Via libera all’acquisto di 5 milioni di mascherine

La Commissione Bilancio, presieduta dal commissario Carlo Riva Vercellotti, ha approvato oggi all’unanimità in seduta legislativa la modifica alla legge regionale 7/2003 in materia di Protezione civile autorizzando la Giunta ad apportare le variazioni di bilancio necessarie per l’acquisto delle mascherine, importante presidio per la protezione di tutta la popolazione piemontese, alla quale saranno distribuite gratuitamente. Per la copertura delle spese sarà utilizzata una quota delle donazioni versate dalle imprese piemontesi per l’emergenza Coronavirus.

Come ha spiegato il presidente della Giunta, Alberto Cirio, si è voluto inserire questa previsione di acquisto all’interno di una legge affinché rimanga come gesto di responsabilità verso i cittadini e anche per garantire la trasparenza e tracciabilità circa l’impiego delle liberalità ricevute durante l’emergenza.

I consiglieri Marco Grimaldi (Luv), Francesca Frediani (M5s) e Silvio Magliano (Moderati) hanno chiesto delucidazioni in merito ai meccanismi di distribuzione delle mascherine, alle politiche di prezzo di quelle sul libero mercato e alle caratteristiche di tali dispositivi di protezione, mentre il consigliere Domenico Ravetti (Pd), oltre ad auspicare un incontro in Commissione Sanità con un tecnico che possa illustrare le caratteristiche e specifiche delle mascherine, ha suggerito che si preveda di destinare un contributo straordinario a favore degli operatori sanitari che sono oggi in prima linea per l’emergenza, anche utilizzando una parte dei contributi raccolti come donazioni.

Cirio ha spiegato che attraverso una gara bandita da Scr sono state individuate tre aziende che provvederanno alla produzione di 5 milioni di mascherine. Si tratta di dispositivi di protezione delle vie aeree, lavabili e riutilizzabili per 10 volte, che potranno essere utilizzati nella quotidianità.

L’obiettivo è quello di ottenere 1,2 milioni di mascherine a settimana, partendo dopo il 25 aprile con la prima distribuzione, per raggiungere tutti i cittadini entro la prima decade di maggio. Quanto ai prezzi dei dispositivi in commercio,Cirio è convinto che sia necessario trovare un meccanismo di calmieramento che, senza inquinare la libertà del mercato, ponga un limite al possibile ricarico applicato da chi vende.

Per quanto riguarda la distribuzione delle mascherine è intervenuto l’assessore alla Protezione civile, Marco Gabusi, spiegando che dopo aver interpellato Poste italiane, farmacisti e sindaci è apparso evidente come il sistema di distribuzione migliore perché capillare e direttamente al domicilio dei cittadini, sia quello che prevede l’intervento diretto dei Comuni affiancati dalla Protezione civile. Qualora però, soprattutto i Comuni più piccoli riscontrassero difficoltà organizzative potranno segnalarlo alla Città metropolitana e alla Consulta delle Province per ottenere un supporto, mentre in altri casi la Regione potrà farsi tramite per coinvolgere anche Poste italiane.




Ravanelli: momento delicato per il Paese, pronti a collaborare con il Presidente designato Bonomi per la ripartenza

Il cambio al vertice di Confindustria avviene in un momento molto complesso e delicato per il nostro Paese, per aziende e imprenditori.

Per questo il nostro augurio di buon lavoro al Presidente designato Carlo Bonomi è sentito e saremo a sua disposizione per collaborare e fornirgli tutto il sostegno necessario a superare nel miglior modo possibile l’attuale emergenza e soprattutto affrontare la successiva fase di rilancio, fondamentale per riavviare il motore economico del Paese.

Un sincero e doveroso ringraziamento a Vincenzo Boccia che ha saputo guidare con determinazione l’Associazione e a Licia Mattioli che con la sua candidatura ha contribuito ad arricchire la dialettica e il confronto nel percorso di scelta del nuovo Presidente.

 




Il contagio in Piemonte è condizionato dalla vicinanza con la Lombardia

In un’intervista pubblicata oggi da La Stampa il presidente Alberto Cirio afferma che “da quanto ci dicono medici e scienziati sul nostro territorio il contagio è condizionato cronologicamente e geograficamente dalla vicinanza con la Lombardia.

Non è un caso che province di confine come Alessandria abbiano dei dati sull’epidemia molto più alti rispetto ad altre aree ad ovest del Piemonte; è evidente che siamo indietro di una settimana rispetto alla Lombardia, ma anche ad altre regioni. È normale che i numeri calino in modo più graduale, però registriamo già un dato positivo sulle terapie intensive, sono diminuiti gli accessi ai pronto soccorso e sta aumentando il numero dei guariti. Qui il contagio è iniziato dopo e finirà dopo”.

Il presidente fa anche presente che “la gestione è stata immediata e tempestiva. A 24 ore dal caso di Codogno ho istituito un’Unità di Crisi, una settimana prima che il Governo lo chiedesse a tutti in modo ufficiale il 4 marzo. Siamo anche stati i primi a montare le tende per i triage fuori dagli ospedali, ad autoprodurre mascherine e reagenti per i tamponi e a creare protocolli per l’autocertificazione dei dispositivi di protezione fatti in Piemonte”.

Infine, rileva che nella prima fase di partenza “l’Unità di Crisi ha dovuto scontare le difficoltà strutturali del sistema sanitario regionale. Prima tra tutte la carenza di laboratori per eseguire i tamponi, che erano rimasti solo due. La sanità che mi è stata consegnata pochi mesi fa da chi l’aveva governata negli ultimi 5 anni aveva l’eccellenza degli ospedali, ma un pressoché completo abbandono della medicina territoriale”.




Fase 2, dal Piemonte un “Vademecum” per far ripartire il Paese in sicurezza

Sono state condivise oggi in Prefettura con i vertici politici regionali e il mondo imprenditoriale le fasi finali di stesura del documento, frutto del lavoro di una task force di esperti tecnico-scientifici delle università piemontesi e di altre università e centri di ricerca coordinati dal Politecnico di Torino, che ha elaborato una serie di linee guida da applicare per l’avvio della cosiddetta Fase 2, quella della riapertura delle attività produttive.

 

“Una volta ultimato, nei prossimi giorni, con il Politecnico invieremo questo documento al premier Conte mettendo a disposizione del nostro Paese il lavoro di studio elaborato in Piemonte e che testeremo su un campione di realtà del territorio che si sono già rese disponibili – spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio –. Abbiamo bisogno che le nostre imprese ripartano, ma è fondamentale che lo facciano in sicurezza perché non si vanifichino tutti gli sforzi messi in campo finora. Questo vademecum sarà uno strumento utile, scientificamente testato dal Politecnico e dai nostri atenei, per dare supporto concreto ai nostri imprenditori e far sì che si possa ripartire, ma in sicurezza”.

 

Le numerose linee guida delineate dai gruppi di lavoro daranno indicazioni precise su come gestire la riapertura. Ad esempio, saranno fornite istruzioni su come gestire ingressi, turni e spazi: dalla distanza interpersonale da adottare in relazione alle superfici dei locali, all’organizzazione degli ingressi e degli spazi grazie anche all’adozione di dispositivi di monitoraggio non invasivo (telecamere IR, telecamere, “intelligenti”) nel rispetto della privacy, alla suddivisione dei lavoratori in squadre.

Un punto chiave sarà l’utilizzo corretto di metodi semplici ed estendibili a tutte le realtà aziendali: i dispositivi di prevenzione del contagio, in primis le mascherine, la garanzia del distanziamento, l’igiene e la sanificazione dei luoghi.

 

Anche l’utilizzo delle tecnologie dovrà essere potenziato, in modo coerente e tarato sullo sviluppo tecnologico di ciascuna realtà aziendale. Le tecnologie suggerite vanno dall’impiego di diari online per il tracciamento a metodi di screening diagnostico rapidi, economici e applicabili in larga scala (es. temperatura con visori IR durante l’intera giornata lavorativa, app di autovalutazione dei sintomi, telediagnosi, ecc.), da attività di formazione online fino alle app per evitare di recarsi in luoghi nei quali già ci sono assembramenti, a sistemi di simulazione degli spazi e dei flussi, fino all’utilizzo della realtà virtuale per la formazione e il lavoro.

Tutte le tecnologie suggerite saranno tecnicamente ed economicamente praticabili da tutti, le grandi come le piccole imprese.

 

 

Le linee guida definite nel rapporto saranno applicate in alcune aziende e realtà culturali che si sono già candidate per la sperimentazione, e che saranno seguite dalla task force per garantire misure adatte alla riapertura.

 

Per avviare questa fase, è necessaria un’analisi attenta dei fabbisogni di dispositivi e strumentazioni dei quali sarà necessario che aziende e realtà produttive si dotino.

A titolo di esempio, l’indagine definisce che, per coprire il fabbisogno delle imprese piemontesi, serviranno ogni mese 80 milioni di mascherine, 750 metri cubi di igienizzante mani, 38 milioni di guanti e 21.000 cuffie; per garantire la rilevazione della temperatura in ingresso, invece, saranno necessari 175.000 termometri.

Per avere una stima del fabbisogno a livello italiano, bisogna moltiplicare questi dati all’incirca per 12 volte.

 

“La riapertura sarà un elemento chiave per la competitività delle aziende italiane, se non per la loro stessa sopravvivenza, specialmente nel caso delle piccole e medie imprese, ma siamo altrettanto convinti che la massima protezione delle persone nel loro luogo di lavoro sia irrinunciabile. Per questo ci siamo messi, con le altre università del territorio, a disposizione del sistema produttivo del nostro Paese, perché la ripartenza sia progettata al più presto e nella piena sicurezza deli lavoratori, mettendo a sistema tutte le conoscenze disponibili”, spiega il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco.




Coronavirus: azioni urgenti per le imprese piemontesi

Sono partiti i primi interventi della Regione Piemonte in favore del sistema produttivo per affrontare la crisi in atto determinata dall’emergenza Covid-19.

L’obiettivo principale è garantire immediata liquidità alle imprese, attraverso contributi diretti e rafforzamento delle garanzie pubbliche, per ampliare così il più possibile le forme di accesso al credito messe in campo dal sistema finanziario locale (banche, confidi, fondazioni bancarie).

Contemporaneamente si sta cercando di prorogare per quanto possibile le scadenze in atto legate ai bandi  di finanziamento in corso, al fine di non gravare di ulteriori incombenze le imprese che stanno affrontando questa drammatica crisi.
In questa pagina sono raccolte e rese disponibili tutte le informazioni tecniche e pratiche sugli strumenti in atto e su quelli che a breve partiranno.

  •  Moratoria dei prestiti bancari: con delibera del 6 marzo 2020, la Regione ha approvato l’adesione agli interventi di moratoria dei prestiti concessi con il concorso di risorse regionali alle imprese piemontesi da parte degli intermediari finanziari, prefigurando quindi in anticipo anche gli interventi a livello nazionale in tal senso. Tale azione riguarda potenzialmente circa 110 milioni di euro di finanziamenti agevolati e circa 150 milioni di euro di operazioni sostenute da garanzie regionali. Per poter aderire alla sospensione del pagamento le imprese devono rivolgersi alla propria banca, con la quale è stata definita l’operazione di finanziamento per cui si intende beneficiare della moratoria, chiedendo di volersi avvalere di tale facoltà.
  • Sezione Piemonte Fondo Centrale di Garanzia per le PMI: la Regione  ha impegnato 54 milioni di euro per la costituzione di una Sezione speciale all’interno del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI, finalizzata a potenziare l’intervento di tale strumento nazionale su scala regionale. Questo è uno degli strumenti che dovrà essere adeguato al nuovo contesto, con l’obiettivo di potenziare ancora, laddove possibile e necessario, le ricadute dello strumento nazionale sul territorio piemontese. Sono in corso le interlocuzioni tecniche con il Ministero per lo sviluppo economico per definire le iniziative più opportune atte a utilizzare le risorse stanziate a completamento, rafforzamento e integrazione dell’azione nazionale, sempre al fine di ampliare il più possibile l’efficacia dello strumento. Il Fondo Centrale di Garanzia è attivo sulla base delle norme nazionali. Sul sito del Ministero dello Sviluppo economico è disponibile l’elenco delle banche e dei confidi convenzionati. Per richiedere ulteriori informazioni contattare la propria banca oppure consultare questa pagina
  • Sostegno alle micro, piccole e medie imprese piemontesi e ai lavoratori autonomi: concessione di contributi a fondo perduto che consentano alle imprese beneficiarie dei finanziamenti finalizzati ad esigenze di liquidità di far fronte agli oneri connessi al credito e, in via generale, di favorire quindi la concessione di credito da parte delle banche e degli intermediari abilitati. Per questa misura è stato previsto uno stanziamento iniziale di circa 7,3 milioni di euro, che consentirà di fornire velocemente ed in forma anticipata contributi fino a 7.500 euro per soggetto beneficiario, a seconda dell’importo dell’operazione finanziaria sottostante. Il bando sarà disponibile nelle prossime settimane, ma intanto le imprese interessate si possono rivolgere al proprio istituto per richiedere già il finanziamento, che sarà la condizione per accedere al bonus.
  • Fondo unico Finpiemonte, modifica temporanea: nell’ambito di tale intervento, già attivo con una dotazione complessiva di oltre 90 milioni di euro, di cui circa 67 milioni a favore delle MPMI, sono in approvazione alcune modifiche temporanee finalizzate a rispondere ad alcune esigenze emerse a causa delle ricadute dell’emergenza sanitaria in corso. Si tratta, sostanzialmente, di prorogare i termini per la presentazione facilitata delle domande e per l’ammissibilità della retroattività delle spese sostenute, unitamente all’incremento della quota di spese ammissibili per scorte e circolante all’interno dei progetti di investimento proposti dalle imprese. Tale misura può essere utilizzata dalle imprese anche per sostenere gli investimenti necessari a modificare i propri processi produttivi e di lavoro, al fine di adeguarli rispetto alle esigenze di sicurezza e distanziamento sociale derivanti dall’emergenza sanitaria e le necessità legate all’attivazione e al rafforzamento dello smart working.
  • Fondo europeo di sviluppo regionale: verranno effettuate alcune modifiche bandi già esistenti, per accelerare il più possibile le procedure. Sui voucher per le infrastrutture di ricerca, ad esempio, è imminente l’avvio di una nuova linea per rimborsare le spese sostenute sui test di autocertificazione finalizzati, alla produzione di mascherine e dispositivi sanitari.
  • Inoltre, contestualmente, è stato disposto il differimento dei termini per adempimenti a carico di beneficiari di agevolazioni, contributi e incentivi economici. Un differimento che comprende anche il bando sull’efficienza energetica delle imprese.

 

Per le misure legate alla cassa integrazione in deroga:
Informazioni del Governo per cittadini e imprese
Misure urgenti nazionali in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese (decreto legge 23/2020)

Al via anche un ciclo di eventi informativi su web organizzati da Finpiemonte spa.




Confartigianato Cuneo spiega alle imprese come lavorare in “Smart working”
rispettando le normative sulla Privacy

Non si ferma l’azione di Confartigianato Cuneo per supportare le imprese nella difficile situazione creata dall’emergenza Coronavirus.

Dallo scorso mese di febbraio, il Governo, per combattere l’emergenza Coronavirus e per evitare che i cittadini dovessero spostarsi dalla loro abitazione, ha spinto le aziende affinché ricorressero il più possibile al cosiddetto “Smart Working”, semplificandone anche le norme.
Ma quali sono le regole da seguire? Come rispettare il GDPR, a tutela della privacy dei lavoratori?

Confartigianato Cuneo ha organizzato un webinar online, con la collaborazione dell’Avv. Marco Cuniberti, martedì 14 aprile, ore 16.30.

In un’ottica di utilità sociale il video sarò visualizzabile per tutti, gratuitamente, collegandosi all’indirizzo

Il webinar sarà inoltre disponibili per gli utenti – imprese artigiane e PMI – di ImpresaDigitale.eu, la piattaforma creata da Confartigianato Cuneo con lo scopo di fornire un “cruscotto digitale” agli imprenditori per gestire fatture elettroniche, corrispettivi telematici, controllo di gestione, analisi costo del personale, monitoraggio flussi finanziari, …
«Si tratta – commentano Luca Crosetto e Joseph Meineri, presidente e direttore generale di Confartigianato Cuneo – di un ulteriore sforzo della nostra Associazione per essere vicini alle imprese e alle nostre comunità. Il momento è complesso. Invitiamo tutti gli imprenditori a rivolgersi ai nostri uffici in caso di dubbi sulle normative e per essere informati sui provvedimenti a sostegno del mondo economico e produttivo».




Liquidità imprese. Il vademecum dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia illustra le disposizioni contenute nel decreto legge n. 23 dell’8 aprile 2020 che ha previsto misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, interventi in materia di salute e lavoro e proroga di termini amministrativi e processuali.

La presentazione ha scopo puramente esemplificativo e potrà essere oggetto di modifiche e adeguamento dei contenuti

Vademecum sul decreto “Liquidità Imprese” – pdf




Crolla l’artigianato, in Piemonte 662mln persi in un solo mese

Almeno 7 miliardi di euro. A tanto ammonta la stima della perdita di fatturato che a livello nazionale le imprese artigiane subiranno in questo mese di chiusura a causa del Coronavirus (dal 12 marzo al 13 aprile 2020). A fare i conti è stato l’Ufficio studi della CGIA.

I comparti più colpiti sono anche quelli più rappresentativi di tutto il settore: le costruzioni, ad esempio, vedranno una flessione del fatturato di 3,2 miliardi (edili, dipintori, finitori di edifici, etc.) la manifattura di 2,8 miliardi (metalmeccanici, legno, chimica, plastica, tessile-abbigliamento, calzature, etc.) e i servizi alla persona di 650

1 milioni di euro (acconciatori, estetiste, calzolai, etc.) .

“L’artigianato rischia di estinguersi, o quasi, in particolar modo nelle piccole città e nei paesi di periferia, molte attività – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – a fronte dell’azzeramento degli incassi, degli affitti insostenibili e di una pressione fiscale eccessiva, non reggeranno il colpo e saranno costrette a chiudere. Se la situazione non migliorerà entro la fine del prossimo mese di maggio, è verosimile che entro quest’anno il numero complessivo delle aziende artigiane scenderà di almeno 300 mila unità: vale a dire

1 La stima della perdita di fatturato è stata costruita a partire dal fatturato di ciascun settore ATECO, calcolando la perdita di fatturato sulla base dei giorni di chiusura di ciascuna attività a partire dal 12 marzo fino al 13 aprile 2020 che il 25 per cento delle imprese artigiane presenti in Italia chiuderà i battenti”.

Una situazione, quella che sta vivendo l’artigianato in queste settimane, molto difficile che si sovrappone ad un quadro generale altrettanto pesante che negli ultimi 10 anni ha visto crollare il numero delle imprese presenti in questo settore. Tra il 2009 e il 2019, infatti, le aziende artigiane che hanno chiuso definitivamente sono state poco meno di 180 mila (per la precisione 178.664), pari al -12,2 per cento. Se nel 2009 lo stock era pari a 1.465.949, al 31 dicembre dell’anno scorso il numero è sceso a 1.287.285. La regione che ha subito la flessione più elevata è stata la Sardegna (-19 per cento).

“Quasi il 60 per cento della contrazione delle imprese artigiane registrata in questi ultimi 10 anni – fa notare il segretario Renato Mason – riguarda attività legate al comparto casa. Edili, lattonieri, posatori, dipintori, elettricisti, idraulici, etc. hanno vissuto anni difficili e molti sono stati costretti a gettare la spugna. La crisi del settore e la caduta verticale dei consumi delle famiglie sono stati letali. Certo, molte altre professioni artigiane, soprattutto legate al mondo del design, del web, della comunicazione, si stanno imponendo. Purtroppo, le profonde trasformazioni in atto e la drammatica crisi che vivremo nei prossimi mesi cancelleranno molti mestieri che hanno caratterizzato la storia dell’artigianato e la vita di molti quartieri e città”.

Vecchi mestieri in via di estinzione

A fronte delle difficoltà che certamente si intensificheranno nei prossimi mesi, la CGIA ha elencato 25 vecchi mestieri artigiani che, già in forte agonia, rischiano di scomparire definitivamente dalle nostre città e dai paesi di campagna, o professioni che sono in via di estinzione a causa delle profonde trasformazioni tecnologiche in atto. Essi sono:

          • Arrotino (molatore o affilatore di lame);
          • Barbiere (addetto al taglio dei capelli su uomo e alla rasatura della barba);
          • Calzolaio (riparatore di suole, tacchi, borse e cinture);
          • Casaro (addetto alla lavorazione, preparazione e conservazione dei latticini);
          • Canestraio (produttore di canestri, ceste, panieri, etc.)
          • Castrino (figura artigianale tipica del mondo mezzadrile con il compito di castrare gli animali;
          • Ceraio (produttore di torce, lumini e candele con l’uso della cera);
          • Cocciaio (produttore di piatti, ciotole e vasi);
          • Cordaio (fabbricante di corde, funi e spaghi);
          • Corniciaio;
          • Fotografo;
          • Guantaio (produttore e riparatore di guanti);
          • Legatore (rilegatore di libri);
          • Norcino (addetto alla macellazione del maiale e alla lavorazione delle carni);
          • Materassaio (colui che confeziona o rinnova materassi, trapunte, cuscini, etc.);
          • Mugnaio (macinatore di grano e granaglie);
          • Maniscalco (addetto alla ferratura dei cavalli, degli asini e dei muli);
          • Ombrellaio (riparatore/rattoppatore di ombrelli rotti);
          • Ricamatrice (decoratrice del tessuto con motivi ornamentali);  Sarto/a (colui o colei che confeziona abiti maschili o femminili);
          • Selciatore (addetto alla posa in opera di cubetti di porfido);
          • Sellaio (produttore di selle per animali);
          • Scopettaio (produttore di spazzole e scope);
          • Scalpellino (colui che sgrossa e lavora la pietra o il marmo con lo scalpello);
          • Seggiolaio (produttore o riparatore di seggiole impagliate).

Il COVID 19 ha costretto alla chiusura 6 artigiani su 10. Tornando alle chiusure imposte dalla legge in queste ultime 2 settimane a causa del COVID 19, sono 752.897 le imprese artigiane che sono state costrette a sospendere l’attività (pari al 58,5 per cento del totale); il conto sale a 799.462 se si considerano anche le attività per le quali è prevista la possibilità di fare solo somministrazione per asporto. A livello regionale si sono registrate punte del 65,6 per cento in Toscana, del 63,9 per cento in Valle d’Aosta e del 61,1 per cento in Umbria. Le realtà meno interessate dalla chiusura sono state la Basilicata (52,9 per cento), la Calabria (52,5 per cento) e infine la Sicilia (48,9 per cento).

Al Sud gli artigiani sono sempre meno

A livello territoriale è il Mezzogiorno la macro area dove la caduta è stata maggiore. Tra il 2009 e il 2019 in Sardegna la diminuzione del numero di imprese artigiane attive è stata del 19 per cento (-8.092). Seguono l’Abruzzo con una contrazione del 18,8 per cento (-6.788),

l’Umbria, che comunque è riconducibile alla ripartizione geografica del Centro, con – 16,2 per cento (-3.945), il Molise con il 16,1 per cento (-1.230) e la Sicilia con il -15,9 per cento, che ha perso 13.486 attività.

La stima della perdita del fatturato è stata costruita a partire dal fatturato di ciascun settore ATECO, calcolando la perdita di fatturato sulla base dei giorni di chiusura di ciascuna attività a partire dal 12 marzo 2020 e sino al 13 aprile 2020.

Si fa presente che:

– nelle stime sono stati utilizzati dei criteri prudenziali applicando, laddove le informazioni non erano disponibili per specifico comparto ATECO, il minimo dei valori tra i codici ATECO simili a quella attività;

– le perdite di fatturato stimate riguardano solamente le attività artigiane chiuse e quindi non tengono conto degli effetti/contrazioni subiti dalle attività aperte fino al 13 aprile 2020 (è palese che anche queste attività aperte subiranno infatti dei cali).

Pertanto le stime di perdita di fatturato artigiano (pari a 7,3 miliardi di euro) sono da intendersi di minima; ad esempio, ipotizzando che le attività aperte abbiano subito un calo del 30% nel mese di riferimento, la perdita di fatturato artigiano in Italia sfiorerebbe i 10 miliardi di euro.

Le imprese più colpite sono state ovviamente le categorie artigiane più rilevanti ovvero le costruzioni (3,2 miliardi di euro), la manifattura (2,8 miliardi di euro) e i servizi alla persona (650 milioni di euro).




De Santis (Confartigianato Torino) : “Non siete soli, ecco le azioni di sostegno, tutela e rilancio contro la crisi”

Acconciatori ed estetisti erano stati tra i primi a chiedere la sospensione delle proprie attività di fronte alla diffusione crescente del Coronavirus, lanciando un preciso segnale di attenzione alla salute delle persone e di tutela dei propri collaboratori. Poi, con il Decreto dello scorso 11 marzo, sono arrivati i provvedimenti che hanno sancito la chiusura delle attività del benessere e dei servizi alla persona.

 

Dagli ultimi dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato, in questi settori in Piemonte si registrano 12.449 imprese artigiane del settore dei Servizi di acconciatura e altri trattamenti estetici, che offrono servizi di acconciatura, manicure, pedicure e trattamenti estetici grazie anche ai circa 30 mila addetti.

Un settore sempre sotto attacco degli irregolari; secondo un recente calcolo sempre di Confartigianato, si stima come in Piemonte “colpiscono” direttamente il 20% delle imprese regolari.

Ed è soprattutto in questo periodo che nel settore del benessere e della cura della persona è allarme per il proliferare abusivi e irregolari che offrono “servizi itineranti e a domicilio” per il taglio dei capelli, manicure e trattamenti estetici.

 

In questo momento in cui le attività devono rimanere chiuse – afferma Giuseppe Falcocchio, referente area benessere di Confartigianato Torino è sconcertante come certe persone si rivolgano clandestinamente ad abusivi e irregolari, che devono essere puntiti severamente insieme a chi li utilizza. Questa emergenza dovrebbe insegnare una volta per tutte che non si rischia con la vita”.

 

Le imprese di acconciatura ed estetica, quelle che non solo oggi, ma sempre, operano nel rispetto delle regole, sia dal punto di vista della formazione obbligatoria, sia per quanto riguarda i requisiti igienico-sanitari dei locali, salvaguardando così la salute e i propri clienti, invitano a declinare e rifiutare eventuali proposte di servizi da parte di chi opera abusivamente, e in questo particolare momento, in deroga alle regole. Qualsiasi operatore che offra i propri servizi, presso il proprio domicilio o presso quello del cliente, è un abusivo e una minaccia alla salute di tutti.

 

Il nostro appello – riprende Falcocchio – è quello di tutelare la propria e l‘altrui salute, rispettando alla lettera quanto disposto per il contenimento dell’epidemia da Covid19 e quindi non uscire e non ricevere in casa operatori abusivi. Presto i vostri acconciatori e i vostri estetisti vi accoglieranno offrendovi tutta la sicurezza e la cura di sempre”.

 

Nel frattempo, Confartigianato Imprese Torino lavora per dare sostegno concreto alle imprese, e ai dipendenti, che hanno dovuto fermare l’attività.

 

Le imprese hanno voluto dimostrare che hanno a cuore la salute dei clienti prima ancora della loro bellezza e del lavoro – afferma Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – contemporaneamente, come sistema Confartigianato, lavoriamo a livello nazionale e locale, affinché garantiscano, con i prossimi provvedimenti, tutte le necessarie misure a compensazione del danno economico che molte attività stanno subendo in questo periodo”.

 

In questo momento parrucchieri, estetisti e tutti gli altri operatori del settore benessere, e i loro dipendenti, possono usufruire degli ammortizzatori sociali dell’Artigianato.

 

Alle imprese artigiane diciamo che non sono sole. infatti – sottolinea De Santisin caso di sospensione o riduzione del lavoro possono contare sul Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato, un fondo nazionale che garantisce supporto economico alle imprese in difficoltà”.

 

Le realtà del settore benessere, obbligate per decreto a sospendere tutte le attività, possono accedere a questi strumenti di sostegno, creati dalle organizzazioni datoriali e sindacali del settore artigiano.

L’obiettivo, condiviso con i Sindacati dei lavoratori – rimarca De Santis – è oggi più che mai quello di offrire una serie di prestazioni a datori e dipendenti, garantendo a questi ultimi un sostegno al reddito, e quindi riducendo licenziamenti e chiusure aziendali, soluzioni sempre dolorose per i nostri artigiani“.

 

Inoltre, ricordiamo come proprio le imprese artigiane del benessere, cura e salute della persona, spesso hanno donato il proprio materiale, come mascherine, guanti, camici, occhialini e disinfettanti, agli ospedali per supportare il lavoro di medici, infermieri e personale non sanitario in questi giorni così difficili di lotta al Coronavirus.

 

Nel momento in cui sarà finita questa straordinaria emergenza – conclude Falcocchio i nostri operatori potranno accogliere la propria clientela offrendo servizi ancora più mirati e novità importanti con entusiasmo e professionalità”.

 




E’ attiva presso l’unità di crisi della Regione Piemonte l’area funzionale: Welfare, sanità e protezione civile

È attiva presso l’Unità di Crisi della Regione Piemonte l’area funzionale formata da Welfare, Sanità e Protezione civile dedicata alla gestione dell’emergenza all’interno delle strutture per anziani, disabili e minori.

È stata inoltre creata la casella e-mail riservata alle segnalazioni di criticità presenti nelle strutture. “Stiamo facendo tutto il possibile – sottolinea l’assessore alle Politiche sociali, Chiara Caucino – per fronteggiare al meglio questa emergenza.

Stiamo lavorando per una prima ricognizione capillare, necessaria per conoscere il quadro attuale e affrontare al meglio le difficoltà dei cittadini piemontesi, soprattutto dei più fragili”.