Chiara Caucino: Prosegue l’impegno contro la violenza sulle donne

“È importante che la Regione sostenga e continui a sostenere il sistema piemontese di contrasto alla violenza di genere, i percorsi di autonomia delle donne e la rete dei soggetti che operano con gli uomini autori di maltrattamenti”.

Lo ha dichiarato l’assessore al Welfare Chiara Caucino rispondendo a Marco Grimaldi (Luv) in Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, nel corso del dibattito sulla presentazione del Documento economico di finanza regionale (Defr), cui la Commissione ha espresso parere favorevole a maggioranza.

“Il Piemonte conta 21 centri antiviolenza e 13 case rifugio iscritte all’Albo regionale – ha aggiunto l’assessore – e le risorse per interventi contro la violenza sulle donne per il 2021, ancora in corso di assegnazione, ammontano a 1,697 milioni di euro di fondi statali, di cui 430 mila per finanziare le azioni previste nel Piano strategico nazionale e 140 mila euro di fondi regionali”.Nell’ultima seduta l’assessore aveva presentato la parte del Defr riguardante l’assistenza e i servizi sociali, per la quale la Commissione è stata chiamata a esprimere il parere e, questa mattina, ha risposto alle domande dei commissari.

Mauro Salizzoni, intervenuto per il Pd con Monica CanalisDomenico Rossi e Raffaele Gallo, ha risposto che, secondo i dati più recenti di cui dispone l’Assessorato, “i senza fissa dimora in Piemonte dovrebbero essere intorno ai 5.000” e si è detta favorevole sulla possibilità di “prevedere interventi in loro favore coinvolgendo maggiormente i medici di famiglia”.

Con Francesca Frediani (M4o) ha convenuto sull’eventualità di prevedere forme sperimentali, sull’esempio di quanto sta facendo la Lombardia, “di accogliere i senza fissa dimora con i propri animali d’affezione”.

Rispondendo a Silvio Magliano (Moderati) si è dichiarata disponibile alla possibilità di istituire un fondo per donne in difficoltà che intendano portare avanti una gravidanza.

Sarah Disabato (M5s) ha risposto – infine – che qualora dovesse venir meno il Reddito di cittadinanza “la Regione potrà eventualmente realizzare qualche intervento tampone” ma “che si tratterebbe di una questione da affrontare a carattere nazionale”.

Audizione Comitato diritti persone con mielolesione

“Una forte diminuzione dei posti letto dell’Unità spinale unipolare presso il Cto di Torino e uno svuotamento costante di competenze e di personale”. È quanto ha denunciato il Comitato interregionale per la difesa dei diritti e l’inclusione sociale delle persone con mielolesione, audite in Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, alla presenza dell’assessore al Welfare Chiara Caucino.

Una situazione che, secondo quanto rilevato dalle associazioni, avrebbe compromesso negli ultimi 8-10 anni, l’efficacia dell’assistenza delle persone colpite da mielolesione. Una gestione che avrebbe depotenziato un centro che era di eccellenza. Tale situazione, prosegue la denuncia, comporta l’allungamento delle liste d’attesa e lo spostamento verso reparti di altre regioni di molti pazienti, con conseguente danno anche economico per la Regione Piemonte.

Le associazioni che compongono il Comitato sono Idea di Alessandria, Arcobaleno di Asti, L’ancora di Novara, Ido di Torino e Associazione paraplegici della Valle d’Aosta.

I posti letto dell’Unità spinale sono ridotti a 22 dopo la chiusura del secondo piano che le associazioni chiedono di riaprire. I posti di neurourologia sono due in tutto il Piemonte, mentre a Firenze sono 15 e a Milano 12.

Nel corso dell’incontro intervenuti, per porre domande, i consiglieri Valter Marin, Gianluca Gavazza (Lega), Marco Grimaldi (Luv), Silvio Magliano (Moderati) e Domenico Rossi (Pd).

 




“Serve più rispetto per le donne, sono un motore importante dell’economia”

È un virus senza vaccino, una pandemia silenziosa che si diffonde per l’85% tra le mura domestiche e che produce dati allarmanti: nel mondo ogni giorno avvengono 137 femminicidi, una grave piaga sociale a cui dopo duemila anni nessuno è ancora riuscito a porre rimedio.

Istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite quale “giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, la data del 25 novembre rappresenta ogni anno un’occasione per riaccendere i riflettori su una faccia della nostra società che si rifà agli istinti più brutali e prevaricatori del genere umano.

E contro questo fenomeno, che nel lockdown ha fatto registrare una recrudescenza, si rivolge l’appello del Movimento Donne Impresa di Confartigianato Imprese Cuneo, un esercito “rosa” di imprenditrici in costante aumento, che da sempre difende i valori del lavoro e della famiglia, dimostrando intraprendenza e capacità manageriali non comuni.

«Questa ricorrenza – commenta Katia Manassero, presidente del Movimento Donne Impresa di Confartigianato Imprese Cuneo – ci impone di riflettere con attenzione sull’evoluzione dei rapporti sociali ed in particolare di quello tra uomo e donna. Legami spesso ossessivi e malati, nei quali il partner esercita sulla compagna una sorta di diritto di possesso, andando a svilirne volontà e stima. Purtroppo, con l’arrivo della pandemia e la necessità di vivere di più in casa, le situazioni vessatorie nei confronti delle donne sono drammaticamente aumentati. Si va dalla violenza fisica, a quella verbale, a quella psicologica e sessuale. Occorre agire con fermezza contro questi comportamenti e le prime ad opporsi devono essere proprio le donne, con le loro capacità, il loro coraggio e il recupero della loro indipendenza socio-economica. E soprattutto nessuna donna deve vergognarsi di chiedere aiuto quando si ritrova a subire casi di violenza».

«Anche il mondo maschile – aggiunge Luca Crosetto, presidente di Confartigianato imprese Cuneo – in una giornata così significativa deve far sentire il suo appoggio alle donne, condannando duramente tutti coloro che agiscono con violenza nei loro confronti. La nostra Associazione ha sempre tenuto in grande considerazione l’apporto femminile, sia in ambito dirigenziale che imprenditoriale e lavorativo. Nei nostri uffici, oltre il 67% dei dipendenti è donna e le imprese rosa associate sono un motore insostituibile per il nostro artigianato. Abbiamo bisogno, più che mai in questo difficile momento, di uno scatto culturale che guardi ad una maggiore collaborazione di genere, senza prevaricazioni e nel pieno rispetto dei ruoli e delle capacità di ognuno».




Violenza donne, Rosso: determinante per contrastarla lavorare con le giovani generazioni

È determinante lavorare con le scuole e le giovani generazioni per contrastare la violenza sulle donne”. Così l’assessore ai Diritti civili, Roberto Rosso, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, intervenendo all’Ecomuseo di Torino per la presentazione della mostra “Politica e carità. Donne dell’Ottocento, la doppia anima delle donne nel secolo del cambiamento” e dell’esposizione dei lavori delle studentesse del Primo liceo.

“La Regione Piemonte in collaborazione con le scuole – aggiunge – ha attuato dei piani formativi mirati rivolti, sia agli insegnanti in ottica di prevenzione per il riconoscimento dei segnali e delle richieste di aiuto, sia verso gli studenti per la diffusione della cultura di parità e del rispetto di genere.

Il 31,5% delle donne tra 16 e i 70 anni, quasi 7 milioni di italiane, è stata vittima di violenza. Ogni giorno in Italia 88 donne subiscono un atto di violenza, una ogni quarto d’ora. Nell’82% dei casi chi compie l’aggressione conosce la sua vittima, ha le chiavi di casa o gli si apre la porta.

I dati dell’ultimo rapporto della Polizia di Stato sulla violenza di genere mostrano “uno scenario agghiacciante in cui l’unico dato consolante è la maggior consapevolezza del delitto subito: sale infatti la propensione e la fiducia nel denunciare, forse anche per effetto del Codice Rosso, entrato in vigore ad agosto, che inasprisce le sanzioni per chi commette questo reato e si accelerano le indagini obbligando i Pm ad ascoltare le vittime entro tre giorni”.

Un capitolo significativo nell’opera di contrasto a un fenomeno ancora così diffuso si realizza “promuovendo tra i giovani una cultura basata sulla parità di genere e mettendo in luce i fattori socioculturali, tra cui i modelli di genere maschili e femminili, ancora molto stereotipati, e rendendo nota la presenta di reti di supporto”.