Idroelettrico e concessioni, Colombero (Uncem): “Regione deve coinvolgere gli enti locali”

La legge approvata ieri dal Consiglio regionale del Piemonte in merito alle concessioni idroelettriche e al loro rinnovo deve coinvolgere di più gli Enti locali.

La legge, come già Uncem aveva sottolineato nel Consiglio delle Autonomie locali, fissa pochi paletti rimandando le vere decisioni a provvedimenti attuativi, molti e complessi. Lavoreremo sicuramente ai tavoli tecnici previsti dalla Direzione regionale Ambiente e risorse idriche.

Di certo, il punto fermo è che i 60 milioni di euro l’anno circa che la Regione incassa come canoni delle concessioni, devono tornare ai territori montani. E gli Enti locali devono essere protagonisti e non spettatori nel meccanismo di rinnovo delle concessioni. Anche le ‘Comunità energetiche’ possono essere uno snodo importante per i territori.

Ma il nuovo modello di assegnazione e le premialità dei bandi devono avere come fulcro i territori montani, dove insistono gli invasi e dove l’acqua unita alla forza di gravità diventa ricchezza. Che oggi lascia poco, ma che in futuro, con i rinnovi, deve assicurare di più. Senza intaccare i ‘sovracanoni’ che già oggi arrivano ai territori.

Preserviamoli. Proteggiamo questa forma storica, dal 1953, di ‘pagamento dei servizi ecosistemici’. E i canoni regionali, tornino alla montagna. Così il Piemonte sarà la prima regione italiana veramente sussidiaria e con lo sguardo politico-istituzionale vincente verso la montagna”.

Lo afferma Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte



Consiglio regionale: “Emergenza Covid: rinviare il concorso per docenti”

Attivarsi presso il Governo e le autorità sanitarie affinché il concorso per docenti della scuola di primo e di secondo grado venga rinviato a causa dell’emergenza Covid 19. A questo impegna la Giunta regionale l’Ordine del giorno presentato dalla prima firmataria Alessandra Biletta (Fi), approvato dal Consiglio regionale a maggioranza al termine dei lavori della seduta odierna.

Il documento, prendendo atto dell’emergenza sanitaria in corso, intende “tutelare la salute dei lavoratori e delle lavoratrici del mondo della scuola e di tutti gli studenti, evitando così il rischio di contribuire in modo peroicoloso e inutile all’aumento di contagi”.

Il dibattito prima della votazione è stato aperto da Marco Grimaldi (Luv), che si è dichiarato favorevole al documento.

Sean Sacco (M5s) ha invece definito l’impostazione generale dell’Odg “un mero attacco alla ministra dell’Istruzione”.

Diego Sarno (Pd) ha infine osservato che il documento avrebbe meritato una discussione più articolata.




Approvata la legge sulle concessioni idroelettriche

Approvato a maggioranza il disegno di legge “Assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico” (non hanno partecipato le opposizioni e il gruppo Luv ha espresso voto contrario), un testo volto principalmente a disciplinare le modalità di rinnovo delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche.

La seduta del Consiglio regionale è stata presieduta da Stefano Allasia.

Il testo promuove la trasparenza e la sostenibilità anche in prospettiva ambientale, territoriale e sociale.

L’articolato prevede il sostegno delle energie rinnovabili e, oltre agli interventi di compensazione dei territori interessati, le riqualificazioni ambientali dei bacini a valle degli invasi. Altro obiettivo è quello del mantenimento della continuità fluviale e del rilascio del flusso d’acqua minimo vitale. Ci sarà la possibilità, quindi, di inserire nei bandi specifici criteri per la individuazione della migliore offerta.

Dopo il passaggio dal demanio alle Regioni delle infrastrutture idroelettriche, la Regione Piemonte dovrà riassegnare 67 concessioni che erano dello Stato, come primo passo verso la gestione autonoma di dighe e invasi utilizzati per la produzione di energia. Si tratta di riassegnare le concessioni superiori a 3.000 kw, in particolare undici sono scadute e i bandi per le assegnazioni dovranno partire entro il 2022. Viene ribadita la priorità dell’uso idropotabile dell’acqua.

Nelle dichiarazioni di voto, Paolo Bongioanni (Fdi) ha parlato di una rimodulazione organizzativa per coinvolgere il territorio, di un nuovo modello di sviluppo soprattutto per le aree montane, i territori che producono energia.

Alberto Avetta (Pd), sottolineando l’importanza economica ed ambientale della legge si è detto non del tutto soddisfatto perché alcune proposte emendative formulate, volte a trovare equilibrio tra economia ed ambiente, sono state respinte. Approvate comunque quelle sull’interesse pubblico.

Per Alberto Preioni (Lega) si tratta di un provvedimento rivoluzionario, molto positivo anche per le casse del Piemonte perché arriveranno decine di milioni di euro con una sorta di compensazione ambientale per le zone montane.

Anche il gruppo M5s non è rimasto pienamente soddisfatto, soprattutto sugli aspetti ambientali. Il capogruppo Sean Sacco ha rilevato come questa è una legge che si attendeva da troppo tempo e sulla quale siamo stati richiamati anche dalla Commissione Ue.

Soddisfatto l’assessore all’Energia, Matteo Marnati, che ha parlato di un grande lavoro per una legge che regolerà la materia nei prossimi decenni e di un ritorno economico abbastanza immediato per la Regione ma anche di un ritorno ambientale con un aumento del 15% di energia pulita prodotta con l’utilizzo di meno acqua. Con questa legge si capirà che le Regioni potrebbero dare un grande contributo sul tema ambientale.

Anche il presidente della Regione, Alberto Cirio ha commentato, sottolineando che nonostante l’emergenza il Piemonte va avanti con dei progetti strategici per gestire liberamente e con equilibrio le risorse più preziose e importanti. Un modo anche per ridurre la concorrenza verso le nostre imprese da parte dei competitori di quei paesi dove il costo dell’energia è notevolmente inferiore.




Confindustria Piemonte incontra i parlamentari

Si è tenuto oggi, in videoconferenza, l’incontro tra Confindustria Piemonte e i parlamentari nazionali ed europei eletti in Piemonte. Tre gli ambiti principali delle proposte avanzate dagli industriali per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR: contenuti per il Piano Transizione 4.0 e capitale umano, ITS e istanze in tema di lavoro, Infrastrutture e Corridoi Europei.

«Il nostro Piemonte è una delle regioni più importanti del Paese – ha dichiarato Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemontee può esprimere eccellenze in termini di prodotti, processi, servizi, e anche grandi capacità imprenditoriali, come ha dimostrato la reazione al fermo delle attività. Gli assi prioritari su cui agire per consolidare la ripartenza appena avviata sono chiari: trasformazione 4.0 dell’industria, sostenuta da competenze specializzate; politiche a supporto della produttività del lavoro e infine infrastrutture, materiali e immateriali, efficienti. Il Piano su cui stiamo lavorando insieme ai nostri parlamentari ci offre gli strumenti necessari a rafforzare la competitività e lo sviluppo del territorio, dobbiamo saper cogliere questa opportunità con un’azione concertata tra tutti gli attori».

SISTEMA PRODUTTIVO

Primo tema chiave per la ripartenza e lo sviluppo del sistema produttivo è il sostegno all’industria in ottica di trasformazione digitale: accanto ai progetti già attivi come DIH Piemonte e CIM4.0, altre iniziative tra cui il Manufacturing Technology and Competence Center e l’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale necessitano di essere consolidate. Agenda Digitale, completamento del Piano BUL regionale e sviluppo della tecnologia 5G evidenziano un oggettivo deficit di sviluppo per il Piemonte, mentre particolare attenzione va posta al sostegno alle filiere regionali di specializzazione intelligente (S3). Per quanto riguarda i Poli di Innovazione, occorre proseguire l’esperienza positiva dei cluster anche nella programmazione 2021-2027. Capitolo misure di sostegno alle imprese, PMI in particolare, è urgente avviare e monitorare il confronto a regia nazionale per la predisposizione del prossimo Accordo di Partenariato. In ottica di Transizione verde, infine, attuare interventi per perseguire la sostenibilità e la tutela ambientale nei processi industriali.

ITS E LAVORO

Fondamentale mettere in campo azioni per il consolidamento e la crescita del sistema ITS e definire ambiti formativi coerenti fra ITS e Università riducendo dispersione, abbandono e mismatch domanda/offerta di lavoro tecnico. Si avanzano inoltre alcune osservazioni alle misure in materia di lavoro contenute nelle Linee Guida del PNRR: riduzione del costo del lavoro attraverso la diminuzione dei contributi sociali a carico del datore; aumento della produttività del lavoro attraverso incentivi fiscali al welfare contrattuale e promozione della contrattazione decentrata; promozione di percorsi di digitalizzazione nei luoghi di lavoro; promozione della flessibilità oraria; riforma degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro.

INFRASTRUTTURE 

Strumento di competitività di territori e imprese per assicurare quantità e qualità negli «scambi», le infrastrutture necessitano di una visione a lungo termine e priorità a investimenti in grado di garantire una mobilità, di persone e merci, sicura, veloce, moderna e connessa. Obiettivi prioritari rimangono, per il settore ferroviario, il completamento del disegno europeo TEN-T delle linee AV in Italia; per la logistica, lo sviluppo della retroportualità piemontese e la Digitalizzazione del sistema delle merci attraverso la Piattaforma Logistica Nazionale digitale; manutenzione e sicurezza per la rete stradale e autostradale, con un’attenzione particolare alla ricostruzione nei luoghi investiti dai recenti eventi alluvionali.

 

 




Torino. Emergenza cinghiali, per Marocco e Azzarà occorrono norme chiare

Il problema della presenza degli ungulati in zone rurali e ora anche urbane è da troppo tempo irrisolto e, oltre a mietere vittime sulle strade e a provocare danni economici all’agricoltura, mette in difficoltà le Città Metropolitane e le Province.

Il contenimento della fauna selvatica è infatti regolato da leggi nazionali e regionali che poi affidano a Province e Città Metropolitane la programmazione e l’attuazione”: lo sottolinea il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco, commentando la notizia dell’abbattimento di alcuni cinghiali nel parco Mario Moderni di Roma.

“Non sono un cacciatore e nemmeno un animalista, – precisa Marocco – ma sono un amministratore pubblico. Qualcuno si deve occupare del problema a livello normativo e sopratutto finanziario, decidendo qual è la scala dei valori da prediligere e contemperando gli interessi e le sensibilità. In questo stallo istituzionale, oltre al dolore per l’abbattimento dei cinghiali, ma soprattutto per le troppe vittime della strada, la mia solidarietà va ai dipendenti della Città Metropolitana di Roma, che hanno applicato le norme con lealtà istituzionale e professionalità”.

Secondo Barbara Azzarà, Consigliera metropolitana delegata all’ambiente e alla tutela della fauna e della flora, “il legislatore nazionale e quello regionale devono decidere quali priorità perseguire, quali e quante risorse destinare al contenimento della specie e con quali modalità le Città Metropolitane e le Province devono operare. Agricoltori e utenti della strada hanno il diritto di ricevere risposte rapide, efficaci e basate su una valutazione scientifica dei metodi migliori per ristabilire l’equilibrio naturale in termini di popolazione di ungulati presente sul territorio”.




Il Cordoglio del presidente Alberto Cirio, per la scomparsa di Jole Santelli

In mattinata è arrivato il commento del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, collega di partito della Santelli in Forza Italia:

È un dolore grandissimo. Jole era ed è una persona a cui volevo e voglio molto bene. La sua scomparsa è una perdita personale, ma è anche una grande perdita per il nostro Paese, perché è una persona che ha sempre messo prima il suo territorio, la sua Calabria, il suo impegno istituzionale, prima di qualsiasi altro interesse di partito o politico. Ci mancherà tanto.

Prendiamola a esempio di come ci si deve comportare nei nostri ruoli istituzionali e anche per ricordare che le altre malattie continuano purtroppo a esistere e questa convivenza con la recrudescenza del Covid ci deve allarmare sulla necessità di mantenere gli ospedali attivi e al servizio della popolazione per ogni patologia.




Il cordoglio del presidente Stefano Allasia per la scomparsa di Jole Santelli

A nome del Consiglio regionale del Piemonte desidero esprimere profondo cordoglio per la scomparsa di Jole Santelli, prima donna presidente della Regione Calabria.

Persona generosa, appassionata e combattiva, da sempre stimata da tutti, è stata un’amministratrice fortemente legata alla propria terra.

Sincera vicinanza alla sua famiglia e ai suoi cari in questa triste giornata.




Emergenza alluvione, CCIAA Cuneo: incontro straordinario, “La priorità è la ripartenza delle nostre imprese”

Di fronte al dramma che, in poche ore, ha sconvolto e distrutto il cuore della nostra Provincia, il presidente della Camera di Commercio di Cuneo Mauro Gola annuncia la volontà di condividere con i membri di Giunta le linee di intervento, attivando anche sinergie con le istituzioni, con il sistema camerale e con i partner italiani e francesi del piano di cooperazione Alpimed per destinare fondi e dare un sostegno concreto alle attività economiche.

Spiega il presidente dell’Ente camerale, Mauro Gola: “Le nostre imprese sono dinamiche, eccezionali e sono abituate a rialzarsi, nonostante questo serio momento di difficoltà vada ad aggiungersi alle criticità dell’emergenza sanitaria che ha pesantemente condizionato tutti i settori economici. Siamo chiamati a fare la nostra parte per aiutarli a riaprire le aziende. Per prima cosa, convocheremo al più presto la Giunta per destinare le risorse disponibili innanzitutto al sistema neve. Limone Piemonte e Garessio sono paesi devastati, le stazioni sciistiche sono letteralmente andate distrutte, mettendo in ginocchio un indotto che, soprattutto nei mesi invernali, vive grazie al settore turistico”.

Prosegue Gola: “Molte delle località pesantemente colpite da questa alluvione sono al centro del piano di cooperazione transfrontaliera per lo sviluppo sostenibile in materia di economia, ambiente e servizi ai cittadini. Per questo, con la Métropole di Nizza, la Regione Liguria e il Parco Alpi Marittime e Mercantour, in rappresentanza di tutto il partenariato, intendiamo dare priorità, rispetto ai progetti già in corso, alla gestione di questa emergenza, indirizzando i fondi disponibili al servizio della ricostruzione e delle imprese”.

Di fronte a questa emergenza si è mobilitata anche la rete delle Camere di commercio, che vede accanto all’Ente cuneese, con Eurocin Geie, la Camera di commercio delle Riviere di Liguria, la Camera di commercio e industria di Nizza e la Camera di commercio italiana a Nizza, con l’obiettivo di dare vita ad azioni concrete e sinergiche sul territorio delle Alpi del Mare.

 




La piattaforma tecnologica piemontese “COVID19” è stata pubblicata su Developers Italia

La piattaforma Covid-19 realizzata dal CSI per la Regione Piemonte è ora disponibile su Developers Italia, il portale nazionale che ospita tutti i principali progetti tecnologici del nostro Paese.

Punto di riferimento per il software della Pubblica Amministrazione, su Developers Italia gli enti pubblici o le aziende che lavorano per loro possono trovare le risorse utili e la community per lo sviluppo dei servizi digitali nonché il catalogo del software pubblico.

Creata in collaborazione tra AgiD e il Team per la trasformazione Digitale, il portale ha infatti l’obiettivo di sviluppare i progetti digitali della pubblica amministrazione in modo più efficace e veloce, creando un ambiente aperto, in grado di promuovere l’interazione con gli sviluppatori del settore pubblico e privato.

“Siamo orgogliosi che la piattaforma Covid-19 realizzata dal CSI per affrontare l’emergenza coronavirus – ha dichiarato Pietro Pacini, Direttore Generale del CSI – sia entrata a far parte di questo catalogo nazionale. È una soluzione unica in Italia che vogliamo mettere a disposizione di altre amministrazioni e che può essere davvero di supporto nella gestione della pandemia. Ad oggi ci sono già state manifestazioni di interesse da parte di altre Regioni con le quali sono in corso degli approfondimenti”.

Ma cosa permette di fare in concreto la piattaforma Covid-19? Richiesta ed esitazione dei tamponi, registrazione dei test sierologici sul personale scolastico, presa in carico dei pazienti, dimissioni, trasferimenti, gestione delle quarantene e degli isolamenti fiduciari, aggiornamento del diario clinico del paziente da parte di tutti coloro che agiscono sul territorio (Medici di Medica Generale, Unità Speciali di Continuità Assistenziale, Servizi di Igiene e Sanità Pubblica), tracciatura della catena dei contatti a rischio. Queste le principali funzionalità che consentono di fatto di gestire in tempo reale tutte le informazioni cliniche ed epidemiologiche in possesso dei vari attori coinvolti, dando loro la possibilità di analizzarle e decidere in tempi stretti.

Oggi la piattaforma in Piemonte è utilizzata da 18 Aziende Sanitarie regionali, 28 laboratori di analisi pubblici e privati convenzionati. Con credenziali di accesso rilasciate a più di 12.000 utenti, tra cui  più di 2.500 operatori sanitari (tra cui gli operatori dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica – SISP), 4.900 Medici di medicina generale e Pediatri di libera scelta, circa 490 Medici USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale), circa 1.300 Medici di Emergenza e Continuità assistenziale, 1.181 Sindaci, oltre 300 rappresentanti delle forze dell’ordine e 30 operatori dell’Unità di Crisi.

Sul piano tecnico la piattaforma si basa su infrastruttura cloud ed è completamente open source. “Da anni le nostre scelte tecnologiche – ha sottolineato Pacini – sono orientate all’adozione di software libero. Un modello di sviluppo efficace che abbiamo valorizzato dedicandogli uno dei nostri otto Centri di eccellenza aziendali per promuovere progetti di innovazione per i nostri clienti e per tutto il territorio. È notizia di questi giorni che il CSI è risultata la prima azienda italiana certificata OpenChain, perché risponde ai criteri di governance del software nel rispetto delle best practice dell’open source. Un altro importante passo in avanti nella realtà del software libero”.

 




La candidatura di Torino a capitale europea della cultura 2033

I lavori di Torino Capitale Europea della Cultura 2033 entrano nel vivo.

L’Italia (che ospiterà la capitale della cultura insieme ai Paesi Bassi) inviterà le città a presentare le proposte nel 2027, sei anni prima dell’anno prefissato. Dopo una prima scrematura operata da una giuria di esperti indipendenti, la capitale italiana verrà ufficializzata nel 2029. Un percorso per il quale è fondamentale prepararsi.

Le Capitali europee della cultura mirano a promuovere la ricchezza e la diversità delle culture e a incoraggiare il senso di appartenenza dei cittadini a un’area comune.

Il programma e gli investimenti legati a questa candidatura possono contribuire con forza alla rigenerazione e alla crescita sostenibile della città nel lungo periodo.

A partire dal novembre 2019 la commissione V del Comune di Torino ha avviato un percorso che ha visto la partecipazione di assessori, di rappresentanti delle istituzioni culturali e di altri soggetti qualificati con l’intento di costruire un tavolo di lavoro che elabori un percorso comune.

Questa mattina durante la commissione consiliare si è parlato della possibilità di costruire una partership con TEDxTorino perché sia partner con cui ragionare sul progetto che condurrà alla candidatura.

Da quattro anni TEDxTorino è uno dei tanti protagonisti della cultura torinese capace di portare in città, direttamente dalla Silicon Valley, il modello TED e di riunire su un palco, tre o quattro volte all’anno, personalità interessanti che possano raccontare al pubblico le proprie idee.

Migliaia di persone note e meno note come la sceneggiatrice della Disney Pixar Leasly Iwerks, la campionessa Surya Bonaly, la venture capitalist LK Shelley e ancora Christian Greco, Luca Mercalli, Michela Murgia, Rita Guarino, Josefa Idem, Mauro Berruto e Massimo Temporelli hanno ascoltato, in diretta e in streaming, i talk dedicati a cultura, libri, sport, musica, tecnologia, medicina, economia circolare di ospiti arrivati da tutto il mondo.
Nel periodo di lockdown, per 5 settimane 60 ospiti divisi in 5 tavoli virtuali (ognuno formato da 12 persone) si sono incontrati, rigorosamente on line sulla piattaforma TED, per discutere del futuro della cultura a Torino e in Italia. Ogni tavolo è stato gestito da Enrico Gentina, curatore di TEDxTorino, con l’idea di considerare l’argomento affrontato da differenti punti di vista per creare una conversazione globale che proprio nella diversità sa trovare la propria ricchezza.

 

La domanda centrale – pensata insieme al Comune di Torino – è stata ‘quali conclusioni possiamo trarre dalle nostre esperienze e come applicarle al lavoro culturale che, nonostante la pandemia e le sue conseguenze, tentiamo di gestire tutti i giorni? L’idea è stata quella di considerare l’argomento “Cultura” da differenti punti di vista. Dal teatro al cinema, dai musei ai concerti, dallo sport all’entertainment, la cultura nella sua accezione più ampia si è seduta ai tavoli di TEDxTorino per dialogare e ascoltare altri punti di vista. I partecipanti sono stati invitati a contribuire su temi non strettamente legati ai loro ambiti d’azione quotidiani, allo scopo di far emergere processi, dinamiche e prassi da poter estendere successivamente in modo trasversale e modulare in altri contesti. Un contesto informale dove poter condividere serenamente il proprio punto di vista così da permettere agli altri di aggiungere valore in libertà.

Sintesi per macroambiti delle posizioni emerse durante gli incontri:

Spazio pubblico
Il pensiero emerso dagli incontri è stato quello di non ridurre la cultura ai luoghi ‘preposti’, ma di utilizzare tutti i luoghi pubblici come luoghi vuoti, di tutti. Lo spazio pubblico non è solo un contenitore di emozioni, ma le fa risuonare, incoraggiando nuovi modi di pensare e di agire. Lo spazio pubblico deve svolgere il ruolo di orientare e di incoraggiare incontri attraverso le attività culturali. Deve essere percepito come una tela bianca, di proprietà della collettività dove si incrociano diverse professionalità e, questo messaggio, è possibile solo attraverso una visione innovativa da parte del settore pubblico. Al momento tanti chiedono spazio ma pochi lo ottengono e questo meccanismo deve necessariamente invertirsi perché si generi una riappropriazione degli spazi pubblici. Il settore pubblico non ha il compito solo di avere una visione inclusiva e innovativa della gestione degli spazi, ma deve presidiarli in prima persona: un presidio democratico ed educativo. Lo spazio pubblico ha il ruolo di catalizzare le iniziative culturali dal basso e di far recuperare il senso civico alle persone e la consapevolezza di essere agenti del cambiamento. Dall’appartenenza a un luogo e alle attività che lì si svolgono, nasce l’appartenenza a un movimento culturale e a una comunità.

Accessibilità
Si è discusso delle molte declinazioni dell’accessibilità per sottolineare che, per quanto l’accessibilità al digitale non sia scontata, il dibattito culturale di questi mesi non può fermarsi lì. Il diritto di tutti di vivere la cultura dal vivo, nell’ambito della democrazia, è un aspetto imprescindibile per approcciarsi alla discussione. Mentre la cross-medialità è sicuramente una soluzione in un momento di emergenza, non può essere l’unica. È certamente vero che il digitale ha reso più semplice la fruizione della cultura a persone con alcune disabilità, ma non si deve dare per scontato che sia (per loro o per altri)un’esperienza completa o la più completa cui si possa ambire. L’accessibilità alla cultura ha due lati, uno dei quali è la produzione di contenuti culturali. Per favorirla e tutelare il tessuto culturale in questo ambito avrebbe senso riformare le modalità di accesso ai fondi pubblici e cambiare le regole del rapporto tra privati e cultura, anche fiscalmente.

Inoltre, senza nulla togliere al valore dei grandi eventi, si è frammentata ulteriormente in universi che non dialogano, anziché in un’unione di piccole iniziative ben targettizzate pensate all’interno di una visione complessiva da chi si occupa delle politiche culturali del territorio. La progettazione dal basso si sviluppa quando viene creato un clima adatto a farla germogliare.

Inclusione
Se l’emergenza esige intervento, il futuro chiede progettazione. Questo è il tempo dell’ascolto, della visione a medio-lungo termine che considera l’inclusione come un’espressione della democrazia. Una visione incoraggiata da istituzioni, operatori, industria e accademia per valorizzare il desiderio di attivismo delle persone. Ancora una volta è importante sottolineare che la co-progettazione dal basso nasce quando c’è terreno fertile e questo è un effetto di una politica culturale sul territorio che non si limita a costruire rampe per disabili a lato delle scale nelle nuove costruzioni, ma che progetta universalmente, includendo persone disabili nell’ideazione. La cultura è accrescimento del patrimonio cognitivo di ogni individuo. Non deve essere calata dall’alto, ma nascere dalla partecipazione e dalla comunità. Ciò che dall’alto dipende è l’ecosistema ideale per permettere la cultura: scambi, incontri e luoghi condivisi che facilitino il processo collettivo. Le iniziative culturali devono acquisire degli indici di valutazione nuovi, diversi dalla quantità di pubblico e devono essere concentrate meno sull’informazione e più sull’approfondimento.

Innovazione
Troppo spesso questo termine è stato sinonimo di “governo della tecnica” mentre, in realtà, l’innovazione dovrebbe parlare il linguaggio della cooperazione. Innovazione è coinvolgimento non solo dei fruitori nella progettazione, ma di tutte le persone che, anche trasversalmente, vivono l’esperienza culturale. Innovazione è ascoltare e stimolare, senza canalizzare: è saper catalizzare le creatività altrui e incoraggiarle, altrimenti non può essere “buona” innovazione. Innovazione è inclusione perché dagli incontri nascono nuove idee. Non è dire “abbiamo un’idea”, ma “creiamo insieme l’idea che vogliamo”. Incoraggiare questo tipo di cooperazione nel concreto potrebbe voler dire non garantire finanziamenti al singolo progetto ma a ecosistemi che si uniscono per un obiettivo comune.