Confagricoltura: Giansanti acclamato presidente, il piemontese Luca Brondelli di Brondello confermato componente della Giunta esecutiva

l’assemblea generale di Confagricoltura ha confermato per acclamazione Massimiliano Giansanti alla carica di presidente.

Unico candidato, guiderà la più longeva organizzazione professionale agricola per il prossimo quadriennio. Romano, 46 anni, Giansanti è presidente di Agricola Giansanti srl e amministratore del Gruppo aziende agricole Di Muzio, con imprese agricole nelle province di Roma, Viterbo e Parma.

Da un mese è anche vicepresidente del Copa, il Comitato delle organizzazioni agricole europee.

L’assemblea ha anche eletto i nove componenti della Giunta, confermando nell’incarico il piemontese Luca Brondelli di Brondello: 56 anni, sposato, due figli, conduce l’azienda agricola e agrituristica “Tenuta Guazzaura” a Serralunga di Crea (Alessandria) di 160 ettari di superficie, dove coltiva cereali, foraggere e vigneti.

Luca Brondelli di Brondello è stato presidente dell’Anga (Giovani di Confagricoltura) di Alessandria e dell’Anga Piemonte. Attuale presidente di Confagricoltura Alessandria, dal 2014 è presidente di Enapra, l’ente di formazione e aggiornamento professionale di Confagricoltura e dal 2017 è componente della Giunta nazionale di Confagricoltura.

Completano il nuovo esecutivo nazionale di Confagricoltura  Lamberto Frescobaldi, presidente dell’omonima azienda vitivinicola toscana e consigliere dell’Accademia dei Georgofili;  Filippo Schiavone, cerealicoltore, presidente di Confagricoltura Foggia, già vicepresidente dei Giovani Agricoltori Anga e attuale componente del Consiglio di amministrazione di Mutua Fima, nonché vicepresidente della Camera di commercio di Foggia; Marco Caprai, vitivinicoltore, già presidente di Confagricoltura Umbria; Giordano Emo Capodilista, imprenditore vitivinicolo, vicepresidente di Confagricoltura Veneto, già presidente del Consorzio Vini Colli Euganei Doc; Sandro Gambuzza, siciliano, operante nei comparti orticolo e olivicolo, già presidente di Confagricoltura Ragusa e della Camera di Commercio di Ragusa, attuale presidente di SAC spa (aeroporto internazionale di Catania) e consigliere della Camera di Commercio del Sud Est della Sicilia; Matteo Lasagna, imprenditore zootecnico, già presidente di Confagricoltura Mantova e di Confagricoltura Lombardia, consigliere di Confidi Systema; Giovanna Parmigiani, imprenditrice zootecnica, già vicepresidente di Confagricoltura Piacenza e presidente della Federazione Nazionale di Prodotto di Allevamenti Suini, è consigliere del Consorzio dei Salumi tipici piacentini; Rosario Rago, imprenditore orticolo specializzato nelle IV gamma, vicepresidente di Confagricoltura Salerno e di Confagricoltura Campania.

 




Confagricoltura, un secolo di agricoltura e di storia italiana

La più antica Organizzazione agricola celebra il centenario alla presenza del Capo dello stato. Il presidente Giansanti: “Impresa, lavoro, ricerca e crescita i principi che da sempre ci guidano verso il futuro”

“Tutela dell’impresa. Ovvero efficienza e competitività, orientamento verso la crescita e le innovazioni tecnologiche, stretto collegamento con le altre parti della filiera agroalimentare, per cogliere le aspettative dei consumatori in Italia e a livello internazionale. Ma anche protezione delle risorse naturali, responsabilità sociale, tutela dei lavoratori, benessere della collettività, per contribuire al progresso civile ed economico della comunità nazionale.

Questi i principi essenziali che hanno sempre ispirato l’azione sindacale di Confagricoltura da quel lontano 1920, in cui nacque a Roma la prima organizzazione degli agricoltori italiani a carattere generale, con una presenza diffusa su tutto il territorio nazionale e con funzione di sindacato datoriale”. Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha aperto a Roma, a Palazzo Colonna, le celebrazioni del Centenario alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dei ministri Teresa Bellanova e Stefano Patuanelli e della sindaca di Roma Virginia Raggi.

Dopo aver ringraziato chi lo ha preceduto alla guida dell’Organizzazione e tutti coloro che hanno dato il proprio contributo alla sua crescita, Giansanti ha ripercorso alcuni momenti salienti della storia e dello sviluppo del settore agricolo.

“Dopo i conflitti mondiali – ha ricordato Giansanti – le difficoltà furono superate grazie all’impegno rivolto all’aumento della produzione, per rispondere alla domanda dei consumatori. Con lo stesso impegno abbiamo risposto negli ultimi mesi alla sfida posta all’intera filiera agroalimentare, a causa dell’emergenza sanitaria: continuare a produrre, per rifornire i mercati e assicurare cibo agli italiani”.

Anche durante il lockdown il nostro Paese ha dato prova, ancora una volta, delle sue energie morali e civili, ha detto di recente il Presidente della Repubblica. E i fatti hanno dimostrato che l’Italia può fare affidamento su un solido sistema agroalimentare, di cui gli associati a Confagricoltura costituiscono una componente essenziale. Con le loro aziende collaborano oltre 520.000 lavoratori, che sviluppano più di 41.000.000 di giornate lavoro.

“Adesso è necessario dare supporto a queste imprese – ha ribadito Giansanti – per metterle nella condizione di continuare ad aumentare competitività e produzione. La quota di esportazioni di prodotti agroalimentari, che era di 44 miliardi di euro, è arrivata a superare per la prima volta la soglia del 10% dell’export totale in valore. Crescere è un impegno difficile. Per questo dobbiamo utilizzare al meglio le risorse importanti messe a disposizione dal governo italiano e dall’Unione europea”.

L’ambizione di Confagricoltura va ben oltre il recupero della situazione esistente prima della pandemia. Dobbiamo cogliere l’occasione per far crescere la produttività che ristagna da oltre un decennio, per rilanciare gli investimenti pubblici, per dare ai cittadini e alle imprese infrastrutture moderne, diffondere la digitalizzazione, a partire dalla pubblica Amministrazione, rispondere alle sfide urgenti poste dal cambiamento climatico.
Confagricoltura farà la propria parte, seguendo quelli che sono i principi guida dell’Organizzazione e dei suoi associati, da cento anni a questa parte.

“E’ indispensabile, però – ha proseguito il Presidente – ridare piena dignità alla ricerca scientifica e riconoscere il valore della competenza e della professionalità. Coltivare le intelligenze dei molti nostri giovani eccellenti, e puntare su di loro, è una scelta essenziale per affrontare il futuro e le sfide che ci attendono. La scuola e la formazione continua sono fattori di sviluppo, perché il capitale umano è la prima ricchezza delle nazioni più avanzate”.

I tre giovani imprenditori che hanno raccontato la loro storia hanno dato il senso della diversità e della fecondità del “capitale umano” in termini di spirito d’impresa, apertura all’innovazione e sensibilità sociale. E hanno dimostrato che, investendo sui giovani, il nostro Paese si assicura un futuro.

Sono Luca Travaglini – Planet Farms, con l’agricoltura verticale in Lombardia, esempio di innovazione e sostenibilità; Ariane Lotti – Tenuta San Carlo, che da New York è tornata alle radici familiari in Toscana per dare vita ad un’azienda biologica all’avanguardia; Francesco Cambria – Cottanera, che ha lasciato la toga per dedicarsi alla vitivinicoltura sull’Etna, raccogliendo il testimone del padre che, con coraggio, decise di piantare vigne sul vulcano quando ancora pochi ci credevano.

“Siamo consapevoli – ha concluso il Presidente di Confagricoltura – che la valenza del nostro lavoro vada al di là del profitto, che pure è fondamentale per garantire la continuità produttiva e l’occupazione. Da un secolo l’impegno costante dei nostri agricoltori è stato quello di rafforzare le imprese e contribuire al continuo miglioramento del sistema economico e della coesione sociale. Come agricoltori sappiamo bene che raccoglieremo domani ciò che abbiamo seminato oggi. Continueremo, perciò, a lavorare con il massimo impegno nelle nostre imprese, nel nostro sindacato e nella società. Forti di una fiducia incrollabile sul futuro del nostro Paese”.

SCHEDA IMPRENDITORI AGRICOLI

Luca Travaglini – Planet Farms
Milanese, laurea in economia alla Bocconi.
A 35 anni decide di cambiare vita in seguito a una brutta esperienza di salute.
Dopo 4 anni di intensa ricerca, nel 2018 fa nascere Planet Farms, che è innovazione, tradizione ed eccellenza, con un sistema di coltivazione indoor che permette di controllare tutti i parametri fondamentali per la crescita degli ortaggi, a partire da acqua, luce, terra e aria.
I vantaggi che derivano da questa tecnologia sono molti, primo fra tutti il fatto di poter produrre ovunque, utilizzare il 97% di acqua in meno e garantire un prodotto in assenza totale di residui e fitofarmaci, fresco 365 giorni all’anno, indipendentemente dal fattore ambientale esterno.

Ariane Lotti – Tenuta San Carlo
Nata e cresciuta a New York, ma da quando ha 17 anni lavora, studia e fa ricerca in agricoltura per trovare modelli di agricoltura sostenibile.
Per necessità è tornata in Italia 6 anni fa, per gestire l’azienda di famiglia in Toscana, in provincia di Grosseto. I terreni erano stati comprati dal bisnonno nel 1936. Al suo arrivo, Ariane avvia un percorso di modernizzazione e sviluppo dell’impresa verso un modello nuovo: inizia la conversione al biologico, con tanta fatica. Avvia anche una linea di prodotti a marchio aziendale, sviluppando rapporti di filiera e facendo investimenti.
Oggi Tenuta San Carlo è la prima e unica azienda in Toscana che fa riso bio. La tenuta si estende su 480 ettari, metà nel Parco Regionale della Maremma, con seminativi, un piccolo allevamento di vacche maremmane, agriturismo e zone di pineta e di palude protette.

Francesco Cambria – Cottanera
Siciliano, dopo la laurea con lode in giurisprudenza si trasferisce a Milano e inizia a lavorare come avvocato in uno studio legale occupandosi di diritto penale societario.
Dieci anni fa cambia vita e torna in Sicilia, mettendo da parte la toga, ripartendo da zero e imparando a conoscere la vitivinicoltura da vicino, dove il padre, tra i primi, aveva creduto nelle potenzialità viticole dell’Etna, eliminando noccioleti e uliveti e piantando vigne.
Inizia una nuova avventura alla guida dell’azienda di famiglia, insieme allo zio e ai fratelli, con tecniche di viticoltura che tutelano un terreno speciale come quello vulcanico e strutture uniche come i pietrai. Allo stesso tempo l’azienda punta sull’innovazione, lavorando per una viticoltura di frontiera.
Nel 2019 Francesco Cambria riceve dal Gambero Rosso il premio speciale “Viticoltore dell’anno”.

 




Agricoltori europei: Massimiliano Giansanti eletto vicepresidente del COPA

Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, oggi è stato eletto vicepresidente del Comitato delle organizzazioni agricole europee (COPA), l’organismo che riunisce 60 organizzazioni dei Paesi membri dell’Unione Europea e 36 organizzazioni partner di altri Paesi. Presidente del COPA, per i prossimi due anni, è la francese Christiane Lambert, che succede al tedesco Joachim Rukwied di DBV.

Giansanti, europeista convinto, è stato nominato ai vertici dell’Organizzazione europea in un momento cruciale, in cui si dovranno assumere decisioni chiave, a partire dal prossimo bilancio dell’Unione, dalla futura Politica agricola comune, dalla incertezza dei mercati internazionale, ma anche dal Recovery Found e dalle politiche di sviluppo per fronteggiare l’emergenza economica a causa della pandemia, che richiedono lavoro propositivo e pressing incessante e determinato da parte del Coordinamento degli agricoltori europei.

Giansanti, a nome di Confagricoltura, ha fatto gli auguri di buon lavoro a Christiane Lambert e ringraziato Joachim Rukwied per l’impegno profuso nei tre anni di mandato alla presidenza. “Con Lambert e Rukwied – ha detto – c’è grande sintonia e condividiamo una visione di futuro”.

“Ci troviamo – ha quindi spiegato il Presidente di Confagricoltura – in un momento di resilienza che richiede da parte della UE ogni sforzo per permettere alle imprese agricole, non solo di ripartire e riconquistare le posizioni perdute, ma anche di ammodernarsi e crescere, di andare oltre. Per far diventare il nostro sistema agricolo e agroalimentare più forte di prima. La centralità dell’agroalimentare in Europa è emersa in pieno in questo difficile momento a causa dell’emergenza della pandemia”.

Massimiliano Giansanti, romano, imprenditore agricolo, gestisce aziende agricole – a Roma, Viterbo e Parma – specializzate nella produzione di cereali, kiwi, latte e prodotti zootecnici ed attive sia in ambito agroindustriale e sia agroenergetico, attraverso la produzione di energia elettrica da fotovoltaico. Tra l’altro a Parma produce Parmigiano Reggiano ed a Roma latte bovino di alta qualità per la Centrale del Latte.

Il presidente Luca Brondelli di Brondello con il Consiglio Direttivo, il direttore Cristina Bagnasco con i collaboratori tutti e gli enti collaterali di Confagricoltura Alessandria si congratulano con Massimiliano Giansanti per questo importante traguardo professionale.




Confagricoltura, Giansanti: per l’emergenza Covid l’Unione europea deve fare di più

Via libera, ieri a Bruxelles, a una proposta di regolamento che consente agli Stati membri di utilizzare, per la gestione dell’emergenza Coronavirus, le risorse finanziarie non ancora impegnate nell’ambito del Fondo europeo per lo sviluppo rurale.

“Prendiamo atto della decisione, ma la nostra posizione non cambia. La risposta della UE per limitare le conseguenze economiche della pandemia sul settore agricolo resta vistosamente inadeguata – commenta il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Ringraziamo il Parlamento europeo per il lavoro svolto al fine di migliorare il progetto iniziale della Commissione, ma dobbiamo rilevare che le risorse finanziarie restano invariate. Non sono stati mobilitati fondi aggiuntivi. All’atto pratico, è stata data agli Stati membri la facoltà di modificare la destinazione di fondi già messi a disposizione dall’Unione”.

Stando alle cifre diffuse dall’Europarlamento, in Italia potranno essere nel complesso riassegnati circa 420 milioni di euro. Una somma insufficiente, basti ricordare – per esempio – che solo per gli aiuti al reddito degli agricoltori gli Stati Uniti hanno disposto uno stanziamento straordinario di 16 miliardi di dollari.

C’è poi un altro aspetto da sottolineare. Non potranno, di fatto, beneficiare del nuovo regolamento varato a Bruxelles le imprese agricole localizzate nelle regioni che hanno impegnato puntualmente i fondi per lo sviluppo rurale. E, quindi, non ci sono risorse finanziarie da rimodulare. E’ una situazione che lascia perplessi, perché sarebbe penalizzata l’efficienza amministrativa.

“Da parte nostra, continueremo a premere sulle Istituzioni dell’Unione per aumentare i fondi della Ue per l’emergenza Coronavirus che restano fermi a circa 80 milioni di euro” – conclude Giansanti.

Nonostante la fine del lockdown, la riapertura delle frontiere e del canale HoReCa, l’impatto economico della pandemia continuerà a farsi sentire almeno fino alla fine dell’anno. Ecco perché va rafforzata l’azione in chiave europea in termini di risorse e strumenti. Il ricorso agli aiuti pubblici differenziati a livello nazionale, se prolungato nel tempo, contrasta con i principi del mercato unico.




Confagricoltura Piemonte: per il riso nuovi pericoli da Vietnam e Cambogia

Il nuovo accordo commerciale tra Ue e Vietnam, che prevede l’importazione a dazio zero sul mercato europeo di 80 mila tonnellate di riso lavorato, semilavorato e aromatico e l’esclusione del riso dal ripristino dei dazi sulle importazioni dalla Cambogia rischiano di creare gravi problemi alla nostra risicoltura”.

Giovanni Perinotti, presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella e responsabile nazionale del comparto riso di Confagricoltura, prende posizione sulle decisioni comunitarie degli ultimi giorni che “non danno seguito alle richieste formulate in modo compatto, senza distinzioni, dal governo italiano, dalle regioni più interessate alla risicoltura e dalle organizzazioni agricole”.

Sull’argomento ha preso posizione ufficialmente Confagricoltura a livello nazionale. “La lista stilata dalla Commissione non include il riso –sottolinea il presidente confederale Massimiliano Giansantie l’esclusione è stata motivata con la clausola di salvaguardia già in vigore che, però, si applica solo alle importazioni di riso Indica lavorato dalla Cambogia. E’ inaccettabile fare riferimento a questioni di carattere economico, quando è in discussione il mancato rispetto dei diritti umani e del lavoro”.

L’Italia – ricorda Confagricoltura – è il principale produttore di riso in Europa: su un’area di 220.000 ettari operano 4mila aziende agricole che raccolgono 1,40 milioni di tonnellate di riso all’anno, pari a circa il 50% dell’intera produzione UE, con una gamma varietale unica e fra le migliori del mondo.

 




Maltempo, Confagricoltura: urgente un piano di prevenzione e manutenzione del territorio

Frane, smottamenti, allagamenti. L’incubo alluvione è tornato al Nord. Le sedi territoriali di Confagricoltura sono in contatto costante con le strutture per intervenire a sostegno delle aziende che stanno subendo danni enormi per le esondazioni e il dissesto idrogeologico diffuso.

In Piemonte la situazione è grave e si temono ulteriori peggioramenti: molte zone in provincia di Alessandria sono sommerse dalle esondazioni del Bormida; nel capoluogo il Tanaro è uscito e la vera piena del fiume non è ancora del tutto arrivata.

Nell’Astigiano soffrono i comuni a Sud: a Canelli, la capitale dell’Asti Spumante, è massima allerta per il Belbo, che cresce di 10 centimetri all’ora. Ma è tutta la Valle Belbo a temere quanto già vissuto nel novembre del ’94.

A Torino il Po è in piena e ha sommerso la zona dei Murazzi; nel Canavese, al confine con la Valle d’Aosta, l’elenco delle frane e degli smottamenti per lo straripamento dei rii è lunghissimo.

Confagricoltura evidenzia che in tutte le zone in cui sono stati seminati grano e orzo si è perso tutto e prima di poter riseminare, e quindi entrare nuovamente nel terreno per lavorarlo, occorrerà attendere la fine dell’inverno.

L’orticoltura conta danni al 100% per le verdure in campo, in particolare nelle province di Alessandria e Torino: cavoli, cavolfiori, spinaci, cardi sono completamente persi. Totalmente allagati i vivai, in particolare di pioppi, nelle due province e in quella di Cuneo.

In Valle d’Aosta numerose borgate sono totalmente isolate per la neve e le frane, con conseguenze anche per gli allevamenti: impossibile distribuire il latte delle stalle e altrettanto difficoltoso portare rifornimenti per il bestiame.

In Liguria un vero e proprio evento alluvionale ha colpito le province di Genova e Savona, con smottamenti, mareggiate e allagamenti. Le situazioni peggiori nell’entroterra si registrano nella Val Bormida al confine con il Piemonte.
Sulle zone costiere, per ciò che concerne l’agricoltura, intere coltivazioni e serre sono sott’acqua.

In Lombardia si attende la piena del Po e numerose aziende agricole in prossimità del fiume sono state evacuate. Il livello dei laghi alpini è altissimo e sono pertanto state aperte alcune dighe per far defluire l’acqua.

In Emilia Romagna è ancora allerta: la scorsa settimana alcuni argini non hanno tenuto, con allagamenti nelle aziende e anche nelle case. Perse le semine di frumento e le orticole. Si attende la piena del Po da domani.

“L’emergenza maltempo – commenta il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – evidenzia ancora una volta la fragilità di tutto il territorio nazionale e la necessità di intervenire non più con misure tampone, ma con piani prioritari per le popolazioni, oltre che per le aziende. Occorre rivedere i programmi di manutenzione dei corsi d’acqua per mettere in sicurezza intere aree, prevenendo ulteriori dissesti idrogeologici che causano purtroppo vittime e danni di milioni alle imprese e all’agricoltura italiana”.