Stefano Allasia: Ennio Morricone, genio assoluto che con le sue note ha fatto sognare l’Italia e il mondo intero

Addio a un grande poeta della musica, un genio assoluto che, con le sue note ha saputo emozionare e far sognare l’Italia e il mondo intero. L’Italia perde oggi uno dei suoi simboli più alti e apprezzati nel mondo.

Diversi i concerti diretti nel capoluogo piemontese e sempre accolti con grande entusiasmo dal pubblico torinese. Ricordo ancora il suo memorabile concerto nel 2018 a Torino per i suoi sessant’anni di attività.

Arrivederci maestro, grazie ai tuoi capolavori vivrai per sempre.




Sono 31.423 ( +18) i positivi al Covid19

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 25.111 (+ 78 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3003 (+21) Alessandria, 1489 (+15) Asti, 821 (+2) Biella, 2327 (+6) Cuneo, 2244 (+0) Novara, 13.058 (+28) Torino, 1065 (+6) Vercelli, 943 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 161 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 993 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

Sono 0 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4102 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 676 Alessandria, 255 Asti, 208 Biella, 394 Cuneo, 366 Novara, 1811 Torino, 221 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 39 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Sono 31.423 ( +18 rispetto a ieri, di cui 14 asintomatici. Dei 18 casi, 10 screening, 6 contatti di caso, 2 con indagine in corso) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 4069 Alessandria, 1879 Asti, 1051 Biella, 2877 Cuneo, 2798 Novara, 15.914 Torino, 1327 Vercelli, 1143 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 263 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 102 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 9 (invariati rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 226 (+1 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 982. I tamponi diagnostici finora processati sono 430.300 , di cui 236.538 risultati negativi.




Sabotaggio contro polizia presso cantiere Tav, la solidarietà di Stefano Allasia

Ferma condanna per l’atto di sabotaggio che c’è stato questa notte sulla A32,  un fatto grave che poteva avere delle conseguenze drammatiche per gli agenti delle forze dell’ordine.

In Valle di Susa siamo di fronte ad una nuova escalation di violenza dei NoTav che non può essere tollerata, le divise sono il simbolo di chi difende la sicurezza dei cittadini perbene.

Nell’esprimere la mia solidarietà, mi auguro che i responsabili vengano individuati quanto prima.

 




Liste d’attesa in Sanità, le misure per superare l’emergenza

È stato avviato un piano organizzativo aziendale relativo sia alle prestazioni ambulatoriali, sia alle attività di ricovero; si sta procedendo all’adozione di strumenti innovativi di Telemedicina e Televisita e all’avvio di una modalità semplificata delle prenotazioni urgenti attraverso Medici di medicina generale.

Ricordo infine che per le agende disponibili nel nuovo sistema Cup, il cittadino può prenotare on line”. Queste e altre le attività che la Regione sta ponendo in essere per fronteggiare le liste d’attesa, elencate con risposta scritta dall’assessore alla sanità Luigi Icardi, replicando a Mauro Salizzoni (Pd).

Il Consigliere ha chiesto come si stiano organizzando le Aso e le Asl piemontesi per recuperare i tre mesi di stop dovuti alla pandemia, nell’ambito delle question time della seduta odierna del Consiglio regionale. Salizzoni ha sottolineato che durante il lockdown circa il 50% delle visite di controllo, a livello nazionale, è stato posticipato o annullato, così come le procedure ambulatoriali.

Lo stesso per gli screening oncologici, tanto che si sono registrate circa 20 mila diagnosi in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 e il 64% degli interventi chirurgici è stato rimandato. In Piemonte sono 300 mila le prestazioni ospedaliere ed ambulatoriali congelate durante il lockdown.

“Riprogrammazione delle agende e delle prenotazioni disdette, ridefinizione delle priorità delle patologie, estensione della telemedicina e della televisita laddove non sia necessaria la visita diretta: le intenzioni comunicate dall’assessore regionale Icardi per affrontare l’emergenza rappresentata dalle liste d’attesa sono certamente condivisibili – ha puntualizzato il consigliere Pd Salizzoni –  Occorre, però, passare rapidamente dalle intenzioni ai fatti. Non possiamo permettere che quanto avvenuto nelle settimane di lockdown si traduca di fatto per molti piemontesi in una cancellazione dell’assistenza sanitaria pubblica”.

“Le Aziende Sanitarie – ha dichiarato attraverso la nota scritta l’assessore alla sanità Icardi –  stanno sviluppando tutte le azioni necessarie per il progressivo ritorno alla operatività in ambito ospedaliero e territoriale, che ovviamente tengono conto sia della domanda espressa dai cittadini e dai pazienti, sia della necessità di inserire procedure specifiche atte alla prevenzione della trasmissione COVID proprio nell’interesse di tutte le persone assistite”.

Durante i question time è stata data risposta anche alle interrogazioni dei consiglieri Giorgio Bertola (M5S) sullo stato di attuazione del piano integrato delle attività di contrasto, prevenzione, diagnosi, cura del gioco d’azzardo patologico e di Marco Grimaldi (Luv) sull’offerta pubblica di scambio Intesa- Ubi.




Blue engineering firma primo treno elettrico turco, Gallina: puntare sul ferroviario piemontese

Da Torino ad Adapazarı, l’eccellenza italiana viaggia sui binari dell’innovazione ferroviaria turca. Sono, infatti, della torinese BLUE Engineering la progettazione e lo sviluppo del primo treno elettrico nazionale turco, inaugurato questa settimana alla presenza del Ministro dei Trasporti del Paese, Adil Karaismailoğlu, nel corso di una cerimonia cui avrebbe dovuto prendere parte anche il CEO di Blue Engineering, Mohamed Eid.

Il nuovo treno è stato ideato, progettato e sviluppato secondo le più recenti normative e specifiche tecniche di interoperabilità da un team di 40 ingegneri piemontesi, che ne ha poi seguito anche la fornitura internazionale della componentistica, supportando l’azienda produttrice nel processo di omologazione.

Il mezzo, che sarà realizzato in 1000 esemplari per un valore di mercato di oltre 5 miliardi di euro, rappresenta un concentrato di efficienza, innovazione, sicurezza, e sostenibilità ambientale, ed è stato studiato per assicurare la completa accessibilità per persone a mobilità ridotta.

Si tratta di un nuovo traguardo per la società italiana, che negli anni è stata protagonista di una crescita costante, distinguendosi per i progetti innovativi nei settori della mobilità: aerospazio, automobilistico e ferroviario, fino a diventare un riferimento globale per la progettazione visionaria e multidisciplinare nel settore di trasporti. Solo lo scorso anno, il colosso ferroviario asiatico CRRC li ha insigniti del riconoscimento di Centro di ricerca europeo del Gruppo.

“La nostra società è la prima azienda di ingegneria mondiale a progettare senza produrre”, ha commentato Mohamed Eid, CEO di Blue Engineering. “Una scelta vincente, che ci ha permesso di stringere accordi e partnership a livello globale, e che ci consente di portare l’eccellenza italiana e la filiera locale in tutto il mondo. In un momento di grande crisi come quello attuale, noi siamo in grado di valorizzare la forza innovatrice del nostro territorio a livello internazionale”.

“Il successo di BLUE Engineering – spiega Dario Gallina, presidente dell’Unione Industriale di Torino – riaccende le luci sul settore ferroviario. In questo momento di grande crisi e sofferenza economica è fondamentale puntare i riflettori sulle eccellenze locali e nazionali, promuovendo un settore che può dare un sostegno concreto alla ripresa economica”.

Il settore ferroviario piemontese può vantare la presenza di grandi player internazionali, specializzati nella produzione di treni e nella componentistica. Queste aziende e il loro indotto occupano poco meno di 7mila addetti, realizzando un fatturato annuo di circa 2,5 miliardi di euro, pari a due punti percentuali del PIL regionale piemontese.

“Lo scorso inverno la nostra Associazione – continua Gallina – ha promosso la realizzazione di un Tavolo di lavoro per stimolare un dibattito sul comparto, nei suoi aspetti industriali, di ricerca e innovazione, utilizzo dei fondi europei e di valorizzazione della filiera. Le nostre aziende si caratterizzano per innovazione e competenza e i nuovi treni turchi ne sono la dimostrazione. Per questo, la realizzazione di un distretto ferroviario torinese sarebbe uno strumento, ora quanto mai fondamentale, di sostegno, valorizzazione e rafforzamento della competitività, innovazione e internazionalizzazione delle nostre eccellenze”.

 




Fitta rete di enti antiusura presente nel territorio, ecco a chi rivolgersi

La fitta rete di enti antiusura presente nel territorio è in grado di fornire aiuto finanziario, giuridico e psicologico ai soggetti a rischio di sovraindebitamento ed usura (persone e aziende).

Questo lo scopo della capillare campagna di comunicazione #stopusura #insiemecontrolusura lanciata dall’Osservatorio regionale sui fenomeni di usura estorsione e sovraindebitamento in questo momento, di crisi economica post pandemia, senza precedenti.

Questo applicando le leggi statali 108 del 7 marzo 1996 e 3 del 27 gennaio 2012 e la legge regionale 8 del 19 giugno 2017.

Spiegano l’iniziativa,  Giorgio Bertola e Gianluca Gavazza, componenti dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale delegati alla presidenza dell’Osservatorio.

“L’allarme usura preoccupa le istituzioni e le associazioni che si occupano di questo fenomeno – afferma Bertola -. Approfittando della crisi economica e sociale in corso a causa della pandemia da Covid-19, le organizzazioni criminali si stanno dando un gran da fare per estendere il giro dei loro affari illegali, compreso quello legato all’usura.

Si presentano da commercianti e imprenditori, stremati dalla situazione di blocco delle attività e dal calo di degli incassi, ma non delle spese e dei costi per il mantenimento della stessa impresa lavorativa, per proporre il loro pericoloso aiuto.

Il modus operandi è sempre lo stesso, dapprima lo strozzino conquista la fiducia della vittima disperata, ma quella che inizialmente può sembrare la mano tesa di un amico, si trasforma presto nella presa soffocante dell’usuraio, da cui diventa difficile uscire. È bene sapere in queste circostanze che non si è soli.

Sin dai primi contatti con persone sospette che offrono soccorso insperato, come l’acquisto di una attività in crisi per pochi soldi o il prestito di denaro con tassi elevatissimi, bisogna far riferimento alle forze dell’ordine e denunciare l’accaduto. Per le situazioni critiche esistono sul territorio piemontese diverse associazioni come La Scialuppa e le Fondazioni Operti e San Matteo in grado di fornire consulenza professionale ai soggetti oltre che modalità concrete sia per uscire dalla crisi emergenziale sia dal racket dell’usura. Altre associazioni come Libera o istituti come l’Ires Piemonte e istituzioni come lo stesso Consiglio regionale con l’Osservatorio si occupano di fornire preziose informazioni per tutta la cittadinanza oltre che a sensibilizzare e a far conoscere le insidie che si nascondono dietro usura e sovraindebitamento. Oggi più che mai è fondamentale la sinergia che viene messa in campo tra questi enti perché l’ombra ‘dello strozzinaggio’ si allunga su difficoltà e disperazione dilaganti a causa dell’emergenza del momento.”

Secondo Gavazza, “il pericolo di ‘avvicinamenti’ e di ‘pressioni’ da parte della criminalità nei confronti di semplici cittadini, ma soprattutto di imprenditori che si trovano in difficoltà è molto elevato, specie in questo momento di emergenza socio-economica post pandemia. Lo conferma anche l’indagine condotta da Ascom Confcommercio dalla quale si evince una forte dose di rassegnazione e sfiducia sulle 800 aziende intervistate.

La crisi economica ha già rilevato una vasta zona d’ombra, dove rischia di insediarsi e rafforzarsi la criminalità attraverso l’usura, le estorsioni o le acquisizioni illecite in danno di aziende in difficoltà. Riponiamo piena fiducia nell’operato della magistratura e delle Forze dell’ordine, che dimostrano concreta vicinanza con il quotidiano impegno nella repressione dei fenomeni criminali.

Mai come ora, l’Osservatorio regionale continuerà a favorire lo sviluppo di attività educative responsabili, ispirate alla conoscenza e al rispetto della legalità, pianificando proprio ‘percorsi di legalità’, ovvero di educazione economica, finanziaria e di cultura d’impresa, rivolta anche e soprattutto ai giovani con il sostegno delle Forze dell’ordine, psicologi e criminologi per condividere un percorso di conoscenza didattica.

Sono convinto che, mai come in questo momento, vadano individuate ulteriori attività formative rivolte agli studenti delle scuole a tutti i livelli, iniziando da quelle più vicine alle famiglie, per generare consapevolezza economica su temi quali il denaro, la finanza, il sovra-indebitamento, l’usura e la cultura d’impresa, ricorrendo anche a dei format specifici affiancati a seminari formativi con visite presso le terre confiscate alla mafia.

Per quanto riguarda il sistema di supporto alle vittime di estorsione e di usura – reso possibile grazie alle associazioni che fanno parte dell’Osservatorio – deve continuare ad essere in grado di fornire una risposta tempestiva, che possa tradursi anche nell’incoraggiamento a percorrere fino in fondo la strada della legalità, nella consapevolezza che ‘chi conosce denuncia e sceglie di vivere’”.

Sul territorio regionale operano diversi enti che si occupano di aiutare chi vuole sfuggire alla morsa dell’usura sotto ogni punto di vista. Viene dato supporto psicologico, giudiziario e finanziario, anche a soggetti che non sono nelle normali condizioni di poter ottenere dei prestiti in banca.

In particolare, assicurando la tutela della privacy, si possono aiutare:

  • le vittime del reato di usura e di estorsione,
  • i soggetti a rischio di usura o di sovra indebitamento,
  • i soggetti in stato di sovra indebitamento.

Questo l’elenco degli enti ai quali rivolgersi.

Fondazione Don Mario Operti Onlus

Via S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, 22, 10152 Torino TO

Telefono: 011 563 6910

Email: segreteria@fondazioneoperti.it

La Scialuppa CRT onlus – Fondazione Anti USURA

via Nizza, 150, 10126 Torino

Telefono 011.19410104, Fax 011.0208903

Email lascialuppacrtonlus@unicredit.eu

(sedi anche ad Alessandria, Aosta, Asti, Biella, Cuneo, Ivrea, Novara, Verbania e Vercelli)

Fondazione San Matteo – Insieme contro l’usura ONLUS

Via delle Rosine, 11 – 10123 Torino

Tel. 011.8390846 – 011.8390820 Fax: 011/812.94.71

email: segreteria@fondazionesanmatteo.it

Fondazione San Martino Antiusura

Via Lorenzo Preosi, 3 – Tortona (Al)

Tel. 0131 867350 Fax 0131 822963

sanmartinoantiusura@gmail.com

Fondazione San Gaudenzio Onlus

presso Caritas Diocesana – Via San Gaudenzio, 11 Novara

Tel. 0321 661685 Cell. 346 5213344

info@fondazionesangaudenzio.org




Via libera a formazione in presenza più estesa, parchi tematici, professioni della montagna

Una nuova ordinanza emanata dal presidente Alberto Cirio autorizza la formazione in presenza in modo più esteso, non solo quindi nel caso dei laboratori o delle altre attività non eseguibili in smart working come stabilito in quella del 13 giugno scorso.

In particolare, dal 30 giugno tutte le attività di formazione (compresa quella teorica in aula), i servizi al lavoro e i servizi di orientamento alle scelte e alle professioni per adolescenti e giovani possono essere svolte in presenza, anche in gruppo, in conformità alle relative Linee guida (Allegato n.9 al dpcm 11.6.2020). A titolo esemplificativo e non esaustivo possono essere realizzate le attività formative in aula di lingue e di musica.

Sempre dal 30 giugno è consentito lo svolgimento delle attività dei parchi divertimenti permanenti e spettacoli viaggianti, parchi tematici, acquatici e di avventura, zoologici ed assimilati, nel rispetto delle specifiche Linee guida.

E’ anche permesso svolgere le professioni della montagna e di guida turistica, sempre nel rigoroso rispetto delle Linee guida.




Saldi estivi: in Piemonte si può partire domani

Sono autorizzate le vendite promozionali anche nei trenta giorni antecedenti l’inizio dei saldi estivi.

Lo prevede il disegno di legge “Misure per il commercio a fronte dell’emergenza epidemiologica da Covid-19”, approvato all’unanimità in Terza commissione (presidente Claudio Leone), riunitasi in videoconferenza in sede legislativa.

Quindi i veri e propri saldi estivi inizieranno il 1 agosto come da decisione della Conferenza Stato-Regioni. Ma il ddl approvato serve a rimuovere il divieto di effettuare le vendite promozionali nei tre giorni antecedenti i saldi estivi. Per cui con l’approvazione del ddl è possibile effettuare le vendite promozionali dal 1° luglio, poi dal 1 agosto inizieranno i saldi estivi propriamente detti.

Con le modifiche alla legge regionale n. 28/1999 si stabilisce, per quest’anno anomalo, di permettere le vendite promozionali nei trenta giorni antecedenti le vendite di fine stagione, posticipate al 1° agosto 2020.

“Per sostenere la ripartenza e la ripresa del sistema commerciale piemontese nelle migliori condizioni di competitività ed efficienza e adottando una linea di apertura e liberalizzazione del mercato, si è deciso, di concerto con le associazioni di categoria, di sospendere il divieto di effettuare le vendite promozionali nei trenta giorni antecedenti i saldi estivi” ha spiegato l’assessore regionale al Commercio Vittoria Poggio.

Dalle relazioni di maggioranza, lo stesso Leone (Lega) e di minoranza, Sarah Disabato (M5s) e Domenico Ravetti (Pd) si è potuto approfondire la “ratio” del provvedimento.

I saldi di solito, inizierebbero la prima settimana di luglio, ma visto il periodo appena vissuto sono stati posticipati di un mese circa. La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha stabilito di spostare l’inizio dei saldi estivi al 1° agosto per permettere ai negozianti di recuperare i mesi perduti senza prezzi ribassati. La Regione Piemonte, come altre ha pertanto autorizzato le vendite promozionali anche nei trenta giorni antecedenti l’inizio dei saldi che sarebbero vietate.

“Con questo provvedimento si offre un sostegno al commercio consentendo la commercializzazione di merce relativa alla stagione in corso, ma anche dei prodotti rimasti in giacenza” ha sottolineato Leone.

Per Disabato bisogna uniformare le normative per evitare la concorrenza tra le Regioni. Ravetti, sottolineando come il piccolo commercio stesse già soffrendo per via della grande distribuzione, ha affermato come l’evento della pandemia debba diventare un momento per scegliere, coinvolgendo tutte le amministrazioni pubbliche.

È seguito il dibattito. Giorgio Bertola (M5s) ha evidenziato il senso di responsabilità delle opposizioni a concedere l’iter accelerato della formula legislativa per approvare in tempo utile il provvedimento. Per Paolo Bongioanni (FdI) con questo strumento legislativo temporaneo offriamo un contributo concreto, ma per il commercio è necessaria un’azione a più ampio raggio.




EXPORT– diminuiscono le esportazioni delle piccole imprese del Piemonte

Segnali di rallentamento per le esportazioni delle piccole imprese manifatturiere del Piemonte.

 

Nel primo trimestre di quest’anno le esportazioni delle piccole imprese manifatturiere del Piemonte sono diminuite del -2,1% (era +2,3% l’anno prima) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, generando un giro d’affari di 2 miliardi e 936 milioni di euro, trainato dal settore alimentare (+11%).

 

E’ questo il risultato del dossier dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, che ha analizzato i dati ISTAT sulle esportazioni delle micro-piccole e medie imprese del Piemonte, nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2020 confrontandoli con quelli dell’analogo periodo del 2019.

 

“Questi primi segnali di flessione – afferma Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – segnalano solo l’inizio degli effetti della pandemia che ha avuto il suo apice tra aprile e maggio. Il calo più importante si registrerà nei dati relativi al 2 trimestre 2020. In ogni caso, il giro d’affari di 2 miliardi e 936 milioni, conferma l’impegno degli artigiani per l’internazionalizzazione, per il miglioramento della qualità dei prodotti, e per l’apprendimento di nuove tecniche di vendita e di conoscenza dei mercati esteri”.

 

“Possiamo quindi affermare con ragionevole certezza – prosegue Felici – che il sistema economico manifatturiero del territorio, costituito da micro e piccole imprese fortemente specializzate, è attrezzato per affrontare anche questa nuova avventura. Il nostro territorio gioca un ruolo importante nell’export dell’Italia, l’Europa è il nostro principale partner, ma è l’intero continente ad essere stato coinvolto dal lockdown e dunque l’impatto negativo sarà generale.”

 

A livello provinciale, i dati parlano di un exploit di Torino con +19,8% rispetto al 2019 e 742,9 milioni di euro di prodotti piazzati all’estero. Segue Novara con +7,4% e 499,3 milioni di euro. In leggero calo Cuneo con un -0,7% e 530,4 milioni di controvalore venduto, segue Asti con -2,4% e 77,5 milioni di export. In calo Biella con -10,1% e 340,9 milioni di prodotti venduti all’estero, segue Vercelli con -13,8% con un valore di export pari a 258,1 milioni. In netto calo Alessandria -23,5% e 457 milioni di euro esportati e il Verbano -20,3% con 30,5 milioni di euro esportati.

 

Le imprese apprezzano le iniziative sull’export – conclude Felici – infatti sono sempre più propense a fare formazione. Per affacciarsi sui mercati esteri, infatti, occorrono competenze che non tutte le realtà hanno maturato. Speriamo che, passato questo momento di emergenza, con la Regione si possano riprogrammare le attività formative e proporre nuovi bandi sull’internazionalizzazione basati su: comunicazione, promozione integrata, formazione/informazione, sistema fieristico, commercio digitale e finanza agevolata”.

 

Analisi Nazionale

Nel I° trimestre 2020 in Italia diminuisce l’export dei comparti manifatturieri a maggiore concentrazione di Micro e Piccola Impresa con il -4,8% rispetto al I° trimestre 2019. Tale dinamica è peggiore rispetto al -2,0% dell’export dell’intero comparto manifatturiero – che rappresenta il 95,5% del totale dell’export – nel periodo e in controtendenza rispetto alla performance del made in Italy di MPI nel I° trimestre 2019 che segnava il +3,4%.

In chiave settoriale cresce soltanto l’export dei Prodotti alimentari con il +10,4%, mentre si osservano flessioni in tutti gli altri comparti: legno e prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio segna il -4,7%, gli articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) il -6,3%, i prodotti tessili il -6,7%, i prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature il -8,2%, i mobili il -9,0%, i prodotti delle altre industrie manifatturiere il -10,1%, gli articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili il -10,7%; diminuzione anche per i prodotti della stampa e della riproduzione di supporti registrati, che rappresentano solo lo 0,02% delle esportazioni dei comparti di MPI, con il -16,9%.

 

 

 

 




Intervento della Germania su sovranità alimentare. Brondelli: messaggio innovativo alla vigilia del semestre tedesco

La pandemia Covid-19 ha fatto prendere coscienza dell’importanza che riveste l’autosufficienza alimentare degli Stati membri e dell’intera Unione europea. Va posta maggiore enfasi sulla produzione interna per ridurre la dipendenza dalle importazioni.

E’ il messaggio lanciato dalla ministra tedesca dell’agricoltura, Julia Klockner, e dalla sua omologa austriaca, Elisabeth Kostinger.

“E’ un intervento innovativo di grande importanza – dichiara il presidente di Confagricoltura Alessandria, Luca Brondelli – che può aprire una stagione nuova per l’agricoltura dell’Unione”.

“Dal prossimo 1° luglio, la Germania assumerà la presidenza del Consiglio Ue e durante il semestre tedesco sarà approfondito, in vista di una decisione, il negoziato sulla riforma della Politica Agricola Comune (PAC). La proposta in discussione, presentata nel giugno 2018, non risulta più adeguata per un settore che ha assunto una rilevanza sistemica” sottolinea il Presidente di Confagricoltura Alessandria.

“Le due ministre hanno precisato che non vanno limitati gli accordi e le relazioni commerciali. Il settore agroalimentare italiano ha bisogno di mercati aperti – rileva Brondelli – ma la dipendenza dalle importazioni non deve diventare eccessiva. Per le proteine vegetali, ad esempio, la dipendenza dai Paesi terzi supera il 90%”.

“La sovranità alimentare ha importanti e diretti risvolti di natura economica. In occasione dei recenti Stati Generali dell’economia ho evidenziato che ogni punto percentuale di crescita della produzione agricola vale 2 miliardi di euro. La filiera agroalimentare – conclude Brondelli – è in grado di dare un significativo contributo alla ripresa economica duratura e sostenibile sotto il profilo sociale, ambientale e dell’efficienza energetica. Ci aspettiamo, quindi, che le potenzialità del settore siano adeguatamente considerate nel Piano nazionale per le riforme che sarà alla base del ‘Recovery Plan’ italiano, da finanziare con i fondi straordinari della UE”.