di un ragionamento di puro buon senso. Le PMI, specie quelle artigiane, risiedono nei nostri Comuni. Qui hanno sede, lavorano, danno occupazione e generano ricchezza. Creano legami virtuosi con altre realtà. Soprattutto, pagano imposte e tasse. Specie in questo particolare momento storico riteniamo fondamentale sostenere il tessuto economico locale, e con esso le tante persone e famiglie che vivono nella nostra provincia».

Nella lettera inviata ai primi cittadini della Granda, Confartigianato Cuneo parte da una semplice premessa. “Scopo principale di un’Amministrazione locale, – si legge nella missiva – dovrebbe essere quello di ottenere, nel minor tempo possibile, il migliore risultato dal punto di vista qualitativo ed economico, riservando in questo contesto anche un’attenzione alla vita futura dell’opera in oggetto”.

Confartigianato si riferisce quindi sia al mero aspetto economico immediato, ma anche alla rapidità con cui l’opera viene portata a termine. Importante, inoltre, prestare attenzione alle future manutenzioni, alla sostenibilità dei lavori, anche dal punto di vista ambientale, e all’uso di prodotti e tecnologie innovative, che possono contribuire a un miglioramento funzionale dell’opera.

Purtroppo, sottolinea Confartigianato, a volte procedure di affidamento eccessivamente burocratiche e dispendiose in termini di tempo non solo creano lungaggini temporali che rischiano di ripercuotersi sulla realizzazione dell’opera (e, conseguentemente, sull’utilità della stessa per la collettività), ma portano anche a situazioni che “falsano” il mercato.

«È evidente ed oggettiva – continua Crosetto – la poca praticità nell’affidare un’opera ad aziende che hanno sede in altri territori, magari molto distanti. Ci domandiamo quanto sia economicamente sostenibile la gestione dell’opera in queste condizioni oppure quanto sia sensato affidare un’opera poi successivamente subappaltata, ancorché ad aziende locali, con “ribassi” che danneggiano l’economia locale».

Il comparto delle costruzioni (edilizia, impiantistica elettrica e termoidraulica, serramenti e arredo), già provato dalla crisi economica precedente all’emergenza Covid19, è il più interessato dalla situazione.

«Il settore va tutelato, – aggiunge ancora Crosetto – per sostenere, a ricaduta, l’intero tessuto economico locale. Occorre favorire gli investimenti puntando su semplificazione e sburocratizzazione. Riteniamo giusto valorizzare le imprese che, nate e cresciute in questi territori, hanno contribuito allo sviluppo della nostra provincia».

«In questo contesto – conclude Crosetto – è davvero importante costruire un sistema territoriale più forte: proprio per questo riteniamo vitale il dialogo tra il mondo della rappresentanza economica e le Pubbliche Amministrazioni, in particolare quelle dei Comuni. Ecco perché il nostro appello deve essere interpretato in modo propositivo. I Sindaci, primo “baluardo” dello Stato, possono e devono fare la loro parte, con un forte segnale politico da cui deriverebbe una indubbia positività, generando un volano virtuoso in termini di occupazione, consumi, sviluppo del territorio».




Confartigianato Cuneo spiega alle imprese come lavorare in “Smart working”
rispettando le normative sulla Privacy

Non si ferma l’azione di Confartigianato Cuneo per supportare le imprese nella difficile situazione creata dall’emergenza Coronavirus.

Dallo scorso mese di febbraio, il Governo, per combattere l’emergenza Coronavirus e per evitare che i cittadini dovessero spostarsi dalla loro abitazione, ha spinto le aziende affinché ricorressero il più possibile al cosiddetto “Smart Working”, semplificandone anche le norme.
Ma quali sono le regole da seguire? Come rispettare il GDPR, a tutela della privacy dei lavoratori?

Confartigianato Cuneo ha organizzato un webinar online, con la collaborazione dell’Avv. Marco Cuniberti, martedì 14 aprile, ore 16.30.

In un’ottica di utilità sociale il video sarò visualizzabile per tutti, gratuitamente, collegandosi all’indirizzo

Il webinar sarà inoltre disponibili per gli utenti – imprese artigiane e PMI – di ImpresaDigitale.eu, la piattaforma creata da Confartigianato Cuneo con lo scopo di fornire un “cruscotto digitale” agli imprenditori per gestire fatture elettroniche, corrispettivi telematici, controllo di gestione, analisi costo del personale, monitoraggio flussi finanziari, …
«Si tratta – commentano Luca Crosetto e Joseph Meineri, presidente e direttore generale di Confartigianato Cuneo – di un ulteriore sforzo della nostra Associazione per essere vicini alle imprese e alle nostre comunità. Il momento è complesso. Invitiamo tutti gli imprenditori a rivolgersi ai nostri uffici in caso di dubbi sulle normative e per essere informati sui provvedimenti a sostegno del mondo economico e produttivo».




Confartigianato Cuneo: “Il Covid 19 sta mettendo in ginocchio il comparto artigiano”

L’emergenza Coronavirus sta facendo rallentare drasticamente l’economia del nostro Paese. Le Borse sono in affanno, le imprese iniziano a rimandare la produzione per mancanza di materiali, saltano gli eventi, vengono annullati i viaggi e gli spostamenti. Secondo le prime stime, l’impatto del coronavirus sul prodotto interno dell’Italia può arrivare fino allo 0,4 per cento per il 2020, il che equivale in termini assoluti a 5-7 miliardi di euro di ricchezza in meno.

Proprio non ci voleva in un momento ancora di forte incertezza, in cui l’onda lunga degli effetti di un decennio di crisi e gli scenari internazionali in continuo mutamento, non garantiscono quella stabilità dei mercati necessaria ad una vera ripresa.

Se sulle grandi aziende il vero contraccolpo della situazione lo si avvertirà tra qualche mese, a farne le spese nell’immediato sono invece le migliaia di piccole e microimprese che si ritrovano improvvisamente con l’attività in stallo e con prospettive di riavvio molto confuse.

In particolare, il comparto artigiano che nel Cuneese rappresenta uno dei pilastri dell’economia locale, sta risentendo pesantemente sia dello stato di ansia generato dalle notizie sulla diffusione del coronavirus e del conseguente periodo di “sospensione” delle attività collettive e pubbliche, che di fatto hanno interrotto bruscamente i flussi di lavoro e di consumo, di spesa e di ricavi.

«Gli effetti di questa situazione – spiega Bruno Tardivo, presidente della zona di Cuneo di Confartigianato e contitolare della CBT Italia, azienda leader nella produzione di biciclette da corsa e telai in carbonio – si avvertiranno più chiaramente tra qualche settimana, quando i componenti tecnologici che arrivano dal continente asiatico cominceranno a scarseggiare. Già in questi giorni abbiamo registrato un rallentamento nelle consegne, nonostante il materiale in arrivo fosse stato spedito prevalentemente via mare a gennaio. Il panorama si preannuncia quindi assai critico e, considerato che la Cina non lavora su magazzino, ma su commessa, prevediamo un contraccolpo pesante per le nostre produzioni già nei prossimi mesi, soprattutto per quanto riguarda la contrazione dei flussi finanziari».

Tra le tante manifestazioni cadute sotto la scure dei provvedimenti regionali di contenimento del covid19, c’è anche la Fiera della Meccanizzazione Agricola di Savigliano, trasferita a metà aprile, una delle vetrine più prestigiose a livello nazionale del settore della meccanica applicata all’agricoltura.

«Naturalmente comprendiamo l’allarme per la salute – commenta Ivano Fissore, contitolare dell’azienda omonima di Cavallermaggiore produttrice di macchine agricole e consigliere di Arproma (Associazione Revisori Produttori Macchine Agricole) – tuttavia riteniamo che siano stati sottovalutati gli effetti economici generati da questa emergenza sanitaria. In questo frangente è decisamente più difficile gestire i contatti e la promozione dei prodotti italiani, in particolare per aziende come la nostra, che orientano il loro mercato prevalentemente verso l’export».

La batosta di questa emergenza non sta risparmiando nessuno. Ci sono alcune attività artigianali, in particolare quelle che si svolgono a stretto contatto con le persone, come l’estetica e l’acconciatura, che stanno registrando un calo superiore al 50% del fatturato. Per l’autotrasporto, settore già duramente provato, è ancora peggio: in questo caso si registra un calo del 70%, legato al fatto che molti autotrasportatori lavorano con la Lombardia e quindi sono bloccati.

«L’Autotrasporto è ormai stremato. – sottolinea Aldo Caranta, rappresentante provinciale, regionale e vicepresidente nazionale degli Autotrasportatori di Confartigianato – Dopo la lunga crisi, le difficoltà di una burocrazia sempre più pesante, i problemi cronici dei collegamenti infrastrutturali, adesso si è aggiunta anche la complessità dei trasporti da e per le zone “rosse”: tempi che si allungano, controlli sempre più stringenti e ulteriori complicazioni nella consegna delle merci. Una vera “via Crucis”».

«Il nostro Paese – sottolinea Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo e vicepresidente di SME United – sta in questi giorni affrontando una situazione di forte criticità a causa della diffusione del Coronavirus. Ciò impone a noi Parti sociali, al Governo, alle Regioni, a tutte le autorità e agli esponenti della società civile di lavorare insieme, mettendo a fattor comune gli sforzi e agendo in maniera coordinata per consentire al nostro Paese di superare questa fase in maniera rapida ed efficace. Dopo i primi giorni di emergenza, è ora importante valutare con equilibrio la situazione per procedere a una rapida normalizzazione, consentendo di riavviare tutte le attività ora bloccate e mettere in condizione le imprese e i lavoratori di tutti i territori di lavorare in modo proficuo e sicuro a beneficio del Paese, evitando di diffondere sui mezzi di informazione una immagine e una percezione, soprattutto nei confronti dei partner internazionali, che rischia di danneggiare durevolmente il nostro Made in Italy e il turismo».

«Oltre alle misure urgenti – conclude Crosetto – che il Governo ha adottato, o si appresta ad adottare, di necessario sostegno alle imprese e al reddito dei lavoratori, questo è il momento per costruire un grande piano di rilancio degli investimenti nel Paese che contempli misure forti e straordinarie per riportare il lavoro e la nostra economia su un percorso di crescita stabile e duratura. Un ruolo importante dovrà essere svolto anche dalle Istituzioni europee, per creare le migliori condizioni per un rilancio economico dell’Italia nell’interesse della stessa Unione europea».