In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, emerge come nei primi tre mesi del 2020 siano nate 7.181 aziende in Piemonte, a fronte di 10.712 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio).

Il saldo è risultato negativo per 3.531 unità (nel I trimestre 2019 era stato di 3.067).
Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine marzo 2020 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 424.844 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,0% delle imprese nazionali.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del -0,82%, peggiore rispetto a quanto registrato nel I trimestre del 2019 (-0,71%). Gli effetti conseguenti allo stato di eccezionalità in cui l’economia reale si sta muovendo appesantiscono ulteriormente il risultato di un bilancio che nei primi tre mesi dell’anno chiude sempre in rosso per effetto delle chiusure comunicate sul finire dell’anno precedente.

Va evidenziato come, nel periodo gennaio-marzo 2020, tutti i settori e tutte le realtà provinciali della nostra regione abbiano subito delle flessioni in termini di numerosità d’impresa. Il calo inoltre è risultato superiore rispetto a quello evidenziato a livello nazionale (-0,50%).

“Abbiamo una grande responsabilità verso le aziende del nostro territorio. Il Piemonte, già in questo primo trimestre dell’anno, non è performante e registra un trend peggiore rispetto a quello italiano: i primi segni dell’emergenza da Covid-19 si fanno già vedere. Il tasso di natimortalità delle imprese piemontesi è negativo per tutti i settori, anche per il ‘turismo’ e per gli ‘altri servizi’ che hanno sempre registrato andamenti migliori. Il tasso è negativo anche per tutte le province della regione e, tra forme giuridiche, tengono solo le società di capitale, più strutturate e organizzate per attraversare mari in tempesta.

Il nostro sistema si è però sempre basato su una fitta rete di piccole e medie imprese: a loro dobbiamo pensare in questa delicata fase con misure immediate, straordinarie e davvero efficaci. Non possiamo rischiare di perdere la nostra identità imprenditoriale: è necessario evitare subito che cresca la disoccupazione. Dobbiamo aiutare le imprese a traghettare questa pandemia. E dobbiamo farlo subito” afferma Ferruccio Dardanello, vicepresidente vicario di Unioncamere Piemonte.

Non emergono novità di rilievo analizzando la natimortalità delle imprese per classe di natura giuridica. A conferma di un trend ormai consolidato, infatti, il bilancio del tessuto imprenditoriale resta positivo solo per le imprese costituite in forma di società di capitale, che hanno registrato nel I trimestre 2020 un tasso di crescita del +0,32%. Continuano a ridursi, invece, le ditte individuali (-1,13%), le società di persone (-1,04%) e le altre forme (-0,54%).

Valutando i tassi annuali di variazione percentuale dello stock delle imprese registrate per settori di attività economica, si osserva come nessun comparto mostri tendenze espansive nei primi mesi del 2020. La performance peggiore appartiene al commercio (-1,43%), seguito a breve distanza dall’agricoltura (-1,30%). Decisamente negativo, per la prima volta negli ultimi anni, il trend del turismo, che segna una flessione dell’1,0%. Il linea con il dato medio regionale si colloca il comparto manifatturiero (-0,89%), mentre contrazioni di entità minore caratterizzano le costruzioni (-0,57%) e gli altri servizi (-0,25%).


A livello territoriale si evidenziano flessioni superiori alla media regionale per Alessandria (-1,04%), Novara (-0,92%), Verbania (-0,89%) e Biella (-0,86%). In linea con il dato piemontese si collocano Cuneo (-0,83%) e Vercelli (-0,82%), mentre, con flessioni significative, ma inferiori a quelle delle altre realtà piemontesi, troviamo Torino (-0,77%) e Asti (-0,72%).

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