Profondo rosso per il cinema piemontese

Nel 2020 le sale cinematografiche piemontesi hanno perso 47 milioni di euro di incasso, con oltre l’80 per cento di presenze in meno rispetto agli anni precedenti. Sono dati disastrosi per le oltre 300 aziende del settore, con 800 dipendenti e un indotto importante, molte delle quali rischiano di chiudere se non intervengono misure di sostegno efficaci”.

Lo hanno riferito in un’audizione della Sesta commissione sulla situazione dei cinema in relazione all’emergenza Covid i presidenti di Agis e Anec Piemonte, Luigi Boggio e Arrigo Tomelleri.

Per gli auditi il comparto potrà avere una ripresa non prima dell’estate, con il rischio che molti esercenti, anche in centro città a Torino, decidano di cessare l’attività perché non più in grado di coprire i costi fissi: “I benefici al settore non possono arrivare dal credito d’impresa, serve liquidità. Per questo chiediamo la possibilità di accedere alle risorse del Por-Fesr 2021-2027, rientrando nei bandi regionali rivolti alle piccole, medie e microimprese e a quelli sulla cultura, ma anche interventi mirati di Finpiemonte”.

Per riaprire le sale in modo economico sarà necessario garantire la sicurezza sanitaria e proiezioni che siano appetibili per il pubblico: “Prevediamo che quando riapriranno le attività del tempo libero ci sarà un aumento esponenziale della richiesta – hanno detto – come avvenuto con le riaperture dei cinema in Estremo Oriente. Oggi il nostro settore è essenziale al raggiungimento del risultato economico dei film, rappresentiamo il 70 per cento del fatturato, ma se non ci saranno più strutture sarà un problema”.

I consiglieri Gianluca Gavazza (Lega), Daniele Valle (Pd) e Francesca Frediani (Movimento 4 ottobre) hanno chiesto chiarimenti per capire come si possa intervenire sul bilancio regionale per andare incontro alle esigenze della categoria e quali siano i bandi di maggior interesse per il comparto.

L’assessore alla Cultura Vittoria Poggio è intervenuta per ricordare che incontrerà le associazioni il prossimo 18 febbraio per discutere in modo più approfondito le questioni, assicurando il massimo impegno della Regione in merito alle richieste sui bandi e la pianificazione del Por-Fesr.




All’economia montana un aiuto da 20,5 milioni di euro

L’Assemblea di Palazzo Lascaris ha ratificato la decisione della Giunta regionale di destinare oltre 20,5 milioni di euro alla economia montana e agli esercizi commerciali che hanno subito le restrizioni più penalizzanti a causa della pandemia da COVID-19, come la mancata apertura degli impianti sciistici. Si tratta di ristori una tantum a fondo perduto, in concorso con quelli previsti a livello nazionale, gestiti attraverso Finpiemonte.

La ratifica è passata con il voto favorevole della maggioranza, mentre i consiglieri delle opposizioni hanno garantito la loro presenza in Aula.

L’assessore Vittoria Poggio ha illustrato in Aula il provvedimento, definito una “delibera contenitore” approvata urgentemente per approfittare tempestivamente del meccanismo del Decreto legge 157/2020, per ristorare le categorie (individuate al momento con codici Ateco generali) più duramente colpite dalle chiusure derivanti dalla lotta alla pandemia da Covid 19. Per definire l’ammontare è necessario relazionarsi alle compensazioni economiche che il Governo intende mettere in atto per determinare, da parte piemontese, ristori adeguati alle reali situazioni. Un lavoro da condividere in Commissione con i rappresentanti politici di maggioranza e opposizione.

Tali misure sono destinate ai gestori degli impianti di risalita o fondo che garantiscano l’eventuale riapertura degli impianti qualora possibile; agli esercizi commerciali di vendita al dettaglio di abbigliamento; alle attività di noleggio e leasing di articoli sportivi e per il tempo libero; ai ristoranti e alle attività di ristorazione mobile; alle agenzie di viaggio e tour operator ed ai Club sportivi iscritti alla Federazione italiana sport invernali.

Vengono anche ristorate le guide alpine e naturalistiche; i maestri di sci, oltre alle attività ricettive alberghiere ed extra-alberghiere ed ai negozi all’interno dei centri commerciali soggetti a chiusura, le attività ricreative e di trasporto turistico.

Nel corso dei lavori sono intervenuti diversi consiglieri di maggioranza ed opposizione che hanno apprezzato il lavoro dell’assessore e la volontà di condivisione del provvedimento.

Per le opposizioni sono intervenuti: Daniele Valle (Pd), Sarah Di Sabato (M5s), Silvio Magliano (Moderati), Mario Giaccone (Monviso), Marco Grimaldi (Luv), Francesca Frediani (Gruppo misto – 4 ottobre). Le minoranze nei loro interventi hanno apprezzato la volontà di condivisione dell’assessore e la scelta delle categorie che operano nei territori montani, ricordando che tutto il mondo dello sport e non solo quello della neve hanno avuto gravi danni economici dalla pandemia. Evidenziata la diffusa fragilità contrattuale comune tra i lavoratori della montagna, del suo indotto e del comparto sportivo. Anche perché la montagna con le sue popolazioni devono essere supportate tutto l’anno, perché rappresentano il fondamentale presidio del territorio che per il Piemonte è anche un importante aspetto sociale ed identitario. Apprezzata, inoltre, la scelta del Governo che ha consentito alla Regione di predisporre la delibera con i ristori.

Sono anche stati presentati due emendamenti, con primo firmatario Grimaldi, per inserire le edicole tra le categorie da ristorare, che sono stati respinti dalla maggioranza su indicazione dell’assessore Andrea Tronzano. L’assessore ha motivato spiegando che, nella prossima deliberazione di Giunta si potranno ampliare le categorie e che, in quella sede, l’Esecutivo valuterà la proposta emendativa a favore delle edicole.

Numerosi anche i consiglieri di maggioranza che hanno preso la parola: Paolo Bongioanni (Fdi), Alberto Preioni e Valter Marin (Lega), Paolo Ruzzola e Carlo Riva Vercellotti (Fi) che hanno appoggiato l’azione dell’assessore Poggio. Tra le loro osservazioni, anche quella della necessità che il Governo centrale agisca rapidamente per consentire a sua volta la determinazione da parte regionale dei ristori. Rilevata anche la continuità della azione delle Giunta piemontese rispetto ai bonus già erogati a sostegno delle varie attività economiche. E’ stata rimarcata pure la concretezza, l’efficacia e la rapidità di azione dell’Esecutivo e l’importanza dell’aiuto per un comparto particolarmente importante in Piemonte, non solo nei termini della sua notevole incidenza sul Pil. Migliaia di lavoratori e partite Iva da aiutare (sono tremila solo i maestri di sci). Quest’ultimo atto dovrebbe portare a superare la somma totale di 150 milioni di euro di ristori erogati.

La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, potrà poi definire nel dettaglio le quote di riparto e i criteri di individuazione tra i beneficiari (con i relativi codici Ateco). Tra questi, la collocazione in Comuni montani, l’altimetria e la densità di popolazione e le sedi delle attività economiche.

Eventuali somme eccedenti potranno essere destinate al finanziamento di ulteriori nuove categorie economiche individuate dalla Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare.




Previsti 30 milioni per i ristori alle Rsa

Per aiutare le Rsa in difficoltà la Regione ha “previsto una cifra di 30 milioni di ristoro per i maggiori costi per il Covid, che otteniamo dal risparmio (involontario) di fondi non erogati alle strutture per l’integrazione delle rette, a causa della diminuzione del numero di ospiti. Sono cifre già a bilancio: 19,5 milioni per il 2020 e 10,5 milioni per l’anno 2021, quindi non andremo a gravare sul bilancio regionale”. Lo ha affermato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi in quarta Commissione, presieduta da Alessandro Stecco.

Durante la seduta ordinaria l’assessore ha illustrato la situazione economica e finanziaria in relazione ai due disegni di legge di sostegno alle strutture residenziali e di sviluppo delle forme associative di medicina generale.

“Nel 2020 – ha proseguito – a causa dell’emergenza Covid abbiamo visto un’importante riduzione degli accessi alle strutture, in alcuni casi il 35-40% di letti vuoti. Abbiamo raccolto l’appello di un settore in crisi anche per l’aggravio di costi, con il rischio fallimento per molte residenze”.

Il gruppo Pd, per voce dei consiglieri Raffaele Gallo, Monica Canalis, Daniele Valle e Domenico Rossi ha chiesto chiarimenti sulla modalità di erogazione dei fondi “visto che stiamo attingendo a dei Lea, quindi somme previste per le famiglie, che invece giriamo alle strutture. Rischiamo dei rilievi da parte della Corte dei Conti”.

In particolare Canalis ha richiesto dati certi sugli effettivi risparmi dai convenzionamenti, “una cifra che sarà definita a fine gennaio alla chiusura dell’ultimo trimestre 2020”, ha spiegato Icardi.

Per il capogruppo Luv, Marco Grimaldi, “andrebbe fatta un’analisi sui bilanci delle grandi multinazionali che non hanno certo bisogno dei nostri ristori. Dovremmo inserire nella legge dei criteri di equità”.

Nella seconda parte della seduta, con l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano è stato fatto un approfondimento sui capitoli di bilancio coinvolti dai due disegni di legge. Critiche le opposizioni sullo spostamento di 10 milioni di euro dal trasporto pubblico locale. Fondi che si conta di reintrodurre entro l’anno grazie a rinegoziazione dei mutui e possibili nuovi fondi statali, senza depotenziare il servizio, né soprattutto impattare sul rientro a scuola perché è stato finanziato dai prefetti, secondo l’assessore.

Ad inizio mattinata si è svolta l’audizione delle organizzazioni sindacali, che hanno chiesto di sospendere il percorso di approvazione del disegno di legge sullo sviluppo delle forme associative di medicina generale (Ddl 127).

I sindacati, intervenuti con i rappresentanti territoriali di welfare e sanità (Danila Botta Cgil, Luca Caretti Cisl e Francesco Lo Grasso Uil), hanno motivato rilevando che il tema del provvedimento – l’implementazione della medicina di gruppo e della rete dei medici di medicina generale – dovrebbe collocarsi all’interno di una profonda revisione della rete territoriale dei servizi, che anche la pandemia ha dimostrato essere deficitaria.
Questo è quanto emerso anche attraverso le domande poste agli auditi dal presidente Stecco e dai consiglieri Monica Canalis, Domenico Rossi e Daniele Valle (Pd), Sarah Di Sabato (M5s) e Marco Grimaldi (Luv).




Scorie nucleari, i parlamentari piemontesi a fianco dei Comuni

Un emendamento trasversale firmato dai parlamentari piemontesi; un tavolo di concertazione creato da Regione Piemonte per affrontare in modo condiviso il tema dell’eventuale insediamento in Piemonte del sito nazionale unico per il deposito di scorie radioattive; l’impegno di Città metropolitana e Regione Piemonte nell’affiancare i Comuni con il lavoro dei tecnici; la necessità di fare squadra sul territorio per difendere le eccellenze agroalimentari e turistiche sulle quali tanto si è investito negli ultimi anni; infine la presenza di errori ed imprecisioni contenuti nel documento di Sogin e la mancanza di trasparenza sui documenti.

Questi i principali punti emersi dalla videoriunione convocata dal vicesindaco di Città metropolitana di Torino Marco Marocco insieme all’assessore di Regione Piemonte Maurizio Marrone che questa mattina ha collegato i sindaci dei territori potenzialmente interessati con numerosi parlamentari piemontesi: presenti online Alessandro Benvenuto, Jessica Costanzo, Celeste D’Arrando, Silvia Fregolent, Carlo Giacometto, Alessandro Giglio Vigna, Stefano Lepri, Susy Matrisciano, Augusta Montaruli, Lucio Malan, Osvaldo Napoli, Elisa Pirro, Claudia Porchietto e Daniela Ruffino.

Alla videoriunione è intervenuto anche il presidente della Provincia di Alessandria Gianfranco Baldi in rappresentanza dei Comuni alessandrini coinvolti.

Ai parlamentari è stata chiesta da tutti i sindaci maggiore trasparenza da parte di Sogin che sul proprio sito internet non ha pubblicato i documenti necessari, oltre alla necessità di esplicitare i criteri con cui sono stati individuati i siti potenzialmente idonei; in particolare è stato chiesto di attivarsi per ottenere subito il rinvio o la sospensione dei termini per presentare le osservazioni proprio a causa della mancanza della documentazioni tecniche necessarie.

Da Matilde Casa sindaca di Lauriano e portavoce della zona omogenea 10 Chivassese e Ivana Gaveglio sindaca di Carmagnola e portavoce della zona omogenea 11 Chierese Carmagnolese sono state evidenziate le fortissime preoccupazioni del territorio e la presenza di gravi errori materiali nel documento di Sogin: con loro sono intervenuti anche i sindaci dei siti potenzialmente idonei, la sindaca di Caluso Maria Rosa Cena, Marco Formia sindaco di Mazzè e Antonio Magnone sindaco di Rondissone ugualmente preoccupati per le ricadute locali.

Molti parlamentari hanno ricordato di aver già presentato interrogazioni urgenti  e di aver chiesto chiarimenti anche ai Ministri sui criteri e le distanze, tutti hanno ribadito la disponibilità a sostenere la battaglia dei territori criticando il metodo con cui  stata resa pubblica una tematica di livello nazionale così delicata, con un’improvvisa accelerazione dopo anni di attesa e di ritardi; è stato anche richiamato l’impegno per monitorare il rispetto dei tempi del programma di smantellamento del sito nucleare di Saluggia, previsto entro il 2035.

Infine, è stato ribadito dai parlamentari come la procedura di scelta del sito sia in corso e che nessuna decisione è stata assunta: tutti hanno confermato la loro attenzione a questa partita per arrivare a soluzioni di sicurezza verso l’indispensabile creazione di un unico deposito nazionale nel sito più idoneo che presenta le migliori condizioni tecniche.

 




I saldi invernali dal 7 gennaio

I saldi invernali di fine stagione inizieranno in Piemonte giovedì 7 gennaio 2021 e si protrarranno per otto settimane. In questo modo sarà possibile una partenza uniforme per tutte le attività.

La Giunta regionale ha assunto questa decisione, spiega l’assessore al Commercio Vittoria Poggio, in quanto “l’ultimo Dpcm consentiva al commercio online di usufruire di due giorni di vantaggio sugli operatori in sede fissa per la chiusura di questi ultimi fino al 5 gennaio. Ma tutti devono essere messi sullo stesso piano. Ed è per questa ragione che, per evitare di avvantaggiare alcuni a discapito di altri, abbiamo deciso di far partire le vendite per tutti nello stesso giorno”.

Le associazioni di categoria hanno accolto favorevolmente la decisione della Regione, in linea anche con quella assunta dalla Lombardia.




Il 4 gennaio partenza in Piemonte del progetto “Scuola sicura”

Screening preventivo per tutti gli insegnanti e il personale scolastico, test di monitoraggio per gli alunni delle seconde e terze medie, progetti territoriali personalizzati, percorsi dedicati alla scuola nei Servizi di igiene e sanità pubblica delle aziende sanitarie: sono i quattro pilastri di “Scuola sicura”, progetto sperimentale – tra i primi in Italia – messo a punto dalla Regione Piemonte per garantire il ritorno in classe in sicurezza dopo le festività natalizie.

«Un’iniziativa – sottolinea il presidente Alberto Cirio – che ha solide basi scientifiche, perché predisposta dai nostri epidemiologi ed esperti, con il via libera anche del mondo medico».

Ad illustrarne i contenuti nel corso di una videoconferenza stampa l’assessore all’Istruzione, Elena Chiorino: «Si tratta di un progetto che comporta un investimento di 7 milioni di euro e che testimonia una volta di più l’attenzione che la Regione ha dedicato e continua a dedicare alla scuola. L’obiettivo è riprendere le lezioni in presenza con la massima sicurezza possibile e continuarle fino al termine dell’anno scolastico, garantendo così agli studenti il miglior diritto allo studio possibile nell’attuale situazione».

Nel dettaglio il progetto “Scuola sicura”, alla cui predisposizione hanno anche collaborato gli assessori alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, e alla Ricerca Covid, Matteo Marnati, prevede:
– dal 4 gennaio al 31 marzo 2021 lo svolgimento di uno screening mediante l’esecuzione su base volontaria, ogni 15 giorni, di un test antigenico o molecolare agli 83.000 componenti il personale docente e non docente dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia, primarie, secondarie di primo e secondo grado, agenzie formative del sistema dell’Istruzione e della Formazione professionale, previa prenotazione del proprio medico di medicina generale (per i non residenti in Piemonte è prevista una corsia preferenziale tramite il Sisp);

– dall’11 gennaio al 31 marzo 2021 lo svolgimento, con il supporto del referente Covid di ogni scuola, di uno screening modulare sui 75.000 studenti di seconda e terza media, che saranno sottoposti su base volontaria una volta al mese (ogni settimana viene testato un quarto di ogni classe) a tamponi molecolari e antigenici utilizzando gli hotspot presenti in tutto il Piemonte;

– progetti personalizzati di monitoraggio del mondo scolastico elaborati e promossi a livello provinciale e territoriale;

– potenziamento dei percorsi dedicati alla scuola nei Sisp, Servizi di igiene e sanità pubblica delle aziende sanitarie.

«In questo modo – ha puntualizzato l’assessore Chiorino – potremo monitorare l’andamento del contagio e contenerlo. Ai genitori chiediamo di accompagnare i figli all’hotspot una volta al mese. Prevediamo un’adesione del 70% degli interessati».

L’assessore ha inoltre sottolineato che la Regione sta anche lavorando «per supportare il lavoro dei medici e alleggerirli. Potranno essere definiti accordi territoriali per rafforzare il piano mediante la collaborazione con enti pubblici, privati e del Terzo settore».

«È un piano che si basa sulla collaborazione tra tutti gli attori fondamentali per la ripresa dell’attività scolastica – ha affermato Pietro Presti, consulente strategico Covid della Regione e coordinatore del Gruppo di lavoro epidemiologi che ha sviluppato il progetto di monitoraggio rivolto in particolare alle seconde e terze medie – Useremo sia tamponi molecolari che rapidi perché l’obiettivo è individuare tempestivamente eventuali positività. È un progetto pilota sperimentale che potrà fare da modello anche per altre Regioni».

«Il test a rotazione agli studenti delle classi della media inferiore serve per facilitare il tempestivo tracciamento dei casi in una fascia di età che, insieme alle superiori, si è dimostrata più esposta alla vie di contagio della vita scolastica e parascolastica, e che, più delle superiori, risulta vulnerabile all’impoverimento delle opportunità di apprendimento legato alla didattica a distanza. Dunque queste classi sono il destinatario che più può beneficiare di questo programma di prevenzione sanitaria della diffusione della infezione», ha dichiarato Giuseppe Costa, epidemiologo del gruppo di lavoro di cui fanno parte anche Paolo Vineis, Lorenzo Richiardi, Chiara Pasqualini e Carlo Di Pietrantonj.

In videocollegamento è intervenuto anche Fabrizio Manca, direttore dell’Ufficio scolastico regionale, che ha evidenziato come «con questo progetto articolato e complesso viene mantenuta la promessa del presidente Cirio di riprendere le lezioni in presenza per le seconde e terze medie, e si garantisce la pienezza dell’esercizio del diritto allo studio e la sicurezza del personale scolastico».

Il progetto, accanto al confronto con i rappresentanti dei lavoratori della scuola, ha avuto anche la condivisione del mondo medico. Guido Giustetto, presidente dell’Ordine dei Medici di Torino, anche a nome degli altri presidenti degli Ordini provinciali del Piemonte, ha evidenziato che «tornare alla didattica in presenza è molto importante e il progetto della Regione dà la garanzia di non sprecare energie permettendoci di raggiungere gli obiettivi, grazie anche alla collaborazione di tutti i colleghi medici». Roberto Venesia (Fimmg), Antonio Barillà (Smi) e Mauro Grosso Ciponte (Snami), rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei medici di famiglia, hanno aggiunto: «Consentire al più presto la riapertura delle scuole è quanto mai necessario per un Paese civile. Farlo nella massima sicurezza è un dovere e i medici di famiglia anche in questa occasione forniranno il loro contributo professionale».

 




Il Vax Day in Piemonte

Si è concluso in Piemonte il VaxDay, la giornata con la quale l’Unione Europea ha inteso dare il via simbolico alla vaccinazione anti-Covid.

Le 910 dosi del vaccino della Pfizer/Biontech destinate al Piemonte sono state consegnate all’ospedale Amedeo di Savoia di Torino dalle Forze armate, incaricate del trasporto dall’Istituto Spallanzani di Roma ed inserite in cryo-box, borsa che consente di mantenerlo ad una temperatura tra i 2 e gli 8°, unitamente ai materiali per la somministrazione (siringhe, aghi, diluenti).

Il personale dell’Amedeo di Savoia, punto di concentrazione del Piemonte, ha provveduto alla  suddivisione delle quantità assegnate alle 10 strutture individuate per la partenza simbolica della campagna vaccinale, dove la consegna delle fiale è stata affidata alla Protezione civile regionale.

I preparativi all’Amedeo di Savoia

Si è iniziato alle ore 9 nell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino, alla presenza dell’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi, del commissario generale dell’Unità di Crisi Vincenzo Coccolo, del commissario dell’Area giuridico-amministrativa dell’Unità di Crisi Antonio Rinaudo, del direttore dell’Asl Citta di Torino Carlo Picco e del responsabile delle Malattie infettive dell’Amedeo di Savoia, Giovanni Di Perri, che è stato il primo vaccinato, seguito dalla dott.ssa Valeria Ghisetti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia.

In mattinata inizio delle vaccinazioni anche alle Molinette, al Mauriziano e al San Giovanni Bosco di Torino.

Si è quindi proseguito nel resto del Piemonte:

  • ad Asti nella casa di riposo “Città di Asti” (presente il vicepresidente della Regione Fabio Carosso)
  • ad Alessandria nell’ospedale SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo (presenti gli assessori regionali Vittoria Poggio e Marco Protopapa)
  • a Rodello (CN) nella Rsa La Residenza (presente il presidente Alberto Cirio con Marco Brunetti, vescovo di Alba e delegato della Conferenza episcopale piemontese per la Pastorale della salute)
  • a Novara nell’ospedale Maggiore della Carità e poi alle 13 nella Rsa De Pagave (presente l’assessore Matteo Marnati)
  • “La speranza riparte da questa giornata – ha dichiarato il presidente Cirio – Un po’ di luce dopo tanti mesi di buio. Il vaccino è un’opportunità che ha i suoi piedi ben radicati nella scienza e una mente che guarda lontano ed è davvero una fonte di speranza per l’anno nuovo che sta per iniziare. Oggi è stata una giornata storica, perché abbiamo un’arma in più, ma anche una giornata simbolica per dire che il vaccino non è obbligatorio ma è fortemente raccomandato dalla comunità scientifica. Ora siamo tra il 70 e l’80% di persone che hanno dato la disponibilità al vaccino, ma le giornate come questa servono per comunicare che bisogna avere fiducia nelle istituzioni del farmaco, europee ed italiane, che hanno vagliato questo strumento. Spetterà a noi istituzioni lavorare per sensibilizzare e dire che è un gesto di amore per se stessi ma anche nei confronti degli altri. Sono dosi che portano la vita”.

    “È stato un inizio simbolico – ha affermato l’assessore Icardi – Domani e dopodomani arriveranno ulteriori 40.000 dosi e cominceremo davvero a vaccinare i nostri sanitari, il personale socio-sanitario e i soggetti più fragili, che sono gli ospiti delle Rsa. Ci stiamo organizzando anche con altri tipi di vaccini. Sarà una campagna epocale, ci saranno anche delle assunzioni di personale. Abbiamo di fronte ancora qualche mese di sofferenza, ma inizia la discesa”.

    L’assessore alla Ricerca Covid, Matteo Marnati, ha puntualizzato che “aspettavamo questo giorno da febbraio, i vaccini finalmente sono arrivati, è la svolta nella lotta al Covid”.




Consiglio regionale: approvato il Piano sicurezza integrata

Innovative bodycam in dotazione alla Polizia locale dei Comuni, aumento delle telecamere sul territorio, istituzione del Controllo di vicinato e azioni di inclusione sociale, per una spesa totale di 1 milione e 800 mila euro.

Questi i pilastri fondamentali del piano della Sicurezza integrata proposto dall’assessore Fabrizio Ricca con una delibera di Giunta e approvato a maggioranza oggi dall’Aula di Palazzo Lascaris. I coordinatori dei gruppi di Controllo di vicinato, dovranno essere auspicabilmente individuati tra i componenti delle forze dell’ordine competenti per territorio.

L’aspetto preponderante delle nuove norme – anche dal punto di vista finanziario – riguarda i sistemi di sicurezza integrata: soprattutto l’incremento della videosorveglianza sul territorio e la dotazione sperimentale di bodycam alla polizia locale degli otto capoluoghi di provincia. Il piano prevede anche l’istituzione del Controllo di vicinato con la partecipazione attiva dei cittadini nella prevenzione della criminalità sul territorio, in collaborazione con le forze dell’ordine.

Il piano prevede anche alcuni interventi di inclusione sociale: progetti contro la devianza e il disagio giovanile per il miglioramento delle zone degradate delle periferie delle città, che però sono stati ritenuti insufficienti da molti consiglieri di opposizione ripetutamente intervenuti nel corso della discussione.

Altri fondi sono previsti per pagare gli straordinari alla polizia locale in seguito all’emergenza Covid e per l’installazione di videocamere sui taxi e sui servizi di trasporto pubblico locale.

“Per il Piemonte abbiamo pensato a un piano serrato che traduca il concetto di ‘sicurezza’ in qualcosa di concreto e vivo – ha detto l’assessore Ricca -. Attraverso la formazione del personale, dandogli in dotazione strumenti tecnologici all’avanguardia ma anche ricorrendo, per la prima volta, a un piano di studio del fenomeno criminale, dei dati che lo caratterizzano e lo anticipano e delle ricerche che propongono strade all’avanguardia per combatterlo, siamo intenzionati a dare una svolta radicale all’approccio sul tema”.

“Il desiderio di sicurezza dei cittadini, la loro richiesta di non aver paura di uscire di casa la sera, di fare una passeggiata al parco è sempre più presente – ha aggiunto -. È un nostro dovere dare risposte che siano all’altezza delle loro richieste”.

Le opposizioni sono intervenute in particolare criticando la scarsità di risorse per la formazione professionale degli agenti (sono previsti 100 mila euro) e la mancanza di concrete misure che si riferiscano all’inclusione sociale, enunciata nel provvedimento di Giunta ma non specificata nelle sue azioni puntuali.

Per quanto riguarda il delicato argomento del Controllo di vicinato previsto nel piano, diversi esponenti dell’opposizione e anche parte della maggioranza hanno espresso perplessità sulla figura del Coordinatore che dovrebbe essere un esponente delle forze dell’ordine o comunque rapportarsi con loro nello svolgimento del suo compito. L’assessore ha assicurato che i Coordinatori lavoreranno in stretto collegamento con la Prefettura.

Con un emendamento di Paolo Bongiovanni (Fdi) è stato appunto inserito che “auspicabilmente” i coordinatori dovranno essere individuati tra i componenti delle forze dell’ordine, ma l’opposizione ha obiettato che tale formula non è vincolante.

L’assessore Ricca ha ricordato che il controllo di vicinato è disciplinato da norme nazionali e svolto comunque in stretta relazione con le autorità competenti e appunto la Prefettura e che la delibera piemontese richiama in toto tali norme statali.

Respinti gli emendamenti di opposizione.

Prima della votazione finale sul provvedimento, l’Assemblea ha approvato l’ordine del giorno collegato del primo firmatario Bongiovanni (Fdi), con emendamenti, per estendere il programma sperimentale della fornitura dei dispositivi di protezione agli agenti di polizia locale “Body Cam”. Il documento impegna il presidente e la Giunta regionale a estendere a tutti i Comuni piemontesi nel 2021 e 2022 il Programma sperimentale della fornitura dei dispositivi di protezione individuale agli agenti di polizia locale denominati “Body Cam” e il progetto sperimentale finalizzato a elevare i livelli di sicurezza dei titolari di licenze taxi contenuti nella deliberazione n.118, “Linee programmatiche di intervento e azioni prioritarie in materia di sicurezza integrata”, anche con richiesta di ulteriori fondi al Ministero dell’Interno qualora non disponibili nel bilancio regionale.




Infrastrutture Piemonte, un nuovo portale per monitorare tempi e risorse

Oltre 50 opere sul territorio regionale, per un valore complessivo di circa 29 miliardi, tra progetti, proposte progettuali, cantieri appaltati e cantieri avviati: questo il raggio d’azione del nuovo portale di OTI Piemonte, l’Osservatorio Territoriale Infrastrutture nato nel 2001 su iniziativa di Confindustria Piemonte con Unione Industriale e Camera di commercio di Torino per monitorare lo stato di avanzamento dei progetti infrastrutturali strategici.

L’Osservatorio amplia ora la sua rete di partner con l’adesione di Regione Piemonte e Unioncamere Piemonte, dando al progetto un pieno respiro regionale e con l’aggiornamento del portale presentato oggi – – diventa un vero e proprio strumento di coordinamento e monitoraggio sull’avanzamento delle opere, con particolare attenzione al rispetto delle tempistiche, segnalando eventuali emergenze e criticità nel caso non vengano rispettate.

Un’attività continuativa, che si esprime in maniera dettagliata nel Rapporto annuale OTI Piemonte, il primo dei quali è previsto entro marzo 2021, con una valutazione semaforica a evidenziare criticità, ritardi e avanzamenti.

Il sito raccoglie i dati che riguardano i progetti programmati o in fase di realizzazione in Piemonte, individuati integrando le priorità espresse dai territori e in collaborazione con la Regione, con un aggiornamento periodico. Sulle otto province, sono quindi oltre 50 i focus di attenzione tra Corridoi internazionali (Mediterraneo e Reno-Alpi), Opere ferroviarie e stradali, Trafori e valichi, Nodi logistici, Sviluppo Banda Ultra Larga. La mappatura consente di navigare per Sistemi infrastrutturali, che raggruppano le opere afferenti alla stessa rete di connessione, oppure per Settori. Per ogni progetto presente in elenco è stata predisposta una Scheda informativa che consente di valutare i progressi nello stato di avanzamento o gli eventuali ritardi.

L’aggiornamento del portale dunque arricchisce e rende più fruibili le informazioni raccolte, ispirandosi a principi di trasparenza, affidabilità e chiarezza.
«Il Piemonte rappresenta circa l’8% del PIL nazionale, è una delle regioni industriali più potenti e multisettoriali in Italia e in Europa e con Liguria e Lombardia fa battere il cuore manifatturiero del Nord Ovest – ha commentato il Presidente di Confindustria Piemonte Marco Gay – Le nostre imprese per competere devono poter contare su una rete infrastrutturale moderna, veloce, con tempi di realizzazione certi e servizi logistici in grado di supportare processi produttivi innovativi.

Ecco che quindi il progetto OTI Piemonte può diventare uno strumento chiave, di controllo e sollecitazione. Spesso ci siamo resi conto che non sono le risorse a mancare, ma un metodo di lavoro, le procedure, il senso del tempo che passa, il coordinamento tra istituzioni e territorio. Con l’ingresso dei nuovi partner, pubblico e privato ora collaborano su un settore, quello delle infrastrutture, che è strategico per lo sviluppo e l’attrattività del territorio. Altra novità importante è l’inclusione nel monitoraggio anche delle opere immateriali, indispensabili al funzionamento efficiente delle reti e dei nodi logistici».

«La Regione Piemonte ha aderito al progetto di monitoraggio delle opere realizzato da Confindustria Piemonte – ha sottolineato l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi – riconoscendone il valore e il contributo che rappresenta. La sinergia tra gli enti coinvolti consentirà uno screening più puntuale dell’andamento delle opere, mettendone in luce avanzamenti e criticità. La mappatura aggiornata degli interventi consente una visione immediata e globale della situazione, utile per impostare ragionamenti di impatto e di sviluppo nei territori interessati».

«Abbiamo aderito con interesse a OTI Piemonte, insieme a Confindustria Piemonte e Regione Piemonte, perché il programma rientra appieno nelle strategie delle Camere di commercio: monitorare le criticità e raccontare lo stato di avanzamento dei progetti infrastrutturali ritenuti strategici per il territorio è un elemento imprescindibile per sostenere la nostra economia e le nostre imprese.

Avere reti di trasporto efficienti e conoscere i tempi di realizzazione dei vari interventi consentirà una programmazione più efficace della logistica aziendale e della distribuzione delle merci piemontesi e, allo stesso tempo, consentirà valutazioni trasparenti e affidabili anche per il futuro” ha evidenziato il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia.

Con questo aggiornamento, il portale OTI Piemonte propone un nuovo modo di monitorare e raccontare le opere infrastrutturali, per sistemi e settori e si pone i seguenti obiettivi:
informare imprese e cittadini sulle tempistiche di avvio e realizzazione delle opere nei vari territori evidenziare le criticità finanziarie, tecniche e politiche familiarizzare con gli obiettivi 2030, regionali ed europei.

Tra le oltre 50 opere sotto osservazione, particolare attenzione verrà posta al rispetto delle priorità e certezza di tempi e risorse per:
il corridoio Mediterraneo, tratta Torino-Lione TEN-T
il corridoio Reno Alpi Genova-Rotterdam, con la tratta Genova-Milano-Novara (Terzo Valico appenninico)
il potenziamento, l’estensione e il completamento di
autostrada Asti-Cuneo
Pedemontana Piemontese -1 lotto tra Masserano e Ghemme
lavori autostrada Torino- Milano
linea 1 e linea 2 della Metropolitana di Torino
integrazione della provincia di Alessandria nel sistema logistico del nord-ovest, 
nonché come retro porto del sistema ligure e centro di eccellenza della logistica.

Solo così si potranno rafforzare i collegamenti con le aree più industrializzate d’Europa, connettere il Piemonte con l’area Orientale-Balcanica e l’Estremo Oriente, incrementare i livelli di competitività sui mercati internazionali e ridurre l’impatto ambientale dei trasporti, trasferendo significative quote di traffico merci dalla strada alla ferrovia: Obiettivo 2030.

 

 




Consiglio regionale: Assestamento, focus su studio e cultura

Più risorse per il diritto allo studio e per la copertura di tutte le richieste per l’accesso alle borse universitarie. È stato questo il principale tema della discussione del mattino in prima Commissione, presidente Carlo Riva Vercellotti, dove è proseguito l’esame degli emendamenti all’assestamento di bilancio.

Nel corso del dibattito, caratterizzato dagli interventi dei consiglieri M5s (Francesca Frediani, Giorgio Bertola e Sarah Disabato), Pd (Maurizio Marello, Domenico Ravetti, Sergio Chiamparino, Monica Canalis, Diego Sarno e Daniele Valle) e Luv (Marco Grimaldi), è stato più volte sottolineato che quello appena passato è stato un periodo difficile, anche per gli studenti e le studentesse: per questo è necessario quindi aumentare la dotazione per l’erogazione delle borse universitarie a tutti gli aventi diritto. Sui voucher per istruzione e frequenza è stato chiesto di finanziare tutte le richieste, o quantomeno di arrivare a coprire le situazioni di povertà relativa.

Grimaldi ha inoltre sollecitato la necessità di rendere obbligatorie per la Regione le spese per il diritto allo studio.

Gli emendamenti chiedono infine specifici sostegni finanziari alle famiglie anche per la didattica a distanza e per colmare il digital divide. I gruppi di opposizione hanno anche chiesto un’informativa all’assessora all’Istruzione Elena Chiorino su tutte le criticità che il mondo scolastico ha dovuto affrontare e sta affrontando in questi mesi.

La seduta del pomeriggio si è focalizzata sugli emendamenti per il settore culturale.

Dal gruppo Pd sono stati presentati tre emendamenti (primo firmatario Raffaele Gallo) per aumentare i fondi 2021 a enti e associazioni culturali (1 milione di euro), alle realtà partecipate e convenzionate (1 milione di euro) e ulteriori dotazioni per il 2020 (500 mila euro).

Per i consiglieri Alberto Avetta, Monica Canalis, Sergio Chiamparino, Maurizio Marello, Domenico Ravetti, Domenico Rossi, Diego Sarno e Daniele Valle “la cultura sta vivendo una grande difficoltà. Nella nostra regione ci sono grandi eccellenze che hanno saputo reinventarsi anche con attività online, ma non è sufficiente. La cultura è stata un grande motore di sviluppo e attrazione turistica per Torino e la regione, c’è grande ritardo sui bandi e sui contributi, mentre si sono voluti utilizzare 3 milioni di euro per il bonus cultura”. Considerazioni condivise anche da Grimaldi.

Un quarto emendamento specifico sugli ecomusei regionali (+ 150 mila euro) è stato illustrato dalla consigliera Canalis: “La rete ecomusei è fondamentale per far conoscere ai visitatori la realtà storica, naturale e culturale della nostra regione. È un patrimonio che non possiamo disperdere”.

Il gruppo 5 Stelle, per voce della prima firmataria Frediani e della consigliera Disabato, ha presentato due emendamenti per il sostegno al sistema bibliotecario “di cui è persino superfluo sottolineare l’importanza” e per il Museo di Scienze Naturali “per cui è stato studiato un progetto per la riapertura, ma non è chiaro quale sarà il suo destino”.

Sempre dal Pd, infine, due emendamenti per aumentare di 120 mila euro sia sul 2020, sia sul 2021, i fondi per le attività culturali e di spettacolo.

Dalle forze di opposizione presenti è stato stigmatizzato il metodo con cui si sta portando avanti la discussione sull’assestamento, senza una reale possibilità di confronto con la Giunta regionale.