PoliTo: Una mappa globale per tracciare le buone pratiche anti-Covid

L’Agenzia UNHABITAT delle Nazioni Unite, nell’ambito del programma Participatory Slum Upgrading Programme (PSUP), insieme a un gruppo di studenti del Master Techs4change del Politecnico di Torino coordinato dalla professoressa Francesca De Filippi, ha elaborato un progetto volto a tracciare le migliori azioni e pratiche di prevenzione e controllo del Covid-19 in slum e insediamenti marginali.

 

Il team di ricerca di UNHABITAT e del Politecnico ha riunito le soluzioni più efficaci in una mappa interattiva georeferenziata (Interactive Project Map), basata su una piattaforma open source, organizzata per categorie (per esempio acqua, servizi essenziali, protezione dei gruppi più vulnerabili) che attualmente comprende 29 progetti provenienti da 14 Paesi nel mondo. La mappa è in continuo aggiornamento e aperta al contributo di chi opera sul campo.

Il progetto intende così supportare le organizzazioni non-governative e i decisori politici che lavorano alla riduzione dell’impatto del Covid-19 nelle aree urbane densamente abitate e marginali, particolarmente esposte alla diffusione della pandemia.

 

La mappa raccoglie dati su situazioni quali ad esempio Kibera, la più grande periferia degradata del Kenya, dove alcune donne positive all’HIV si guadagnano da vivere producendo flaconi per disinfettanti e maschere protettive, sotto la guida di SHOFCO, un’organizzazione locale che supporta i lavoratori della sanità. Un altro esempio di progetto raccolto nella mappa si concentra sui trasferimenti di denaro di emergenza, sull’assistenza medica di base e sulle forniture di cibo per migliorare le condizioni dei residenti di Dharavi in India, una delle più estese baraccopoli al mondo.

 

“La mappa interattiva può diventare un potente strumento che, attraverso il sistema del crowdsourcing, permette una costruzione collettiva di contenuti, la ricerca e la condivisione a livello globale di idee per azioni concrete – dichiara Francesca De Filippi, docente di Tecnologia dell’Architettura, direttrice del master Techs4Change e coordinatrice del progetto per il Politecnico – Le risposte più efficaci al problema sono spesso quelle bottom-up, perché si basano sul contesto e utilizzano creativamente le risorse, umane e materiali, a disposizione. Con questo progetto vorremmo dare un contributo a un problema la cui scala è drammaticamente rilevante e che coinvolge miliardi di persone nel mondo, con ovvie conseguenze sulla salute globale”.

 

 




Bonus Cultura: da 700 a 1.000 euro a fondo perduto

Da venerdì 7 agosto a sabato 31 ottobre 2020 è attivo il bando per richiedere la corresponsione del Bonus Cultura della Regione Piemonte.

Il sostegno è dedicato al comparto culturale tramite la concessione di un contributo una tantum a fondo perduto per i soggetti che non hanno accesso – o che non intendono accedere – ai contributi ordinari in materia di cultura, alle imprese e agli operatori aventi sede legale e operativa nella Regione Piemonte e che operano in ambito culturale e dell’indotto a supporto delle attività del comparto.

Le risorse complessive ammontano a 3 milioni di euro e il bonus verrà erogato nella forma di 700 euro per i lavoratori autonomi e per le imprese individuali, e di 1.000 euro per i soggetti costituiti in forma di associazione o di altra tipologia di ente non lucrativo di diritto privato o di società.

I codici ATECO, e i relativi sottocodici, ammessi al Bonus sono:

– 59.11 (attività di produzione cinematografica);

– 59.12 (attività di post-produzione cinematografica);

– 59.13 (attività di distribuzione cinematografica);

– 59.20 (attività di registrazione sonora);

– 74.10.2 (attività di design);

– 74.10.29 (altre attività di disegnatori grafici);

– 74.20 (attività fotografiche);

– 74.30 (attività di interpreti e traduttori) per i quali occorre caricare sulla piattaforma anche copia della qualifica di attestazione professionale;

– 79.90.20 (attività delle guide turistiche) per le quali occorre caricare sulla piattaforma anche copia del tesserino identificativo regionale;

– 82.30 (organizzazione di convegni e fiere);

– 85.52 (formazione culturale);

– 90.01 (rappresentazioni artistiche);

– 90.02 (attività di supporto alle rappresentazioni artistiche);

– 90.03 (creazioni artistiche e letterarie);

– 90.04 (gestione di strutture artistiche);

– 91.01 (attività di biblioteche e archivi);

– 91.02 (attività di musei);

– 91.03 (gestione di luoghi e monumenti storici);

– 93.19.92 (attività delle guide alpine) per le quali occorre caricare sulla piattaforma anche copia del tesserino identificativo regionale;

– 94.99.2 (attività di organizzazioni che perseguono fini culturali) per le quali occorre caricare sulla piattaforma anche copia dello Statuto in corso di validità.

La procedura di presentazione delle domande è «a sportello» e, pertanto, le stesse possono essere presentate continuativamente, fatte salve eventuali comunicazioni di termine/sospensione per esaurimento della dotazione finanziaria disponibili da parte di Finpiemonte.

La concessione del Bonus una tantum è subordinata al controllo della documentazione ammissibile, la cui mancanza o non correttezza determinerà la non ricevibilità e archiviazione della domanda, e seguirà l’ordine temporale di arrivo delle istanze sulla piattaforma indicata.

Per accedere alla piattaforma clicca il seguente link https://secure.sistemapiemonte.it/findomrouter/home.do

Per accedere al sistema e comunicare l’Iban su cui si desidera venga accreditato il Bonus è necessario essere muniti di una delle seguenti credenziali di autenticazione digitale :

  • SPID – Sistema Pubblico di Identità Digitale: nel caso non lo avessi puoi attivarlo consultando il sito: https://www.spid.gov.it/richiedi-spid (SCELTA CONSIGLIATA se non si hanno altre credenziali di autenticazione digitale)
  • Carta di Identità Elettronica (CIE)
  • Certificato digitale in formato Carta Nazionale Servizi -CNS con lettore di smart-card collegato al proprio personale computer

Nel caso di difficoltà a ottenere una delle credenziali di autenticazione digitale sopracitate, è possibile chiedere un supporto ai servizi di assistenza fiscale (es. associazioni di categoria) o professionisti (commercialisti, consulenti del lavoro…).

Una volta entrati nel sistema è necessario indicare i seguenti dati:

  • nome, cognome, luogo e data di nascita, luogo di residenza, codice fiscale, estremi di un documento identificativo
  • dati identificativi dell’impresa: denominazione o ragione sociale, forma giuridica, codice fiscale, partita IVA)
  • dati relativi alla sede legale dell’impresa: comune, indirizzo, recapiti telefonici e posta elettronica
  • estremi bancari: IBAN e intestatario
  • allegare la documentazione richiesta

È disponibile un Tutorial realizzato da Csi Piemonte: Tutorial Bonus Cultura




Coronavirus – Rientro in Italia dall’estero: istruzioni operative

La Giunta regionale della Regione Piemonte ha approvato, nella riunione del 7 agosto, le istruzioni operative per chi rientra in Italia dall’estero in questa fase di emergenza Covid.

Alla sintesi “RIENTRO IN ITALIA DALL’ESTERO:  COME MI DEVO COMPORTARE?“, che contiene le indicazioni rispetto ai vari comportamenti da adottare rispetto ai paesi di provenienza, i numeri utili a cui rivolgersi, le mail delle ASL da contattare a livello territoriale ed altre informazioni pratiche, si accompagnano due moduli:

che devono essere compilati e inviati ai rispettivi destinatari.

 




FCA, Felici (Confartigianato Piemonte): “Ancora una volta le PMI dell’indotto auto abbandonate a loro stesse”

Il Governo fatica o nicchia a prestare garanzie reali per l’accesso ai finanziamenti delle piccole imprese italiane ma non esita a farlo a favore di chi sposta la produzione all’estero a detrimento dell’indotto locale. Un Paese serio penserebbe ai suoi cittadini e al loro lavoro, non a poche decine di finanzieri apolidi o ai lavoratori di altri Paesi.”

Così il Presidente di Confartigianato Piemonte, Giorgio Felici, commenta la notizia che sta allarmando le imprese piemontesi dell’indotto auto (circa 58mila addetti), ovvero la produzione delle city car di FCA sulla piattaforma francese PSA-CMP.

“Ma la garanzia dello Stato al prestito di Intesa Sanpaolo a FCA, non era forse giustificata dal fatto che ne avrebbe beneficiato il sistema automotive piemontese nel suo complesso, a cominciare dai fornitori? Ancora una volta la politica si dimostra attenta alle esigenze della grande industria, anche quando queste esigenze non collimano con gli interessi nazionali, ma cieca nei confronti delle medie e piccole imprese come quelle della componentistica. La lettera di FCA con la richiesta ai fornitori di cessare immediatamente ogni attività di ricerca, sviluppo e produzione alimenta la preoccupazione per il futuro. C’è il rischio che siano proprio le imprese del nostro indotto ad essere le vittime designate delle scelte di FCA e del matrimonio internazionale targato Stellantis”.




Operatorio sociali di comunità: in 23 al corso di formazione in Canavese 

Sono 23 le persone selezionate per partecipare al corso per operatori sociali di comunità in Canavese, promosso dal progetto SociaLab nell’ambito del piano integrato territoriale “GraiesLab – generazioni rurali attive innovanti e solidali” finanziato dal programma transfrontaliero ALCOTRA.

Si erano candidati in 47, in prevalenza donne, e visto l’alto livello di professionalità dimostrato che testimonia una grande motivazione, la Città metropolitana di Torino ha deciso – potendo sfruttare un piccolo margine di risorse – di accogliere un numero maggiore di candidati.

In caso di rinuncia, si scorrerà la graduatoria e in caso di parità di punteggio verrà selezionato il/la candidato/a più giovane.

SociaLab è dedicato a migliorare la qualità e l’accessibilità dei servizi alla popolazione del territorio del Canavese e Valli di Lanzo, attraverso la sperimentazione di servizi sociali di prossimità e di azioni per il benessere della comunità.

In quest’ottica si inserisce la figura dell’operatore sociale di comunità, una nuova figura professionale che, insieme ad altri operatori, ai Servizi sociali e all’infermiere di famiglia e di comunità, deve saper cogliere e rispondere concretamente ai bisogni sociali, coinvolgendo servizi e soggetti – pubblici e non – in un processo di auto mutuo aiuto, e concentrandosi in particolar modo sul suo ruolo di interlocutore nei confronti dei Servizi per i soggetti fragili.

Il corso partirà dal 10 settembre in collaborazione con l’AslTO4 ed i 4 Consorzi socio assistenziali territoriali, In.re.te di Ivrea, CISS38 di Cuorgné, CISSAC di Caluso, CIS di Cirié e del Corso di laurea in Infermieristica di Ivrea; si svolgerà prevalentemente on line per 300 ore.

Al progetto SociaLab lavorano insieme a Città metropolitana di Torino anche la Federazione Provinciale Coldiretti di Torino, il Syndicat Mixte de l’Avant Pays Savoyard e la Comunità dei Comuni Arlysère.




Scuola, in Piemonte mancano 3926 insegnanti

In Piemonte,  la situazione rispetto alla riorganizzazione degli spazi è sotto controllo –  ha rassicurato in aula l’assessore all’istruzione – non sono state rilevate criticità di adeguamento delle strutture scolastiche alle esigenze logistiche derivanti dalle indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico.

Le poche criticità emerse sono risolvibili con un cambiamento nella disposizione dell’arredo e grazie all’intervento degli enti locali, di musei, teatri e associazioni che si sono dati disponibili ad ospitare le classi a cui si cercherà, dove possibile, di evitare l’accesso scaglionato.

Sul fronte organici secondo quanto comunicato in aula dall’assessore regionale all’Istruzione – in Piemonte, per avviare a pieno la scuola nel post Covid,  mancherebbero 3926 posti. Il fabbisogno regionale di docenti è stato calcolato dall’Ufficio scolastico regionale in base all’incremento orario dell’impegno docente necessario a garantire il tempo scuola.

Le risorse economiche, pari a circa un miliardo di euro relativo al riparto del fondo per le dotazioni organiche aggiuntive previste dal Ministero, saranno ripartite tra gli Uffici Scolastici Regionali sulla base di due criteri: il numero degli alunni presenti sul territorio e le richieste avanzate dagli Uffici scolastici regionali che hanno vagliato le esigenze delle scuole.

La Regione Piemonte, nell’ambito Coordinamento delle Regioni, ha espresso la necessità di avere risposte da parte del Ministero dell’Istruzione in particolare sulle risorse in materia di organico docente (in caso di sdoppiamento classi) e di personale ATA aggiuntivo, in previsione del fatto che ci saranno nuovi punti di erogazione dei servizi scolastici in cui dovranno essere garantiti servizi di vigilanza degli studenti e di pulizia ordinaria e straordinaria.

Per quel che riguarda i trasporti l’assessore ha precisato che in tutti i capoluoghi di provincia si stanno svolgendo riunioni con i dirigenti scolastici e aziende di  trasporto locali per pianificare gli interventi necessari al fine di conciliare orari scolastici e flussi di movimentazione degli studenti. Ripresa dei servizi 0-6 (nidi e materne): a breve la Regione indicherà la data di inizio dei servizi educativi, per ora gli aspetti su cui si sta lavorando secondo quanto indicato nelle linee guida ministeriali, sono il rapporto ordinario educatore/bimbi; la riorganizzazione di tutti gli spazi disponibili e valorizzazione degli spazi esterni; le attività strutturate in gruppi/sezioni, senza intersezione di attività tra bambini appartenenti a gruppi/sezioni diversi, attenzioni alla fase di accoglienza e ricongiungimento.

Nell’incontro in programma domani mercoledì 5 agosto, tra assessori regionali e ministro all’istruzione,  la Regione chiederà ulteriori specifiche rispetto alle risorse in materia di organico docente e non,  garanzie sul mantenimento per l’anno scolastico 2020/2021 dello stesso numero di autonomie scolastiche, massima attenzione alla continuità didattica in presenza e a distanza e di prestare attenzione alle criticità collegate alla licenziabilità dei docenti con la clausola della giusta causa.  IL Piemonte chiederà al Governo di essere vigile affinché la scuola possa riprendere nelle condizioni di sicurezza idonee.

Per il M5S la comunicazione dell’assessore non è esaustiva rispetto a come di fatto verrà organizzata la didattica in presenza e a distanza  e come funzionerà la fruizione pasti nelle mense. Non bisogna inoltre, secondo i pentastellati, lasciare alle famiglie la responsabilità di decidere se lo studente può accedere o meno a scuola poiché si rischierebbe di non avere alcun controllo sugli aspetti sanitari. Anche rispetto al tema del dimensionamento è stato chiesto se esista o meno la possibilità di intervenire con modifiche nella distribuzione dei ragazzi.

Il capogruppo di Luv, ha invece posto l’attenzione sul riavvio dei servizi educativi 0-6 sottolineando come il non avere oggi una data certa di apertura rischi di compromettere non solo l’avvio di un servizio educativo fondamentale ma anche la possibilità di ritorno al lavoro per molte famiglie costrette a casa con bambini piccoli.

La Regioni adempi al suo dovere attivando la funzione di coordinamento con i dirigenti scolastici che finora è mancata. È questa la richiesta del gruppo Pd  che sottolinea come la comunicazione dell’assessore non tenga conto delle richieste del mondo della scuola: un calendario scolastico  più flessibile alla luce della straordinarietà del contesto, incremento delle risorse rispetto allo scorso anno, un’elaborazione strategica dettagliata degli spazi, rafforzamento straordinario della rete trasporti.

Per i Moderati  il dato da sottolineare è l’incertezza a cui saranno ancora sottoposte le famiglie rispetto alla riapertura di nidi e materne. Non aver definito una data renderà impossibile a tanti genitori poter programmare u ritorno al lavoro.




Confartigianato Cuneo: “Non siamo il bancomat dello Stato. Il fisco italiano va ripensato”

Confartigianato Cuneo si unisce all’appello dell’Ordine dei Commercialisti di Cuneo e sul tema delle tasse non nasconde il sentimento di grande delusione da parte degli imprenditori per la mancata proroga – attesa invano dalle tante “partite IVA” della Granda.

«Abbiamo appreso con sconforto che il Governo non ha prorogato le scadenze fiscali previste per lo scorso 20 luglio. – commenta Luca Crosetto, presidente provinciale dell’Associazione, la più rappresentativa in provincia per artigianato e PMI – Sembra paradossale se pensiamo che lo scorso anno sia stato sufficiente un ritardo della Pubblica Amministrazione nell’elaborazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale (i cosiddetti “ISA”) perché venisse disposta una proroga di tre mesi (al 30 settembre 2019) per i versamenti delle imposte sui redditi e IRAP risultanti dalle dichiarazioni. Quest’anno, invece, nonostante la più grande crisi economico-finanziaria dal dopoguerra ad oggi, nessun rinvio»

«Un terzo delle nostre imprese non è sopravvissuta alla pandemia, – aggiunge ancora Crosetto – quelle ancora in vita devono affrontare problemi di liquidità, fare i conti con le mancate commesse di un trimestre e barcamenarsi tra le norme in materia di sicurezza, mentre la domanda interna procede come un bradipo».

«Il sistema tributario italiano – spiega Domenico Massimino, vicepresidente nazionale di Confartigianato con delega alle politiche fiscali – va ripensato anche in funzione del tessuto economico del Paese composto per il 98 per cento da micro e piccole imprese. Ridurre le complessità e il peso degli oneri fiscali è condizione fondamentale per sostenere le imprese in questo momento così difficile. Sul delicato fronte del fisco, poi, le imprese italiane operano in condizioni complesse, che ne comprimono la competitività: il carico fiscale è pari al 42,6% del PIL, superiore di un punto al 41,6% della media dell’Eurozona. L’Italia oltre ad essere in testa nell’Ue per la maggiore pressione fiscale, mantiene il record negativo anche per la burocrazia fiscale. Basti pensare che, per pagare le tasse, un imprenditore deve sprecare 238 ore l’anno, 79 ore in più rispetto alla media dei Paesi Ocse».

In questo contesto, importante l’azione di Confartigianato Cuneo a supporto delle imprese, come spiega Joseph Meineri, direttore generale della struttura.

«Da sempre – illustra Meineri – affianchiamo le imprese con un ampio ventaglio di servizi, da quelli tradizionali da “adempimento” a quelli più innovativi e tecnologici. Anche in questo frangente ci confermiamo a fianco delle aziende, grazie ai circa 190 addetti che nei 18 uffici della provincia sono a disposizione degli imprenditori. Il nostro essere corpo intermedio dello Stato ci investe di ancora più responsabilità e attenzione.  Alla professionalità e alla precisione dei nostri operatori, aggiornati costantemente su norme e provvedimenti, abbiniamo sempre tutela e supporto di un comparto fondamentale per l’economia locale e nazionale. Non solo attraverso consulenze specifiche, ma anche grazie a progetti concreti, dal portale ImpresaDigitale.eu, un cruscotto digitale per tenere sotto controllo l’azienda, a scelgoartigiano.it, portale di promozione del territorio e funzionale e-commerce a disposizione di tutte le PMI cuneesi».




Montagna. Canalis (PD): “La giunta Cirio investa sui forti del Piemonte”

Martedì 4 agosto verrà votato dal Consiglio Regionale del Piemonte l’Ordine del Giorno, presentato dalla consigliera Monica CANALIS (Pd), finalizzato alla valorizzazione culturale, turistica e sportiva delle fortificazioni alpine piemontesi.

“In un contesto improvvisamente mutato, in cui si riscoprono il turismo dolce e le gite d’istruzione nelle località più vicine, ho esortato la Giunta regionale a redigere un censimento delle fortificazioni alpine del Piemonte, valutando per ciascuna infrastruttura lo stato attuale di conservazione e accessibilità, fino a creare un apposito marchio promozionale per questo patrimonio unico e a progettare dei format turistici (ad esempio il “trekking dei forti del Piemonte”, sulla falsariga del Tour del Vauban in Francia) e culturali, da proporre all’intera cittadinanza e in modo particolare alle scolaresche, valutando anche con attenzione l’opportunità di una candidatura Unesco”.

“In Piemonte  negli anni è stata eretta una straordinaria rete di fortificazioni che ha saputo custodire la vita della popolazione piemontese – prosegue Monica CANALIS – questa rete oggi è parte del nostro patrimonio paesaggistico e artistico-culturale. Straordinarie costruzioni, tra cui il Forte di Fenestrelle, il Forte di Exilles, il Forte di Vinadio, il Forte Bramafam e il Forte dello Chaberton, oltre alle fortificazioni ai Becchi Rossi in valle Stura, strutture uniche nel panorama europeo, purtroppo ancora ampiamente sotto utilizzate, nonostante le buone pratiche italiane e internazionali di successo a cui ispirarsi”.

“La ripartenza della nostra Regione può poggiarsi anche sulla valorizzazione del suo patrimonio meno conosciuto: i Forti del Piemonte rappresentano un bene straordinario, da far conoscere per rilanciare al tempo stesso la nostra storia e il nostro paesaggio montano, attraverso la cultura, lo sport e il turismo – conclude Monica CANALISI Forti del Piemonte possono diventare l’ennesima attrazione del nostro territorio, ma la Giunta regionale deve crederci e investire risorse e progettualità”.

 

Nel documento (qui allegato), si propone di :

  • Redigere un censimento delle fortificazioni alpine del Piemonte, valutando per ciascuna infrastruttura lo stato attuale di conservazione e accessibilità  (alcune versano in grave stato di abbandono come il Forte Pramand e il Forte Foen e necessitano di importanti lavori per tutelare nel tempo la stabilità dell’infrastruttura);
  • Elaborare un progetto di valorizzazione culturale, turistica e sportiva di questo patrimonio, mediante la creazione di un apposito marchio che identifichi queste realtà a livello globale (esempio “Il Tour dei Forti” o “I Forti del Piemonte”) e valorizzi questo unicum piemontese, così come si è fatto per le “Residenze Sabaude”;
  • valutare la creazione di uno specifico format turistico associato al “trekking tra i forti del Piemonte”, sulla base di alcune esperienze consolidate come il Sentiero delle Fortificazioni, itinerario di circa 60 km tra le alte Valli Maira e Grana, o il Tour francese del Vauban;
  • In vista della stagione turistica dell’estate 2020, stanziare i fondi per la manutenzione ordinaria della sentieristica di accesso alle principali fortificazioni e per l’ammodernamento della segnaletica, ed effettuare questi interventi di manutenzione; 
  • Valutare la candidatura della rete delle fortificazioni alpine Piemontesi come Patrimonio dell’Umanità Unesco e l’adesione delle principali fortificazioni alpine piemontesi alla “Rete dei siti fortificati italiani”;
  • Collegare il Tour dei Forti piemontesi con il Tour francese del Vauban; 
  • Valutare la promozione di mostre temporanee, in luoghi idonei all’interno o nei pressi delle fortificazioni, con l’esposizione di opere artistiche internazionali (sulla scorta dell’esperienza del Forte di Bard) o di opere oggi conservate nei depositi dei musei piemontesi  (ricordo che il 35,6% dei musei espone meno della metà delle collezioni detenute);
  • Progettare proposte formative (culturali e sportive) per le scolaresche piemontesi, in vista dell’inizio dell’anno scolastico 2020-2021, offrendo l’opportunità di attività formative en plein air, gite scolastiche di prossimità e attività di educazione all’arte, al dialogo transfrontaliero e alla pace;
  • pendere contatto con le vicine regioni francesi Provence-Alpes-Côte d’Azur e Auvergne-RhôneAlpes, per la valorizzazione delle fortezze di confine e dei relativi percorsi di accesso, con l’attivazione di specifici progetti e l’intercettazione di risorse europee.

 




Tutti gli eventi di “Torino a cielo aperto” a portata di social network

FirstLife permette a tutti i cittadini di consultare agevolmente l’offerta culturale della rassegna estiva attraverso una mappa interattiva.

Quest’anno sarà possibile accedere a tutta l’offerta estiva di “Torino a cielo aperto”, il calendario estivo di eventi e appuntamenti culturali e ricreativi organizzati su tutto il territorio cittadino, tramite FirstLife, il social network sviluppato dal gruppo di ricerca “Social Computing” del Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino, guidato dal Prof. Guido Boella.

FirstLife si basa una mappa interattiva che permette agli utenti di consultare agevolmente tutta la programmazione estiva della rassegna culturale cittadina. La mappa è inoltre affiancata da un newsfeed che mostra le informazioni più recenti presenti sulla parte di mappa visualizzata.

Sulla piattaforma sono mappati tutti i singoli eventi culturali, le arene di spettacolo e i cinema, i punti verdi estivi e altri punti aggregativi. Attraverso la geo-referenziazione e i filtri l’amministrazione comunale può monitorare e coordinare tutta l’offerta culturale della rassegna. Le funzionalità di social networking di FirstLife consentono agli operatori culturali e ai cittadini di ricevere aggiornamenti in tempo reale sugli eventi di loro interesse, creare gruppi per organizzarsi, condividere osservazioni e proposte.

Mappare le attività culturali di iniziativa pubblica e privata permette dunque sia agli operatori del settore sia ai cittadini di avere una visione di insieme del tessuto culturale urbano nelle sue diverse forme.  FirstLife è quindi uno strumento che facilita e supporta l’interazione tra pubblica amministrazione, operatori e pubblico attraverso la condivisione di proposte e iniziative bottom-up.

Questa piattaforma è già utilizzata in diverse iniziative e progetti portati avanti dall’Università in collaborazione con il Comune di Torino, come i progetti europei Co-city e CO3, e Torino City Love, l’iniziativa che ha permesso la mappatura degli esercizi commerciali con consegna a domicilio durante l’emergenza Covid-19.

 




PoliTo: le indicazioni per garantire scuole sicure a settembre

Il 14 di settembre la campanella suonerà di nuovo per gli oltre 8 milioni di studenti del nostro Paese e i Dirigenti scolastici sono al lavoro per garantire una riapertura sicura.

Il Politecnico di Torino, proprio per contribuire a fornire indicazioni utili alla ripresa delle lezioni in aula, ha approfondito il Rapporto “Scuole aperte, Società protetta”, pubblicato nel mese di maggio da un gruppo di lavoro coordinato dall’Ateneo nell’ambito del progetto “Imprese aperte, lavoratori protetti”, che ha fornito le prime indicazioni per una ripresa di servizi e attività produttive nella Fase 2 e si è poi arricchito di approfondimenti tematici sui diversi settori della società per i quali il perdurare dell’emergenza sanitaria impone nuove regole.

Il Rapporto sulla riapertura delle scuole è stato redatto con il contributo di Città di Torino, Città Metropolitana, Regione Piemonte, Ufficio Scolastico Regionale, Ordine degli Ingegneri e di numerose associazioni e istituzioni che operano nel settore dell’educazione e della scuola.

Nella versione aggiornata del Rapporto sono stati inseriti alcuni nuovi contenuti, per rispecchiare le nuove informazioni provenienti dal Comitato Tecnico Scientifico. In particolare, sono stati valutati i layout delle aule e le indicazioni relative al distanziamento e all’utilizzo delle mascherine e, ad integrazione di quanto già descritto nelle prime versioni, sono state fatte nuove proposte operative relativamente a spunti per la formazione dei ragazzi sul corretto distanziamento.

Inoltre, il rapporto propone indicazioni relative all’organizzazione dei pasti scolastici, con diverse alternative in refettorio o in classe.

Gli approfondimenti tematici sono invece stati raccolti in tre appendici che riguardano tre ambiti specifici: Proposte operative per i Dirigenti scolastici; Nidi e scuole dell’infanzia; Percorsi estivi e autunnali per il recupero e il potenziamento.

La prima appendice pubblicata si rivolge direttamente ai Dirigenti scolastici, che saranno chiamati a garantire un rientro in sicurezza, con proposte circa le misure da adottare per l’accesso a scuola, il distanziamento (sia in aula, che nelle zone di transito), le buone pratiche di igiene e l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza individuale, ma anche la sanificazione e il ricambio d’aria.

Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi che ciascun istituto autonomamente potrà decidere come implementare, si consiglia la strutturazione in sottogruppi di apprendimento, costanti nel tempo, e il rientro in presenza delle intere classi con priorità per le prime e le ultime di ciascun ciclo.

Dove fosse necessario organizzare dei turni, l’Appendice propone anche esempi che alternano attività in aula e in luoghi differenti dall’aula classica, come spazi esterni alla scuola e palestre.

In particolare, ai Dirigenti sono proposti metodi operativi e checklist per fotografare la situazione esistente e ipotizzare soluzioni e lay-out per i prossimi mesi.

Nella Appendice 2, dedicata a Nidi e scuole dell’infanzia, si riportano i risultati delle analisi svolte dal Dipartimento Architettura e Design del Politecnico di Torino con un gruppo di lavoro coordinato dalla professoressa Elena Vigliocco, relativamente ai Beta test svolti per la fascia 0-6 anni su 5 strutture edilizie che accolgono Servizi Educativi Prescolari (4 edifici per la fascia 0-3 anni e 1 per quella 3-6 anni) a Torino.

I risultati indicano che la capacità di “rientro” varia molto in base alla conformazione della struttura e dal numero di metri quadri disponibili per bambino: anche nella condizione migliore non sarà possibile accogliere la totalità dei bambini precedentemente iscritti. Per aumentare la capacità di accoglienza, sarà necessario individuare nuovi spazi e aumentare il numero degli operatori.

La proposta è quella di trattare la questione nella sua dimensione sistemica complessiva, coinvolgendo tutti gli stakeholder, in primo luogo famiglie e insegnanti.

Nella Appendice 3 si presenta il progetto “Nessuno resta indietro: percorsi estivi e autunnali per il recupero e il potenziamento”, una collaborazione tra Università d Torino e Politecnico di Torino per le fasce più deboli della popolazione scolastica.

Il progetto è attualmente in svolgimento e vede la cooperazione di un gruppo di lavoro esteso sotto il coordinamento delle professoresse Paola Ricchiardi e Angelica Arace dell’Università di Torino. Il progetto considera i grandi ostacoli emersi durante il periodo della chiusura delle scuole: carenza di formazione specifica sulle strategie efficaci di Didattica a distanza per le singole fasce d’età e di competenze tecnologiche, carenza di supporti da parte degli allievi (pc, tablet…) o di reti adeguate, possibilità differenziate nel supporto genitoriale, carenze culturali.

La proposta si concretizza nella realizzazione di percorsi a distanza di recupero e potenziamento delle competenze scolastiche essenziali per favorire la motivazione e la riuscita di alunni o studenti in difficoltà. Si va dal potenziamento delle competenze di base, allo sviluppo della curiosità nei confronti della scienza e all’acquisizione del senso ludico dell’apprendimento.

Si tratta di attività didattiche sfidanti che favoriscano la stimolazione cognitiva e lo sviluppo della motivazione per l’apprendimento, la scoperta, e l’acquisizione o il consolidamento di competenze fondamentali, con focus specifici ad esempio sulle materie STEM e sulle abilità linguistiche.

“La scuola e i servizi educativi per la prima infanzia sono essenziali per garantire il ritorno del Paese a una normalità ormai sempre più necessaria”, commenta il Rettore Guido Saracco, che prosegue: “Le esigenze e i diritti dei più piccoli sono stati, forse inevitabilmente, compressi nei primi mesi dell’emergenza, ma ora è il momento di ritornare in classe, per garantire a tutti il diritto all’istruzione e cercare di recuperare quelle disuguaglianze sociali tra i più giovani che l’epidemia ha senza dubbio reso ancora più evidenti”.