Dieci milioni per i primi interventi del dopo alluvione

Dieci milioni di euro  disponibili per le imprese e i cittadini per far fronte ai danni dell’alluvione che ha colpito molto duramente il Piemonte nei giorni scorsi. Li ha approvati il Consiglio regionale varando nel pomeriggio il rendiconto della Regione per il 2019. Ai 2,5 milioni già destinati in bilancio ai danni da eventi calamitosi sono stati aggiunti 7,5 milioni frutto di economie registrate nel “riparti Piemonte”.

“Verranno dati ai Comuni colpiti dal maltempo, che potranno distribuirli a cittadini e imprese”, ha spiegato l’assessore regionale al bilancio Andrea Tronzano.

Il rendiconto, parificato dalla Corte dei conti, certifica tra l’altro che nel 2019 – come ha ricordato il relatore di maggioranza Davide Nicco (Fdi) – “le entrate accertate hanno superato le uscite impegnate di 465 milioni, mentre la riduzione dei residui passivi è stata di oltre un miliardo”.

Tronzano ha ricordato che “è continuata l’azione di recupero del disavanzo, avvenuto in maniera superiore rispetto alle attese.  Continueremo su questa strada, liberando anche risorse attraverso una spending  review che abbiamo iniziato e che dovrebbe permetterci di aumentare ulteriormente gli investimenti”.

Carlo Riva Vercellotti (Fi) ha espresso soddisfazione per questa prima risposta alla emergenza in cui versano il vercellese e le altre province colpite dall’alluvione: “Confido che il governo dia una risposta all’altezza delle richieste legittime e urgenti che vengono dai territori devastati”.

Per il capogruppo PD Raffaele Gallo “Il rendiconto certifica la costante riduzione del debito e del disavanzo avviata nel 2014 e stabilisce che gli allarmi lanciati sul deficit della sanità erano infondati, mentre gli investimenti del settore sono stati bloccati”.

Il relatore di minoranza Sean Sacco (M5s) ha ricordato le criticità sottolineate dalla Corte dei conti. In particolare ha segnalato “la performance molto deludente sul Fesr, dove si collocano i progetti più importanti per lo sviluppo dell’economia regionale”.




Usura: “Rafforzare l’Osservatorio e finanziare la legge”

Incrementare le funzioni dell’Osservatorio e finanziare la legge regionale contro l’usura. Queste, in sintesi, le proposte dei consiglieri delegati dall’Udp, Gianluca Gavazza e Giorgio Bertola, nel corso della riunione dell’Osservatorio regionale sui fenomeni di usura estorsione e sovraindebitamento, tenutasi questa mattina.

Del resto, anche in Piemonte, dopo il Covid aumentano le famiglie in difficoltà economica: a livello nazionale sono ormai quasi il 60 per cento quelle che faticano ad arrivare a fine mese, mentre prima del lockdown erano il 46%, come rivelato da un’indagine Doxa commissionata dall’Ania, citata durante i lavori.

Dalla ricerca emerge anche che le famiglie con migliore formazione finanziaria sono quelle che riescono ad affrontare meglio una spesa improvvisa.

Dati che sottolineano la crisi economica ed evidenziano l’urgenza di contrastare le situazioni che possono favorire la ricerca di risorse economiche – per pagare debiti e pendenze varie – nella direzione sbagliata, con il rischio di cadere nella trappola dell’usura. Senza dimenticare che le imprese e le aziende stanno vivendo momenti finanziariamente molto difficili.

Secondo Gavazza, “è il momento di ripartire con le attività dell’Osservatorio per accompagnare la ripresa dell’economia dopo la pandemia. Bisogna fare quadrato con le Forze dell’ordine affinché i cittadini percepiscano di non essere ‘soli’, siano essi già vittime o lo stiano per diventare.  Va intrapreso un percorso informativo capillare soprattutto verso i piccoli imprenditori che sono riusciti a resistere nonostante il lockdown e che oggi sono i soggetti più esposti. L’Osservatorio, oltre alla necessaria formazione, può indicare, attraverso le associazioni che lo costituiscono, la strada per un aiuto economico lecito. Le fondazioni antiusura e gli altri enti offrono un aiuto concreto avvalendosi del quadro normativo regionale e nazionale, rappresentando così un vero e proprio riferimento per gli imprenditori, oggi più che mai, in balìa di un mare in burrasca.”.

“Viviamo in tempi difficili – ha osservato Bertola -. Usando la metafora dell’esperto in materia di sovraindebitamento, Antonio Cajelli, in questo momento è come se stessimo passeggiando sulla spiaggia dopo che si è ritirato il mare: ancora non ci rendiamo conto dell’ondata che deve arrivare, ma è bene stare in allerta e muoversi per tempo per affrontare l’imminente tsunami economico. Per questo bisogna fare delle riflessioni importanti sulla legge regionale 8 del 2017 contro usura, estorsione e sovra indebitamento, non solo perché venga adeguatamente finanziata, come da me richiesto al presidente Cirio grazie al supporto di tutto l’Ufficio di presidenza, ma dobbiamo riflettere anche sui provvedimenti attuativi, affinché la legge abbia un impatto effettivo per la vita dei piemontesi. Sarà questo il mio spunto di lavoro per i prossimi mesi come delegato presidente dell’Osservatorio Usura”.




Campagna europea sul Castello di Novara

L‘Europa nella mia Regione” accende i riflettori su un progetto di eccellenza finanziato con il Por FESR del Piemonte

Fino al 5 novembre 2020 il Castello Visconteo Sforzesco di Novara è protagonista della campagna “L’Europa nella mia Regione”, iniziativa che la Commissione svolge già da qualche anno nei vari Stati membri.

L’obiettivo è scegliere un progetto simbolo che è stato finanziato con i fondi strutturali e che rappresenta un luogo importante per la popolazione locale, per costruire attorno ad esso una campagna di promozione di un mese.

A tal proposito la Commissione europea ha dedicato una pagina web specifica sul Castello Visconteo, la cui riqualificazione è stata cofinanziata dalle ultime due programmazione del Por FESR Piemonte.

 




Maltempo, stimati danni per un miliardo di euro

Sono oltre 360 gli interventi urgenti che il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha presentato oggi a Roma al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese con una prima stima parziale dei danni provocati dagli eventi alluvionali che hanno interessato parte del Piemonte tra il 2 e il 3 ottobre.

La prima quantificazione dei danni alle infrastrutture e alle opere pubbliche ammonta ad oltre 150 milioni di euro, ma la cifra è destinata ad aumentare in maniera consistente dal momento che in circa metà dei Comuni è ancora in corso la valutazione delle conseguenze delle piogge straordinarie del weekend.

Sommando i danni alle opere pubbliche a quelli subiti dai privati, famiglie e aziende (industria, commercio, artigianato, agricoltura) la cifra complessiva si aggira intorno a un miliardo di euro.

Il Cuneese, dove i paesi di Garessio e Limone Piemonte sono stati devastati dalla piena e le stazioni sciistiche distrutte, segnala almeno 50 interventi urgenti per un parziale di circa 64 milioni di euro, a cui andranno aggiunti sei interventi non ancora quantificati.

Ingenti e profondi i danni nel Vercellese, a cui si aggiunge anche il duro bilancio di una vittima: qui sono 88 gli interventi richiesti con una prima stima di circa 15,4 milioni di euro per 31 opere urgenti, in attesa delle 57 ancora da determinare economicamente.

Il Biellese, con importanti danni soprattutto nella Alta Val Cervo, segnala la necessità di 73 interventi per un totale parziale di oltre 7 milioni di euro, mancando all’appello le stime per una trentina di interventi.

Il Novarese, dove è crollato il ponte che collega Romagnano Sesia e Gattinara, ha completato la prima stima dei danni evidenziando 48 interventi per oltre 36 milioni di euro, a cui si aggiungono i lavori di somma urgenza per il rispristino dei dissesti lungo il fiume Sesia a Sannazzaro (NO) e a Villata (VC) per circa 2,5 milioni di euro.

Nel Verbano Cusio Ossola gli straripamenti del fiume Toce e le forti piogge hanno provocato danni che richiederanno 73 interventi, di cui al momento ne sono stati quantificati una trentina per circa 20,6 milioni di euro.

Sono, infine, 27 gli interventi richiesti per il Torinese per un totale di 4,6 milioni di euro, concentrati soprattutto nel Canavese.

«Stamattina a Roma – sottolinea il presidente Cirio – ho consegnato al ministro dell’Interno Lamorgese una prima rendicontazione dei danni e l’elenco degli interventi di somma urgenza necessari al ripristino in sicurezza del nostro territorio. Le cifre non sono ancora definitive, ma sommando i danni pubblici e privati parliamo di circa un miliardo di euro. Ringrazio il Ministro per l’attenzione. Il Piemonte ha sempre pagato tanto e ricevuto poco. Ma ora è necessario che il Governo faccia la sua parte».

«Di concerto con il Dipartimento nazionale della Protezione civile – aggiunge il presidente Cirioabbiamo deciso di chiedere l’accesso al Fondo di solidarietà dell’Unione europea insieme a Liguria e Francia in modo da avere più possibilità di un riscontro positivo».

«Ci siamo immediatamente recati nei territori colpiti – evidenzia l’assessore alla Protezione civile della Regione Piemonte Marco Gabusi – per verificare di persona la situazione e mettere in campo misure immediate. Le amministrazioni locali, le istituzioni, il sistema di pronto intervento, la Protezione civile, le forze dell’ordine e i volontari hanno risposto con grande celerità alla situazione di emergenza mentre la popolazione è stata, ed è tuttora, impegnata in prima persona per tornare alla normalità. Ora ci serve l’aiuto da parte del governo. Il Piemonte è forte e lo dimostra continuamente, ma da solo non può far fronte ad una situazione di pericolo che sta diventando sempre più importante. Se non abbiamo modo di contrastare i danni causati dai cambiamenti climatici, che fanno ormai parte della nostra vita quotidiana, con interventi importanti – e costosi – sul territorio, il Piemonte è destinato ad un futuro di disastroso declino. Chiediamo al governo di non condannarci ad un simile destino».

 

Gli eventi metereologici hanno avuto un carattere ‘eccezionale’, tanto che nelle aree più coinvolte i tempi di ritorno ad una situazione di normalità superano, secondo l’Arpa, i 200 anni. Come sottolinea il rapporto dell’Arpa i valori di pioggia registrati rappresentano più del 50% della precipitazione media annuale. Valori eccezionali sono stati registrati nel comune di Valstrona (VB) con oltre 650mm di pioggia e nel comune di Mergozzo (VB) con oltre 600 mm. Nell’alta val Tanaro a Limone Piemonte (CN) sono caduti quasi 600 mm di acqua, quasi tutti nella giornata del 2 ottobre; valori estremi sono stati registrati anche nella stazione nel comune di Garessio (CN) con oltre 400 mm.

Le precipitazioni hanno generato sui corsi d’acqua onde di piena che, nei bacini del Toce e del Sesia, hanno superato i livelli di riferimento storici della piena dell’ottobre 2000 e sull’alto Tanaro quelli del novembre 2016. Il fiume Sesia, da monte a valle, ha raggiunto livelli mai registrati da quando esistono le stazioni meteo automatiche. La piena è risultata abbondantemente superiore sia a quella del 2000 che del 1993 ed ha avuto una magnitudo paragonabile alla maggiore piena storica degli ultimi 100 anni verificatasi nel 1968.




Le persone positive sono 28261 (+86 rispetto a ieri)

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 28261 (+86 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3474 (+14) Alessandria, 1643 (+1) Asti, 891 (+2) Biella, 2754(+9) Cuneo, 2599 (+13) Novara, 14.339 (+30) Torino, 1340 (+16) Vercelli, 1025 (+1) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 196 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 385 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

 I DECESSI SONO 4167

1 decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione, nessuno verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale rimane quindi 4167 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 683 Alessandria, 256 Asti, 209 Biella, 401 Cuneo, 380 Novara, 1840 Torino, 225 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 36.183 (+ 173 rispetto a ieri, di cui 126 asintomatici. Dei 173 casi, 62 sono screening, 73 contatti di caso, 38 con indagine in corso. Ambito: 19 RSA, 20 scolastico, 134 popolazione generale. I casi importati sono 6 su 173 ) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4428 Alessandria, 2014 Asti, 1189 Biella, 3574 Cuneo, 3442 Novara, 18.076 Torino, 1691 Vercelli, 1225 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 301 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 243 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 13 (+1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 216 (+2 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3141

I tamponi diagnostici finora processati sono 744.159 di cui 410.291 risultati negativi.

 




Università, aumentano gli iscritti malgrado il Covid

Nonostante la pandemia con il nuovo anno accademico sono incrementati gli iscritti agli atenei piemontesi che seguiranno i corsi secondo la prevista modalità mista di partecipazione, in parte in presenza in parte a distanza.

A sottolinearlo è l’assessore regionale all’istruzione e diritto allo studio universitario, che ha illustrato in sesta Commissione le materie di sua competenza nell’ambito del Documento di economia e finanza regionale 2021-2023.

È stato messo in luce come fra gli obiettivi dell’assessorato ci sia quello di ridurre al massimo il rischio di contagio da Covid-19, il che comporta anche la necessità di riorganizzare gli spazi, in particolare nelle residenze universitarie al fine di assegnare stanze solo singole.

A fronte quindi del ridotto numero di posti letto si sta valutando la possibilità di attivare convenzioni con strutture che sopperiscano a questa necessità. Si intende inoltre offrire sostegno agli studenti in situazione di disagio a seguito dell’emergenza e confermare la più ampia copertura possibile delle borse di studio agli studenti meritevoli ma privi di mezzi, nonché rafforzare l’internazionalizzazione del sistema universitario regionale e promuovere una collaborazione crescente fra atenei, poli di innovazione, piattaforme e parchi tecnologici.

Per quanto riguarda il diritto allo studio l’assessore ha spiegato che lo sforzo maggiore si concentrerà sull’obiettivo di mantenere i livelli di qualità attuale dei vari servizi in un contesto di risorse regionali decrescenti.

La volontà è quella di rendere effettivo il diritto allo studio riducendo il tasso di abbandono, confermare la più ampia copertura dei voucher per il diritto allo studio e di borse di studio, ottimizzando l’uso delle risorse a questo scopo. Nell’ambito dell’edilizia scolastica si adotteranno criteri di selezione degli interventi meritevoli di contribuzione che vadano a premiare la razionalizzazione della rete delle strutture scolastiche, l’economicità e l’ecosostenibilità ambientale delle soluzioni (ristrutturazioni o nuove costruzioni) al fine di ampliare sempre più la quota del patrimonio d’edilizia scolastico sicuro e a norma.

Sono poi intervenuti alcuni consiglieri di M5s, Pd e Lega per chiedere chiarimenti su mense scolastiche, utilizzo dei voucher per acquisto di cancelleria, tirocini, borse di studio ed edilizia scolastica.

È infine stato dato parere preventivo favorevole sulla proposta di delibera della Giunta regionale in merito all’“Approvazione dei criteri per la realizzazione e la promozione di azioni volte a garantire e migliorare i livelli di qualità dell’offerta formativa ed educativa nelle istituzioni scolastiche del Piemonte”.

Il documento contempla quattro categorie di progetti, ovvero attività finalizzate a migliorare la qualità dell’offerta formativa ed educativa e progetti di sperimentazione organizzativa, didattica ed educativa, iniziative di interesse generale regionale, interventi per la prevenzione e il contrasto del bullismo e cyberbullismo e iniziative per l’acquisizione e l’uso della Lis.




Le congratulazioni di Confagricoltura Alessandria a Gian Paolo Coscia, neo presidente della nuova CCIAA di Alessandria-Asti

Oggi è nata la nuova Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Alessandria e Asti. Così si è concluso l’iter previsto dalla legge di riforma delle Camere del 2016.

L’accorpamento è iniziato concretamente nel febbraio del 2018, pronto a concludersi a settembre dello stesso anno, poi ritardato da ricorsi e sentenze a livello nazionale e infine accelerato nella conclusione con il decreto legge della vigilia di Ferragosto.

Il nuovo ente avrà al centro l’area vasta del territorio geo-economico del Piemonte sud-orientale. Salutiamo così la Camera di Commercio di Alessandria nata nel 1862 e forte di una storia di oltre un secolo e mezzo e la Camera di Commercio di Asti nata nel 1935, ottantacinque anni fa.

Stamattina presso la sede dell’Associazione Cultura e Sviluppo in Alessandria si è svolta la seduta di insediamento del nuovo Consiglio, composto di 33 membri in rappresentanza delle categorie economiche delle due province.

L’assemblea, completa di tutti i suoi 33 componenti, ha poi eletto Gian Paolo Coscia quale nuovo presidente per acclamazione.

All’assemblea erano presenti per Confagricoltura Alessandria il presidente Luca Brondelli e il direttore Cristina Bagnasco, che si sono congratulati con Coscia per il brillante risultato raggiunto: “La fiducia dimostrata dall’assemblea della Camera verso colui che è l’esponente di Confagricoltura è per noi un grande privilegio di cui non possiamo che essere orgogliosi. Auguriamo a Coscia e ai suoi collaboratori un proficuo lavoro, potendo contare su tutto il supporto necessario da parte nostra, come già avvenuto in questi anni”.

Coscia era stato nominato presidente della Camera di Commercio Industria Agricoltura e Artigianato di Alessandria il 10 ottobre 2013. Da marzo 2004 a giugno 2013 è stato Presidente di Confagricoltura Alessandria. Da giugno 2011 a giugno 2017 è stato Presidente di Confagricoltura Piemonte.




Parchi: diventino aziende per sviluppare il turismo

Oltre alla tutela della biodiversità, i parchi piemontesi devono contribuire allo sviluppo turistico e trasformarsi in vere e proprie aziende sul territorio in grado di aprirsi all’esterno.

Lo ha spiegato l’assessore regionale ai Parchi, che questa mattina in Quinta commissione ha illustrato le materie di competenza contenute nel Documento di economia e finanza regionale (Defr) 2021-2023.

Centinaia di sentieri, paesaggi sorprendenti, luoghi senza tempo di avventura e di natura. In Piemonte ci sono 95 Aree protette regionali per una superficie complessiva di poco più di 193mila ettari gestiti da 11 enti strumentali e da enti locali.

Inoltre, la Regione Piemonte conta due Parchi nazionali: il Gran Paradiso e la Val Grande che interessano complessivamente una superficie di 48.500 ettari. L’assessore ha ricordato come il comparto sia gestito dalla Legge regionale n. 19 del 2009 e ha spiegato che nell’ultimo anno si è provveduto al rinnovo dei vari presidenti ad accezione di quello del Parco del Po, che costituisce il tratto protetto più lungo dell’intero Piemonte, dal Torinese sino al confine con la Lombardia.

Tra gli altri obiettivi che si è prefissata la Giunta, c’è poi quello di ottimizzare la convivenza tra i parchi e la popolazione residente. Si proseguirà ancora con i progetti transfrontalieri come Alcotra (il cui acronimo si riferisce a Alpi latine cooperazione transfrontaliera), anche per l’utilizzo dei Fondi europei, limitatamente alle aree delle Province di Torino e Cuneo, mentre verrà sempre più incentivato e favorito il dialogo tra tutti i presidenti dei Parchi, con l’istituzione di un tavolo di confronto, e si investirà maggiormente nella comunicazione, partendo dal restyling dello specifico sito internet.

L’assessore, infine, si è soffermato sui danni causati dalla fauna selvatica, in particolare sulle presenze dei lupi, argomento sempre più al centro del dibattito per via delle problematiche legate alle predazioni. Si proseguirà con il progetto europeo Life Wolfalps, che mira a realizzare azioni coordinate per migliorare la coesistenza fra questo grande carnivoro e le attività umane a livello di popolazione alpina.

Il Piemonte segue poi attentamente il Piano lupo attualmente al vaglio della Conferenza Stato-Regioni. Per ottenere risarcimenti più rapidi, l’assessore ha poi ribadito la condizione di porre in atto le cosiddette “buone azioni”, una serie di interventi di prevenzione come i recinti elettrificati per i quali sono stati stanziati 100mila euro.

 




Alberto Cirio come Aldo Moro, la solidarietà e la ferma condanna del presidente del Consiglio regionale

A nome del Consiglio regionale del Piemonte esprimo totale solidarietà e vicinanza ad Alberto Cirio e ferma condanna per la vile e spregevole minaccia ricevuta.

I manifesti ignobili che raffigurano il presidente della Regione Piemonte come Aldo Moro ostaggio delle Br, sono un atto gravissimo e ripugnante che va condannato in modo perentorio. Non possiamo accettare rigurgiti di violenza che si rifanno a periodi oscuri  come quelli del terrorismo.

Mi aspetto la condanna unanime contro l’inaccettabile escalation di messaggi eversivi. Mi auguro che gli autori di questa infame azione vengano assicurati al più presto alla giustizia.




Il presidente della Regione reagisce alle minacce ricevute

Stanotte a Torino sono stati diffusi dei manifesti che sostituiscono il mio volto a quello di Aldo Moro nell’immagine delle Brigate rosse sul suo rapimento. Minacce che si aggiungono a quelle rivolte in queste ore a rappresentanti della Giustizia e di altre Istituzioni dello Stato. Qualcuno forse pensa di fermare il Piemonte e i piemontesi con le intimidazioni. Ma, ci ha insegnato Aldo Moro, ‘La vera libertà si vive faticosamente tra continue insidie’. E la nostra terra va avanti.” E’ quanto ha scritto il presidente della Regione Piemonte sulla sua pagina Facebook.

Unanime la condanna del mondo politico nazionale e locale. Messaggi di solidarietà sono stati inviati da diversi esponenti del centrodestra e del centrosinistra, tra i quali il presidente del Consiglio regionale e il sindaco di Torino. In una nota l’assessore regionale alla Sicurezza sostiene che i volantini non sono una bravata o uno scherzo di cattivo gusto, ma un messaggio preoccupante lanciato da chi vuole alzare la tensione nel Paese, e pertanto gesti simili vanno puniti e i responsabili devono essere individuati quanto prima.

La Digos della Questura di Torino ha subito avviato le indagini per risalire agli autori del volantino, comparso in corso Regina Margherita.

Le minacce si aggiungono a quelle rivolte nelle ultime ore, sempre a Torino, a rappresentanti della Giustizia e di altre istituzioni dello Stato.

Gli investigatori non escludono al momento nessuna ipotesi. Neppure quella che i gesti intimidatori siano tra loro collegati.