Angelo Cappetti direttore generale dell’Unione Industriale di Torino

Dopo oltre quarant’anni di servizio, dei quali tredici come Direttore Generale dell’Unione Industriale di Torino, Giuseppe Gherzi lascia il suo incarico per quiescenza, continuando, di intesa con la presidenza, ad assicurare la sua collaborazione su alcuni progetti strategici quale, ad esempio, il Manufacturing Tecnology Competence Center.

Come segno di continuità e di apprezzamento per il lavoro svolto all’interno dell’Associazione negli ultimi sei anni, su proposta del presidente Giorgio Marsiaj, il Consiglio di Presidenza ha deliberato di affidare ad Angelo Cappetti la direzione generale dell’Unione Industriale di Torino.

Giorgio Marsiaj, a nome del Consiglio di Presidenza e di tutti gli Associati, ha ringraziato Giuseppe Gherzi per l’ottimo lavoro svolto e il grande contributo reso all’intero sistema associativo in questi anni.

Angelo Cappetti assumerà formalmente l’incarico il prossimo 1° ottobre.




Confagricoltura Torino dice no all’impianto di biometano di Caluso

Confagricoltura Torino esprime posizione contraria alla costruzione dell’impianto di biometano che dovrebbe sorgere nel territorio di Caluso.

Si tratta, in base alle informazioni disponibili, di un centro per il recupero dei rifiuti organici domestici, con una capacità di circa 55.000 tonnellate all’anno, pari alla metà della quantità prodotta dall’intera Città Metropolitana di Torino.

Considerando che la frazione organica del rifiuto solido urbano (Forsu) prodotta dall’intero territorio torinese è di circa 133.000 tonnellate all’anno e che la maggior parte viene acquisita dall’Acea di Pinerolo, che tra l’altro aumenterà la sua capacità a 90.000 tonnellate all’anno, e che sul territorio sono presenti altri impianti simili, appare evidente come i rifiuti trattati dal nuovo impianto proverranno prevalentemente da altre province o da altre regioni italiane.

Confagricoltura – dichiara il direttore dell’organizzazione Ercole Zuccaroha effettuato un’analisi tecnica della situazione con gli agricoltori del territorio, confrontandosi con le popolazioni locali e con le amministrazioni comunali della zona: pur riconoscendo la validità della soluzione, che punta alla valorizzazione del rifiuto, siamo contrari all’individuazione del sito in quanto presenta una serie di fattori estremamente negativi per il territorio, l’attività agricola e l’ambiente rurale”.

I tecnici di zona di Confagricoltura rilevano che le acque reflue dell’impianto potrebbero essere versate nella roggia limitrofa, utilizzate dalle aziende agricole della zona, alcune delle quali indirizzate alla produzione biologica, per irrigare prati e seminativi. Inoltre per l’impianto transiteranno circa 100 autotreni ogni giorno per il trasporto dei rifiuti e per il ritiro del biometano: attualmente la strada ha una larghezza ridotta tale da rendere impossibile il passaggio simultaneo di un camion e di un mezzo agricolo.

Alle istituzioni vogliamo far rilevare – sottolinea il presidente di Confagricoltura Torino Tommaso Visca – che l’impianto progettato occuperà una superficie di 30.000 metri quadrati, di cui 26.000 in area agricola, con un importante consumo di suolo. Confagricoltura ritiene che non si debba ulteriormente penalizzare un territorio già attraversato dall’autostrada Torino – Milano e nel quale sono presenti altri impianti per lo smaltimento dei rifiuti. “Per questi motivi – conclude il presidente di Confagricoltura Torino Tommaso Visca – saremo al fianco del mondo agricolo e delle popolazioni rurali per contrastare l’attivazione dell’impianto, invitando le amministrazioni competenti a individuare altri siti dove allocarlo, possibilmente in aree industriali che sicuramente nel Torinese non mancano”.




Formazione, Appendino scrive a Regione Piemonte “Togliere le deleghe a Città metropolitana non è logico”

La Regione Piemonte ha deciso la soppressione delle deleghe esercitate da Città Metropolitana in materia di formazione professionale e di orientamento scolastico: una decisione avvenuta senza il necessario approfondimento, che penalizza una gestione consolidata nel tempo e che sta creando molta preoccupazione.

La sindaca metropolitana Chiara Appendino ha inviato una lunga lettera al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio nella quale, accanto ad alcune note tecniche nel merito del provvedimento regionale, chiede un incontro urgente per ottenere risposte puntuali sul prossimo futuro richiamando l’assenza del dovuto confronto nella sede dell’Osservatorio regionale attivo dal 2014 proprio in materia di riordino delle funzioni e compiti amministrativi.

“La Regione Piemonte intesta a sè le funzioni in materia di formazione professionale e di orientamento con illogicità nella scelta – scrive tra l’altro Appendino – perché  la delega in materia di formazione professionale e di orientamento non può essere dissociata dalla funzione di gestione dell’edilizia scolastica, la cui competenza è in capo alla Città metropolitana: solo l’esercizio congiunto può assicurare una valida governance sia del processo di programmazione del piano annuale dell’offerta formativa sia di una efficace gestione successiva”

Sul piano politico poi, la scelta appare incoerente con i principi di  rispetto e valorizzazione delle autonomie locali: “la Regione Piemonte ha del tutto ignorato il parere del Comitato delle autonomie locali ed il passaggio in Osservatorio”

 




Confagricoltura: “Il Piemonte potrà valorizzare i vini di montagna di cui la nostra regione è ricca”

La viticoltura eroica potrà godere di specifiche risorse finanziarie per realizzare gli interventi conduzione del vigneto con pratiche tipiche del territorio, quali il consolidamento delle strutture con tecniche tradizionali (muretti a secco, ciglioni); l’utilizzo di vitigni autoctoni, la valorizzazione, promozione e pubblicità delle uve e dei vini riconducibili alla “viticoltura eroica o storica” anche attraverso l’uso di un marchio nazionale: lo prevede – chiarisce Confagricoltura – il Decreto n. 6899 del 30 giugno 2020 pubblicato sul sito del Ministero delle Politiche Agricole, relativo alla “salvaguardia dei vigneti storici ed eroici” in attuazione della Legge n. 238 del 2016, cosiddetto Testo Unico del Vino.

Ci auguriamo che il provvedimento possa presto trovare attuazione – dichiara il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaroe contribuire alla valorizzazione di un prezioso patrimonio produttivo, ambientale e culturale, quale per esempio quello dei sorì del Moscato e dei tanti vigneti delle vallate alpine e appenniniche piemontesi”.

Il Piemonte – come evidenzia Confagricoltura – è ricco di questi vigneti, coltivati con enormi sacrifici in aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico e di particolare pregio paesaggistico, storico e ambientale.

La superficie complessiva di questi vigneti è superiore a 3.300 ettari (su un totale di superficie vitata regionale di circa 44.000 ettari), in grado di offrire una produzione annua di oltre 25 milioni di bottiglie di vini prevalentemente a denominazione d’origine controllata e controllata e garantita. I vigneti eroici, per esempio, sono diffusi tra le denominazioni Moscato d’Asti, Dolcetto d’Ovada, Pinerolese, Valsusa, Caluso, Carema, Canavese, Alta Langa, Colline Saluzzesi.

Il decreto – spiega Confagricoltura – individua i vigneti eroici in base al possesso di almeno un requisito fra: pendenza del terreno superiore a 30%; altitudine media superiore ai 500 metri sul livello del mare ad esclusione dei vigneti situati su altopiano; sistemazioni degli impianti viticoli su terrazze e gradoni.

Sono inoltre tutelati i vigneti storici, la cui presenza è segnalata in una determinata superficie/particella in data antecedente al 1960 e la cui coltivazione è caratterizzata dall’impiego di pratiche e tecniche tradizionali legati ad ambienti fisici e climatici locali che mostrano forti legami con i sistemi sociali ed economici, coltivati con l’utilizzo di forme di allevamento storiche legate al luogo di produzione o presenza di sistemazioni idrauliche-agrarie storiche o di particolare pregio paesaggistico.

 

 




Bonus cultura, da 700 a 1000 euro

Con il parere positivo espresso oggi a maggioranza dalla sesta Commissione, entro la settimana la Giunta dovrebbe approvare la delibera che individua le procedure e i criteri per la concessione del bonus cultura previsto dalla legge 13/2020 a sostegno del comparto duramente colpito dall’emergenza Covid e per l’assegnazione delle risorse per il 2020 mediante i bandi ordinari.

Ad illustrare i criteri individuati dall’assessorato alla Commissione, presieduta in Aula consiliare da Paolo Bongioanni, è stata l’assessore Vittoria Poggio: “Il bonus una tantum a fondo perduto andrà a favore dei soggetti che non hanno accesso ai contributi ordinari previsti dal Testo Unico sulla cultura – ha spiegato -.

Si tratta di 700 euro per lavoratori autonomi e imprese individuali e 1000 per i soggetti costituiti in associazione o altra tipologia di ente non lucrativo di diritto privato o di società, che non hanno accesso ai contributi ordinari e hanno sede in Piemonte. Inoltre imprese e operatori con partita IVA e sede in Piemonte, che operano nell’indotto a supporto delle attività culturali e che rientrano in un elenco di codici Ateco”.

Le risorse complessive sono 3 milioni di euro e il bonus verrà erogato attraverso modalità a sportello dalla data di pubblicazione dell’avviso, prevista entro fine luglio, fino al 31 ottobre 2020.

Gli altri strumenti di sostegno finanziario sono le partecipazioni della Regione in enti culturali definite da specifiche convenzioni e i bandi, studiati però in un’ottica di semplificazione significativa della fase di valutazione delle domande e di definizione degli importi, il cui limite massimo richiedibile non potrà essere superiore a 120 mila euro.

Per quanto riguarda le tempistiche, si è parlato di fine luglio per la pubblicazione dei bandi dedicati ai soggetti che nel biennio 2018/2019 hanno avuto un rapporto di convenzione con la Regione, mentre a settembre usciranno i bandi ordinari.

Per il futuro la Giunta è orientata a limitare in modo significativo i rapporti in convenzione con soggetti culturali di diritto privato che non vedono la partecipazione diretta o il controllo da parte della Regione.

Daniele Valle e Diego Sarno (Pd), pur con una valutazione in linea generale positiva sui criteri proposti, hanno evidenziato una serie di punti critici, primo tra tutti il mancato confronto ai Tavoli della Cultura. I consiglieri hanno anche dato un giudizio negativo rispetto al volontà di eliminare progressivamente le convenzioni, ritenute invece uno strumento che identifica le scelte culturali della Giunta ed hanno espresso perplessità rispetto al limite massimo di contributo di 120 mila euro, che in alcuni casi può risultare penalizzante.

Al contrario Carlo Riva Vercellotti (Fi) avrebbe optato per abbassare il limite massimo previsto per consentire ad una platea più ampia di soggetti di accedere ai contributi.

Marco Grimaldi (Luv) ha chiesto chiarimenti in merito ai codici Ateco esclusi dal bonus ed ha evidenziato la condizione svantaggiata degli operatori intermittenti.




CCIAA e Comune di Rivoli insieme per lo sviluppo. Sottoscritto un Protocollo di intesa

Un impegno a lavorare insieme per monitorare le dinamiche di evoluzione del sistema produttivo locale, soprattutto in questo periodo di difficoltà, e per sostenere la crescita delle imprese, attraverso iniziative e servizi dedicati, anche via web: è questo il contenuto del Protocollo di intesa firmato ieri dal Comune di Rivoli e dalla Camera di commercio di Torino e valido per almeno tre anni.

“L’Amministrazione Comunale – dichiara Andrea Tragaioli Sindaco di Rivoli – ha avviato negli ultimi mesi un processo volto a favorire la promozione dello sviluppo economico locale, dell’occupazione e degli investimenti produttivi attraverso iniziative e progetti. Il Protocollo di Intesa definito in questi giorni con la Camera di commercio di Torino consente nuovamente alle imprese operanti sul territorio rivolese di poter avere, su richiesta, uno sportello attivo nel Comune di Rivoli. Un accordo importante che consentirà anche alle imprese rivolesi di beneficiare del supporto della Camera di commercio, attraverso lo Sportello Imprese, per la conoscenza di bandi, finanziamenti e dati statistici su import e export”.

“Un’importante collaborazione con un ente che per la sua stessa natura andrà ad arricchire il nostro nuovo servizio dello Sportello Imprese, sarà infatti possibile usufruire dei molti servizi che la Camera di commercio di Torino offre anche a Rivoli tramite appuntamento. Il nostro Comune potrà così avere un canale diretto di scambio e di interazione in modo da affrontare ancora più preparati il difficile momento che le nostre attività produttive stanno attraversando” – dichiara l’Assessore al Commercio Paolo Dabbene.

“Con la città di Rivoli collaboriamo da anni: proprio qui nel 2011 abbiamo avviato con successo uno dei primi SUAP (Sportello Unico Attività Produttive), che ha da subito reso possibile una vera e propria rivoluzione nel passaggio dalla carta al digitale. Nel 2019 per la sola città di Rivoli abbiamo gestito telematicamente 890 pratiche e già 465 quest’anno – ha dichiarato il Presidente della Camera di commercio di Torino, Dario Gallina. – Con la firma di questo Protocollo vogliamo avvicinarci ancora di più a questa città, terza nel torinese per presenza di imprese con quasi 4.200 attività, offrendo i nostri diversi servizi: supporto alla nuova imprenditorialità, sviluppo della digitalizzazione, diffusione della cultura brevettuale e anticontraffattiva, analisi puntuale e aggiornata dei dati del territorio, organizzazione di iniziative ed eventi per la valorizzazione delle eccellenze locali, tra cui ben 8 Maestri del Gusto”.

L’Amministrazione comunale di Rivoli ha da tempo avviato una proficua collaborazione con la Camera di commercio di Torino per la gestione del SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive), quale azione strategica di e-goverment volta a realizzare un unico punto di accesso telematico per tutti gli adempimenti legati alle attività d’impresa.

Inoltre la Camera di commercio ha tra le sue missioni quella di appoggiare, promuovere e implementare idee, soluzioni e reti per il territorio, nell’obiettivo di rafforzare e sostenere l’imprenditorialità, stimolare la creatività e la sua concretizzazione in nuove esperienze imprenditoriali per lo sviluppo e per il ricambio generazionale del territorio, promuovere interventi volti a sostenere il binomio creazione di impresa e incremento occupazionale e può fornire un’analisi economico-statistica dettagliata, quale chiave di lettura delle dinamiche locali il più aderente possibile alla realtà.

Il Protocollo appena sottoscritto prevede quindi azioni comuni in questi ambiti:

  • –  animazione del territorio con iniziative e manifestazioni a cui la Camera di commercio potrà offrire Patrocinio gratuito
  • –  organizzazione di specifici eventi per la valorizzazione di filiere produttive tradizionali ed eccellenti. A questo proposito si segnala la presenza sul territorio di 8 Maestri del Gusto (gli apicoltori Fattoria Roggero e La Margherita, La Frutteria di Gaido, il Pastificio Virgilio, il Birrificio Gilac, l’Azienda Agricola Scaglia, i gelatieri Mondello Manifattura Gelati e Biogelateria Slow Ice Cream)
  • –  sostegno alla nuova imprenditoria attraverso i servizi di orientamento, informazione e consulenza offerti dall’ente camerale
  • –  orientamento e informazione sui temi della proprietà intellettuale, cultura brevettuale e anticontraffattiva, deposito marchi, ecc.
  • –  promozione della digitalizzazione, soprattutto delle pmi, attraverso i numerosi servizi del Punto Impresa Digitale (PID) della Camera di commercio
  • –  analisi dei dati relativi all’evoluzione del sistema imprenditoriale locale.Natimortalità imprenditoriale del comune di Rivoli

    A fine 2019 nel comune di Rivoli risultavano registrate 4.192 imprese, dato in lieve contrazione rispetto al 2018 (-0,2%). Il trend in calo si conferma anche nel I trimestre del 2020 (ultimo dato disponibile): con 4.109 unità, lo stock imprenditoriale è in flessione sia rispetto ai primi tre mesi dell’anno precedente, sia rispetto a chiusura del 2019 (-1% in entrambe le variazioni).

    Il comune di Rivoli si colloca al 3° posto della graduatoria provinciale per presenza imprenditoriale con un peso pari all’1,9% dell’intero tessuto economico subalpino.

    Quasi il 70% delle imprese di Rivoli è nata nel nuovo millennio, mentre circa il 13% ha una storia più longeva in quanto presente nel territorio da prima degli anni ’90.

    Nel 2019, se si analizza la natura giuridica, quasi il 52% delle attività è costituita come impresa individuale; le società di persone rappresentano il 23,8% del tessuto imprenditoriale, le società di capitale il 22,6%.

    La distribuzione per settori non rispecchia precisamente quella evidenziata dalla provincia nel complesso: se per il territorio subalpino al primo posto, da tre anni, si posizionano i servizi prevalentemente orientati alle imprese, nel comune di Rivoli continua ad essere il commercio il primo settore per presenza (il 28,3%), in diminuzione rispetto al 2018 (-2,7%), dato in linea con il trend dell’intera provincia. Seguono i servizi orientati alle imprese (il 26,6%), che non solo registrano una variazione positiva (+1,3%), ma anche migliore di quella evidenziata nell’’intera provincia di Torino (+0,8%). Costruzioni, industria manifatturiera e servizi alle persone rappresentano un ulteriore 31% del tessuto imprenditoriale di Rivoli e, rispetto al 2018, subiscono nel complesso una flessione più o meno sostenuta.

Nei primi tre mesi del 2020 non si assiste ad un cambiamento della distribuzione settoriale delle imprese del comune di Rivoli e dei trend rilevati a fine del 2019.

Qualche dato sulle tipologie imprenditoriali: le imprese femminili nel 2019 rappresentano il 22,2% del tessuto rivolese, le imprese giovanili pesano quasi il 9%, seguono le imprese straniere (il 7,1%). Rispetto al 2018 le imprese femminili sono rimaste stabili, mentre nel I trimestre del 2020 si assiste ad una lieve crescita (+0,8% rispetto fine 2019). Ottima la performance delle imprese straniere rivolesi, che incrementano la loro consistenza del +3,9%, stabili nel I trimestre del 2020.

A fine 2019 risultavano 531 imprenditori di nazionalità straniera, in crescita del 2,3%. Nel I trimestre dell’anno si assiste ad una flessione rispetto a fine 2019 (passano da 531 a 522 unità). Al primo posto si colloca la Romania (il 23% degli imprenditori stranieri nel complesso – +4,3%), seguita dalla Cina (l’11; +5,4%%) e dalla Germania (il 7,9%; -6,7%).

 




Sanità per ridurre liste d’attesa servono più risorse

Abbiamo chiesto al Ministero della Salute lo stanziamento di risorse per ridurre le lunghissime liste d’attesa post-Covid.

Lo ha annunciato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi  in Quarta Commissione, presieduta da Alessandro Stecco, nel corso dell’informativa sulla richiesta di modifiche normative da proporre a livello nazionale per il recupero delle liste d’attesa su attività ambulatoriale e ospedaliera.

Icardi ha precisato che “con le altre amministrazioni regionali italiane, attraverso la Commissione Salute della Conferenza Stato-Regioni, abbiamo appunto richiesto un provvedimento straordinario normativo per definire direttive e stanziare le risorse necessarie a far fronte alla necessità di riassorbire ed eliminare nel minor tempo possibile le liste d’attesa che si sono venute a creare nei mesi scorsi a causa dell’emergenza Covid-19”.

“Per tre mesi – ha spiegato l’assessore – siamo stati costretti a sospendere tutti gli interventi non indifferibili o urgenti. Oggi, inoltre, a parità di risorse, i tempi medi per visite e interventi si sono allungati per via delle operazioni di sanificazione e di messa in atto di misure anti pandemia, che potrebbe aggravarsi in autunno”.

“La Commissione Salute sta lavorando – ha spiegato il direttore generale dell’Assessorato alla Sanità Fabio Aimar –  a tre tipi di proposte al Ministero: a carattere ospedaliero, a carattere territoriale e inerente il personale.

Come Regione abbiamo pensato, per esempio, all’incremento dell’importo per le prestazioni aggiuntive per il personale medico, pari attualmente a 60 euro l’ora, all’assunzione di nuovi dirigenti medici e sanitari con contratto a tempo determinato o indeterminato, al conferimento d’incarichi di lavoro autonomo a medici specialisti o specializzandi iscritti al penultimo o all’ultimo anno di specializzazione”. Ma non solo. “Si potrebbero coinvolgere i medici convenzionati attraverso l’identificazione di progetti-obiettivo, e, qualora non basti l’incremento dell’offerta pubblica, si potrebbe procedere all’incremento del budget dei privati autorizzati e accreditati e, qualora non fosse ancora sufficiente, anche di quelli solo autorizzati”.

Rispondendo ai quesiti di Domenico Rossi, intervenuto per il Pd con Daniele Valle e Mauro Salizzoni, Marco Grimaldi (Leu) e Sean Sacco (M5s), Icardi ha sottolineato quanto si stia facendo per recuperare le liste d’attesa, evidenziando come una delle principali difficoltà sia la cosiddetta “rivalutazione della gravità”, dal momento che può accadere che una prenotazione risalente a marzo possa – a distanza di quattro mesi – non essere più necessaria o essere stata soddisfatta in modo alternativo al ricorso al Servizio sanitario regionale. E ha fatto presente “la necessità che la Regione continui a impegnarsi per il raggiungimento di procedure omogenee di prenotazione e per il rafforzamento del servizio di prenotazione Cup e della medicina territoriale”.




Bando periferie: orti, magazzini virtuali, alveari, 17 le proposte arrivate per Top Metro “Fa Bene”

Cibo, solidarietà, innovazione, ambiente sostenibile sono i temi su cui si concentrano le idee proposte da diverse associazioni dei territori di Collegno, Grugliasco, Moncalieri, Rivoli e Venaria che hanno risposto alla call for Ideas aperta da Città metropolitana di Torino con il bando Top Metro “Fa bene” – nel quadro del Bando Periferie ella presidenza del Consiglio dei Ministri – che si è chiusa nei giorni scorsi.

Sono 17 le proposte presentate e che guardano al benessere dei cittadini, mettendo al centro il cambiamento del territorio attraverso la valorizzazione delle risorse delle sue comunità di riferimento.

Idee diverse, da cui si potrà partire per arrivare a veri e propri progetti che saranno seguiti da un percorso di formazione dedicato: le migliori giungeranno in autunno alla fase più operativa dove le idee potranno diventare veri e propri progetti: i 5 progetti finali, che saranno stati giudicati più interessanti e di maggiore impatto, beneficeranno di un percorso di accompagnamento con professionisti ed esperti di innovazione sociale, economia circolare e sostenibilità, ma soprattutto di 30 mila euro per concretizzare la sperimentazione sui territori.

Il periodo di crisi faceva temere una risposta distratta, invece associazioni, amministrazioni locali e cittadini dei territori coinvolti nella prima cintura Torinese hanno risposto con entusiasmo.

Sono arrivate 4 proposte che coinvolgono insieme i Comuni di Collegno, Grugliasco e Rivoli, 1 che comprende tutti e cinque i territori, 1 che mette insieme Collego e Grugliasco, 1 che lavora allo stesso tempo su Collegno e Moncalieri, 2 su Rivoli, 2 su Venaria, 2 su Grugliasco, 3 su Moncalieri ed infine 1 su Collegno.

Quali gli spunti proposti?

Dalla creazione di un magazzino virtuale che metta in rete le associazioni del territorio per favorire la donazione di cibo e di altri prodotti di prima necessità, alla promozione di un canale diretto tra le aziende agricole e i cittadini per favorire una maggiore conoscenza della quantità e qualità di cibo disponibile e delle stagionalità; ma c’è anche chi ha invece agli orti come luoghi di attività e formazione da cui attingere per cucinare i pasti di una mensa e rendere il circuito sostenibile economicamente.

E’ stato proposto anche di lavorare con soggetti richiedenti protezione internazionale nella costruzione di un apiario nel quale produrre miele e altri prodotti da rivendere per finanziare ulteriori progetti professionalizzanti.

Tutti e 17 i soggetti candidati hanno partecipato con il necessario grado di innovazione e in parecchi caso hanno ripensato il concetto di cibo come attivatore di processi di trasformazione del territorio, ripartendo dai luoghi di aggregazione come i mercati ed i centri polifunzionali.

L’idea alla base del progetto Top Metro “Fa Bene” è quella di promuovere iniziative per incentivare la partecipazione attiva delle comunità, valorizzando le risorse materiali e immateriali locali: la disponibilità dei cittadini a donare tempo, competenze e risorse in favore della propria comunità, la condivisione di beni primari di qualità, fondamentali per il benessere del singolo

Città metropolitana di Torino ha affidato a S-Nodi, braccio operativo della Caritas diocesana torinese, la facilitazione dello sviluppo di questa esperienza affinché possa diventare un modello per altre esperienze.

 

 

 

 




Sono 31.498 (+4 rispetto a ieri) le persone positive al Covid19

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 25.477 (+29 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3074 (+2) Alessandria, 1509 (+2) Asti, 826 (+1) Biella, 2358 (+11) Cuneo, 2298 (+1) Novara, 13.227 (+10) Torino, 1075 (+2) Vercelli, 947 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 163 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 852 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

Nessun decesso di persone positive al test del Covid-19 comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte. Il totale complessivo rimane invariato a 4111 deceduti, così suddivisi su base provinciale: 677 Alessandria, 255 Asti, 208 Biella, 396 Cuneo, 367 Novara, 1815 Torino, 222 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 39 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Sono 31.498 (+rispetto a ieri, cui 2 asintomatiche; delle 4, 3 contatti di caso e 1 con indagine in corso) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 4081 Alessandria, 1880 Asti, 1053 Biella, 2894 Cuneo, 2804 Novara, 15.934 Torino, 1344 Vercelli, 1146 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 265 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 97 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 9 (come ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 190 (come ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 859. I tamponi diagnostici finora processati sono 449.118 , di cui 246.531 risultati negativi.




I ringraziamenti di Stefano Allasia per l’iniziativa “Plaza Cuba”

Il Consiglio regionale ha voluto conferire loro una speciale onorificenza, un segno di gratitudine, di vicinanza, ma anche un necessario punto fermo da parte dell’Istituzione, agli operatori sanitari piemontesi.

Persone che hanno fatto molto più del loro dovere in senso stretto, rischiando anche la vita, talvolta perdendola, riuscendo tutti insieme a contenere una situazione imprevedibile, che si è abbattuta su di noi come una valanga.

Un’attestazione che abbiamo deciso di conferire anche alla “Brigata Henry Reeve”, a cui va il nostro profondo ringraziamento, giunta da Cuba per aiutare e affiancare i nostri sanitari. Hanno dato prova di eccezionale professionalità nel garantire la quotidiana assistenza sanitaria e nel fronteggiare la grave crisi epidemiologica che ha colpito la nostra Regione.

A nome del Consiglio regionale, poi, voglio anche esprimere un profondo ringraziamento a tutti i cittadini che durante il periodo più rischioso, hanno continuato a operare, dai farmacisti, agli addetti alle vendite di prodotti essenziali, da chi ha lavorato nella logistica alle forze dell’ordine che hanno lavorato sempre, ogni giorno, nell’interesse della collettività”.

Così il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, durante l’iniziativa “Plaza Cuba”, pranzo di ringraziamento al personale sanitario italiano e cubano, presso il Parco Dora a Torino.

Al pranzo ha partecipato anche Il consigliere segretario Gianluca Gavazza.