Dati in ripresa rispetto al 2020 (+46,2%), ma ancora distanti dai livelli del 2019 (-11,4%).

Si registrano difficoltà nel reperimento di specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche

Sono circa 25.060 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per marzo 2021, 7.910 unità in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e 3.220 unità in meno rispetto all’analogo periodo del 2019, quando l’economia non era ancora stata investita dalla pandemia da Covid-19. Il 78% riguarderà lavoratori dipendenti, mentre il 22% sarà rappresentato da lavoratori non alle dipendenze. Nel 31% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 69% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Complessivamente nel trimestre marzo-maggio 2021 le entrate stimate saranno circa 69.360.

Queste alcune delle indicazioni che emergono dal Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

            

Delle 25.060 entrate previste in Piemonte nel mese di marzo 2021 il 16% è costituito da laureati, il 34% da diplomati, le qualifiche professionali e l’assenza di un titolo specifico pesano entrambi il 24%.

In uno scenario caratterizzato ancora dalle restrizioni per il Covid e dall’incertezza legata all’andamento della campagna vaccinale, sono, ancora una volta, i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro (60%, dato in forte calo però rispetto al 68% registrato nello stesso periodo dell’anno precedente). Il comparto manifatturiero, genera circa il 28% della domanda di marzo 2021 mentre il settore edile, grazie anche ai nuovi incentivi, segna oltre 3mila entrate programmate nel mese di marzo e poco meno di 9mila per l’intero trimestre marzo maggio 2021.

Il 21% delle entrate previste per marzo 2021 nella nostra regione sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, il 37% sarà costituito da operai specializzati e conduttori di impianti, il 31% riguarderà impiegati, professioni commerciali e dei sevizi e l’11% profili generici.

 

A livello di area di funzionamento il peso maggiore è dato dalla produzione beni ed erogazione servizio (39%), segue l’area commerciale e vendita (19%) e quella tecnica e di progettazione (20%), la logistica si attesta all’11%, seguita dall’area amministrativa con il 6% delle entrate previste.

 

Permangono, infine, le difficoltà di reperimento di alcune figure professionali: in 35 casi su 100 le imprese piemontesi prevedono, infatti, di avere difficoltà a trovare i profili desiderati, quota superiore rispetto a quella media nazionale (32 imprese su 100).

Le professioni più difficili da reperire in regione, così come a livello nazionale, a marzo 2021 sono gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche.

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