Confindustria Piemonte ed Emercency insieme per incrementare presidio nelle RSA

Offrire ulteriori strumenti di gestione logistica delle strutture socio-assistenziali di tipo residenziale e portare un contributo professionalizzante al personale su protocolli e procedure a tutela della propria salute e di quella degli ospiti: questi gli obiettivi del protocollo siglato tra Regione Piemonte, Confindustria Piemonte ed EMERGENCY, in vigore fino al termine dello stato di emergenza COVID-19 decretato dal Governo al 31 luglio 2020.

La collaborazione nasce da un’iniziativa della Regione Piemonte che ha deciso di avvalersi dell’esperienza di EMERGENCY, dallo scorso marzo già attiva in Lombardia nella gestione del Covid-19 con un progetto a supporto delle strutture di accoglienza per senza fissa dimora, rifugiati, minori stranieri non accompagnati e anziani e ha trovato l’appoggio fattivo di Confindustria Piemonte che sosterrà i costi formazione attraverso un contributo di 30.000 euro.

Il team di Emergency – composto da personale sanitario e logistico – avrà il compito di offrire una consulenza specializzata sulle modalità di igienizzazione e prevenzione, gestione del flusso sporco-pulito e misure di compartimentazione; valutare con le singole strutture eventuali misure mitigatrici e soluzioni ad hoc; identificare le zone di isolamento; formare gli operatori sulla gestione e sanificazione degli ambienti, norme igieniche, osservazione attiva degli ospiti in termini di rilevamento dei sintomi, misurazione della temperatura ed eventuale collocamento in isolamento.

Il supporto sarà attivato su richiesta degli enti gestori, le cui strutture sono inserite in una lista stilata da Regione in collaborazione con Confindustria Piemonte, con un’indicazione di priorità di intervento. Le criticità riscontrate, le soluzioni proposte e i successivi passi previsti per la struttura saranno poi oggetto di un report che Emergency condividerà con la Regione.

«Ringraziamo Confindustria Piemonte per il contributo ed il team di Emergency per la disponibilità ad aiutare le Rsa della nostra regione – ha dichiarato Luigi Genesio Icardi, Assessore regionale alla Sanità che ha aggiunto – Siamo convinti che questa collaborazione sia particolarmente utile ora nella fase dell’emergenza, ma possa esserlo anche nell’immediato futuro. Soprattutto riteniamo che sia fondamentale la collaborazione integrata tra la sanità pubblica, quella privata e il mondo del volontariato, ognuno per la propria parte di competenza e di esperienza. Nel caso di Emergency si tratta di un’esperienza maturata in tanti anni sul campo, in contesti difficili e complessi come quelli che stiamo affrontando oggi nel nostro Paese”.

«Il settore sanitario tutto, pubblico e privato, sta affrontando in prima linea una guerra senza precedenti – ha dichiarato Fabio Ravanelli, Presidente di Confindustria Piemonte – In un contesto così delicato le residenze per anziani rappresentano la componente più fragile ed esposta. Per questo riteniamo ci sia bisogno del massimo sostegno possibile: supporto operativo, organizzativo e finanziario. In Piemonte operano oltre 700 RSA che si prendono cura di circa 50.000 persone, 365 giorni l’anno, 24 ore su 24. Questo accordo con Emergency offrirà un ulteriore strumento alle nostre strutture, che potranno così acquisire competenze specifiche per affrontare l’attuale fase acuta e per garantire agli ospiti il miglior benessere e protezione possibili».

«Siamo orgogliosi di poter condividere con la Regione Piemonte i nostri protocolli e l’esperienza maturata in questi mesi e durante l’epidemia di Ebola in Sierra Leone – dichiara Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY – Speriamo possano contribuire per creare quel circolo virtuoso necessario alla salute di ogni individuo in questo momento così complicato.  Il lavoro di EMERGENCY si è sempre basato sul principio del diritto alla cura, per tutti, nessuno escluso. Garantire le giuste misure di sicurezza in tutti quei luoghi ad alto rischio di contagio – come le strutture di accoglienza per senza fissa dimora, rifugiati, minori stranieri non accompagnati e anziani – significa rendere concreto questo diritto anche per i più deboli della nostra società che rischiano di essere lasciati indietro».

«In un momento così delicato in cui le nostre strutture stanno affrontando un’emergenza sanitaria di proporzioni storiche – conclude Paolo Spolaore, Vice Presidente di Confindustria Piemonte Sanità – questo accordo potrà generare un supporto efficace per continuare a contrastare e limitare la diffusione del contagio. Potersi avvalere dell’esperienza e delle competenze di una realtà come quella di Emergency non potrà che arricchire le nostre capacità di assistenza, che saranno bagaglio prezioso anche in futuro, quando l’emergenza Covid-19 sarà, speriamo presto, alle nostre spalle. Ringrazio le aziende associate che con il loro contributo supportano questa iniziativa di formazione, risorsa fondamentale di professionalità, ancor più in un settore così delicato come la cura e tutela dei più deboli».




“Riparti Piemonte”, via libera del Cal

Parere consultivo favorevole all’unanimità da parte del Consiglio delle autonomie locali (Cal) sul disegno di legge “Riparti Piemonte”, a condizione che siano prese in esame le osservazioni e le proposte emendative pervenute: l’assemblea, presieduta da Davide Crovella, si è riunita oggi per esaminare il Ddl sugli interventi di sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l’emergenza Covid 19.

Un provvedimento che, è stato detto, interviene su settori fondamentali dell’economia regionale e che ha richiesto un grande sforzo sia sul piano finanziario che in termini di semplificazione da parte della Regione, ma che presenta una serie di temi di confronto da porre all’attenzione dell’Aula.

All’assemblea sono intervenuti il presidente della Regione Alberto Cirio e il vicepresidente Fabio Carosso, che hanno preso atto delle osservazioni poste aprendo ad un dialogo propositivo e si sono detti pronti a presentare gli emendamenti che si riterranno necessari al testo di legge.

In particolare l’assemblea ha chiesto di definire meglio la norma in tema di rilancio degli investimenti in edilizia (articolo 13), precisando il meccanismo di funzionamento e le modalità di riparto del fondo, per dare certezza ai comuni sia sulle risorse disponibili –  garantendo loro l’intero importo di oneri e costi di costruzione – sia su tempi e modalità di erogazione, fermo restando che il rilascio del titolo abilitativo sarà effettuato dopo il versamento degli oneri e del contributo regionale.

Sul punto Cirio e Carosso hanno dato rassicurazioni: con gli uffici si stanno valutando le soluzioni più adatte. Il vicepresidente Carosso ha inoltre precisato che la legge che andrà in Aula sarà temporanea e che quest’anno sarà propedeutico per ragionare su una legge urbanistica nuova e innovativa.

Sull’articolato sono state fatte numerose osservazioni e proposte emendative, dalle disposizioni in materia di appalti pubblici a quelle su autorizzazioni commerciali, all’ampliamento dell’occupazione di suolo pubblico per i gestori degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande.

Inoltre sono state auspicate ulteriori misure di sostegno per il territorio, da prendere anche con successivi provvedimenti, con particolare attenzione alle politiche dell’abitare, all’ampliamento delle categorie destinatarie del bonus una tantum a fondo perduto, a istruzione e formazione professionale e alla creazione di “zone economiche speciali ambientali” da individuare nelle aree montane.

Il presidente Crovella ha ringraziato il presidente Cirio per il suo intervento in assemblea, “un riconoscimento del lavoro svolto dal Cal”. E proprio Cirio ha comunicato che venerdì pomeriggio in vista della nuova ordinanza si confronterà come di consueto con i prefetti e i rappresentanti delle istituzioni locali.




Focus sugli impatti della brexit per le imprese e per i commercialisti

Il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato il documento “Un focus sugli impatti della Brexit per le imprese e per i commercialisti”.

Il lavoro è una ricognizione dello scenario economico, finanziario e legislativo connesso all’attuazione della Brexit, una guida operativa in relazione alle principali tematiche toccate dal cambiamento in corso.

I cambiamenti che scaturiranno, anche in funzione delle tempistiche e delle modalità definitive di uscita dalla UE, appaiono di enorme rilevanza non solo per i professionisti interessati per attività professionale in loco o perché seguono direttamente clientela UK in Italia o italiana in UK, ma anche per chi affianca imprese italiane, anche di minori dimensioni, che hanno flussi import-export con il Regno Unito.

Non da ultimo per chi svolge compiti di revisione e/o incarichi sindacali in società che – direttamente od indirettamente – subiscano impatti di compliance e/o di mercato dalla Brexit stessa.

Tra le principali problematiche operative, le modifiche alla regolamentazione, alla decorrenza e alle modalità di adempimento degli obblighi ai fini doganali, IVA e Intrastat, la “passaportabilità” delle licenze finanziarie/assicurative e delle certificazioni farmaceutiche, nonché quelle legate alla regolamentazione della sicurezza sui prodotti.

Attenzione anche alle tematiche riguardanti il diritto di stabilimento per ragioni di lavoro e la reciproca tutela dei cittadini all’estero e quelle relative agli impatti della Brexit nelle valutazioni di risk management e di audit per le imprese italiane coinvolte.

Il documento include una significativa raccolta di normativa e link a documentazione istituzionale e/o di commento al processo attuativo delle decisioni bilaterali UK/UE.




Gian Paolo Coscia è il nuovo presidente di Unioncamere Piemonte

Il Presidente della Camera di commercio di Alessandria, Gian Paolo Coscia, è stato eletto ieri pomeriggio alla presidenza di Unioncamere Piemonte per il prossimo triennio, su proposta della Giunta di Unioncamere Piemonte.

 

Ai sensi dell’art. 7 comma 3/e dello Statuto dell’ente, il neo Presidente è stato eletto all’unanimità dal Consiglio di Unioncamere Piemonte riunitosi in videoconferenza. Il Consiglio è composto dai Presidenti e da quattro Membri di ciascuna Giunta delle Camere di commercio del Piemonte.

 

So che il compito che mi aspetta non sarà facile – ha commentato il neo Presidente Gian Paolo Coscia -. Il IV trimestre 2019 si è chiuso con una contrazione dello 0,4% della produzione industriale regionale e nei primi tre mesi dell’anno abbiamo perso in Piemonte oltre 3.500 aziende: il Coronavirus sta già provocando i primi danni al nostro sistema economico. Il mio impegno sarà subito rivolto a questa emergenza. In questo contesto, le Camere di commercio hanno una responsabilità importante: spetta a noi essere risoluti e tenaci nel continuare a individuare interventi di compensazione e sostegno sia per le nostre imprese che per i nostri territori soprattutto attraverso un dialogo costruttivo con le istituzioni, prima fra tutte la Regione Piemonte”.

 

Il Vicepresidente vicario di Unioncamere Piemonte, Ferruccio Dardanello, ha affermato: “I miei sono stati anni di servizio alle imprese e al sistema camerale piemontese e italiano. Ho lavorato con gioia e impegno per promuovere le nostre eccellenze e il nostro saper fare. Il Piemonte è ricco di uomini e donne con una grande capacità e voglia di creare e far crescere le proprie imprese: dobbiamo sostenerli nel loro cammino con politiche efficaci, soprattutto ora che il Covid-19 sta minando tanti anni di lavoro e sacrifici. Sono certo che il Presidente Coscia saprà interpretare al meglio il grido di aiuto che sta arrivando dall’intero settore produttivo regionale e trovare – in un’ottica di raccordo tra Camere di commercio piemontesi, istituzioni e privati – soluzioni che permettano di uscire il più velocemente possibile da questa crisi che sta toccando tutto il mondo”.

 

Il neo Presidente Gian Paolo Coscia, intervenendo durante il Consiglio, ha ringraziato per la fiducia accordata: “La responsabilità che avete voluto affidarmi mi onora. Mi preme rivolgere un caloroso ringraziamento per il lavoro svolto negli ultimi mesi al vice Presidente vicario Ferruccio Dardanello e, precedentemente, all’ex Presidente Vincenzo Ilotte. Ringrazio anche il Segretario generale e tutto il personale di Unioncamere Piemonte per l’egregio lavoro finora svolto e per tutto l’impegno e la professionalità che impiegheranno per il prossimo triennio”.

 

CURRICULUM VITAE GIAN PAOLO COSCIA

  • Nato ad Alessandria il 12/12/1955.
  • Insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” il 12 dicembre 2014.
  •   Imprenditore agricolo, titolare dell’Azienda agricola “Cascina Opera di Valenza” nell’agro di Alessandria e Montecastello a indirizzo cerealicolo.

Incarichi camerali

  • Dal 10 ottobre 2013 Presidente della Camera di Commercio di Alessandria e dal 7 novembre 2013 dell’Azienda Speciale Asperia.
  • Dal 14 novembre 2013 Presidente Palazzo Monferrato srl (fino al 13 giugno 2014).
  • Il 31 ottobre 2013 entra a far parte della Giunta dell’Unione Regionale delle Camere di commercio del Piemonte.
  • Dal 12 giugno 2017 Membro del Comitato consultivo regionale per la vitivinicoltura.

Incarichi in Confagricoltura

  • Da giugno 2011 a giugno 2017 Presidente di Confagricoltura Piemonte.
  • Da marzo 2004 al 2013 Presidente di Confagricoltura Alessandria.
  • Dal 2004 al 2013 Presidente dell’Agritecna Alessandria (Ente professionale per l’addestramento in agricoltura) di proprietà di Confagricoltura Alessandria.
  • Dal 2004 al 2013 Presidente e poi consigliere del Ce.S.A. srl (Società di servizi di Confagricoltura Alessandria convenzionata con il CAAF Pensionati, CAF Imprese e il CAA Confagricoltura SRL) di proprietà di Confagricoltura Alessandria.
  • Dall’ottobre 2007 al novembre 2013 Presidente e poi consigliere della Società assicurativa “Verde Sicuro Alessandria Srl” di proprietà di Confagricoltura Alessandria.

Altri incarichi in corso

  • Dal 27 giugno 2014 consigliere di Terrae SpA.
  • Dal 26 gennaio 2018 presidente della Centrale del Latte di Alessandria.
  • Dal 17 novembre 2014 membro del consiglio generale della Fondazione Slala.
  • Dal 30 aprile 2015 consigliere di Tecnoinvestimenti Spa.
  • Dal 3 agosto 2015 amministratore unico di Finbieticola Casei Gerola S.r.l.
  • Dal 20 luglio 2016 membro del Comitato Analogo di Controllo di InfoCamere ScpA.
  • Dal 27 aprile 2017 membro del Comitato Analogo di Controllo di IC Outsourcing.

 




“Riparti Piemonte”, nel Ddl gli aiuti all’edilizia

Velocizzare per ripartire, sono i criteri che ispirano le norme su edilizia e urbanistica contenute nel disegno di legge “Riparti Piemonte”, illustrate dal vicepresidente della Giunta, Fabio Carosso, in prima Commissione (presidente Carlo Riva Vercellotti).

“Con questi interventi – ha spiegato Carosso – vogliamo agevolare imprese e cittadini per far ripartire un’economia profondamente in crisi. Semplifichiamo le procedure, accorciamo le tempistiche e aiutiamo privati e imprese che vogliono costruire o ristrutturare”.
La Regione stanzierà 50 milioni di euro a copertura parziale o totale degli oneri di urbanizzazione legati ai permessi di costruzione che vengono pagati ai Comuni, destinando fino a 50 mila euro ai privati e 100 mila alle imprese.

Bar e ristoranti potranno ampliare i dehor per rispettare le norme di distanziamento previste a livello nazionale, senza oneri e con la sola comunicazione al Comune.
“Una norma che abbiamo scritto dopo il confronto con Anci, Uncem e altre organizzazioni di rappresentanza”, ha sottolineato Carosso.

Tra le disposizioni principali, la possibilità di ristrutturare gli immobili nei centri storici, anche con sagoma diversa dall’esistente, in deroga ai piani urbanistici in vigore.
Infine i Comuni avranno maggiore responsabilità nelle decisioni e vedranno incrementati i contributi da 25 mila a 35 mila euro per adeguare i piani regolatori.
Tutti i provvedimenti su edilizia e urbanistica avranno durata limitata al 31 gennaio 2022.

Le opposizioni sono intervenute su alcuni punti critici.
Per i consiglieri del Pd, Alberto Avetta, Monica Canalis, Sergio Chiamparino, Raffaele Gallo e Daniele Valle “c’è il rischio di snaturare i nostri borghi antichi. Inoltre non vogliamo che l’eccessiva semplificazione apra la porta a infiltrazioni e illegalità. C’è anche un problema di contenzioso, se scriviamo norme in contrasto con quelle nazionali, rischiamo ricorsi che rallenteranno le imprese invece di aiutarle. Attenzione a non danneggiare i paesaggi Unesco che ci hanno garantito un grande balzo turistico”.

Critici sull’impatto paesaggistico anche i consiglieri 5 Stelle Ivano Martinetti, Giorgio Bertola, Francesca Frediani e Sean Sacco: “Vediamo ombre immense in questo provvedimento, per nessuna materia è prevista una tale deregolamentazione. Volete smantellare la legge urbanistica regionale usando la scusa del Covid. Torniamo indietro di decenni sulla tutela del paesaggio. Con i nostri emendamenti cercheremo di bloccare in ogni modo gli aspetti negativi di queste norme”.

Sulla stessa linea Marco Grimaldi (Lev): “Abbiamo già espresso le nostre critiche in queste settimane. Questi interventi non c’entrano nulla con il “Riparti Piemonte”, sono invece un omnibus con il quale state cercando di smantellare la legge urbanistica. Il Ddl deve essere strettamente collegato a cosa fare per ripartire, per questo il nostro lavoro sarà soppressivo e non emendato”.

Dalla Lega l’invito a procedere celermente: “La direzione è giusta, il Ddl deve andare in porto nel più breve tempo possibile – ha dichiarato Valter Marin – è indispensabile accelerare tutte le procedure, le imprese non possono aspettare un anno e mezzo le autorizzazioni. È giusto tutelare i territori, ma in questa situazione non possiamo avere tempi lunghissimi che in altri paesi sarebbero incomprensibili”.

Per il capogruppo di Forza Italia, Paolo Ruzzola, “50 milioni di euro per gli oneri di urbanizzazione sono una cifra importante. Durante la discussione presenteremo un emendamento per aggiungere anche la possibilità di detrarre gli interventi in edilizia”.
Da Fratelli d’Italia, per voce del consigliere Davide Nicco l’apprezzamento “per l’importante opera di sburocratizzazione che si vuole portare avanti”.

In conclusione sono arrivate le rassicurazioni del vicepresidente Carosso: “In questi giorni ci siamo consultati con numerosi soggetti e siamo arrivati a una buona sintesi, avremo una legge che andrà bene e ridarà ossigeno alla nostra regione. Non vogliamo stravolgere il piano paesaggistico, sappiamo l’importanza dei territori Unesco, cercheremo di accogliere tutti i suggerimenti”.




#ripartipiemonte, anche il settore delle costruzioni è ripartito in regolarità

La fase 2 è cominciata ed anche il SETTORE DELLE COSTRUZIONI si è messo in movimento,  in Italia alcuni cantieri pubblici erano già ripartiti ed ad oggi sono circa il 50 % dichiara il Segretario Generale Feneal Uil Piemonte, GIUSEPPE MANTA.

 

In Piemonte sono ripartiti i cantieri del Terzo Valico dei Giovi con tutte le precauzioni e con l’insediamento del Comitato Aziendale della Sicurezza come previsto dal protocollo all’interno dell’accordo Interconfederale del 24 aprile 2020 firmato da CGIL CISL UIL, Mit, Ministero del Lavoro, Stazioni Appalti Pubblici e Parti.

 

In tutte le province come FENEALUIL FILLEA CGIL FILCA CISL Piemonte abbiamo chiesto l’istituzione urgente dei Comitati Territoriali per andare incontro alla ripresa con la certezza che la sicurezza sia applicata su tutti i cantieri sia pubblici che privati.

 

Si presume che entro il 18 maggio quasi il 100% delle imprese sopravvissute riprendano il lavoro. Le difficoltà sono dovute al reperimento dei DPI quali mascherine, guanti ecc..

Tramite gli Enti Bilaterali del Settore si è cercato di provvedere aiutando imprese e lavoratori purtroppo i tempi di consegna sono lunghi e non tutti sono riusciti a reperirli.

 

La ripresa dovrà essere monitorata su molti aspetti, non si può mettere a repentaglio la salute dei lavoratori per il profitto e nello stesso tempo bisogna salvaguardare le imprese regolari e sane dalla concorrenza sleale da parte di imprese irrispettose delle regole che possono trovare terreno fertile.

Dalle organizzazioni nazionali è arrivato un monito al settore attraverso un comunicato stampa in cui i tre Segretari Nazionali Panzarella (FENEAL UIL) Genovesi (FILLEA) e Turri (FILCA) dichiarano:  “Ai tanti che oggi dichiarano di voler combattere il lavoro nero, consigliamo una semplice ed efficace operazione: vincolare tutti gli incentivi per risparmio energetico, sisma bonus, ristrutturazioni al possesso del Durc di Congruità. Cioè alla documentazione emessa dalle Casse Edili che certifica che i lavori per cui lo Stato ci mette praticamente l’intero importo, sono stati svolti da un numero congruo di lavoratori, e che è stato applicato correttamente il Contratto Collettivo edile”.

Purtroppo sembra che la Regione Piemonte voglia proseguire per altre strade che rischiano di creare notevoli problemi sia dal punto di vista della regolarità che dalle infiltrazioni mafiose.

Nel disegno di Legge Regionale n.95 presentata il 5 maggio 2020 al Titolo 5 , Art 65 e 66 affronta questi due argomenti lasciando le maglie troppo larghe per quanto riguarda la regolarità in nome di una ripartenza a tutti i costi mettendo le regole in secondo piano.

Nel Settore Edile che è uno dei settori più colpiti dal problema delle infiltrazioni mafiose e malavitose non esigere immediatamente da parte delle imprese il certificato antimafia può essere controproducente e soprattutto la proroga del durc al 31 gennaio 2021 rischia di essere devastante.

Si dà modo alle imprese irregolari di non esibire il Documento di Regolarità Contributiva per oltre un anno con danno ai lavoratori ed alle imprese serie e regolari.

Queste imprese possono permettersi per un anno di non pagare contribuzione INAIL INPS e CASSA EDILE e in un anno come Sindacato delle Costruzioni abbiamo visto nascere moltissime imprese che incassati i soldi dei SAL (Stato Avanzamento Lavori),  non hanno pagato i lavoratori, i fornitori ed i contributi, hanno dichiarato la chiusura.

C’era già stata la proroga a livello nazionale sino al 15 giugno 2020 e come OO.SS. non eravamo soddisfatte, questa ulteriore proroga chiesta dalla regione Piemonte è inconcepibile.

Il Settore ha bisogno di imprese sane ed in regola che non vengano messe in difficoltà da imprenditori da quattro soldi che approfittano di falle nel sistema dei controlli, i lavoratori hanno bisogno di avere certezze della retribuzione, della contribuzione e dei versamenti in Cassa Edile, se per un anno non hanno versamenti in cassa edile ma l’impresa continua il lavoro impunemente rischiano di non ricevere la Gratifica Natalizia, le Ferie, l’Anzianità Professionale oltre al TFR ed i contributi pensionistici.

RIPARTI PIEMONTE deve avvenire in regolarità non deve prevedere norme che inficiano la regolarità già difficoltosa del settore che conta a livello nazionale oltre 400 mila lavoratori irregolari.

INDAGINE NUMERI EDILIZIA E CIG FENEALUIL PIEMONTE

 




Sono 28.665 (+116 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 8515 (+320 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 633 (+0) Alessandria, 357 (+8) Asti, 452 (+19) Biella, 938 (+39) Cuneo, 767 (+6) Novara, 4458 (+213) Torino, 375 (+24) Vercelli, 455 (+9) Verbano-Cusio-Ossola, 80 (+2) provenienti da altre regioni. Altri 3133 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

Sono 36 i decessi di persone positive al test del Coronavirus Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 3 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.367 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 592 Alessandria, 202 Asti, 167 Biella, 293 Cuneo, 290 Novara, 1.500 Torino, 170 Vercelli, 120 Verbano-Cusio-Ossola, 33 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Sono 28.665 (+116 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.730 in provincia di Alessandria, 1.679 in provincia di Asti, 1.015 in provincia di Biella, 2.641 in provincia di Cuneo, 2.475 in provincia di Novara, 14.494 in provincia di Torino, 1.185 in provincia di Vercelli, 1.081 nel Verbano-Cusio-Ossola, 254 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 111 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 137 (-6 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.024 (-14 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 11.489. I tamponi diagnostici finora processati sono 210.370, di cui 116.292 risultati negativi.




Il bollettino dei contagi nel Piemonte

Sono 27.622 le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 3.593 Alessandria, 1.623 Asti, 992 Biella, 2.553 Cuneo, 2.377 Novara, 13.916 Torino, 1.145 Vercelli, 1.065 Verbano-Cusio-Ossola, 247 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 111 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 161. I ricoverati non in terapia intensiva sono 2391. Le persone in isolamento domiciliare sono 13.010. I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 176.078 , di cui 96.021 risultati negativi.

I decessi salgono a 3.186. Sono 22 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati oggi dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid). Il totale è ora di 3.186 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 577 Alessandria, 188 Asti, 165 Biella, 259 Cuneo, 265 Novara, 1.422 Torino, 164 Vercelli, 113 Verbano-Cusio-Ossola, 33 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

6.318 pazienti guariti e 2.556 in via di guarigione. L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 6.318: 518 in provincia di Alessandria, 261 in provincia di Asti, 340 in provincia di Biella, 704 in provincia di Cuneo, 537 in provincia di Novara, 3.245 in provincia di Torino, 290 in provincia di Vercelli, 356 nel Verbano-Cusio-Ossola, 67 provenienti da altre regioni.
Altri 2.556 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.




Bando VIR, al via la presentazione di progetti per acquisizione di servizi per ricerca e innovazione

La Regione ha istituito una specifica forma di intervento per l’emergenza Covid-19

Da lunedi 4 maggio 2020 apre lo sportello per la presentazione di progetti per l’acquisizione di servizi per la ricerca e innovazione relativamente al bando V-IR.

Grazie a questa misura è disponibile il contributo regionale per la copertura dei costi sostenuti per la sperimentazione e la dichiarazione di conformità dei dispositivi medici e di protezione individuale (quali occhiali, visiere, mascherine, guanti, tute di protezione, etc.), nonché per ogni altro componente a supporto delle esigenze emerse a seguito dell’emergenza sanitaria.

In questo modo la Regione, ad esempio, rimborserà le spese sostenute dalle imprese piemontesi che hanno fatto testare in questi giorni i propri materiali per i test di autocertificazione. Sono riconosciute tutte le spese sostenute a partire dal 1 febbraio 2020.

Nel contempo, il bando prevede la massima precedenza e celerità all’istruttoria delle domande di contributo sulla nuova linea di intervento e attua in generale una serie di semplificazioni anche sulle procedure delle altre tipologie di sostegno del banbdo V-IR.

Allegati

Determina Bando V-IR Linea Covid 19
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Negativo il bilancio anagrafico evidenziato dal tessuto artigiano piemontese

Le imprese artigiane, che rappresentano l’ossatura del sistema economico e produttivo del nostro Paese, contano a livello nazionale, a fine marzo 2020, poco meno di 1,3 milioni di realtà imprenditoriali, concentrate in particolare in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, regione in cui il peso delle aziende artigiane sul totale delle imprese si attesta al 27%.

Il primo trimestre del 2020 non consegna di certo un quadro incoraggiante, le criticità che hanno penalizzato le imprese italiane hanno avuto un impatto ancora più negativo sul comparto artigiano. Tutte le regioni, infatti, hanno segnato una contrazione, più o meno intensa, della base imprenditoriale.

Per quanto riguarda più specificatamente il Piemonte, nei primi tre mesi del 2020, la dinamica registrata dalle aziende artigiane (-0,92%) è risultata lievemente più negativa sia rispetto a quanto evidenziato dal tessuto imprenditoriale regionale nel suo complesso (+0,82%), sia rispetto al risultato evidenziato da comparto artigiano nazionale (-0,84%).

“Le imprese artigiane sono le più fragili e le più destrutturate del nostro sistema imprenditoriale, quelle più penalizzate negli ultimi anni dalle fasi congiunturali negative e da politiche economiche di sostegno non adeguate: ne abbiamo perse quasi 21mila in 10 anni. Il risultato dei primi tre mesi del 2020 è purtroppo negativo per tutte le province e per tutti i settori e sconta già le prime ripercussioni dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Dobbiamo attivare subito misure efficaci, immediate e concrete di supporto: accesso al credito semplificato, sburocratizzazione e digitalizzazione” dichiara Ferruccio Dardanello, vice presidente vicario di Unioncamere Piemonte.

Nel periodo gennaio-marzo 2020, sul territorio piemontese sono nate complessivamente 2.398 imprese artigiane. Al netto delle 3.466 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo appare negativo per 1.071 unità, dinamica che porta a 114.595 lo stock di imprese artigiane complessivamente registrate a fine marzo 2020 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce, come evidenziato sopra, in un tasso di crescita negativo pari al -0,92%.

Se si guarda ai dati di medio-lungo periodo appare chiaro come l’erosione del comparto artigiano, purtroppo, non sia legata a difficoltà esclusivamente congiunturali, ma si sovrapponga ad un quadro generale altrettanto pesante che negli ultimi 10 anni ha visto crollare il numero delle imprese presenti in questo settore. Nel 2010 le aziende artigiane presenti sul territorio piemontese si attestavano a 135.353, dieci anni dopo se ne contano quasi 21mila in meno.

Analizzando il tessuto imprenditoriale artigiano in base alla natura giuridica delle imprese che lo costituiscono, emerge come poco meno dell’80% delle realtà sia formata da ditte individuali, il 15,9% risulti composto da società di persone, mentre solo il 5,1% ha assunto la forma della società di capitale. In termini di dinamica, nel primo trimestre 2020, risultano in crescita solo le società di capitale, che registrano un tasso di crescita pari al +0,59%, le altre forme risultano stazionarie, mentre perdono terreno le società di persone (-1,39%) e le ditte individuali (-0,93%).

Dati negativi si riscontrano nel I trimestre 2020 per tutti i settori. La performance peggiore appartiene al turismo (-1,56%), seguito dall’industria in senso stretto (-1,16%). Il commercio segna un risultato in linea con la media regionale (-0,98%), così come gli altri servizi (-0,91%). Il comparto delle costruzioni e l’agricoltura registrano cali di intensità minore, rispettivamente pari a -0,76% e -0,65%.

Anche disaggregando i dati a livello territoriale non si riscontrano differenze significative. In tutte le province il numero delle imprese artigiane risulta in calo. Verbania e Alessandria, entrambe con un tasso di crescita del -1,07%, evidenziano i risultati peggiori. Asti e Cuneo calano rispettivamente del -1,01% e -0,99%. Torino, che incide con una quota del 51% sul risultato piemontese, registra un tasso del -0,94%. Nel nord-est della regione, infine, le flessioni appaiono meno intense: Novara (-0,77%), Vercelli (-0,64%) e Biella (-0,57%).